sabato 28 dicembre 2019

Il pozzo sacro di Funtana coberta e i problemi di intasamento.


Parte quarta

Fig. 23 - Immagine da Google Earth elaborata
Ipotetico tracciato sotterraneo della presunta canaletta di troppopieno

di Sandro Angei


8. - Il problema della canaletta di troppopieno

All'inizio dello studio abbiamo avuto modo di scrivere che il livello all'interno del pozzo sacro non è stabile, e in ragione di ciò possiamo pensare che il sistema di troppopieno ipotizzato, non sia più funzionante per motivi naturali o dovuti all'intervento dell'uomo.
Trattando del pozzo di Santa Cristina abbiamo appurato che lì esiste una canalizzazione di troppopieno capace di stabilizzare il livello nel bacile in fondo alla scalinata, finalizzato alla esatta posizione della manifestazione luminosa del 21 di aprile.
Se come abbiamo spiegato, la ierofania luminosa avveniva nel pozzo sacro di Funtana coberta quando i raggi solari si riflettevano nell'acqua confinata nel cerchio del pozzo, immancabilmente dovrebbe anche qui esistere un sistema di evacuazione delle acque in esubero, capace di mantenere il livello dell'acqua a filo del bordo del pozzo stesso. Per tanto dobbiamo chiederci: come mai nel monumento di Ballao il livello dell'acqua non è stabile?
Le risposte possibili sono tre.
  • 1°: non fu realizzata alcuna canalizzazione di troppopieno (e ciò inficia pesantemente la nostra ipotesi);
  • 2°: fu realizzata una canalizzazione di troppopieno, ma una volta abbandonato il rito, la condotta fu volontariamente ostruita per qualche ignoto motivo.
  • 3°: fu realizzata una canalizzazione di troppopieno, ma nel corso del tempo si è ostruita naturalmente (come avvenne nel pozzo di Santa Cristina);
Alla luce delle caratteristiche messe in evidenza in questo studio, ben si capisce che la 1a ipotesi è da scartare in toto, perché in tal caso sarebbe necessario chiarire per quale altro motivo il 12° anello è più alto degli altri, e si dovrebbe dare per scontato che le caratteristiche di orientamento e di posizione altimetrica della base d'appoggio del 12° anello, in funzione della posizione del bordo della canna del pozzo artesiano siano dovute a mero caso. Ma non solo, sarebbe dovuto a mero caso l'unità di misura usata in quel monumento (vedi infra parte 5°). Tutti elementi, che nel pozzo di Funtana coberta hanno un preciso riscontro nel pozzo di Santa Cristina.

La 2a ipotesi potrebbe essere verosimile, ma non abbiamo elementi che possano avvallarla.

Per quanto riguarda la 3a ipotesi abbiamo constatato il giorno 1 di luglio 2019 alcuni segnali che potrebbero avvalorare questa risposta. Abbiamo visto che in quella data il livello dell'acqua arrivava a lambire il 3° gradino a salire e che i gradini erano completamente coperti da uno strato di limo. Il limo è depositato, secco, anche a quote più alte. Ciò induce a pensare che sia questa fanghiglia a ostruire il sistema di troppo pieno (Fig. 24).
Fig. 24
Il silt depositato secco sui gradini

In “Funtana Coberta, Tempio Nuragico a Ballao nel Gerrei. Analisi archeometrica delle ceramiche rinvenute negli strati Nuragici1 leggiamo al capitolo 2.4.2: Il sito di Funtana Coberta e stato ubicato in corrispondenza di una lineazione tettonica che, verosimilmente, è all'origine di una sorgente, e che mette in contatto le metarenarie, metasiltiti e metavulcaniti basiche dell'Unità del Gerrei con le meta vulcaniti acide dell'Unita di Meana Sardo (fig. 259). Nelle aree limitrofe affiorano i metacalcari devoniani (D, fig. 259), gli scisti neri, i"Porfiroidi"e, nel settore nord occidentale, i sedimenti permotriassici e alcuni lembi residui delle colate basaltiche plioquaternarie.(mio il sottolineato ndr).
Apprendiamo che in quella regione sono presenti le metasiltiti, ossia delle rocce metamorfiche originate dal silt. Il silt è definito nella letteratura geologica quale sedimento sciolto avente granulometria compresa tra 1/16 e 1/256 di mm. La diagenesi del silt porta alla formazione delle siltiti.
Si potrebbe spiegare in questi termini il mancato funzionamento del troppopieno nel pozzo di Funtana coberta. Il silt si comporta come la bentonite (ne scrivemmo nello studio sul pozzo sacro di Santa Cristina), che a contatto dell'acqua si gonfia, rendendo a tenuta stagna gli interstizi tra materiali impermeabili e di conseguenza trattiene, in un bacile in cui il materiale è stato usato o si è depositato per cause naturali, le acque che in esso si versano.
Nell'articolo “stratigrafia del vano α di Funtana Coberta (Ballao – CA), di Maria Rosaria Manunza2 leggiamo a pag. 3 "All'interno del vano α, il pozzo sembra abbandonato sino al periodo tardo punico – inizio dell'età repubblicana, momento nel quale l'ambiente viene utilizzato come magazzino di anfore, che saranno in un secondo momento distrutte da un evento catastrofico, verosimilmente un nubifragio o un'alluvione." La notizia, benché debba prendersi con molta cautela dal punto di vista probatorio, potrebbe fa pensare che in un certo momento del suo utilizzo il pozzo fu investito da una notevole quantità di fango di origine siltica (per quanto appreso nello studio di nota 1). Silt che avrebbe potuto sigillare in maniera definitiva il sistema di troppopieno del pozzo sacro, tanto da poter ipotizzare che la fonte sacra cessò di espletare la sua funzione rituale, e per tanto fu abbandonata fino ad età tardo punica- inizio età repubblicana, durante la quale un ultimo nubifragio o alluvione la percosse. Per tanto dalle analisi archeologiche risulta che il pozzo fu abbandonato per almeno 1000 anni; "era antico per gli antichi", a dirla come Sergio Frau.

Le domande rimarranno, almeno per ora, senza risposta certa, visto che nei vari articoli e studi dedicati al monumento non si fà alcun cenno al ritrovamento di una canalizzazione di tal fatta3, e d'altronde gli ultimi scavi archeologici vicino al pozzo arrivano alla unità stratigrafica 150 che è ben al di sopra del piano del bordo della canna del pozzo artesiano.
Però, viste le peculiarità emerse dai particolari architettonici legati ad eventi astronomici, topografici e calendariali del pozzo, che riconducono con insistenza alle caratteristiche del pozzo di Santa Cristina, sarebbe strano che non esista un sistema di limitazione del livello dell'acqua tale da evitare il periodico allagamento del vano.

Il 19 ottobre 2019 ci siamo recati nuovamente a Funtana coberta per verificare alcune peculiarità del pozzo sacro constatando una riduzione del livello dell'acqua pari a 20 cm circa rispetto alla visita precedente. In quell'occasione abbiamo percorso la stradina campestre che fiancheggia il muro di recinzione del sito, notando una notevole floridezza dell'erba in corrispondenza del compluvio naturale a valle del pozzo sacro. Solo in quella regione l'erba era alta e di un verde intenso, mentre il resto del territorio, sia interno che esterno al sito archeologico era desolatamente ancora arido. La strana floridità era causata con tutta evidenza da un costante apporto d'acqua in quell'area, tanto che mi viene il sospetto che il canale di troppopieno ipotizzato passi proprio in quel punto e che rilasci l'acqua in una sorta di impianto di irrigazione “goccia a goccia”.
Dati alla mano possiamo calcolare la riduzione del livello dell'acqua di 20 cm, corrispondente a circa 1,80 m3 di volume rilasciati in 110 giorni (intervallo tra le due visite); ossia una riduzione del volume idrico pari a 16 litri al giorno.
Se ammettiamo che la falda artesiana nel periodo piovoso alimenta il pozzo con una portata di 0,5 litri al secondo (vedi nota 9 della prima parte) e che questa nel periodo di magra possa ridurre la portata a soli 0,001 litri al secondo (3,60 litri ora), otterremmo nelle 24 ore un rilascio costante di acqua di circa 86 litri che sommati ai 16 litri sopra calcolati, arrivano ad una costante irrigazione del suolo di oltre 100 litri d'acqua al giorno, più che sufficiente a mantenere rigogliosa la vegetazione in quel compluvio.

 
Immagine della porzione di territorio davanti al pozzo sacro dove l'erba è alta e florida

Le fotografie qui sotto pubblicate, che abbracciano un ampio orizzonte attorno al pozzo sacro, mettono in evidenza la differenza di floridità della vegetazione a valle del pozzo, lungo il compluvio delle acque (Fig. A, B e C frecce rosse) rispetto al resto del territorio.

 
A                                                                                B

 
C                                                                                D

 
E                                                                                 F

 
G                                                                                H

 
I                                                                                  L
Tutte le fotografie sono state scattare il 19 ottobre 2019

Al di là di questo indizio, siamo piuttosto ottimisti sulla reale presenza del canale di troppopieno a Funtana Coberta perché la natura stessa del monumento, lo ribadiamo, impone la sua esistenza. Ma a prescindere dagli indizi proposti e il parallelo col pozzo sacro di Santa Cristina, possiamo addurre altre prove, quali il pozzo sacro di "La purissima" di Alghero dove, sono parole dei due archeologi che hanno studiato il pozzo: "Nel lato destro del terzo scalino si evidenzia una fessura la cui funzione è quella di canaletta di sfogo per il cosiddetto 'troppo pieno', soluzione necessaria a mantenere a livello prestabilito l'acqua raccolta, facnedo fuoriuscire quella in esubero"4
Per quale motivo a La purissima doveva esserci tale soluzione? La domanda del tutto rettorica allontana qualsiasi dubbio sulla metodica presenza della canaletta di troppopieno nei pozzi sacri.
Non sembri senza fondamento questa asserzione; essa è dettata da cognizione di causa. Prendiamo ad esempio un altro pozzo sacro, quello del predio Canopoli; anche lì vi è un impianto di troppopieno in funzione di un preciso utilizzo di quel pozzo sacro, alla stregua del pozzo di Is Pirois; ma questa è un'altra storia che avremmo modo di spiegare in un articolo ancora in itinere.

In ragione di questi esempi, e solo di questi, perché l'impianto di troppopieno dovrebbe mancare proprio a Funtana coberta?!

segue

Note e riferimenti bibliografici:
2 Da: FastiOnlineDocuments&Research

3 D'altronde per mettere in luce la presunta canalizzazione sarebbe necessario uno scavo profondo almeno 3,00 m a valle dell'ingresso. In occasione della visita effettuata il 29 agosto 2017 ho avuto modo di individuare in direzione ovest ad una distanza di circa 40 m dal pozzo, lì dove vi è il compluvio delle acque meteoriche, una sorta di canalizzazione a cielo aperto, scavata in modo approssimativo ma ben profonda nella roccia. La canaletta è nascosta da una grossa formazione di macchia mediterranea che la nasconde alla vista.

4 Da: Pietro Alfonso e Alessandra La Fragola - Il santuario Nuragico-Romano della Purissima di Alghero (SS) - Quaderni 25/2014 

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