giovedì 8 ottobre 2015

Il diavolo fa le pentole ma non i coperchi


   Così rispondiamo a quanti vogliono negare l’innegabile, tutto il resto è noioso, detto e ripetuto, tanto che le parole che volano nell’aria non ci interessa più proferirle né sentirle.

   Devono parlare i fatti o meglio le epigrafi.
  
   Ecco due nuove scritte nelle vicinanze di due nuraghe.

    Null’altro da dire per ora, se non che in fin dei conti quel che conta sono le prove concrete.

   I relativi articoli saranno pubblicati prossimamente.

9 commenti:

  1. Bravo Sandro, buona idea. Questi due e altri documenti nei prossimi giorni e mesi andranno in tempo reale in giro per il mondo. In una ben più ampia platea. Mi verrebbe voglia di sbattere qui, uno per uno, tutti i documenti (circa 50) del Sinis che la reazione giacobina non ha permesso che fossero mostrati ed illustrati. Sento dolore per i professori e i docenti della Facoltà di medicina, per gli alunni e i professori del'Azuni, delle scuole magistrali e scientifiche di Sassari e per tutti i cultori e gli appassionati per l'argomento. Ma se non è oggi sarà per domani o dopodomani o l'altro domani ancora. Vincerà la 'scienza' e non l'incoscienza o la follia degli oscurantisti.

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  2. "Il diavolo fa le pentole ma non i coperchi" è la migliore risposta alla "follia degli oscurantisti".L'importante è non rassegnarsi mai e portare prove concrete.

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  3. Fallo Gigi! voglio dire sbattili i 50, io non li conoscevo questi due.

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  4. Li 'sbatteremo '(non sarò solo io a commentarli), stai tranquilla, uno per uno e bisogna invitare le persone (gli studenti, i professori, gli specialisti di epigrafia, gli archeologi, gli storici) a vedere qui, con calma e con ben altra spiegazione, ovvero nel Blog, quello che non hanno potuto vedere (e ammirare) lì, nell'Aula Magna dell'Università. Avevamo detto che questo sarebbe stato l'anno della scrittura nuragica dato il numero altissimo dei documenti rinvenuti da presentare e da illustrare. E così sarà. Goccia dopo goccia per averla vinta sulla pietra granitica. E qualcuno, se onesto, in quella facoltà ormai bollata per reazione ed oscurantismo, penserà di 'destinarla' molto presto quella data. E vedremo se il tempo sarà davvero galantuomo.

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  5. Gigi,l'unica cosa che mi conforta in questa "melma" di invidia e cattiveria, è la tua determinazione a non abbatterti e lottare con maggiore energia.Bravo.Come vorrei aiutarti,ma non posso sia per la lontananza sia perché non ho gli strumenti culturali per appoggiati.

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  6. Abbattermi io? Un indipendentista irriducibile, come il tuo amato fratello? E per cosa pensi che lo siamo stati e lo siamo ancora? Per fare filosofia spicciola sul riscatto della Sardegna? Sai qual' è il difetto fondamentale di chi nei sotterranei o alla luce del sole (pallido) cerca, notte e giorno, minuti e secondi, di screditarmi? La sottovalutazione. Noi la schiena non la pieghiamo e, per dirla con una frase in sardo che sarebbe piaciuta a Gainfranco, 'semus sempere teteros che fuste'.

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  7. La schiena dritta ,in questo momento storico, è così rara che va coltivata come un fiorellinoraro e le persone che ce l'hanno vanno difese con le unghie ed i denti. La solidarietà umana è la chiave per avere un mondo migliore.

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  8. E, naturalmente, sottovalutano i Sardi. Hai visto quanti 'ululati' in facebook? Vedi, cara Grazia, ho potuto notare in tutti questi anni che gli indipendentisti sono, per così dire, 'indipendentisti culturali' e non 'politici'. Avvertono molto la 'dipendenza' (e magari, come nel nostro caso, l'arroganza italica e sarda servile all'Università). Per questo mi sono solidali e ci sono centinaia e centinaia di 'condivisioni' circa il mio 'franco' post che ovviamente stride con il comunicato ipocrita sibillino del 'rimando'. Ma bisogna trasformare questa 'cultura', che si basa anche e soprattutto sulla scienza (quella vera e non 'mitica' al rovescio), in 'politica' attiva, consapevole e determinata ad eliminare i motivi della dipendenza nei momenti che contano ovvero nei momenti del consenso nell'urna elettorale. Un po' ci stiamo riuscendo ma il cammino è lungo e tormentato. Il 'potere' è potere e, in fondo, lo 'capisco'. Quando 'non può' si difende 'come può' (crimine compreso e servizi segreti). Ma si può battere, alla lunga. L'interessante è non cedere alla tentazione della minima violenza ed essere capaci di subirla anche quando ti provocano incessantemente e dicono il falso per far breccia sull'opinione pubblica. Questa non è mai stupida, anzi! E gli ululati lo dimostrano. In tutta la Sardegna. Forza lupi sardi che gli 'agnelli' sardi (angionis) non solo lo sono, timidi e codardi, ma ora si nascondo persino per belare e fare società con i grossi topi profumati (mi si accetti solo questa di violenza: ché io predico Capitini ma non il Capitini 'santo') .

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  9. non si scoraggi prof.Sanna,il potere ha sempre divulgato il sapere seguendo la propria convenienza.oggi pero si puo attingere quel sapere confrontando diverse opinioni.credo proprio che il potere sia spaventato della sua stessa incapacita a regolare la facilita di accesso a quelle sorgenti che ha il popolo.

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