L’ultimo giorno dell’anno lo dedichiamo al ricordo degli
avvenimenti.
giovedì 31 dicembre 2015
mercoledì 30 dicembre 2015
martedì 29 dicembre 2015
2015: un anno di archeologia della Sardegna
# 2014; # 2013; # 2012
L'anno inizia con Monte Prama: Il "Monte Prama Day" all'Accademia Nazionale dei Lincei a palazzo Corsini, Roma, mercoledì 21 gennaio
Fig. 1. Da: Ranieri, G., Trogu, A., Loddo, F., Piroddi, L., & Zucca, R. (2015, September). Geophysics-An Essential Tool for Modern Archaeology. A Case from Monte Prama (Sardinia, Italy). In Near Surface Geoscience 2015-21st European Meeting of Environmental and Engineering Geophysics. Gli scheletri di monte Prama: tra il IX e XI secolo a.C.: Da: ALL'ACCADEMIA DEI LINCEI I RISULTATI DELLA RICERCA SU MONTE PRAMA, rassegna stampa.
Gennaio
Fig. 1. Da: Ranieri, G., Trogu, A., Loddo, F., Piroddi, L., & Zucca, R. (2015, September). Geophysics-An Essential Tool for Modern Archaeology. A Case from Monte Prama (Sardinia, Italy). In Near Surface Geoscience 2015-21st European Meeting of Environmental and Engineering Geophysics. Gli scheletri di monte Prama: tra il IX e XI secolo a.C.: Da: ALL'ACCADEMIA DEI LINCEI I RISULTATI DELLA RICERCA SU MONTE PRAMA, rassegna stampa.
domenica 27 dicembre 2015
Il toro sull'altare
di Sandro Angei
Tanto si è detto sull’evento che si verifica al solstizio
d’inverno nel nuraghe Santa Barbara di Villanova Truschedu, scoperto e pubblicato dal G.R.S. (Gruppo Ricerche Sardegna), in "La luce del toro" PTM Editrice.
giovedì 24 dicembre 2015
martedì 22 dicembre 2015
Eccezionale scoperta a Ghilarza. La terza immagine scolpita di Eleonora d’Arborea?
di Gigi Sanna (dedicato a Francesco Cesare Casula)
Un Dono di Natale a tutti gli amici del Blog e della Sardegna
Prima San Gavino Monreale (nel cosiddetto ‘pantheon’ degli Arborea) e poi Mogoro (casa medioevale Atzori) . Ora tocca a Ghilarza (chiesa di San Serafino) offrire un’altra scultura (un volto collocato al di sopra dell’albero deradicato) raffigurante, con buona probabilità, il viso sfregiato della famosa juighissa dei Sardi Eleonora d’Arborea.
Un Dono di Natale a tutti gli amici del Blog e della Sardegna
Prima San Gavino Monreale (nel cosiddetto ‘pantheon’ degli Arborea) e poi Mogoro (casa medioevale Atzori) . Ora tocca a Ghilarza (chiesa di San Serafino) offrire un’altra scultura (un volto collocato al di sopra dell’albero deradicato) raffigurante, con buona probabilità, il viso sfregiato della famosa juighissa dei Sardi Eleonora d’Arborea.
lunedì 21 dicembre 2015
domenica 20 dicembre 2015
Nuraghe Lobaos II - La continuità taurina
di Stefano Sanna
Lungo la strada
provinciale 23 che da Aidomaggiore porta a Domusnovas Canales si erge il
nuraghe Lobaos II. Il nome sicuramente è dovuto al fatto che a 75 m da esso,
direzione nord, c’è un secondo nuraghe denominato “Lobaos” ossia: coppia, paio di nuraghe evidentemente.
giovedì 17 dicembre 2015
Appuntamento al solstizio d'inverno
La persistenza della memoria
21
dicembre solstizio d’inverno.
Per i pignoli della precisione a tutti i costi, lunedì è il giorno clou dell’evento ma è un poco scomodo, visto che è giorno lavorativo; ma siccome noi siamo si, pignoli ma non in modo esasperato e visto che, un poco prima e un poco dopo, l’evento si manifesta ugualmente con buon spettacolo, invito tutti gli appassionati domenica mattina, non troppo presto ma neanche troppo tardi, presso il nuraghe Santa Barbara di Villanova Truschedu, all’appuntamento annuale col toro della luce… Dio volendo e nuvole permettendo.
Per i pignoli della precisione a tutti i costi, lunedì è il giorno clou dell’evento ma è un poco scomodo, visto che è giorno lavorativo; ma siccome noi siamo si, pignoli ma non in modo esasperato e visto che, un poco prima e un poco dopo, l’evento si manifesta ugualmente con buon spettacolo, invito tutti gli appassionati domenica mattina, non troppo presto ma neanche troppo tardi, presso il nuraghe Santa Barbara di Villanova Truschedu, all’appuntamento annuale col toro della luce… Dio volendo e nuvole permettendo.
sabato 12 dicembre 2015
La Sardegna paraninfa della pace
di Giovanni Masala Dessì
Recensione del volume: Vincenzo Bacallar Sanna, La Sardegna paraninfa della pace e un piano
segreto per la sovranità 1712-1714, a cura di Sabine Enders, Stoccarda
2011, traduzioni dal tedesco e dal francese di Cesarina De Montis e di Giuanne
Masala;
martedì 8 dicembre 2015
I pugnali de su santu doxi
Museo archeologico di
Cagliari.
In una bacheca,
in bell’ordine ma nell’anonimato, sono esposte varie lame di pugnali o corte
spade, lunghe al massimo 20 cm e larghe 6 o 7 cm, prive quasi tutte di
impugnatura. Alcune di queste hanno attirato la mia attenzione in quanto
presentano una serie di incisioni: aste, punti e linee a zigzag, reiterate fino a 19 volte.
L’esperienza acquisita nello studio dell’epigrafia
nuragica mi ha dato modo di intuire che quelle incisioni reiterate altro non
sono che scrittura; ermeticissima scrittura nuragica che basa gran parte del
rebus sulla reiterazione e per tanto sulla numerologia.
Lama numero 1.
La lama reca incise due serie di grafemi, una a destra, l’altra a sinistra dell’ingrossamento mediano dell’arma.
martedì 1 dicembre 2015
lunedì 23 novembre 2015
domenica 22 novembre 2015
Sì, ma... a me la storia mi stontona, Monsieur le Président
di Francu Pilloni
Esiste qualcosa di più freddo della storia? La cronaca è calda, specialmente in questi giorni; la cronaca mi appassiona, la cronaca m'impressiona, la cronaca mi apprensiona perfino, sempre che si possa dire, ma si comprende come la pressione dei fatti accaduti, vissuti in diretta tivù, raccontati e spiegati, ri-raccontati di rimbalzo e ri-esaminati da ogni punto di vista, salvo il mio, mi sovrasti così tanto che alla fine rimango sgomento - se sapessi cosa significa direi perfino basito che è più eloquente -, così che non riesco a farmi un mio minuscolo e ridicolo punto di vista.
Serra Niedda (SS) versus Monte Prama (OR)
di Atropa Belladonna
#Blog_Post #Giants_Of_Monte_Prama #Sardinia
#Maimoni_Blog_Monte Prama
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#Maimoni_Blog_Monte Prama
Fig. 1.1. a. Una delle teste di toro
in calcare proveniente dall'area del santuario nuragico di Serra Niedda a
Sorso (SS) (1); una seconda testa di toro e una di ariete sono inedite; b. busto marmoreo da Serra Niedda, tentativamente assegnato al VI
secolo a.C. [..] Nel pozzo di Serra Niedda i primi ex voto
posteriori all'età nuragica sono di VI sec. a. C,.con frammenti di probabili
piatti fenici e una piccola porzione di coppa etrusca imitante quelle greche di
Corinto. Alcuni dubbi desta un sorprendente frammento (spezzatosi e rilavorato
già in antico) di busto e attacco del collo - con trecce fin sui pettorali - di
statua marmorea di giovinetto (kouros) in stile greco tardoarcaico. Si tratta di una presenza assolutamente eccezionale per la Sardegna, ma l'ipotesi che possa trattarsi di un prodotto
arcaizzante della prima età imperiale è ancora meno probabile, poiché tali
realizzazioni erano diffuse solo presso gli ambienti di vertice
dell'aristocrazia romana [..] (1) c. e d. particolari delle trecce
ricadenti sul busto del pugilatore Brotu e dell'arciere Prexau da Monte Prama (Cabras, OR).
mercoledì 18 novembre 2015
La Sardegna di Max Leopold Wagner
Dopo un lungo indugiare a causa delle
malferme condizioni di salute e delle movimentate vicende politiche dell'epoca,
Max Leopold Wagner accettò di recarsi in Sardegna nel novembre del 1925 allo
scopo di effettuare le inchieste lessicali per l'Atlante Linguistico
Italo-Svizzero. Fu così che tra il 1925 e il 1927 il linguista tedesco fece la
spola tra la Sardegna e il Continente trattenendosi nell'isola per circa un
anno. Con l'aiuto di un questionario di circa 2.000 vocaboli soggiornò, non
sempre senza disagi, in 20 località dell'isola intervistando diverse decine di
informatori locali. Il presente volume contiene la descrizione del carattere
degli informatori e le condizioni generali della rilevazione, le osservazioni
fonetiche al questionario, oltre 90 foto e decine di schizzi con relativi
commenti, nonché alcune impressioni personali della sua esperienza nella
Sardegna di allora commentate dal linguista svizzero Siegfried Heinimann. In
questo modo Max Leopold Wagner lascia in eredità ai sardi materiali
linguistico-etnografici nonché etnologici rimasti finora inediti e sicuramente
tra i più significativi per riscoprire la Sardegna degli anni Venti del secolo
scorso.
venerdì 13 novembre 2015
La scritta di nuraghe Tradòri
di Sandro Angei
Come al solito il nostro segugio che, con buona ragione possiamo
chiamare confidenzialmente Sanna[1]
bianca, come il protagonista del romanzo di Jack London, ha scovato la scritta
lì dove voleva verificare le prove della mia teoria che vuole il nuraghe
Tradòri virtualmente collegato al forno situato vicino al nuraghe Straderi[2].
lunedì 9 novembre 2015
REGORDUS SCARESCIUS
de Francu Pilloni
S'annu passau, o cand'est chi fudi, heus fattu festa, chini nd'hat tentu gana, po is 150 annus de s'Unidadi de s'Italia.
Si
seus scarescius de unu fattu importanti, chi menescit de essi
regordau: a dì de hoi, su noi de Totisantus de 155 annus a hoi, Peppinu Garibaldi hiat pigau una navi a
Napuli e fut partiu po torrai a domu sua a Sa Maddalena.
venerdì 6 novembre 2015
No potho reposare: devo fare la guardia
di Atropa Belladonna
Venivano sepolti singolarmente, accovacciati, forse
con il capo già appoggiato al petto, in un rituale che per l'epoca (Età del
Bronzo Finale-Primo Ferro) non ha paralleli; per lo meno non con tanti esempi
da uno stesso sito.
Fig. 1: bellissima fotografia di uno dei
defunti sepolti nella tomba a pozzetto con lastrone nr. 11 (Area Bedini, fig.
2), aperta nell'ottobre 2015. Immagine da linkoristano.it
martedì 3 novembre 2015
L.D.S.: L’ULTIMA FRONTIERA DELLA LINGUA SARDA
di Francu Pilloni
Non sono così attento a quella che probabilmente passerà
alla storia come “Guerra della lingua”. Dopo la scorribanda della Giunta Soru con la beatificazione di una lingua improbabile, questa è la L.S.C., vi sono
state scaramucce e ripiegamenti, a volte più che parziali, derivanti spesso non
da convinzioni profonde che possono mutare col tempo, ma da convenienze di
vario tipo che di per sé le giustificano e le catalogano.
lunedì 2 novembre 2015
Trekking-ando
di Sandro Angei
Ieri, primo novembre con Stefano Sanna abbiamo percorso la costa che da Torre del pozzo arriva alla cascata di “S’iscala ‘e s’Attentu”, posta sulla scogliera a nord di Santa Caterina di Pittinuri, lì dove la regione di “Sessa” è ricchissima di emergenze archeologiche, in specie di epoca nuragica.
domenica 1 novembre 2015
Lectio magistralis in Follia
"Certamente, io non faccio alcun conto di quei sapientoni che vanno blaterando dell’estrema dissennatezza e tracotanza di chi si loda da sé. Sia pure folle quanto vogliono; dovranno riconoscerne la coerenza. Che cosa c’è, infatti, di più coerente della Follia che canta le proprie lodi? Chi meglio di me potrebbe descrivermi? a meno che non si dia il caso che a qualcuno io sia più nota che a me stessa.
giovedì 29 ottobre 2015
Il pugnale de Su Santu Doxi
di Sandro Angei
Dopo la
presentazione di due iscrizioni nuragiche su pietra, di giovedì 08 ottobre, oggi presentiamo un
reperto sul quale sono inciampato alcuni mesi or sono, facendo slalom tra le
bacheche del Museo Archeologico di Cagliari.
domenica 25 ottobre 2015
Los Angeles, The J. Paul Getty Villa. Cari Eco (Umberto) e Fedriga (Riccardo) quel bronzetto ci pare nuragico. Per forme e contenuti. Che c'entra il greco?
di Gigi Sanna
Nel recente primo volume della Biblioteca Repubblica - L' Espresso ' Storia
della filosofia' , Dai Presocratici ad Aristotele (a cura di Umberto
Eco e Riccardo Fedriga), editor Roberto Limonta, 2015, alla p. 49 viene
pubblicata l'immagine di un bronzetto che, dal contesto iconografico e
tematico, viene classificato
sabato 24 ottobre 2015
venerdì 23 ottobre 2015
mercoledì 21 ottobre 2015
GIUSTIZIA A PROFILO VARIABILE
di Francu Pilloni
Quando un sardo pensa alla Giustizia (è bene notare la
lettera maiuscola) sulla punta della lingua s’affollano frasi antiche, riferite
a un evento da scongiurare, a un individuo da esecrare: Sa Giustizia ddu currat, sa Giustizia ddu pregonit e altre più
colorite o, riunendo le due azioni per rafforzare il concetto, sa Giustizia ddu currat e ddu pregonit:
la Giustizia lo insegua e lo sanzioni, fosse pure con un decreto di esilio
forzato.
martedì 20 ottobre 2015
domenica 18 ottobre 2015
venerdì 16 ottobre 2015
Tanat panê Ba‛al VI
di Sandro Angei
parte sesta
IL GRANDE
INGANNO V
Tnt
Tnt, questo è il
nome della divinità, che solo per la fantasia di Gustave Flaubert fu
vocalizzata Tanit. Alcuni studiosi, tra cui P. Bartoloni, ritengono che il nome
vero fosse Tinnit, per alcune antiche traduzioni in greco e per il fatto che
sono state trovate delle stele neopuniche con caratteri romani che attestano il
nome in tal modo.[1]
Se proviamo a
pronunciare il trilittero “Tnt” senza vocali, esso risulta perfettamente
intelligibile anche senza vocalizzazione aggiunta.
lunedì 12 ottobre 2015
Nel regno della perfidia regna un registratore
di Francu Pilloni
Lucio Angel Cordero crebbe pallido, magro e triste nella casa ricca dei suoi genitori. Non aveva la erre moscia ma la d inglese sì; con questo si distingueva dai coetanei che gli professavano amicizia in quanto solamente lui aveva la chiave dei loro cuori. Li invasava e li rinvasava a suo piacere, concimandoli con parole di privilegio così che potessero credere che ognuno di loro era non solamente il migliore amico del piccolo Cordero, ma anche il migliore ragazzo del paese, subito dopo di lui, però. La intuì forse a sei anni quella strategia che gli permise di primeggiare senza sforzo tra i ragazzi del suo paese, a otto era perfettamente padrone del mestiere, a dieci ne furono sopraffatti i suoi amici in modo così completo che, se si faceva una gara a chi arrivava primo al fiume, in prossimità della riva chiunque fosse avanti al Cordero rallentava fino a farsi sorpassare, per non mettere in gioco l’amicizia più importante. Non che parecchi dei suoi coetanei non fossero coscienti del loro stesso imbarazzo, ma nessuno ne avrebbe fatto parola con qualcun altro, dato che la sera stessa il Cordero ne sarebbe venuto a conoscenza e avrebbe decretato l’ostracismo con una sola delle sue micidiali occhiate tristi.
Lucio Angel Cordero crebbe pallido, magro e triste nella casa ricca dei suoi genitori. Non aveva la erre moscia ma la d inglese sì; con questo si distingueva dai coetanei che gli professavano amicizia in quanto solamente lui aveva la chiave dei loro cuori. Li invasava e li rinvasava a suo piacere, concimandoli con parole di privilegio così che potessero credere che ognuno di loro era non solamente il migliore amico del piccolo Cordero, ma anche il migliore ragazzo del paese, subito dopo di lui, però. La intuì forse a sei anni quella strategia che gli permise di primeggiare senza sforzo tra i ragazzi del suo paese, a otto era perfettamente padrone del mestiere, a dieci ne furono sopraffatti i suoi amici in modo così completo che, se si faceva una gara a chi arrivava primo al fiume, in prossimità della riva chiunque fosse avanti al Cordero rallentava fino a farsi sorpassare, per non mettere in gioco l’amicizia più importante. Non che parecchi dei suoi coetanei non fossero coscienti del loro stesso imbarazzo, ma nessuno ne avrebbe fatto parola con qualcun altro, dato che la sera stessa il Cordero ne sarebbe venuto a conoscenza e avrebbe decretato l’ostracismo con una sola delle sue micidiali occhiate tristi.
sabato 10 ottobre 2015
Il "paesaggio scritto" degli Egizi: l'architettura della luce
di Atropa Belladonna
"This hierophany replicates – yes, WRITES - the very same name as
the Khufu project in the sky once a year[..] in ancient Egypt, invention in sacred architecture and invention in sacred writing were
mutually interchangeable. Interestingly enough,
this interplay can be brought to yet an higher level of sophistication,
that of the written landscape [..]" (1) (fig. 1).
Fig.1: sin., l'orizzonte a Giza: al solstizio d'estate il sole visto dal tempio
della sfinge tramonta a metà strada tra la piramide di Khafre e quella di
Khufu. Secondo diversi studiosi di archeoastronomia questo è un
maxi-geroglifico che usa sia l'architettura che il paesaggio per riprodurre la
parola "orizzonte" (dx.). Da: che G. Dash, The Horizon At Giza, AERAGRAM, Vol. 12 No. 2 (Fall 2011), 9
giovedì 8 ottobre 2015
Il diavolo fa le pentole ma non i coperchi
Così rispondiamo a quanti vogliono negare l’innegabile, tutto il resto è
noioso, detto e ripetuto, tanto che le parole che volano nell’aria non ci
interessa più proferirle né sentirle.
Parole al vento
E’ sceso il silenzio su Maymoni, è bastato bloccare i commenti
in due soli post e pare che il carrozzone si sia fermato, non abbiamo più
postato nuovi articoli e pare che tutto si sia fermato.
Che è successo, si è fermato il
mondo e non me ne sono accorto?!
venerdì 2 ottobre 2015
mercoledì 30 settembre 2015
Convegno "Il cervello che scrive"
lunedì 28 settembre 2015
Il genoma di CB13 (una migrante del 5400 a.C.) e i Sardi moderni
di Atropa Belladonna
Circa 8000 anni fa una massiccia ondata migratoria dal Vicino Oriente portò in Europa la cosiddetta rivoluzione agricola. A partire da una prima area di aggregazione balcanica (cultura di Starčevo–Kőrös–Criş) i nuovi agricoltori si estesero alle nostri longitudini principalmente su due direttive: a. la via della cultura della ceramica impressa che iniziò circa nel 5900 a.C. nel bacino del Mediterraneo centro-occidentale, da cui poi derivò la cultura della ceramica cardiale che raggiunse la penisola Iberica attorno al 5500 a.C.; b. la via della cultura della ceramica lineare (LBK) che, in parallelo con la cultura cardiale, si espresse nell'Europa Centrale, lungo il letto del Danubio (fig. 1).
Ciò che impressiona storici e archeologi è la rapidità con cui si espanse la cultura cardiale lungo le coste iberiche, tanto da far pensare che il mare fosse all'epoca un ostacolo meno impegnativo rispetto a quelli che si incontravano sulla terraferma.
Circa 8000 anni fa una massiccia ondata migratoria dal Vicino Oriente portò in Europa la cosiddetta rivoluzione agricola. A partire da una prima area di aggregazione balcanica (cultura di Starčevo–Kőrös–Criş) i nuovi agricoltori si estesero alle nostri longitudini principalmente su due direttive: a. la via della cultura della ceramica impressa che iniziò circa nel 5900 a.C. nel bacino del Mediterraneo centro-occidentale, da cui poi derivò la cultura della ceramica cardiale che raggiunse la penisola Iberica attorno al 5500 a.C.; b. la via della cultura della ceramica lineare (LBK) che, in parallelo con la cultura cardiale, si espresse nell'Europa Centrale, lungo il letto del Danubio (fig. 1).
Ciò che impressiona storici e archeologi è la rapidità con cui si espanse la cultura cardiale lungo le coste iberiche, tanto da far pensare che il mare fosse all'epoca un ostacolo meno impegnativo rispetto a quelli che si incontravano sulla terraferma.
domenica 27 settembre 2015
ASTRI DI SETTEMBRE
di Angelo Ledda
A coloro che sono Luce
Su brincu. Disegno penna su carta, 10x10 cm, 2015 |
La maschera non si addice alla donna, non dechet a sa femina...
La donna è già animale-dio: est capra: bestia dal salto,
da una sponda all'altra, da una rupe all'altra.
Deborda dal solco tracciato e sconfina.
La donna è maschera per se stessa, senza vestizione, senza rito...
Il suo corpo è ciclico, un perenne moto di marea.
Corpo fluido in continuo mutamento:
ha un'esperienza organica del flusso del sangue, del ritmo del tempo.
(Bachisio Bandinu)
sabato 26 settembre 2015
Tanat panê Ba‛al V
Il grande inganno IV
Parte quinta
Labrys
venerdì 18 settembre 2015
Una antica città sommersa nella laguna di Cabras?
mercoledì 16 settembre 2015
Tanat panê Ba‛al IV
Il grande inganno III
Parte quarta
E’ arrivato il momento di verificare se proprio tutto quello fin qui
descritto e dichiarato corrisponda al vero.
Sono rimasto
affascinato dall’immagine di una stele funeraria che racchiude in quegli
elementari
lunedì 14 settembre 2015
Tanat panê Ba‛al III
parte terza
IL GRANDE
INGANNO II
di Sandro Angei
vedi parte seconda
EQUINOZI E SOLSTIZI
Il caduceo
nella forma di serpenti o di cerchi sovrapposti aveva la funzione di
determinare la posizione dei punti cardinali e di scandire il tempo giorno per
giorno, come già detto. Gli orientamenti equinoziali e
venerdì 11 settembre 2015
Tanat panê Ba‛al II
parte seconda
Il grande inganno
Nota
iniziale: lo
studio reca numerose note, alcune di esse sono contrassegnate dal colore rosso
ed essendo esplicative, sono funzionali allo studio; le altre sono di riferimento bibliografico o siti web.
L’archeoastronomia nasce nel momento in cui gli studiosi si rendono
conto che una molteplicità di monumenti sono orientati astronomicamente. Si
sono fatti tanti studi e rilievi per l’individuazione di
martedì 8 settembre 2015
Tanat panê Ba‛al
di Sandro Angei
Una figura
sottile si staglia tra l’azzurro del cielo e quello del mare, la lunga veste ed
i capelli indicano la direzione del vento maestro, che spumeggia la cresta
delle onde in quella giornata di nuvole veloci.
domenica 6 settembre 2015
YHWH in pittografia? Gerusalemme versus Sardegna
Il coccio con iscrizione pittografica rinvenuto all' Ophel di Gerusalemme, durante gli scavi del 1923-1925 (The Palestine Exploration Fund, che oggi annovera circa 6000 oggetti). Il coccio venne pubblicato per la prima volta nel 2009: G. Gilmour, An Iron Age II pictorial inscription from Jerusalem illustrating Yahweh and Asherah, Palestine Exploration Quarterly, 141, 2 (2009), 87–103. Gilmour ritiene che le due figure siano Yahweh e Asherah.
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giovedì 3 settembre 2015
L'INAFFERRABILE VISIONE
di Angelo Ledda
A Francu,
mastru fungudu
Foto 1: volto di "Pugilatore" di Monte Prama. Si osservino gli occhi perfettamente concentrici (Foto di Giacomo Mulas) |
Per
Bernardini quelli dei Giganti di Monte Prama sono occhi che
accentuano
la loro carica sovrumana e simbolica:
“occhi congelati, che certo non guardano il mondo degli uomini ma
fissano il tempo del mito” [1], ma a mio parere, quei doppi cerchi perfetti - oltre ad essere
lì a dirci che gli scultori non avevano affatto in mente una rappresentazione "realista" - paiono piuttosto occhi
allucinati. (foto 1)
È
questo il termine che impiega Lilliu per descrivere gli occhi di
alcuni bronzi figurati [2] e lo riprendo qui nel suo pieno senso etimologico.
giovedì 27 agosto 2015
lunedì 10 agosto 2015
L'archeorgoglio: a Creta è normale, in Sardegna è vietato
di Atropa Belladonna
Fig.1 : il "kouros" di Palekastro (ca. 1500 a.C.), Museo di Sitia
(Creta); h. ca 50 cm in oro, avorio,
serpentina,
legno e occhi di quarzo
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