mercoledì 17 febbraio 2016

RF. Come gli studiosi leggono le 'sigle' della 'religio' dei Sardi. L'invocazione al Sardus Pater 'Salvatore' dell'ipogeo di Cabras.

9 commenti:

  1. Complimenti alla redazione del Blog. Caro Franco Laner, non ci sarà per caso scritto ROBERTO FARIGU o REMIGIO FENU o RINALDO (+) FRANCA (si amano)? Non avranno fatto fessi, i buontemponi delle sigle delle scogliere, gli studiosi tutti di 'Africa Romana' e A. Donati e R. Zucca? RF = guarisci non sarà una bufala? Una corbelleria di fantaepigrafisti?

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  2. Naturalmente io non sono d'accordo per nulla su quella interpretazione. Quella in didascalia. Non c'entra nulla il punico come lingua. C'entra invece il nuragico che ha usato nella scrittura (a parte qualche vocabolo rintracciabile qui e là nelle iscrizioni) sempre il semitico. Non mi stancherò mai di far notare che il quadro storico della Sardegna è radicalmente cambiato. Non c'entrano nulla i Fenici, né c'entrano ancor meno i punici. C'entrano invece nella scrittura e nella lingua sempre e sempre i sardi nuragici. Solo essi. Parlavano quasi tutti il sardo -latino indoeuropeo ma scrivevano (e spesso parlavano) in semitico.

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    1. Mi puoi dire Luigi cosa posso leggere per conoscere meglio(a dire il vero per sapere,perchè su quello che scrivi,sono al buio)la storia del popolo sardo?Grazie,salüi a tütti

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    2. Non saprei cosa consigliarti. Dovrei consigliarti i miei testi. Ma sono quasi tutti monografici (cioè trattano di un tema specifico. Mancano in Sardegna testi di divulgazione aggiornati sulla storia della Sardegna. E non è un caso. Ma forse ti potrebbero aiutare i testi di Francesco Cesare Casula che è l'unico storico accademico che si sia degnato di scrivere una storia completa della Sardegna. E qualcosa, senza pretese, puoi ottener con l'altro di Casula e cioè Francesco (e non Cesare). Per quanto riguarda il tema specifico della scrittura ti potrebbe aiutare 'La stele di Nora' che ha anche la traduzione in inglese di Aba Losi. L'ideale sarebbe seguire uno dei miei corsi annuali di epigrafia nuragica che tengo ad Oristano. Il sesto inizierà, Dio volendo, alla fine di Msrzo. Ma un corso 'accelerato' terrò a Olmedo o a Sassari. Fra non molto lo comunicherò nei dettagli. Io non so dove tu abiti. Se presso Oristano o Sassari potresti approfittarne. E infine ti dico che, se hai pazienza, l'editrice PTM di Mogoro tra non molto darà alle stampe il mio 'Introduzione allo studio della scrittura nuragica'. E' un libro che ho pensato ( e finalmente sono riuscito a concludere) proprio per coloro che per la prima volta si accostano ad una tematica e a una problematica che ormai ha più di venti anni.

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    3. Ciao Thor, io riterrei consigliabile (e sono curioso di come potrebbe giudicarsi qui il consiglio) anche la snella opera di Omar Onnis “La Sardegna e i Sardi nel tempo” (Edizioni Arkadia, 2015, 16 Euro; 274 pagine, metà circa delle quali sono dedicate, in parallelo, alla storia del resto del mondo). Apprezzabile perché: inserisce la storia della Sardegna nella storia dei popoli del Mediterraneo, in modo divulgativo; perché è corredato di una vasta bibliografia, periodo per periodo (dalla preistoria); perché alla lettura di Giulio Cesare Casula di una continuità in pratica armoniosa tra regno di Sardegna e regno d’Italia (a riscattare il buio spagnolo col riconnettersi alle radici italiane reperibili nel periodo giudicale) contrappone argomentatamente una lettura che rivaluta la dignità del regno di Sardegna sotto la corona di Spagna e critica la repressione delle autonomie sarde operata dai piemontesi (come poi si ripeté nei confronti del Mezzogiorno con l’annessione al regno d’Italia), introducendo al filone degli studi postcoloniali che tanto ci riguarderebbe (nonostante la nostra complessivamente beata indifferenza).

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    4. Sarebbe bene attenersi al tema. Se poi qualcuno vuole scrivere un articolo sulla storiografia circa il Regno di Sardegna sarei felicissimo di leggerlo. Come forse sarebbero felicissimi Francesco Cesare Casula e Omar Onnis Qui si sta parlando di 'sigle' che non sono sigle. Con un esempio che demolisce nella sua semplicità ipotesi di arruffoni presuntuosi quanto ignoranti che non rispettano le ricerche e gli studi altrui . C'entra RF e la lingua semitica nuragica. Diamoci una regolata, possibilmente definitiva, altrimenti ognuno qui può entrare e dire quello che vuole. E gli articoli lasciano il tempo che trovano e non vengono approfonditi.

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    5. Grazie Francesco ho molti libri sulla storia sarda ma comprerò il libro che mi consigli.Ora sono fortemente interessato alla scrittura nuragica da quando seguo il blog maimoni e prima montiprama,ma ho bisogno di un libro che mi spieghi bene la lingua semitica nuragica.Cercherò i tuoi libri e spero di riuscire a seguire uno dei tuoi corsi se mi sarà possibile non tanto per la distanza(sono di carloforte)ma per il tempo a mia disposizione. Vi ringrazio tanto per la disponibilità è come si dice da noi "AGGUANTA DÜU"i castelli di carta stanno crollando.Rinnovo l'invito per una visita a carloforte dove i segni lasciati dai sardi sono ancora evidenti.....

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  3. Professore ero tentato di dare un aiutino ma mi son detto: che t’importa.
    L’avrei buttata sul ridicolo, benché la battuta contenesse in rebus la soluzione.
    Certo è che se il bilittero fosse stato un trilittero, ad esempio RFL e magari con accostata una C, qualcuno avrebbe dedotto che la scritta fosse di un fan di Raffaella Carrà. Al di là della battuta però gli avrei offerto la soluzione almeno per quanto riguarda il significato di quel BF.
    Certo è che fermarsi ai Fenici passando per i Punici è un po’ riduttivo per quel vocabolo, tenuto conto che già nell’antico testamento si parla dell’Arcangelo Raffaele, ossia “Rapha’ ēl” col significato di “medicina di Dio” o “Dio guarisce”. E guarda di nuovo il caso, c’entra ancora una volta l’ebraico biblico.

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  4. Lo vedremo ancora, come ben sai, quel RF biblico accompagnato dal greco. Hai notato una cosa. Ora che ho postato il documento per fare un semplicissimo esempio tutti zitti. Zitti zittissimi. Già se RF non è una sigla e lo dice il papa che non lo è, allora tutti ordinati e coperti. Che squallore. Il fatto è che ai più non piace dialogare, confrontarsi. Piace solo malignare e chiacchierare. Chiacchierare e ancora chiacchierare! Mai fare, mai applicarsi, mai studiare, mai sudare quando c'è da sudare! Che pena, che superficialità!

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