lunedì 1 giugno 2020

TUTTI A CASA; TUTTI AL MARE



Francu Pilloni


Ho avuto la tentazione, in questi giorni di annunciata riapertura, di leggere, o rileggere, qualcuna delle opere di Platone, di Aristotele, o anche di Machiavelli, di quelle che parlano di “Politica” nel senso proprio di “attività e modalità di governo”, allo scopo di scoprire se, alla base di ogni decisione che porta a una norma, vi sia, anzi vi debba essere o no, una quota, o almeno una traccia di buon senso comune.
Siccome sono indolente, ho preferito rifugiarmi in qualche passaggio del buon Lucio Anneo Seneca che dell’eclettismo ha fatto un faro, giusto per approdare al porto sicuro De trenquillitate animi.

Oggi sappiamo per certo che da mercoledì mattina è ufficialmente archiviato il film “Tutti a casa” col bravissimo Sordi, ma ci buttiamo sul “Tutti al mare” col non meno bravo Proietti, cantando insieme all’indimenticata Gabriella Ferri l’omonima scanzonata canzone. Che liberazione!


Si pensi, per esempio, non al pensionato sardo di paese che tanto poco è andato e poco andrà fuori le mura, anzi fuori le sponde (per vacanza, dico, non per disterru), ma al pensionato lombardo fresco di Quota Cento il quale, se è vero che non può puntare verso il Nord, vicina confinante Svizzera compresa, si vede aperto tutto il Sud del Paese, per sé e per tutta la sua famiglia allargata, fatta di figli e di nipoti. I quali ultimi, poveretti, sono stati privati anche del simbolico incontro dell’ultimo giorno di scuola, fosse pure in maschera e all’aperto, ma potranno godere di scorrazzare sulle spiagge del Sud, isole comprese, liberamente, senza mascherina e senza guanti, neppure per giocare con la sabbia.

Ci sarà pericolo di contagio fra bambini che si mischieranno sul bagnasciuga, indipendentemente dalla regione di provenienza? Io sarei cauto nel prevederne la possibilità: e chi sono io in confronto alla multiscienza della Commissione governativa che evidentemente ha dato parere positivo?
Senza contare che i bambini lombardi avranno una certa propensione a mischiarsi fra loro e una innata e acquisita avversione a simpatizzare con quelli indigeni (che non sono quelli con l’anello al naso, ma quelli nati nell’Isola, in questo caso).

E comunque avrà voglia il Presidente Solinas di sollecitare i sindaci di (cito in ordine alfabetico) Alghero, Arbus, … Cabras, ...Cagliari, … Dorgali, … Olbia, … Quartu, … e Villasimius a emanare ordinanze contro gli affollamenti, il rispetto delle distanze degli ombrelloni e quant’altro, e di provvedere con severa sorveglianza che tutto il comandato venga rispettato?
A costo di far pagare multe salate agli ospiti in vacanza, senza che si superino però i bonus decisi dal governo per chi va in vacanza in Italia?

C’è comunque una scappatoia per le famiglie sarde: questa estate, si pigliamoci figli e nipoti e, grazie al bonus, andiamo a visitare Milano, Crema e Cremona, Mantova, Torino, Verona e Ferrara, tutte città interessanti, ricche di storia e opere d’arte le quali, ad Agosto, saranno molto agevoli da visitare e, probabilmente, scevre dal pericolo di assembramenti.
Che si vuole di più da quest’estate?
La tranquillità dell’animo”, avrebbe detto Seneca il quale però, ricordiamolo, a comando si suicidò.

8 commenti:

  1. Che bell'articolo ha scritto signor Francu!Come sarebbe bello ed utile per tutti gli italiani se entrassero in politica persone perbene e preparate come lei,purtroppo non è così.Di sicuro ci guadagnerebbe la nostra meravigliosa terra sarda.

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  2. Macché! Sono stato una frana in politica.
    Ogni volta che mi è venuta la voglia di immischiarmici, ho dimenticato la prima regola: non dire quello che pensi, ma quello che ti conviene.
    Proprio un fesso qualunque.

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  3. Immaginavo che la troppa onestà non è adatta per entrare in politica,meglio così,mi dia retta.

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  4. Lei dice che potremmo essere accusati di furto?
    Furto di onestà, si capisce.
    Ciò spiegherebbe perché, avendola rubata noi comuni cittadini a farrancadas, a qualche politico non gliene è rimasta neppure una briciola. Poveracci, che sorte!

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  5. "fARRACANDAS"? cOSA VUOLE DIRE? mENOMALE NON è ENTRATO IN POLITICA,ALTRIMENTI NON AVREBBE AVUTO IL TEMPO DI SCRIVERE SU QUESTO BLOG ED ILLUMINARCI DELLA SUA CULTURA SARDA CHE è TANTO UTILE A TUTTI NOI E,CON LA SUA IRONIA SOLLEVARCI DALLE PENE PROPINATE DA QUASI TUTTI I POLITICI.mI CREDA ABBIAMO BISOGNO DI AVERE UN PO' DI TRANQUILLITà.

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  6. A farrancadas? Is farrancas sono le mani che prendono senza controllo, senza ritegno, spesso "rampanti in campo altrui", come diceva la scritta nello stemma nobiliare di una famiglia.
    Si dice anche "a farrancadas prenas", per caricare ancora il significato dell'espressione. In italiano si può tradurre con "a piene mani".

    Visto che lei è cosi curiosa, aggiungo che esiste un'altra espressione che somiglia molto: farruncas. C'è solo una A che è diventata U. Is farruncas sono le unghie dei felini, anche del gatto domestico quindi, che hanno una presa rapace e per niente benevola.
    Per estensione s'intendono le unghie delle mani umane, quando si vuole minacciare qualcuno: ah, si mi giungis in farruncas, gei ti dda fazzu pagai deu! (Ah, se mi vieni tra le mani, te la faccio pagare cara!).

    Infine is francas (sempre al plurale) è l'attrezzo con cui si ripescava il secchio, o qualsiasi altra cosa, che era caduto nel pozzo perché si era spezzata la fune o per semplice distrazione. La forma è simile a quella di un'ancoretta in uso per la pesca, con tre punte rivolte all'indietro. Naturalmente in acciaio e con le dovute proporzioni.

    Poi le mando la fattura. Non creda che questa volta se la cavi con un semplice grazie, che sia di cuore o pro forma, non cambia niente.

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  7. Mi mandi tutte le fatture-che vuole m a mi permetta di dirle che mi si apre il cuore quando leggo tutte queste spiegazioni.Lei sa il mio amore per la Sardegna e per la nostra lingua ,infatti mi è,ancora difficile capire come mai le persone ,non colte,parlavano ai loro figli nella nostra lingua,invece le persone diciamo colte,sbagliando,parlavano,dalla nascita,ai loro figli in italiano.A questo punto mi viene da pensare che le persone colte erano ignoranti e le persone "non studiate" erano colte.Le ho fatto una domanda stupida?Facciamo un unico conto.

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  8. Il significato di"Cunno"? Non è mai troppo tardi per imparare la nostra lingua ,vero?

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