Si dice che la lingua etrusca è ancora, per svariati motivi, un enigma e un 'rebus'. Ciò si sostiene, naturalmente, sulla base delle grosse difficoltà che insorgono nel cercare di capire di essa molti degli aspetti lessicali, morfologici e sintattici. In realtà, a mio parere, il 'rebus' sussiste e resiste nel tempo non 'solo' per motivi di carattere grammaticale e linguistico, ma anche e soprattutto perché si stenta a considerare un aspetto essenziale dell'etrusco: che la scrittura è criptica, cioè organizzata e strutturata di proposito con il rebus. E' realizzata per non essere capita se non da pochissimi. Pertanto nella misura in cui si comprenderanno i meccanismi, spesso sofisticati, del rebus, posti di norma in essere dalle scuole scribali dei santuari, si comprenderà la lingua etrusca scritta. Essi sono simili e spesso gli stessi usati dagli scribi dei templi greci e nuragici. In particolare quelli inventati dagli scribi di questi ultimi.
Abstract
Sommario
Il sarcofago degli sposi di Cerveteri è un’opera nota in tutto il mondo. Il suo valore però non consiste solo nell’arte e nella documentazione di un certo modo di essere e di pensare se stessa della societas nobiliare etrusca circa il mondo ultraterreno. E’ anche e soprattutto epigrafico perché il coperchio lungi dall’essere opera ‘laica’, inneggiante in qualche modo al terreno, è profondamente sacro e attinente esclusivamente alla simbologia che riguarda il raggiungimento di una vita futura nel regno della luce. E’ una ΜΗΧΑΝΗ,una forte ‘macchina’ apotropaica, congegnata per scrivere nascostamente la (solita) petizione riguardante la formula della salvezza. Questa è attuata attraverso la scrittura metagrafica con gli espedienti dell’ideografia, della numerologia e dell’acrofonia. Detta ΜΗΧΑΝΗ è esemplata su quella, con eguale scrittura, dei cosiddetti ‘bronzetti nuragici’. Formalmente, nonostante la differenza espressiva, si può dire che sono la stessa cosa. Solo che la ΜΗΧΑΝΗ de bronzi sardi è imperniata sul lessico semitico mentre quella etrusca si basa su ‘tre’ lingue dell’indoeuropeo (etrusco, greco e latino). Il sarcofago di Cerveteri, come si sa, ha una realizzazione gemella nel Sarcofago degli sposi custodito nel museo del Louvre di Parigi. A parte qualche variante formale le due opere sono state concepite per essere lette nello stesso identico modo, cioè con la stessa ‘petitio’ dell’aiuto salvifico del padre e della madre luminosi, TIN/ VNI - SOLE/LUNA.
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Il sarcofago degli sposi di Cerveteri è un’opera nota in tutto il mondo. Il suo valore però non consiste solo nell’arte e nella documentazione di un certo modo di essere e di pensare se stessa della societas nobiliare etrusca circa il mondo ultraterreno. E’ anche e soprattutto epigrafico perché il coperchio lungi dall’essere opera ‘laica’, inneggiante in qualche modo al terreno, è profondamente sacro e attinente esclusivamente alla simbologia che riguarda il raggiungimento di una vita futura nel regno della luce. E’ una ΜΗΧΑΝΗ,una forte ‘macchina’ apotropaica, congegnata per scrivere nascostamente la (solita) petizione riguardante la formula della salvezza. Questa è attuata attraverso la scrittura metagrafica con gli espedienti dell’ideografia, della numerologia e dell’acrofonia. Detta ΜΗΧΑΝΗ è esemplata su quella, con eguale scrittura, dei cosiddetti ‘bronzetti nuragici’. Formalmente, nonostante la differenza espressiva, si può dire che sono la stessa cosa. Solo che la ΜΗΧΑΝΗ de bronzi sardi è imperniata sul lessico semitico mentre quella etrusca si basa su ‘tre’ lingue dell’indoeuropeo (etrusco, greco e latino). Il sarcofago di Cerveteri, come si sa, ha una realizzazione gemella nel Sarcofago degli sposi custodito nel museo del Louvre di Parigi. A parte qualche variante formale le due opere sono state concepite per essere lette nello stesso identico modo, cioè con la stessa ‘petitio’ dell’aiuto salvifico del padre e della madre luminosi, TIN/ VNI - SOLE/LUNA.