sabato 13 ottobre 2018

Ierofanie nel pozzo di Santa Cristina


La ierofania del 21 di aprile

di Sandro Angei



 21 aprile, 15 minuti prima dell'evento
di Sandro Angei

6. L'evento ierofanico
   Nel pozzo sacro di Santa Cristina si ripete due volte l'anno il “miracolo della risurrezione1. I giorni attorno al 21 di aprile e di conseguenza anche il 21 di agosto2, avviene lo stesso “miracolo” che avveniva nel pozzo sacro di Sant'Anastasia di Sardara3.

In quei giorni i raggi solari, quando sono in asse con la scalinata, penetrano attraverso il vano scala, costretti dal bordo inferiore del primo concio della volta a chevron (Fig. 18 concio A) e il bordo del bacile (Fig.18 concio B). L'acqua del bacile proietta, riflessa, una immagine luminosa proprio in corrispondenza del 12° anello (a salire) della tholos; ossia il cerchio anomalo, quello più grosso degli altri.

Fig. 18

L'immagine lambisce il bordo inferiore del 12° anello già il 15 di aprile, la massima valenza è raggiunta però i giorni 20 e 21. Si ripresenterà puntuale dal 21 di agosto in poi.
E' tanta la precisione adoperata nella costruzione dell'edificio che il 15 di aprile la figura riflessa nel 12° anello e piccolissima e dura solo pochi minuti ad un azimut di 158°. L'immagine riflessa si vede nitidamente e centrale rispetto all'asse della scalinata solo a partire dal 18 di aprile; per tanto per soli 4 giorni.

Questa è la prima e più importante funzione di quell'anello anomalo posto proprio nel 12° corso.


Fig. 19
Nelle immagini di Fig.19 si nota la progressione del riflesso che alla fine si sofferma all'interno di un concio particolare. Il concio è quello della Fig. 20, che ritrae la riflessione delle ore 12:33. Si noti nelle immagini di Fig. 19 il riferimento cerchiato di rosso, per constatare che la ierofania, dalle 12:27 fino alla completa sparizione alle ore 12:35, rimane pressoché nel medesimo punto della parete.


Fig. 19a

Nella figura 19a ho voluto marcare i contorni di due conci, quello più grande che accoglie la luce riflessa stazionante nell'ultima fase della ierofania (denominato concio α) ed il piccolo concio posto in asse sotto di quello (concio β). Quest'ultimo, come vedremo nel capitolo 16, marcava in maniera pressoché precisa il solstizio d'estate.
Naturalmente l'evento a cui assistiamo attualmente per essere considerato veritiero deve essere verificato e confermato alla data di presunta realizzazione del monumento, che l'archeologia fissa verso il 1000 a.C..
Altresì è necessario fugare alcuni dubbi che aleggiano sul monumento; in ragione di ciò esponiamo le verifiche eseguite.

7. le verifiche
Prima verifica
Si sa che la parte superiore della scalinata del pozzo sacro fu ricostruita ad opera dell'archeologo Enrico Atzeni. Già allora, alcuni dichiararono che ciò costituiva di fatto un falso.
Questa accusa che poteva pregiudicare l'attendibilità delle misurazioni, non pochi dubbi pose sulla fattibilità dello studio. Ma facendo alcune considerazioni è possibile fugare questi dubbi o renderli ininfluenti rispetto alla nostra tesi.
Innanzi tutto c'è da dire che il dubbio riguarda sostanzialmente i conci isodomi posti a piattabanda sulla sommità della scalinata e in particolare quello a quota più alta poggiato sulle pareti strapiombanti (nominato “concio A” di Fig. 18), che poi è quello che coodetermina la ierofania assieme al bordo del bacile.
Si consideri che se uniamo con una linea ideale gli spigoli dei conci originali, quello in sommità praticamente giace sulla stessa linea. Ammettendo per ipotesi che la posizione di quel concio originariamente fosse leggermente traslata di qualche centimetro rispetto alla posizione attuale (ammettiamo 3 cm in più o in meno); questo presunto arretramento o avanzamento, di fatto non inficia in alcun modo il nostro assunto; in quanto il fascio luminoso rimarrebbe comunque all'interno dell'anello anomalo sia in data odierna che nel 1000 a.C.; e comunque avrebbe conseguenze solo sul bordo inferiore del fascio di luce proiettato sulla parete. Si noti infatti, che il bordo superiore della ierofania è delimitato dallo spigolo del bordo del bacile, per tanto essendo questo particolare architettonico originale, possiamo esser certi che la ierofania il 21 di aprile si manifesta sempre all'interno del 12° anello (Fig.20).
Fig. 20 - immagine esemplificativa senza parametro
si noti che al variare della posizione del concio in esame, varia l'altezza dell'immagine luminosa ma il bordo superiore è stabile

In ogni caso, vista la perfezione e cura dei particolari riscontrate nell'edificio, ci si dovrebbe domandare: perché mai quegli architetti avrebbero dovuto disallineare quel concio?!

Seconda verifica
Il 21 aprile del 1000 a.C. i raggi del sole, quando questo era in asse con la scalinata del pozzo (152°), avevano una inclinazione di 58°47', per tanto il fascio luminoso incideva all'incirca a metà dell'altezza del 12° anello.


Fig. 21 - 21 aprile 1000 a.C.

Il 21 aprile del 2018 i raggi del sole quando sono in asse con la scalinata del pozzo (152°) hanno una inclinazione di 59°22’, e riflettono un raggio di luce sottilissimo di circa 2 cm sempre all'interno dello spessore del cerchio anomalo. Naturalmente il raggio luminoso si riflette fin quando si riduce ad uno spessore estremamente sottile, fino a scomparire quando il sole è ad un azimut di 154°08’ con un’angolazione di 59°36’ (Fig. 30); ma abbiamo optato per un azimut di 152° perché l’immagine ierofanica risultante è ancora ben percepita.

Fig. 22 - 21 aprile 2018
Il pennello luminoso attualmente è più sottile rispetto a quello che si formava nel 1000 a.C.

Abbiamo presunto che la data di costruzione del pozzo sia attorno al 1000 a.C., per tanto abbiamo usato un dato incerto, legato a dati di carattere archeologico. In ragione di ciò ci si potrebbe domandare se l'evento poteva verificarsi anche prima del 1000 a.C., visto che ancor oggi è possibile vederlo. Per rispondere a questa domanda ho simulato ciò che poteva succedere in epoche precedenti, a scaglioni di 100 anni fin verso il 2000 a.C.; verificando che i raggi del sole 30 giorni dopo l'equinozio di primavera si sarebbero riflessi all'interno del 12° anello pure in quelle lontane date. In sostanza il fascio luminoso è stabile nel tempo.
In ragione di ciò, sulla base di questi soli dati, non possiamo confermare la data di realizzazione del pozzo sacro al 1000 a.C.; però possiamo dire sin d'ora, e con molta sicurezza, che l'evento, essendo costante nel tempo, non è dettato da coincidenza fortuita. Insomma, non si comporta come l'orologio fermo che segna comunque l'ora esatta due volte al giorno!

Terza verifica
Ho voluto verificare durante l'intero anno quale sia il momento in cui l'azimut di 152° determina l'altezza angolare compresa tra 58°11' e 59°22' (il primo è quello del pennello di luce che lambisce, riflesso, il bordo inferiore del 12° anello; il secondo è quello massimo entro il quale il raggio di luce può riflettersi nello specchio d'acqua con uno spessore di 2 cm).
il risultato è riportato nella sottostante tabella, tenendo conto che il pennello di luce per poter essere visibile deve superare l'azimut di 135°35' e non andare oltre i 166°21'; azimut dettati dalle pareti strapiombanti che delimitano la scalinata. In ragione di ciò assumiamo un azimut minimo di 136°16' ed uno massimo di 165°37' che determina un pennello di luce largo 5 cm che man mano si allarga mentre si dirige verso l'asse della scalinata (152°):

Dal 30 agosto fino al 10 di aprile successivo il sole non arriva mai oltre 58°11' nel ventaglio angolare della scalinata.

13 aprile inizio Az 164°15' Alt. 58°11' fine Az. 165°37' Alt. 58°20' il riflesso non arriva al 12° anello, durata del riflesso 2 minuti

14 aprile inizio Az 161°17' Alt. 58°11' fine Az. 165°37' Alt. 58°42' il riflesso non arriva al 12° anello; durata del riflesso 6 minuti

15 aprile inizio Az 158°43' Alt. 58°11' fine Az. 165°37' Alt. 59°04' il riflesso lambisce il brodo inferiore del 12° anello, durata del riflesso 8 minuti

16 aprile inizio Az 156°27' Alt. 58°11' fine Az. 165°01' Alt. 59°22' il riflesso lambisce la parte inferiore del 12° anello, durata del riflesso 11 minuti. L'evento inizia quando il raggio di luce ha superato l'asse della scalinata.

17 aprile inizio Az 154°25' Alt. 58°11' fine Az. 161°54' Alt. 59°22' il riflesso lambisce la parte inferiore del 12°, durata del riflesso 12 minuti. L'evento inizia quando il raggio di luce ha superato l'asse della scalinata.

18 aprile inizio Az 152°31' Alt. 58°11' fine Az. 159°15' Alt. 59°22'
durata del riflesso 12 minuti. L'evento inizia quando il raggio di luce è circa in asse della scalinata.

19 aprile inizio Az 150°43' Alt. 58°11' fine Az. 156°55' Alt. 59°22'
durata del riflesso 13 minuti. L'evento inizia prima che il raggio di luce superi l'asse della scalinata.

20 aprile inizio Az 149°06' Alt. 58°11' fine Az. 154°49' Alt. 59°22'
durata del riflesso 13 minuti. E' questo il primo giorno in cui il raggio solare determina la ierofania in modo completo all'interno del concio α.

21 aprile inizio Az 147°30' Alt. 58°11' fine Az. 152°53' Alt. 59°22'
durata del riflesso 12 minuti. E' questo il secondo e ultimo giorno in cui il raggio solare determina la ierofania in modo completo all'interno del concio α.

22 aprile inizio Az 146°33' Alt. 58°11' fine Az. 151°05' Alt. 59°22'
durata del riflesso 12 minuti. Da questa data in poi il sole si riflette nell'acqua ma non raggiunge più il 12° anello.

23 aprile inizio Az 144°35' Alt. 58°11' fine Az. 149°24' Alt. 59°22'
durata riflesso 10 minuti

24 aprile inizio Az 143°14' Alt. 58°11' fine Az. 147°49' Alt. 59°22'
durata del riflesso 8 minuti

25 aprile inizio Az 141°56' Alt. 58°11' fine Az. 146°19' Alt. 59°22'
lambisce la parte inferiore del 12°, durata del riflesso 7 minuti

26 aprile il raggio non raggiunge in alcun momento il 12° anello

27 aprile il raggio luminoso non viene più riflesso.


La lettura dei dati mette in evidenza che la riflessione del pennello di luce all'altezza del 12° anello avviene all'interno di un ristretto arco di tempo: dal 16 al 25 di aprile, con la massima elevazione in corrispondenza dell'asse della scalinata nei giorni 20 e 21 aprile. Questo è, a nostro parere, il dato significativo percepito, che dava modo di individuare con esattezza il giorno da celebrare. Infatti il giorno 22 il sole non riesce a proiettare i suoi raggi quando è in asse con la scalinata, fermandosi (la proiezione) ad un azimut di 151°05'.
Inoltre, affinché la luce solare venga proiettata all'altezza del 12° anello, riflessa dal bacile, i raggi luminosi devono essere contenuti in un intervallo di inclinazione che va da un minimo di 58°11' ad un massimo di 59°22'; ma per lambire almeno il filo inferiore del 12 anello devono avere uno spazio in lunghezza orizzontale del raggio riflesso di almeno 1,94 m, cosa che avviene solo a partire dal 15 di aprile e per soli 3 minuti (come si evince dalla figura esemplificativa riportata qui sotto). Per tanto l'immagine riflessa si vede abbastanza estesa e centrale rispetto all'asse della scalinata solo a partire dal 18 di aprile.



Immagine esemplificativa senza parametro -

le linee color giallo evidenziano due raggi di luce adimensionali che incidono sul medesimo punto "1" e si riflettono, man mano che il sole si sposta nel cielo, prima nel punto "2", dopo, quando è in asse con la scalinata, nel punto "3"


8. Alcune caratteristiche
Prima caratteristica
Penso di non sbagliare se affermo di essere stato il primo dopo 3000 anni ad assistere in modo cosciente al fenomeno luminoso il giorno 20 di aprile. La sorpresa è stata grande e inaspettata nell'osservare il pennello di luce solare, che illumina il bacile nel suo periodo finale, persistere nel medesimo punto per poi svanire all'interno del concio "α".
Osserviamo le fotografie in sequenza per notare che:

Fig.23 – ore 11:57 la luce illumina il bacile con una losanga nel bordo sinistro del varco d'accesso al bacile.
Fig.23

Fig.24 – ore 12:29 si osservi il cerchio rosso che marca l'ombra della scalfittura presente nel bordo del bacile.

Fig. 24

Fig.25 – ore 12:33 si osservi ancora il cerchio rosso che marca la medesima scalfittura e così per le restanti fotografie in sequenza.
Fig. 25

Fig.26 – ore 12:34

Fig. 26

Fig. 27 – ore 12:34:15
Fig. 27

Fig. 28 – ore 12:34:30

Fig.28
Fig. 29 – ore 12:34:45
Fig.29

Fig. 30 – ore 12:35

Fig. 30

Fig. 31 – ore 12:35:15
Fig. 31

Fig. 32 – ore 12:35:30 termina lo spettacolo luminoso.

Fig. 32

In sostanza da questa sequenza fotografica si deduce che il pennello luminoso sembra, da un certo momento in poi, fermarsi in un punto ben preciso del bordo del bacile e di conseguenza l'immagine riflessa nella parete sembra rimanere stabile nella stessa posizione all'interno dello spessore del 12° anello4, in corrispondenza del concio α.  In altre parole, possiamo osservare la ierofania all'interno del 12° anello assottigliarsi man mano in altezza, ma rimanere nel medesimo punto, per scomparire, infine, alle ore 12:35:30; come se l'immagine ierofanica, cambiando forma nel suo tragitto, quando è in asse con la scalinata (152°), si fermasse e pian piano si dissolvesse, come assorbita dalla materia dell'anello litico.
Vediamo nel dettaglio la sequenza fotografica e teniamo d'occhio il concio α che possiamo individuare facilmente se osserviamo anche il concio β posto sotto il primo.

Fig. 33 – ore 11:58
Fig.33

Fig. 34 – ore 12:07
Fig. 34


Fig. 35 – ore 12:16
Fig. 35

Fig. 36 – ore 12:18
Fig. 36

Fig. 37 – ore 12:21
Fig. 37

Fig. 38 – ore 12:26

Fig. 38

Fig. 39 – ore 12:27
Fig. 39

Fig. 40 – ore 12:28

Fig. 40
Fig. 41 – ore 12:29
Fig. 41

Fig. 42 – ore 12:30

Fig. 42

Fig. 43 – ore 12:31
Fig. 43

Fig. 44 – ore 12:32

Fig. 44

Fig. 45 – ore 12:33
Fig. 45

Fig. 46 – ore 12:34

Fig. 46

Fig. 47 – ore 12:35
Fig. 47

In tutte le fotografie si vede un riflesso più in alto del 12° anello; questo è dovuto alla riflessione della luce sui gradini bagnati della scalinata, come si evince da tutte le fotografie, dove si vede sempre lo stesso riflesso statico.
***
   Lo spettacolo è emozionante ma sarà visibile in modo nitido solo nella fase conseguente; ossia quando, superato il solstizio d'estate, il percorso luminoso fa marcia indietro e la ierofania si ripresenta ad iniziare dal giorno 21 di agosto. Infatti in aprile il tremolio dovuto all'acqua freatica che sgorga dalle commessure della parete, agita la superficie di quella del bacile. In agosto la stagione arida farà sì che l'acqua sia perfettamente immobile e i contorni della figura riflessa, nitidi e persistenti. E' possibile però che anticamente, quando si svolgeva il rito, in aprile, benché l'afflusso d'acqua freatica fosse presente (certamente allora più di adesso), si riuscisse a calmare la superficie dell'acqua del bacile. Questo aspetto lo spiegheremo nel 14° capitolo.
   A questo punto dello studio abbiamo scelto di inserire le fotografie relative all'evento del 21 di agosto che supportano con estrema chiarezza e precisione quanto rilevato il 21 di aprile. Data quella del 21 di aprile documentata con fotografie meno apprezzabili dal punto di vista tecnico ed estetico, ma che costituiscono la prova documentale principale.
   Le fotografie del 21 di agosto rispecchiano fedelmente le immagini che si vedrebbero proiettate il 21 di aprile se l'acqua del bacile fosse perfettamente calma. Qui sotto esponiamo una prima sequenza fotografica realizzata il 21 di agosto 2018


 
12:01:30                                                                           12:07:48
 
12:12:10                                                                         12:15:36
 
12:19:12                                                                         12:29:02
 
12:31:04                                                                       12:31:50

 
12:32:54                                                                     12:33:30

Le fotografie sotto riportate sono state scattate il giorno 22 di agosto.
  
12:33:18                                                                      12:35:42

 
12:35:56                                                                      12:36:18

 
12:36:54                                                                     12:37:16


12:37:34
In quest'ultima fotografia l'immagine appena si percepisce; è l'ultimo istante della manifestazione ierofanica alle ore 12:37:34 del 22 agosto.
***
Quanto finora esposto dimostra che la forma del pozzo e l'orientamento dell'asse della scalinata sono in mutua funzione per consentire la manifestazione ierofanica il giorno 21 di aprile; infatti orientando (ipoteticamente) l'asse della scala ad un azimut di 180°, (approssimativamente l'azimut di orientamento del pozzo di Sant'Anastasia di Sardara), il 21 di aprile non si avrebbe alcuna manifestazione perché i raggi solari arrivati al culmine dei 180° azimutali sarebbero troppo inclinati (61°57') per illuminare il bacile; per tanto possiamo asserire che l'orientamento con ogni probabilità è il risultato di un preciso progetto redatto a priori.

***
Seconda caratteristica: il sistema di troppo pieno
Un'altra caratteristica messa in risalto dall'archeologo Enrico Atzeni quando studiò il monumento, fu la probabile presenza di una canaletta di troppo pieno collegata al bacile. L'ipotesi fu avanzata osservando, nella parte basale del pozzo, delle aperture che facevano pensare che vi fosse già in origine una conduttura per tenere basso il livello dell’acqua.
Alla luce di questo nostro studio si può ben capire che la funzione della canaletta non è quella di limitare il livello idrico per motivi meramente pratici di accesso al pozzo, ma era quella di fissare il livello del pelo libero dell'acqua, in modo tale che la riflessione del raggio luminoso avvenisse sempre alla stessa quota altimetrica.5  Nel prosieguo della trattazione, vedremo quanto questo aspetto sia significante e quale tecnologia fu messa in campo da quelle genti.

A questo punto i vari interrogativi posti:
  • spessore anomalo del 12° cerchio
  • funzione del canale di scarico
  • dubbio sulla reale corrispondenza della parziale ricostruzione della volta della scalinata
ricevono (ritengo) una risposta adeguata, consona al rito solare che quelle genti celebravano.

9. Eccezionalità della scoperta?!

Dirò in prima battuta che personalmente non definisco questa scoperta “eccezionale”, perché in effetti non lo è; viceversa posso affermare con tutta sicurezza che possiamo definire “eccezionale” quanto ipotizzato dal Dr Arnold Lebeuf, visto che il suo paradigma è legato ad un unico evento: l'eccezione appunto.
Quello che qui si cerca di dimostrare è la norma che quelle genti applicavano nella ritualità dei loro gesti religiosi.
***
   La possibilità che ciò che qui stiamo cercando di dimostrare si avvicini alla verità dei fatti più di quanto possano altre tesi, basando tutto sull'unico evento riscontrato, è del tutto peregrina se non supportata da altre prove tangibili registrate in altri contesti.
   Una tesi vale l'altra con la sola lettura della manifestazione percepita in quell'unico monumento.
   Possiamo pure affermare che il dato è pressoché certo se in più monumenti troviamo una manifestazione legata al solstizio d'inverno (nuraghe Santa Barbara di Villanova Truschedu, nuraghe Zuras); oppure al solstizio d'estate (nuraghe Aiga e Monte Baranta); in altri ancora agli equinozi (volto di Maymoni e scarabeo di Sa Rocca tunda, santuario di Giorrè). In questi casi ci limitiamo a constatare l'evento, lì dove questo è palese, se esso è  associato ad un dato temporale altrettanto palese: solstizi ed equinozi. Fin qui nulla di eccezionale, anzi tutto nella norma; visto che queste date sono ampiamente conosciute e registrate. Il discorso si fa più complesso e di difficile approccio quando le date non sono documentate o si è persa la loro legittimazione rituale, oppure l'evento è talmente diradato nel tempo “umano” da essere difficilmente registrabile. In ragione di questo assunto possiamo definire quello di Santa Cristina evento astronomico “normale”. Vediamo perché.

10. Osservazione di eventi luminosi e registrazione di date

L'osservazione di eventi luminosi si divide in due grandi categorie.
La prima categoria è sicuramente quella più antica e più elementare; in sostanza il rito celebra e il celebrante “osserva” direttamente la “divinità” solare; come avviene a Monte Baranta6, a Maymoni7, presso lo scarabeo di Sa Rocca tunda8 o il circolo megalitico di Is circuìtus9; lo stesso vale per gli orientamenti da “muridinas”10 a nuraghe Crabia di Narbolia, nuraghe Marra di Busachi e nuraghe Goronna di Abbasanta per citarne alcuni; luoghi da dove si traguarda il sole lungo l'orientamento indicato da un particolare punto di mira; e questo avviene solo all'alba o al tramonto, quando l'astro, che sia una stella, il sole o altro oggetto del sistema solare, è in corrispondenza di una precisa linea di riferimento: l'orizzonte locale. Nel caso del sole tale posizione coincide con la ridotta intensità luminosa che consente la visione diretta della stella.
Per tanto possiamo schematizzare l'osservazione in questo modo:

  1. Dato temporale dell'evento da ritualizzare: equinozio, solstizio, etc.
  2. dato astronomico: astro adagiato all'orizzonte
  3. 1° dato topografico: posizione di un primo elemento fisso lontano dall'osservatore o all'orizzonte locale
  4. 2° dato topografico: posizione di un secondo elemento fisso vicino all'osservatore
  5. 3° dato topografico: l'osservatore stesso, tale che la posizione del sole, i due dati topografici e il dato astronomico siano sulla stessa linea.

   La seconda categoria riguarda riti legati sempre a momenti cruciali del ciclo solare, ma col sole ben alto nel cielo e per tanto non osservabile direttamente; questo avviene nel Nuraghe Santa Barbara di Villanova Truschedu11, nuraghe Zuras, nuraghe Aiga, Porta del sole di Murru mannu in Tharros12, Pozzo Sacro di Sant'Anastasia13 e Pozzo sacro di Santa Cristina. Per quest'ultima categoria l'espletamento della funzione in modo puntuale ha la necessità del posizionamento di un particolare architettonico che supplisca alla impossibilità di guardare direttamente il sole14; per tanto nel nuraghe Santa Barbara di Villanova Truschedu vi era posizionato un altarino che segnava il momento esatto dell'evento (ossia il momento di stasi del percorso solare prima della marcia indietro); nel nuraghe Aiga abbiamo la nicchia centrale dove si proietta il fascio luminoso; nella porta rituale di Murru mannu in Tharros è la dimensione della ierofania che determina il momento esatto dell'evento15. Per tanto questa seconda categoria ha bisogno, per funzionare, dei seguenti elementi:
  1. dato temporale: data legata all'evento solare
  2. dato astronomico: il sole che si muove nel cielo
  3. 1° dato architettonico vicino all'osservatore, che funge da fulcro
  4. 2° dato architettonico sempre vicino all'osservatore che funge da obiettivo

Come si può notare nella seconda categoria abbiamo solo quattro elementi che definiscono l'allineamento astronomico; manca l'osservatore quale fattore del dispositivo.
In sostanza, se nella prima categoria di eventi astronomici il sole è elemento passivo e l'uomo è elemento attivo, tanto che i raggi del sole lo investono illuminandolo in un bagno di luce “divina”; nella seconda categoria esso (il sole) è elemento attivo e predominante; è lui che determina la ierofania e l'uomo assiste in maniera defilata all'evento, non né fa parte, e dai raggi solari non è neanche illuminato, quasi che il timore di quella luce, potentissima quando è alta sull'orizzonte, gli incuta paura e lo releghi a spettatore timoroso della divinità.
Potrebbe essere questo il fondamento di questi ultimi riti, per i quali la causa sarebbe la radicale modifica di percezione della divinità, non vista più come entità lontana all'orizzonte, ma una entità che materialmente sembri si avvicini allo “adam” da Lui creato, entri nella casa a Lui dedicata (nuraghe, pozzo sacro, porta rituale), per cui l'uomo lo sente più vicino a se nelle sue preghiere e nei suoi bisogni materiali, e confortato in quelli spirituali.

   Per quanto concerne la registrazione delle date nella seconda categoria di eventi astronomici; la mancanza di uno dei quattro elementi necessari mette in crisi la comprensione del rito.
Nel caso del nuraghe Santa Barbara di Villanova Truschedu, abbiamo:
la data da ritualizzare:
  • solstizio d'inverno, che però diventa nota solo in funzione della presenza di tutti i particolari.
  • il sole in movimento
  • la finestrella di scarico che funge da fulcro
  • mancava l'obiettivo; "elemento" che poteva inficiare la comprensione dell'evento. Obiettivo materializzato da un piccolo altare, che per fortuna è stato dimostrato esistesse in passato.

Nel caso della porta rituale di Murru Mannu in Tharros, abbiamo:
  • il sole in movimento
  • la porta che funge da fulcro
  • la dimensione del triangolo equilatero che funge da obiettivo
  • ma il dato temporale associato si rivela inusuale: 22 di aprile. Dato incomprensibile perché non registrato.

Nel caso del pozzo sacro di Sant'Anastasia, abbiamo:
  • il sole in movimento
  • il doppio fulcro costituito dallo specchio d'acqua del pozzo che rifletteva i raggi solari e dall'oculo in sommità della tholos
  • il doppio obiettivo costituito dall'oculo della tholos e dal bacile dove veniva proiettato il fascio luminoso.
  • Anche qui il dato temporale associato è inusuale: 21 di aprile. Il dato temporale si rafforza perché registrato in altra sede.

Nel pozzo sacro di Santa Cristina, abbiamo:
  • il sole in movimento
  • lo specchio d'acqua che funge da fulcro
  • il 12° anello che funge da obiettivo.
  • Anche in quest'ultimo caso il dato temporale associato è il 21 di aprile (!). Il dato temporale è registrato per ben tre volte. Si prefigura intenzionalità di registrazione di quella che potrebbe essere una data fondamentale nella vita di quelle antiche popolazioni.

Il paradigma è confermato!

➽ continua

Note e riferimenti bibliografici

1 Così definì il Dr Borut Juvanec lo spettacolo ierofanico del pozzo di Sant'Anastasia di Sardara.

2 L'evento al 21 di agosto non è voluto ma è conseguenza del moto pendolare della traiettoria del sole nell'arco dell'anno. Lo stesso moto oscillatorio che vede il nostro astro passare dai circa 120° di azimut all'alba del solstizio d'inverno ai circa 60° all'alba del solstizio d'estate.

3 Attualmente nel pozzo di Sant'Anastasia la manifestazione ierofanica non è più visibile a causa dell'emungimento per approvvigionamento d'acqua potabile cittadina e per la mancanza della costruzione che probabilmente sovrastava il pozzo. Vedi S. Angei 2017 “Il pozzo sacro di Sant'Anastasia di Sardara - Ovvero, finiamo il lavoro lasciato a metà...” nel blog Maimoni.

4 Il fenomeno è dovuto alla forma curva del bordo del bacile.

5 Il giorno 21 di agosto 2017 mi recai al pozzo sacro per verificare dal vivo la mia teoria e documentare fotograficamente l'evento. Con sorpresa e iniziale sconforto osservai che la luce riflessa veniva proiettata al limite superiore dell'undicesimo anello. I motivi potevano essere due: o avevo sbagliato qualcosa nella ricostruzione e nei calcoli, oppure il livello dell'acqua nel bacile era troppo basso per riflettere la luce nella giusta posizione. Constatai in effetti la riduzione (anomala) de livello dell'acqua, che in un primo momento attribuii alla lunga siccità di quell'anno; ma da una intervista alla guida archeologica, che in quel momento guidava un gruppo di turisti, seppi che pochi giorni prima il bacile fu completamente vuotato a causa di un incidente occorso e, causa la siccità, il suo riempimento avveniva molto lentamente.
Questo episodio che sul momento poteva sembrare negativo, di fatto sostiene e rafforza la mia tesi per la quale il livello dell'acqua è di fondamentale importanza per la riuscita della corretta manifestazione ierofanica. In ragione di questo si capisce perché nel pozzo di Sant'Anastasia di Sardara la manifestazione ierofanica non avviene più e ciò da maggior lustro alla professionalità, competenza scientifica ed intuito del Prof. Borut Juvanec.

6 Orientato al tramonto al solstizio d'estate - S. Angei, G. Sanna, S. Sanna – 2016 – Monte Baranta - Maimoni blog http://maimoniblog.blogspot.it/2016/06/monte-baranta.html

7 Orientato all'alba degli equinozi - S. Angei 2015 – Il volto di Maymoni - Maimoni blog - http://maimoniblog.blogspot.it/2015/04/il-volto-di-maymoni.html

8 Orientato all'alba degli equinozi

9 Orientato all'alba del solstizio d'estate e alla stella Fomalhaut – S. Angei – 2016 – Is Ircuìttus – Maimoni blog http://maimoniblog.blogspot.it/2016/10/is-circuittus.html

10 Orientament vati – S. Angei – 2017 – Pietra su pietra – Maimoni blog http://maimoniblog.blogspot.it/2017/05/pietra-su-pietra.html e successivi.

11 S. Angei – 2015 – Il toro sull'altare – Maimoni blog http://maimoniblog.blogspot.it/2015/12/il-toro-sullaltare.html

12 S. Angei – 2016 – Sincretismo religioso tra nuragico e romano – Maimoni blog http://maimoniblog.blogspot.it/2016/02/sincretismo-religioso-tra-nuragico-e.html

13 Borut Juvanec - Sacred well Sant’Anastasia, Sardinia (Pozzo Sacro Sant’Anastasia, Sardegna). http://www.fupress.net/index.php/ra/article/view/17954
S. Angei 2017 blog Maimoni: “Il pozzo sacro di Sant'Anastasia di Sardara - Ovvero, finiamo il lavoro lasciato a metà...http://maimoniblog.blogspot.it/2017/09/il-pozzo-sacro-di-santanastasia-di.html

14 In sostanza per entrambe le categorie sono necessari tre punti allineati. Per la prima categoria possiamo prendere come esempio Monte Baranta dove il 1° elemento è l'osservatore che si dispone in un punto particolare prestabilito; il 2° elemento è il punto di mira costituito dalla risega del recinto torre; il 3° elemento è il sole che l'osservatore vede tramontare all'orizzonte su quell'allineamento. Per la seconda categoria possiamo prendere come esempio il nuraghe Santa Barbara di Villanova Truschedu dove il 1° elemento è il sole in movimento, il 2° elemento è la finestrella di scarico sopra l'ingresso del nuraghe, il 3° elemento è l'altarino (ormai scomparso), che sostituisce l'osservatore che vede l'evento per riflesso. La differenza tra le due categorie è sostanziale anche in termini antropologici, visto che all'evento della prima categoria può assistere teoricamente solo una persona che deve posizionarsi lungo quella traiettoria; mentre all'evento della seconda categoria può assistere teoricamente una moltitudine di persone. La differenza in termini tecnici è pure sostanziale visto che se per l'evento della 1° categoria è l'osservatore che si posiziona in un dato luogo per assistere allo spettacolo solare; nell'evento della 2° categoria l'osservatore ha l'impressione di assistere ad un evento slegato dalla sua volontà, ossia che sia il sole a muoversi per posizionarsi nella giusta collocazione.

15 Mi piace pensare che a Murru mannu ci possa essere un qualche segnale scolpito nel banco di roccia attualmente interrato, che possa indicare in modo estremamente preciso il giorno esatto della ierofania nella sua massima estensione; ma questo potrà svelarlo solo uno scavo archeologico.

2 commenti:

  1. Sandro, una domanda spero utile a chiarire questo punto: per quale motivo sei così deciso quando ritieni che si sarebbe voluta celebrare proprio la data del 21 di Aprile e che il ripetersi dei fenomeni il 21 di Agosto sarebbe quindi semplicemente secondario (anziché il contrario)? Dipende solo dalla suggestione che si sia poi passata la data a Roma, la quale addirittura, per “obliterarla”, vi avrebbe collocato i propri natali? O c’è dell’altro?
    Magari l’hai già spiegato, nel qual caso mi appellerei alla massima: repetita iuvant ;-)

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  2. Francesco, ritengo la data del 21 di aprile principale, rispetto a quella del 21 di agosto, per il motivo, già esposto in altre occasioni (Sincretismo religioso tra nuragico e romano), legato ad una previsione. In sostanza se entro il 21 di aprile la spiga di grano, se pur verde, non fosse stata già ben compiuta, si sarebbe andati incontro ad un periodo di magra, se non di carestia. Quella del 21 di agosto era invece, essendo legata alla fine del ciclo del grano, di ringraziamento e protezione delle granaglie ammassate nei magazzini. Tutto questo lo apprendiamo storicamente in età romana. Nella prossima puntata di questo articolo darò una ulteriore risposta al tuo interrogativo.

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