giovedì 8 ottobre 2015

Parole al vento

   E’ sceso il silenzio su Maymoni, è bastato bloccare i commenti in due soli post e pare che il carrozzone si sia fermato, non abbiamo più postato nuovi articoli e pare che tutto si sia fermato.
Che è successo, si è fermato il mondo e non me ne sono accorto?!
  
Mi guardo intorno, il vento continua a soffiare, il mare dietro il volto di Maymoni è ancora lì, impetuoso sotto la sferza del soffio Maestro; e lui: Maymoni con quel suo sguardo che pare imbufalito da quel grugno de Murru mannu, pare stia intonando un Paeon alla sarda, quel “Bimboh!” che sin da piccolo mi entrò nel cervello con quella sonorità martellante, addolcita da quella prima “beth” inziale pronunciata come un soffio chiudendo leggermente le labbra, che si richiudono velocemente in un vibrante mem prolungato, quasi a voler competere col vento di maestrale ed esplodere infine in un sonoro beth che prelude a quel lugubre “oh” che come in un fermo immagine si cristallizza in quel volto di pietra.
   Mi sveglio da quell’incantesimo e mi rendo conto che quel viso veramente parla; il vento gli da voce, le nostre facoltà di capire il messaggio insito in quel volto che incute reverenziale timore, danno voce a quel masso di pietra plasmato dall’umana sapienza.
   Quel volto lancia messaggi, i bronzetti lanciano messaggi, i nuraghe e i pozzi sacri e le tombe di giganti e gli stessi Giganti, lanciano messaggi… l’uomo no. Quello stesso individuo che da facoltà di lanciare messaggi per l’eternità ai monumenti che lui stesso costruisce, è muto, non dice nulla, non manda alcun messaggio.
   Non manda alcun messaggio?!
   A noi non manda alcun messaggio, ma al suo dio si, eccome se li manda: sono tutti lì, su una pietra, un ciottolo, un coccio, un osso, su quel bronzo la cui lucentezza e celata, nascosta ma sempre pronta ad abbagliare gli occhi profanatori. Sono segni difficili da capire, da interpretare, sono presi direttamente dalla torre di Babele che li ha generati.
   Nessuno di noi deve leggere, siamo dei profanatori noi che vogliamo interpretarli.
   A questo il divino si oppone, ma non perché è cattivo o geloso o egoista, vuole metterci alla prova, vedere fin dove arriva la nostra pazienza e la nostra fiducia in lui.
   Vuole capire se veramente cogliamo il significato profondo di quei segni, solo allora acconsentirà, dopo millenni di buio totale, a svelare quei messaggi.
  Forse il momento è arrivato, tanto che quel muro di mutismo ed indifferenza che lui stesso ha voluto, pian piano si sta sgretolando e quelle voci “contro” che dietro quel muro echeggiano, piano piano si affievoliscono.

   Tu non ci crederai, caro untore, ma sei stato mandato da dio!

33 commenti:

  1. Come non discutere qui dell’annunciato annullamento dei “Seminari di aggiornamento sulle relazioni tra linguaggio scritto e cervello” nella Facoltà di Medicina dell’Università di Sassari nei quali doveva intervenire Gigi Sanna? Leggo di questo annullamento sulla sua pagina Facebook, un post pubblicato da oltre 4 ore (noto con qualche stupore, in relazione all’ora della pubblicazione di questo tuo post, Sandro, ancora orfano di commenti).
    Nel merito il mio pensiero potrebbe non collimare con quello dei più, ma mi piacerebbe anzitutto conoscere i motivi, almeno quelli ufficialmente dichiarati, di questo annullamento: esiste un comunicato? E se non esiste, può sollecitarsi una posizione ufficiale da parte degli organizzatori? Cosa sappiamo davvero?
    Davanti a questo Il silenzio di questi ultimi giorni sul blog passa in secondo piano, mi sembra; d’altronde se si chiude una discussione (due?) e non si pubblicano altri post, non potrà sembrare così strano.

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    1. Al momento di ufficiale nella pagina della Facoltà c'è solo questo avviso :
      '' Il seminario in oggetto è rinviato in data da stabilire''

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  2. Non c'è molto da discutere nè da capire: è tutto molto chiaro. C'era un seminario in programma, approvato dal consiglio di corso di laurea visto che venivano assegnati dei CFU, e adesso il seminario non c'è più.
    I motivi li conosciamo tutti e sono i soliti.

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  3. Sono allibita! Annullato il seminario dove doveva intervenire Gigi Sanna? Non posso crederci,il mondo sta impazzendo.Che squallore!

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  4. Questo mio post è di qualche giornofa. Rileggetevelo (se lo avevate già letto). La mia ingenuità è davvero senza confini. E, in fondo, mi merito quello che mi è successo.

    'Sono cose che dovrebbe spiegare bene, ma non ha mai spiegato, l'ex Rettore dell'Università di Sassari Attilio Mastino. Per fortuna le cose sono cambiate in quell'Ateneo e, per dirla tutta, c'è anche un brav'uomo a guidare la Regione e non uno come Mastino che sgomitava per esserlo, forte dell'aiuto della testata giornalistica sassarese. Ora non si accettano più e tanto meno si diffondono nell'Università lettere di medici di ideologia fascista (o quasi), di personaggi (dediti alla diffamazione permanente) sconosciuti in tutti gli ambienti, compresi quelli dell'Università. Ma il passato è il passato anche se il Mastino ha rischiato una bella denuncia per certe sue esternazioni, per sua fortuna non pubbliche, su presunti falsari.Ora il mondo va come doveva andare e non andava. Con il massimo della trasparenza e della pulizia. Soprattutto senza l'ideologia e la polizia segreta degli 'illuminati'. E chi fa ricerca (la dott. Piras e tutti i suoi collaboratori) all'interno dell'Università ha tutto il diritto di chiamare chiunque ritenga in grado di affiancare e di illuminare, se possibile, certi dati di natura scientifica circa il funzionamento del cervello e la natura di esso con l'operazione 'complessa' della scrittura . A sua sola discrezione. Così come aveva confermato e ribadito con una lettera pubblica (una coraggiosissima lettera) il preside della facoltà di Medicina nella quale chiariva i rapporti, più che legittimi, sul piano della collaborazione scientifica (propriocosì, scientifica) tra il sottoscritto e la dott. ricercatrice Maria Rita Piras. Tanto più poi se tutta la collaborazione viene offerta - come sempre per quanto mi riguarda -, gratis, senza che si spenda il becco di un quattrino né per il mio intervento né per altro. Proprio per nulla, compreso l'uso dell'Aula Magna che a Gigi Sanna , piccola o grande che sia, non frega proprio nulla. E' ai tanti studenti dell'Università e a quelli della scuola secondaria che interessa perché, come per l'ultimo evento, riguardante sempre anche e soprattutto la scrittura nuragica, saranno moltissimi (ecco quello che rode, immensamente rode) e non vorranno stare in piedi per quattro ore di fila ad ascoltarci. E' difficilissimo, caro Sandro, sabotare una mia conferenza o un mio intervento sia che questo avvenga nell'aula Magna della scuola media di Cabras, o in quella del Liceo De Castro o in quella della Facoltà di Medicina di Sassari oppure, se vogliamo, nell'Aula magna dell'Università di Lettere e Filosofia più prestigiosa della Francia (Aix en Provence) o addirittura alla Sorbona. Non perché io sia agevolato come 'amico' di direttori didattici o di presidi, mai visti né mai conosciuti, come tutti sanno, ma perché sono i 'documenti' , solo i documenti [....] Sono le decine e decine di documenti rinvenuti nel Sinis, attestanti la scrittura nuragica (e in modo lapalissiano) che hanno reso inevitabilmente 'amico' e forse ancor più amico chi già, mostrandone altri, aveva parlato di griglia (poi divenuta 'sassarese': di essa parla a malincuore persino Momo Zucca) per definire come nuragici i documenti che via via venivano individuati e portati alla luce. Senza il rebus e i numerosi aspetti caratterizzanti, specifici di quella scrittura, un documento non può essere definito 'nuragico'. Se ne riparlerà ancora il giorno 16, statene certi. E spero che tu e Francesco possiate essere presenti ed essere 'critici' obiettivi e disinteressati circa il 'nuovo' (e vecchio nello stesso tempo) che proporremo'.

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    1. Gigi,non ho parole,spero solo che tu continui a combattere,non è possibile che vincano i despoti.

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  5. Un po' di consolazione nel suo articolo poetico ma amaro,,signor Angei.In questo momento mi viene in mente una frase che mi ha mandato via sms un amico"Il diavolo è molto ottimista se pensa di peggiorare l'uomo"

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  6. 'Il seminario in oggetto è rinviato in data da stabilire''. La maschera dell'ipocrisia. Mica vogliono beccarsi una denuncia. Non solo. Vogliono evitare lo 'scandalo' perché sanno che esso fa più rumore e propaganda di cento relazioni. Sì, pensavo, da fesso, che l'Università si fosse aperta e ci fosse almeno un refolo di libertà. Ma l'ipocrisia non fa altro che ingigantire lo scandalo. Guardatevi il 'casino' che c'è in 'facebook' e la marea di condivisioni a catena. Prevedibili perché All'Università ora manca solo la Santa Inquisizione giacobina.

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  7. Il mio pensiero, che non collimerà con quello dei più.
    Mettiamo che (absit iniuria verbis) un terapeuta abbia scritto un libro, apprezzato tra gli altri da docenti di un dipartimento di letteratura contemporanea. Questi organizzano nella loro università dei seminari nei quali non si parla semplicemente di questo libro, ma si dà ampio spazio all'autore-terapeuta perché esponga, tra l'altro, gli ultimi avanzamenti sulle sue teorie intorno alla natura delle malattie e soprattutto sui suoi protocolli terapeutici. La facoltà di medicina interviene sugli organizzatori dei seminari per chiarire loro che una cosa è parlare di letteratura, altra lasciar passare l'idea che l'università avalli le teorie e le terapie del guaritore, ritenute al contrario dai ricercatori (tra le altre) di quella stessa università (clinici, farmacologi, biologi) assolutamente inconsistenti. Finirebbe che gli organizzatori riconoscerebbero l'inopportunità dell'iniziativa e rinvierebbero i seminari a data da destinarsi, probabilmente ridefinendone almeno il programma.
    E comunque, dovrebbe dirsi che l’intervento di questa facoltà di medicina (nell’esempio suddetto) sia sbagliato, oscurantista, violento, illiberale? Io non credo.
    Se, per assurdo, la scrittura nuragica spiegata da Gigi avesse mai un effetto terapeutico per esempio proprio sui malati di Alzheimer, che magari applicandosi a interpretare o a scrivere specificamente quella finissero per migliorare sensibilmente in loro parametri dimostrabili, allora (nuragica di fatto che venisse riconosciuta questa scrittura o nuragica solo di nome che si convenisse di considerarla) Gigi Sanna potrebbe accamparsi nelle aule di medicina senza che il resto dell'università possa discuterne realmente l'opportunità.
    Altrimenti: che lo scrittore sia trattato come tale, che il guaritore se la veda con la scienza medica e che Gigi Sanna se la veda con le autorità nel campo dell'epigrafia (e della linguistica e dell'archeologia e della storia), senza farsi tentare o illudere da porte laterali nell'università pur generosamente, incautamente, offertegli.

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  8. La neuroarcheologia (non ci sarà bisogno di sottolinearlo) è molto lontana dal rappresentare la dimostrazione della scrittura nuragica. I ricercatori medici che vogliano continuare ad approfondire questa linea di ricerca potranno ben citare gli studi di Gigi, presentandoli correttamente a oggi come non avallati dalle autorità in epigrafia. Averlo di persona nella facoltà di medicina a esporre le sue tesi generali sulla nascita del codice scritto e quindi sul mix di scrittura logografica e pittografica e a rebus attraverso il quale sono passate le fasi di sviluppo della scrittura è un'operazione possibile a patto di circoscriverla entro certi paletti, quali quelli che potevano essere rispettati dal titolo “Le origini della scrittura nel Mediterraneo” (titolo dell’intervento da tre ore di Gigi nella prima delle tre giornate); annunciavano chiaramente di travalicare questi paletti i titoli degli interventi nelle altre due giornate: “La storia della scrittura in Sardegna e la sua evoluzione” (II giornata, 3 ore) e “I documenti del Sinis” (III giornata, da solo, 4 ore). Capisco quanto sarà facile, in nome della difesa della libertà di ricerca, saltare sulle parole “circoscrivere entro certi paletti”, ma trovo retorico e ipocrita non guardare invece al fatto che i paletti in fondo sbagliati sarebbero proprio quelli in nome dei quali i ricercatori nelle loro facoltà (tra i loro paletti) dovrebbero fare e diffondere quello che vogliono indipendentemente dal generale consesso dell’università. Se Gigi, chiarisco, venisse invitato da un qualsiasi istituto di epigrafia, allora coloro che ce l’avessero invitato potrebbero certo sostenere, davanti al consesso universitario, che dei diversi pareri di loro colleghi tengono conto sul piano del confronto scientifico, ma che non certo se ne lasciano inibire nei loro indirizzi di ricerca e nelle loro pubbliche iniziative. Questo i ricercatori della facoltà di medicina di Sassari, nella fattispecie (nell’ambito cioè di competenze non loro), non possono farlo, e avrebbero fatto meglio a prevederlo da prima.

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  9. Eccoti la risposta che ti dà un certo Pierluigi Piana che ha condiviso il mio post in facebook: Non ho mai studiato ne seguito abbastanza da vicino i temi che qui si trattano però ho troppa voglia di intervenire e dire la mia; mi sento comunque coinvolto.
    Una piccola ricerca sul web e vedo che in tutti i Paesi del mondo le Università sono aperte a qualunque argomento interessi la popolazione studentesca. Giustamente.
    Faccio qualche esempio: In Inghilterra si possono seguire corsi su "The Beatles"; a Berkeley esami di "Filosofia e Simpson"; nella Carolina del Sud su "Lady Gaga"; a Bari Scienza dell’allevamento, igiene e benessere del cane e del gatto; A Verona il 20 di questo mese un seminario si occuperà di "Chi ha paura dei vaccini e perché? "; a Torino "Scienze e culture delle Alpi".
    Non mi pare che il tema: "Le origini della scrittura nel Mediterraneo" abbia minore diritto di essere esposto e discusso in un aula universitaria.
    A me piacerebbe andare a parlare con il Rettore e chiedergli di spiegarmi come mai un seminario interessantissimo come quello proposto dal Corso di Laurea in Logopedia sia stato annullato.
    Il sospetto che ci sia stato un boicottaggio nei confronti del Prof. Sanna deve essere rimosso perché ne va dell’attendibilità dell'Ateneo, della serietà di chi lo regge. Scopro della pubblicazione di Un Paese di Baroni, un libro appena uscito di Davide Carlucci e Antonio Castaldo su «truffe, favori, abusi di potere. Logge segrete e criminalità organizzata. Come funziona l’università italiana» (editore Chiarelettere).
    Io ti aggiungo solo che nella scuola media di Cabras, in Oristano (liceo Classico) ho parlato non in un istituto per geometri o per elettricisti ma dove si studiano gli alfabeti e la scrittura. Eppure sai cosa ha detto il gran burattinaio? Quello che quasi quasi influenza anche te che non rifletti neanche un attimo sulla ricerca di Maria Rita Piras. Ha scritto che il sottoscritto andava a relazionare al Liceo (il mio ex liceo) per istruire i ragazzi a come non pagare le tasse. Non c'entra nulla l'organicità dell'argomento ( che pure c'era). C'entra la maldicenza e la diffamazione per non farmi parlare. In qualsiasi posto vada si cerca di ostacolarmi, di mettermi in cattiva luce, magari dicendo che tu per i miei Corsi hai dato a me del danaro oppure che ne ho arraffato per averti portato a vedere il pozzo di Mistras (35 euro a persona a dire del pazzo pornografo diffamatore). Capisci ora che il motivo non è affatto quello che tu sostieni? E stai attento, ti prego, a non offendermi perché io non mi faccio.... 'tentare' da un bel nulla e il 'laterale', se proprio lo gradisci, lo lascio a ben altri che fanno carriere al l'Università. Francesco, ma che dici? Ci bevo sopra stanotte e domani per non offenderti a mia volta.

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  10. Francesco, i fatti li conosciamo tutti, per lo meno quelli resi noti: il 29 settembre la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università di Sassari annuncia che nei giorni 16, 23 e 30 ottobre si terranno dei seminari sul tema "Il cervello che scrive: una visione interdisciplinare". I relatori dovevano essere due membri della facoltà (docenti e ricercatori) e un esperto esterno:TUTTO NELLA NORMALE PRASSI ACCADEMICA. Il ciclo di seminari deve per forza aver avuto l'approvazione sia della facoltà che consiglio di corso di laurea interessato, in quanto la frequenza avrebbe assegnato un certo numero di crediti formativi universitari. Inoltre, diverse scolaresche avevano già prenotato la loro partecipazione, in pieno accordo con la "terza missione" delle università, quella che sta sempre più crescendo (per legge) e si affianca alle due missioni tradizionali di didattica e ricerca. Secondo il programma pubblicato il presidente della struttura di raccordo (un tempo si sarebbe chiamato preside di facoltà) avrebbe dovuto introdurre il seminario. Insomma l'evento si presentava con tutti i carismi: avvallo di facoltà e corso di laurea, moderna "terza missione" accontentata, crediti formativi assegnati; e non dimentichiamoci il concetto sempre più invocato di interdisciplinarietà: quello c'era perfino nel titolo.
    Ieri, improvvisamente, il seminario è stato cancellato. O per meglio dire è stato "rinviato a data da stabilire". Le motivazioni non sono state rese note. Questi sono i fatti, nudi e crudi.

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    1. Non so chi ha avuto prima la volontà e poi il potere o l'influenza di annullare un seminario approvato da facoltà e CcL e organizzato da membri accreditati della facoltà stessa, nè conosco le sue motivazioni. Di certo un' intera facoltà non si lascia intimidire da un anonimo qualsiasi, ma deve aver letto o parlato con un nome "significativo". Tanto che improvvisamente la sola possibilità di una scrittura nuragica deve essere apparsa troppo "imbarazzante", oppure un argomento ancora più effimero e meno scientifico di facebook o twitter o G+ (quella pagina di facoltà mi fa invidia per la sua modernità: un lettore può perfino twittare, scrivere "mi piace" su facebook, condividere su Google +: evidentemente non viene considerato futile servirsi dei social networks.)
      Al punto di arrivare prima a promuovere un seminario e poi apporvi, in pratica, una errata corrige-offendendo al contempo due sue ricercatrici, i.e. docenti che la facoltà stessa ha selezionato-e quindi offendendo anche se stessa, in pratica. .
      E questo è quanto, non si può addolcire.
      Per il resto possiamo solo richiamare l'articolo 33 della nostra Costituzione e la "fede" (ingenua) nella "Academic freedom".

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  11. Non avrò il tempo di scrivere prima di stasera (spero) quanto mi sembra da ribattere e aggiungere: non mancherò.

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  12. Non più tardi di 2000 anni fa un certo Signor Jesus Christ Superstar disse “Lasciate che i bambini vengano a me”. Fu crocifisso!
    Pensate: un’intera scolaresca che per tre ore di seguito corre dietro i ragionamenti lineari e limpidi di un diversamente Accademico. Ma stiamo scherzando?!
    Ecco la paura dove si annida, lì dove c’è la possibilità che le nuove leve possano vederla sin dall’inizio in modo diverso crescendo con una mentalità diversa.

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  13. Il punto, Gigi (e Pierluigi) non è se un seminario si tenga sui Beatles o su Bach, ma dove lo si tenga e chi sia invitato a tenerlo. Se dei Beatles si parla in un conservatorio o anche in un dipartimento di storia o scienze sociali o letteratura o scuola di moda (in effetti i Beatles incrociano, volendo, molti interessi, … anche quelli delle accademie per parrucchieri), non ci sarà nulla di strano; se gli organizzatori fossero invece dei fisici nucleari, allora sì verrebbe da chiedersi come gestiscano i loro fondi, che parlino dei Beatles o anche di Bach.
    Capita, ovviamente, che ricercatori lontani da una certa materia si trovino invece a trattarla per qualche aggancio trovato con la loro, più o meno stretto. Allora possono servirsi di quanto su quella materia è pacificamente convenuto, e in questo caso nessuno muoverà loro accuse di indebiti scantonamenti. Potrebbero però, viceversa, servirsi di teorie su quella materia che non sono pacificamente convenute, e allora entrerebbero nel terreno delicato che espone alle suddette accuse (di indebiti scantonamenti), terreno su cui dovrebbero muoversi con molta attenzione quanto perlomeno (quando ciò bastasse) alla corretta informazione sulle contestazioni mosse a quelle teorie, informazione che acquieti e rassicuri preventivamente quegli altri ricercatori del medesimo consesso accademico-universitario aventi strettamente causa (ho detto “quando ciò bastasse” perché potrebbero volersi abbracciare teorie tanto devianti, a giudizio dei ricercatori di quel consesso più competenti per la materia, per cui nessuna informazione intorno ad esse potrebbe mai acquietare e rassicurare rispetto al loro venire comunque divulgate e avallate in quel contesto; valga l’esempio del terapeuta-guaritore nel dipartimento di letteratura riportato nel mio precedente commento in questo post).
    Sottolineato, a questo punto, come io non stia affatto dicendo, con questi interventi, che non ci sia ogni sorta di boicottaggio contro la diffusione e la seria considerazione dei lavori di Gigi Sanna e (più colpevolmente, se possibile)degli stessi documenti da lui pubblicati (boicottaggio che nel caso di cui discutiamo, il seminario “rinviato”, si può mostrare però nei panni delle normali dinamiche, in situazioni certo delicate, tra le diverse branche del sapere universitario), vorrei motivare adesso perché questo episodio mi renda alla fine contento, se non felice (e grato alle colleghe che sarebbero intervenute nei seminari).

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  14. I lavori di Gigi Sanna e la seria considerazione dei reperti-documenti da lui pubblicati (ma anche, sostanzialmente, di reperti-documenti ufficiali e datati com’è la navicella di Teti) vengono abitualmente liquidati dagli accademici sardi, coloro che hanno pressoché il monopolio anche internazionale sullo studio dell’antichità in Sardegna. Ciononostante in una facoltà di una università sarda ricercatori stimati e apprezzati, pur di tutt’altra disciplina (come ampiamente sottolineato), hanno accostato, a partire comunque da loro interessi di ricerca, le tesi del Professor Sanna (tutt’uno con i suddetti reperti-documenti) e le hanno trovate così consistenti da arrischiarsi ad esporle comunque (e non per la prima volta) nelle sedi pubbliche del loro ateneo. Archeologi, storici ed epigrafisti delle nostre università (consideriamoli per ora un tutt’uno indistinto) hanno mosso perché i nuovi seminari venissero “rinviati”. Ora tutto questo è, nella sostanza, alla luce del sole. Che conclusioni se ne vorranno trarre? Io spero che all’azione che ha portato a questo “rinvio” riesca a seguire una reazione uguale e contraria, che magari l’opinione pubblica possa agevolare, volta a pretendere finalmente dall’accademia sarda la seria e trasparente considerazione dei lavori di Gigi Sanna e dei documenti-reperti da lui pubblicati. Non si è trattato, qui, di archeomatti della notte o della domenica che è facile accusare di abboccare a qualsiasi amo: se gli orientamenti di ricercatori di una nostra università si scontrano contro le convinzioni degli accademici che restano le autorità sulla materia (e tale autorità, appunto, impongono), questi ricercatori per primi hanno il diritto di essere soddisfacentemente convinti dell’erroneità dei loro orientamenti; e questi accademici, membri dello stesso consesso, hanno vie più il dovere di essere chiari e trasparenti. Si sporchino le mani, allora, nel confronto con i documenti sollevati da Gigi Sanna (senza girare al largo come nel saggio del 2012 del Prof. Zucca, quantomeno criticabile, fin dalla sua uscita, come pietra tombale sull’argomento), e non abbiano ritegno a chiamare in causa colleghi di altre università. Se mai è stato chiaro che sulla materia c’è bisogno di un serio e trasparente impegno degli studiosi accreditati, questo incidente deve sottolinearne a tutti l’improcrastinabile urgenza.
    Questo incidente, volevo dire, è per sé normale. Non è normale, certamente, quello che va succedendo da un pezzo; per cui assistiamo ora al normale scoppio di un bubbone, del quale è possibile segua la benedetta disinfezione.
    Scambio volentieri i seminari previsti a Sassari (che qualcosa pazientemente avrebbero divulgato, come i precedenti, ma che ancora sarebbero stati fatti passare sotto silenzio fuori da quell’aula) con l’intrinseco scandalo di questo incidente, che chiama l’università a darsi e dare risposte chiare e convincenti.

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  15. Lo scandalo? Quale scandalo? Che un convegno venga rinviato? Niente scandali e silenzio ipocrita: il silenzio deve rimanere, deve imperare, ovvero l' assassino degli assassini. Siamo noi che abbiamo gridato (o ululato, 'con tremore' degli 'agnelli') allo scandalo e stiamo facendo casino perché l'azione che è stata commessa è del tutto insolita, assurda, cretina e vigliacca. Organizzata da vigliacchi e imposta da vigliacchi ricattatori. Questo lo capisci o no, caro Francesco: che nessuno e niente doveva far aprir becco su quel seminario approvato e legittimato da una intera facoltà? E lo capisci (o devo sottolineare la tua ingenuità) che l'Università ha perso un'occasione per mostrare un volto nuovo e capacità di recupero dialettico? Lascia perdere tutta la filosofia (che è poi quella dell'untore) sul come, quando e perché devono ritenersi legittimi i Seminari e veniamo al sodo. Cosa impediva agli archeologi epigrafisti della Domenica e invece autoproclamatisi epigrafisti di vaglia, di 'contestare' il sottoscritto; soprattutto in considerazione del fatto che c'erano non degli sprovveduti ad ascoltarmi (professori ed alunni di scuole dove si insegna anche la storia della scrittura) ma persone che avrebbero potuto capire di più proprio da un confronto sano, garbato e dialetticamente costruttivo? Il 'bubbone', come lo chiami tu, poteva essere curato in tre settimane. E delle due l'una: o sarebbero tornati nelle loro aule con la coda tra le gambe e meno arroganti i negazionisti oppure il sottoscritto, davvero 'cialtrone', scientificamente cialtrone, non avrebbe più potuto mettere piede in una sala deputata quasi alla 'sacralità' della ricerca scientifica. E invece? Invece, caro Francesco? Cosa si rimanda mai? Si rimanda a data da destinarsi un seminario (un intero corso accelerato sull'argomento scrittura nuragica) che non vedrà mai la luce e che mai, data la pericolosità degli argomenti e il ' nuovo' non sotto controllo e non addomesticabile, sarà vagliato per 'risposte chiare e convincenti'

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    1. "Rimandare"è già un 'ìipocrisia perché in realtà è"annullare".Gigi,hanno paura,tanta paura.Sono combattuta da 2 sentimenti:rabbia,indignazione ed una grande pena per questa specie di uomini.

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  16. E poi? Risposte da parte di chi? Di chi come il D'Oriano dall'ignoranza abissale, mai vista, ritiene i documenti nuragici 'maldestre imitazioni' del fenicio da parte di Sardi che scrivevano e non comprendevano? O di chi come il comico Paolo Benito Serra che legge i sigilli di Tzricotu con le lettere ugaritiche capovolte? O di chi come lo Stiglitz che scambia MERDEN per SHERDEN e pasticcia su di una espressione etrusca sepolcrale facendola diventare un nome di persona? O di chi come il Bernardini (quello che mi chiamò 'cialtrone': guarda un po' tu che persona dabbene) che commenta uno spillone nuragico scritto in maniera così orrenda e zoticona che si prende l'accusa pubblica di asino da parte di un collega? O di chi come Raimondo Zucca che interpreta in libertà parole semitiche e pittogrammi di serpenti per lettere latine e ti parla addirittura di un Sextus Nipius padrone di navicellle? O del club di coloro (non vale proprio citarli) che si ostinano a vedere in Aidu Entos i 'diritti degli Iliesi' al posto della 'Luce di ILI'? E vedono e giurano per una C romana al posto di una 'he' nuragica gigantesca , ripetuta e quasi inflazionata? O di chi come il Pittau che vede lettere inusuali e parla, prendendo per i fondelli l'altrui intelligenza, di segni accidentali fatti da chiodi dentro un sacco? Ma devo continuare sugli archeologi epigrafisti della domenica che dovrebbero dare le tue 'risposte chiare e convincenti'. Con quali ' scienza' si possono permettere di darle? Pensiamo davvero che loro possano essere l'autorità? Loro forse possono pronunciarsi sui 300 documenti della scrittura nuragica per tentare di capire i quali ho speso quasi un giorno su tre della mia vita? Loro possono decretare 'finalmente' se la dott. Maria Rita Piras e la dott. Nuvoli sono vittime di cialtroni? E se non sono in grado loro, chi può farlo? Da fuori, senza pregiudizi e e settarismo? Ma pensi che un Wimmer sia il meglio per avviare dialetticamente un discorso scientifico alla pari dove lui dice e io dico? E pensi davvero che il club degli epigrafisti della domenica si farà spodestare, quanto a giudizi scientifici, da 'sos istranzos', comicamente indipendentisti' per come si deve grigliare il terreno di scavo? E allora? Te lo dico subito. Se coloro degli archeologi che davvero sanno e capiscono il 'clima' di reazione, di ottusa 'negazione', non intervengono (ma io per ora non ne vedo uno) non avanzeremo di un millimetro. E' triste dirlo ma è così. E ci vorrà un'altra generazione di studiosi che ammettano (almeno questo) che le centinaia di documenti scritti che si sono trovati e quelli che via via si troveranno (e che pubblicheremo) sono una cosa seria e che parlare all'Università di essi è utile e quanto mai doveroso.

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  17. Beh, sì, Gigi, se nessuna autorità contemporanea sull’orbe terracqueo può giudicare i tuoi articoli e i reperti che ne sono l’oggetto (colpa mia che non l’avevo capito), tocca davvero puntare a lasciare tutto in ordine per il giudizio, fiduciosamente all’altezza, di future generazioni, senza farsi prendere lungo il lavoro da facili entusiasmi (o anche sì, ma allora nell’intimo).
    Ritiro quindi la mia senz’altro ingenua contentezza, e intanto che arrivano queste future generazioni vedrò di volgerla, meglio, a qualcosa di più adatto (non so, a un dolce, per cominciare; o, come avrebbe detto Gaber, a uno shampoo).

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    1. Dici bene: future generazioni, che guarda caso sono quelle che potenzialmente avrebbero assistito al seminario sassarese.

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    2. Non a caso si chiama "seminario".

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  18. No, non è che non 'possa'. Caspita se può! Può ma non lo fa. Per tutti gli infiniti impedimenti, quelli che anche tu conosci, che fanno sì' che nessuno parli . Io ti ho fatto nomi e cognomi (esponendomi al solito anche al rancore altrui per la mia schiettezza) e cioè quello degli epigrafisti che in un modo o nell'altro scrivono e si pronunciano su questioni epigrafiche riguardanti il 'nuragico'. Questi non possono decretare autorevolmente, per manifesta incapacità, se quello che io dico e scrivo è legittimo portarlo in una Aula Magna dell'Università. Ma bada che non sono tanto assurdo e ridicolo da dire che nessuno, né in Sardegna né altrove mi possa giudicare. Ma se c'è si faccia avanti e non sparandola grossa su tutto e agendo 'pro parte' come ha fatto, quasi con insulto alla nostra intelligenza, Raimondo Zucca ( e vedo che anche tu sei d'accordo sul valore zero di quel saggio). Pretendo 'umilmente' che mi/ci si risponda punto su punto su ciò che ho detto e scritto. Lo pretendo perché io lo faccio. Vedi, per farti un esempio, il sottoscritto ha sostenuto da poco, con degli articoli non certo brevi e mirati, che la Fadda e il Madau sbagliavano, ma ho articolato bene il perché. Tu hai notato delle risposte loro o di altri 'chiare e convincenti'? Hai letto forse 'giudizi' scritti? Niente di niente. Ora, pensala pure come vuoi, ma è così. E c'è poco da fare ironia gratuita. Perché la storia delle scoperte sulla scrittura circa i tempi lunghissimi dell'approvazione e della 'legittimazione' è sempre uguale. Te l'ho detto tante volte, ormai! Gli 'esperti' hanno perseguitato il grandissimo Ventris anche da morto sul suo stranissimo e quasi strambo greco scritto miceneo, figurarsi cosa può capitare ad un frillo come il sottoscritto! Pensaci bene. Tu allora obbietti: 'e nel 'mentre' che si fa? Semplicemente quello che ha fatto Aba con il suo magnifico post di stamane e quello che faremo io e Sandro sui documenti di 'replica' pubblicati solo per immagine. Fregarsene e andare avanti. Dire, mostrare, proporre. Non fermarsi per le scontate piccinerie di un piccolo mondo. Andiamo avanti e studiamo, per quanto possiamo e come possiamo, parlando magari in una stalla o uno scantinato ma nel contempo nell'Aula Magna più grande del mondo. Davvero la più grande e, in fondo, la più capace di legittimare. Tu, se vuoi, pensa pure al dolce. Che però so di certo che ti sarà amaro.

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  19. Già. E quel 'seme' proprio non lo si vuole. Si preferiscono i semi che possono dare anche dei frutti, ma sempre quelli, perlopiù senza vigore e sapore, che cadono senza che nessuno li raccolga.

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  20. A Praga, nel 1968, pare che ci sia stata una rivoluzione, di quelle morbide morbide, tanto che fu chiamata Primavera. Ricordo ancora la vignetta in cui un impiegato comprò il giornale e lo leggeva per strada, mentre si recava al lavoro. Inciampò in un tank che il compagno Kruscev mandò nottetempo e, per l'accaduto, maledisse se stesso perché aveva il vizio di iniziare la lettura dalle notizie sportive.
    La stessa cosa è capitata a me questa sera: assente da tre giorni, ho cominciato a leggere la posta, ma non dal fondo dove riposava quella dei giorni precedenti, bensì dall'alto, le ultime arrivate. Così ho commentato una foto di Gigi su fb, pensando che Gigi si volesse dare la carica per l'imminente appuntamento sassarese: ANDIAMO AVANTI, appunto, si diceva.
    Quando ho aperto il blog, ho letto il post di Sandro e mi è venuto in mente subito che il nostro amico avesse scoperto che la divinità, quella nostra nuragica, twittasse come Renzi, ma in aramaico,ed è per questo che non riusciamo a capire i messaggi.
    Dal primo commento ho capito cosa mai è successo all'Università di Sassari: mi sono cascate le braccia immediatamente, ma le ho riprese al volo così ho seguitato a scorrere col dito sulla rotella del mouse, finché mi sono ricascate le braccia quando ho letto il commento di Francesco Masia: non te lo mando a dire per vie traverse, caro Francesco, quanto mi hanno deluso le tue specificazioni, come se l'argomento fosse il sesso degli angeli, una cosa da domenica pomeriggio quando è finito il campionato. Per far comprendere, e perché si avesse un minimo di legale comprensione verso chi ha stoppato il convegno (ché, come dici e ripeti, le sue ragioni, anche se non tanto buone, certamente le avrà): a quel punto, lo confesso senza pudore, ho stretto le gambe perché a cascare a terra non erano più le solite braccia, che comunque cercavo difensivamente di tenere conserte.
    Ora, tu sei un amico vero e sei troppo intelligente per cascare in un equivoco banale, dove le cose, dice Aba, sono spoglie di sottigliezze e chiare come l'alba: cosa vuoi che faccia un Gigi Sanna, e chiunque altro guerriero al suo posto, a combattere una battaglia pro veritate, quando l'avversario scappa, si nasconde, al massimo gli rotola un masso sulla strada che sta percorrendo?
    Forse che gli specialisti veri degli ospedali e delle Università non hanno smerdato a più riprese con prove cliniche e anche nei tribunali i vari inventori di fantasiose cure antitumore?
    Hanno forse letture e interpretazioni alternative alle scritte sulle centinaia di reperti ad oggi acquisiti, tali che non offendano anche il mio e il tuo buonsenso?
    Se scrivo queste cose, capisci che non ho capito cosa pensi, aldilà dei ragionamenti da gesuita (che per altro ammiro, i Gesuiti non i tuoi ragionamenti!)?
    E se ti sei messo in attesa, più o meno come il cinese del proverbio, cerca di restare a galla e ricorda che anche il cadavere del tuo peggior nemico puzza terribilmente e non è uno spettacolo gradevole.
    Sono sicuro che hai altro di meglio da fare.

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  21. Bravo signor Francu,anche a me lo scritto del signor Francesco è sembrato incomprensibile ma non ho osato scriverlo anche perché,ha ragione,è un amico del blog.Però,ha visto,si è ravveduto ed ha capito .L'importante,in questo momento,che tutti si solidarizzi con Gigi,il grande Gigi. Gigi devo confessare che, per ora ,faveddo pacu pacu su sardu appustisi leghende,leghende imparo gli scritti nuragici.

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    1. Francesco non è solo un amico del blog, io lo considero un amico personale, tra i pochi che annovero.
      E, guarda un poco, mentre io leggevo i suoi commenti di qua, egli scriveva qualcosa di molto diverso su altro blog, con coraggio anche, perché i post e i commenti di rafforzo sono (mi sembrano) così spudoratamente falsi e ripetitivi che mi fanno incaponire almeno quanto il discorso del Benito dal balcone di Piazza Venezia: "Italiani, l'ora ....". In più, oggi i discorsi sono ripetuti da sbiadite fotocopie dei potentati.

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  22. Bada cara Grazia che io capisco ( o meglio, forse capisco e giustifico un po' più di Franco Pilloni ) perché Francesco ha pubblicato quei 'strani' post. Non lo fa da oggi, se avete notato. Il suo pensiero, grosso modo, mi sembra essere questo: se appoggiamo Gigi Sanna in maniera troppo smaccata e diamo il torto sempre agli 'altri', se non facciamo vedere che lo critichiamo e quasi per ogni cosa, se non mostriamo che gli facciamo le bucce da 'teste pensanti' e libere, rischiamo di recargli un grave danno e di non contribuire minimamente alla causa a cui teniamo. Insomma dobbiamo lodarlo e dobbiamo lodare le sue azioni il meno possibile, stare quasi 'equidistanti'. Niente cicì e cocò. Credo che lì volesse palrare Fracesco anche per la questione del seminario sassarese. Francesco non fa mistero che gradirebbe tanto una specie di armistizio, perché altrimenti le cose non vanno avanti. E non posso dargli addosso per questa sua strategia di 'sa manu tenta' dove ti dice a chiare lettere o tra le righe che è dalla tua parte ma, proprio perché lo è, bisogna stare attenti a come essa può avere la meglio. Il muro contro muro non servirebbe e bisogna in qualche modo 'giustificare' anche gli altri, soprattutto quando, a suo giudizio, forse non hanno tutto il torto. Il fatto è però che quelli a cui tende, 'obtorto collo', la mano subito la respingono e se ne fregano del buono e del giusto. Se ne fregano facendo anche le più sonore pernacchie. Perché sono pochissimi ma determinatissimi delinquenti. Sono quelli guidati da un pazzo criminale, da uno psicopatico da arrestare e poi ricoverare. Quel brutto ceffo, amante della sua grammatica ripetitiva che adesso, in un delirio di potenza, attacca tutto e tutti, alza il tiro al massimo grado, che 'bela' e che 'ulula' nello stesso tempo. E ciò perché si sente via via scaricato ('nessuno ci mette la faccia') dai fedelissimi, oggi spaventati e terrorizzati ma prima arcicontenti e baldanzosi perché illusi di poter usare la penna goliardica di uno svitato). Quei pochissimi rimasti con lui se ne fregano delle filosofie. Hanno un ombrello molto comodo (per ora) e pertanto un Francesco 'filosofo' e discettante sul seminario sassarese mica lo cagano. L'unica filosofia che conta è quella dell'annientamento dell'avversario 'politico' antigiacobino e magari di chi non va loro a genio sul piano personale . Ora, Francesco è testardo, non capisce d'esserlo, va per la sua 'stramba' strada e per quanto succedano delle cose terrificanti e mai viste in tutto il mondo ( l'annullamento e non certo il 'rimando' di un seminario scientifico) fa ancora il 'falso occhiolino' che rischia, ingenuo com'è, di dar fastidio a chi vede le cose per quello che sono, con sano e doveroso 'realismo'.

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  23. Quando si annuncia che si manifesterà una sfida contro i divieti di un’autorità, un’autorità che come tale ha il potere di contrastare quella manifestazione, ci sono due possibilità: o la manifestazione si tiene, e per sé rappresenterà un colpo più o meno efficace contro quei divieti, oppure viene bloccata, e il colpo sarà allora proporzionale allo scandalo che questo blocco, questa censura, saprà suscitare. Se la sfida è mossa da sconosciuti che non sono riusciti a diffondere le loro ragioni non ci sarà scandalo; al contrario lo scandalo ci sarà, e tanto più importante, quanto più importanti e autorevoli quelli che hanno mosso la sfida, e quanto meglio saranno riusciti a diffondere le loro ragioni.
    Quel che cerco di dire, fin dall’inizio, è che lo scandalo non risiede nell’esercizio di quella autorità, che resta legittimata a vigilare sulle proprie prerogative (come è anche suo compito). Lo scandalo (uno scandalo mancato, se i più non lo vedono e non vengono aiutati a vederlo) risiede in quello specifico divieto infranto, nei suoi presupposti, in quello che nasconde.
    Non attaccatemi se l’esempio che avanzo ha al centro (a differenza del nostro caso) un reato: se Pannella annuncia che distribuirà e fumerà spinelli in piazza, mette nel conto che potranno fermarlo, anzi vuole che questo faccia ancor più parlare della sua iniziativa, che faccia scandalo; ma lo scandalo che vuole aiutare a leggere non risiede certo nel fatto che l’autorità eserciti i suoi compiti, quanto nella legge specifica, nel divieto contro cui si batte, che vuole venga riconsiderato, rianalizzato. Non chiede di poter fumare e distribuire spinelli in piazza perché è parlamentare, perché fa politica, perché è una manifestazione di impegno civile, perché afferma un pensiero che non può essere coartato: cerca lo scandalo che metta al centro quel divieto, non l’illiberalità dell’autorità che inibisce la manifestazione (facendola, così, riuscire meglio).
    Il divieto, per noi, riguarda il considerare serie e onorabili le tesi del Prof. Sanna e i reperti su cui poggiano, divieto che chiediamo venga riconsiderato e meglio motivato; perché il pronunciamento scritto nel merito (quello che, stando almeno alla traduzione volgarmente impiegata dagli stessi accademici, liquiderebbe tutto come corbellerie) resta quello del Prof. Zucca dell’inizio del 2013 (saggio contro le tesi sulla scrittura nuragica, perlomeno discutibile: quasi tutto è falso, posto che non è databile o non lo si è datato, perché nella storia –grazie– ci sono stati altri falsi; e quel che non è falso è successivo al nuragico, anche se non è databile o non lo si è datato, perché solo ex oriente, a nuragico tramontato, … ecc.), mentre è del Novembre 2013 la comunicazione degli esami effettuati sulla navicella fittile e scritta di Teti (come caduta nel vuoto) e nell’Aprile del 2015 l’archeologo Giovanni Ugas, del tutto indipendentemente da Gigi Sanna, parla di 60 documenti di scrittura nuragica (per non allargare il discorso alla sopravvenuta indiretta datazione delle statue di Monte Prama, e per non sembrare marziani a desiderare che finalmente qualcuno competente nella crittografia amunica studi gli scarabei “egittizzanti” del nuragico).
    Quindi i nostri accademici archeologi, storici ed epigrafisti esercitino doverosamente la loro autorità, ma davanti allo scandalo, se questo scandalo riusciamo a spiegare (ricercatori nella nostra università stavano sfidando il loro divieto, evidentemente in scienza e coscienza lo considerano non adeguatamente fondato), si decidano a riprendere la loro autorevolezza con giudizi più convincenti e analitici, migliorino la loro comunicazione, non parlino in giro di squalifiche internazionali senza mai (mi risulta) citare una fonte; magari lo chiamassero in causa, con la modestia che ci vuole, un giudizio internazionale.

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  24. Non so, Francu, quanto sia (io, nel mio ragionare) gesuitico, ma è un fatto che l’Università (e quella di Sassari tra non poche altre) con i gesuiti c’entra molto (senza rifarmi a un benvolere verso il papa, nostro omonimo, pure gesuita).
    Infine, ho espresso in pratica che compito, prerogativa, dovere dell’autorità universitaria è anche (“vigilare su” e, nel caso,) ostacolare l’ingresso e con esso il rischio di legittimazione nell’università di corbellerie, magari pericolose: se quando dico questo ricalco uno dei pensieri su cui diversamente ricama l’untore (blog redivivo che sono tornato a leggere, dalla sua chiusura, solo ieri notte) non mi spavento; qualcosa di sensato, è evidente, la diranno anche loro, o non sarebbero seguiti proprio da nessuno. Ho ribadito che si tratta di discutere sul divieto fondato sul giudizio di corbellerie (giudizio che invece non pare affatto adeguatamente fondato a molti, con questo scandalo magari a troppi).
    Discutere sul giudizio eventualmente allegato di pericolosità, rispetto a tali presunte corbellerie, ci porterebbe (lo sappiamo) troppo lontano, temo infruttuosamente.

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  25. Ho fatto bene,allora, a non esternare la mia perplessità sul discorso del signor Masia.Ad ogni modo,di fronte ai negazionisti,non ho nessuna comprensione e,sopratutto,provo un senso di fastidio verso l'ipocrisia del rimandare quando si sa benissimo che non si rimanda ma si annulla perché la scrittura nuragiga non deve esistere.Spero che il signor Masia mi scusi e soprattutto scusi la mia impulsività.

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