domenica 5 gennaio 2020

ECCO PERCHE' SI HA PAURA DI PIETRO LUTZU., DEL GRANDE RICERCATORE E PRECURSORE SOMMO DEGLI STUDI SULLA SCRITTURA DEI NURAGICI

di Gigi Sanna


( yaziz bn 'aly zzy bn)
   Perché con la trascrizione di pochissimi documenti (di Bauladu, di Seneghe, di Milis e di Sagama) ha rinvenuto un terzo e più delle lettere alfabetiche consonantiche del System o codice della scrittura nuragica. Quello, di tipologia 'protocananaica', che sarebbe stato ritrovato quasi cento anni dopo grazie alla scoperta di centinaia (non decine!) di documenti balzati alla luce (alcuni dei quali dagli stessi musei dell'isola) un po' dappertutto
.
    In un prossimo articolo esamineremo, segno per segno, le 'potenti' lettere consonantiche tramandateci e nel manoscritto e nel dattiloscritto del maestro milese, studioso assai noto di antichità sarde. Quelle di cui, nonostante la pubblicazione, con imbarazzo palese e sempre più crescente, non osa parlare nessuno. Neanche dopo l'articolo del giornalista Michele Masala nell'Unione Sarda nel quale le scoperte epigrafiche del Lutzu (da noi tempestivamente fatte conoscere al 'mondo') venivano rafforzate da una nuova documentazione riportata alla luce dalle nipoti dello studioso, Antonella e Natalina. 
   Anzi è successo che l'archeologo Usai nella circostanza ha preferito parlare d'altro (menare il can per l'aia, come si suol dire) invece che provare naturale entusiasmo e celebrare per correttezza scientifica un ritrovamento che, a qualsiasi latitudine, avrebbe scosso archeologi, epigrafisti e studiosi di preistoria e di protostoria. Il fatto è che quelle lettere consonantiche in mix fanno male, molto male, cari 'negazionisti' senza futuro, e non possono essere respinte in alcun modo. E tanto meno possono essere imboscate in attesa di tempi migliori per essere in qualche modo digerite. Eccole alcune delle lettere del codice di scrittura degli antichi sardi. Non c'è bisogno d'essere profeti per dire che un giorno non lontano saranno riportate nei manuali di storia della scrittura di tutto il mondo!:Per celebrare la nascita di un nuovo system di scrittura del Mediterraneo dell'età del bronzo e del ferro. 




1 commento:

  1. Caro Professore, cosa vi è ancora da dimostrare? Nulla più! Vi è solo da “mostrare” centinaia di iscrizioni e di segni. E studiare iniziando da molto, molto lontano; ma in fin dei conti con la pappa già bella e pronta; basta tirare fuori un po' di umiltà, che poi è parente stretta del coraggio e accettare la verità dei fatti. Basta dare una bella “sgommata” a tutte le idee preconcette e ri-iniziare daccapo, come a nuova vita. Alcuni dicono “la storia è da riscrivere”; io dico sia solo da arricchire e capire bene tutti i segni che possono fare la storia. Il concetto di “storia” lo ha ben chiarito il Prof. F.C. Casula nei suoi scritti. Scrive F.C. Casula in “La terza via della storia” Ed. ETS pag. 25: “...la storia varia , secondo se chi la scrive è un religioso o un laico, un innovatore o un conservatore, un nordista o un sudista, un giovane o un vecchio, un patriota o un anarchico.” Ma, qui dico, che una “certa storia” la si può scrivere lasciando da parte (per quanto possibile) tutti i difetti dell'umana virtù e cercare di leggerla e non interpretarla. Questo lo si può fare seguendo le leggi della natura. Ecco che allora l'arma vincente è quella della ragione e della scienza. E ancor più quella della sola scienza. Però alla faccia della ragione e della scienza prevale il detto: “non è vero ma ci credo!” Altrimenti non si spiegherebbe perché ci si ostina ancora a parlare di “Luna” e lunistizi nel pozzo sacro di Santa Cristina. E questo perché?! Semplicemente per pedissequa sottomissione all'idea d'altri senza alcuna opinione propria, e senza alcuna voglia di mettersi in gioco in proprio, con l'alibi che vuole certi studi appannaggio degli “studiosi” (beh, certo è che chi non studia non è uno studioso).
    Sin dall'inizio si dichiara che la scrittura nuragica è solo ed esclusivamente religiosa e templare e indirizzata alla divinità, per contro gli obiettori, ostinati e caparbi, affermano che la scrittura in ambito nuragico non esiste perché quella, la scrittura, nasce in ambito palazziale. Rispondendo talmente a sproposito che vien da pensare “ci fanno o ci sono!” E come dire (e questo è stato detto in una conferenza) che la strada che passa per Monte prama non collegava Tharros con Cornus semplicemente perché quando Monte prama era in auge Tharros ancora non esisteva. Che genialata! Dico io. Certo che non esisteva la Tharros né Punica né Romana, ma di certo esisteva la “Tharros” della collina di Muru mannu. O vogliamo affermare che in età nuragica non conoscevano neanche le strade! Ecco che questo modo di sviare il tema sintetizza un certo modo di pensare: “non voglio andare oltre, non voglio indagare oltre” e questo modo di pensare si ripercuote sulla lettura dei fatti... lettura della storia. E tornando a Monte prama, si capisce perché ci sia tanta reticenza nei confronti del “georadar”. Però il futuro della storia non è legato alla interpretazione ma alla lettura con cognizione di causa.

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