domenica 9 ottobre 2016

Tenidende rispettu comente a “pitsinna-giana” de su tempus nostru

di Sandro Angei



   Già: tenidende rispettu… questo è l’accorato appello di Pietro Pes a tutti noi.


   Ieri assieme al Prof. Sanna abbiamo effettuato un proficuo sopralluogo presso Santa Caterina di Pittinuri.
   Arriviamo a metà pomeriggio davanti alla chiesa di Santa Caterina e visioniamo attentamente i quattro menhir messi a semicircolo davanti ad essa; constatiamo che tutti hanno quattro concavità quadrangolari.
   Affianco ad uno dei menhir c’è un cartello informativo che indica la località di Oragiana quale luogo di origine dei pietroni. Il prof. Sanna ancora scettico storce il naso e nel frattempo, dopo attenta osservazione, individua un particolare sul menhir oggetto del suo recente articolo: ” Una antichissima ‘lettera a forcella’ e un betilo da Santa Caterina di Pitinuri . Di chi sarà mai quel ‘coso’ scritto! E perché presso la chiesetta. Indovinate un po’!," che potrebbe arricchire la formula sacra scribale: quella che i nostri volenterosi lettori tentano di decifrare.
   La chiesa di Santa Caterina è ancora chiusa; in attesa della sua apertura cerchiamo qualche informazione nel vicinato. La provvidenza vuole che proprio vicino alla chiesetta abiti la figlia del Prof. Pietro Pes, che fu archeologo assistente di Giovanni Lilliu. La signora ci accoglie con simpatia, tanto che da lei otteniamo molte informazioni e delle fotografie che possiamo qui mostrare, a testimonianza del trasporto di quei menhir dalla località Oragiana ad opera proprio del Porf. Pietro Pes nel lontano1957. I menhir furono prelevati da Oragiana, per temuto pericolo di trafugamento, per essere posati davanti alla chiesa di Santa Caterina.

 località Oragiana anno 1957

Santa Caterina di Pittinuri anno 1957
fotografie gentilmente concesse dalla Signora Pes

   In fine, lasciata la Signora Pes, entriamo in chiesa per verificare la presenza o meno di quel particolare doppio muro che una nostra lettrice ci ha indicato. Nulla riusciamo a individuare, né l’anziano parroco è a conoscenza di questo particolare; per tanto, comunque appagati dall’inaspettato incontro e dalle molte notizie apprese, rientriamo ad Oristano.

18 commenti:

  1. Un sincero grazie alla Signora Pes per la generosità cui dobbiamo queste belle foto e le notizie chiarificatrici per la nostra discussione. È sempre bello quando diventiamo altro che dita su una tastiera e ci troviamo, magari insieme, a contatto con le cose di cui parliamo, nonché con le persone per le quali, in fondo, continuiamo a ragionare sui nostri argomenti.
    Ogni cosa a suo tempo, per il resto: aspetteremo con pazienza di sapere cosa altro abbia notato Gigi sulla sul betilo col segno a forcella.

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    1. In che senso "nonché con le persone per le quali" , forse volevi dire "nonché con le persone con le quali"? altrimenti non capisco il senso

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    2. Ci sono tre elementi che Sandro e Gigi hanno incontrato lontano dalla tastiera (a questi, almeno, pensavo): uno è l'oggetto (il betile, i betili, la chiesetta, ecc.); un'altro è il compagno di ragionamenti (per Sandro Gigi, per Gigi Sandro); un altro è la Signora Pes.
      Alla bellezza del ritrovarsi tra compagni di ragionamenti ho fatto cenno in quell'inciso, tra virgole, "magari insieme".
      Quindi quel passaggio che è risultato oscuro (mi dispiace, non era mia intenzione giocare a fare lo scriba) era riferito alla Signora Pes: un modello, nell'occasione, delle "persone per le quali, in fondo, continuiamo a ragionare sui nostri argomenti". O almeno lo facciamo per loro in teoria, visto che seguirci qui, articolo per articolo e commento per commento, non possiamo dirlo proprio agevole per tutti.
      Se volessimo ancora puntualizzare, poi, immagino potremmo trovarci in disaccordo su chi sarebbero questi "loro" per i quali (idealmente) scriveremmo: per qualcuno anzitutto i Sardi; per qualcuno indifferentemente i cittadini del mondo; per qualcuno ancora proprio nessuno, avendo in mente, meglio, solo princìpi astratti.
      Non sarà, spero, questione da approfondire oltre ;-)

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  2. Che fascino e che mistero in queste foto!

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  3. La scelta di disporli su di una semicirconferenza sarà stata suggerita da una analoga collocazione originale presso la T.d.G. o dettata soltanto dalla ricerca di un effetto scenografico? Forse, qualcuno potrebbe ancora ricordarselo.

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    1. E' una domanda alla quale è difficile dare una risposta precisa. Son passati ormai quasi 60 anni da allora e la provvidenza ci ha già dato una grosso e inaspettato aiuto.

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  4. Sì, chiamiamola providenza o, in termini più laici, sedere (o altro ancora). Uno vede una casa nei pressi della chiesa, una garage aperto e domanda sé c'è qualcuno. Nessuna risposta e si sale sopra, si bussa e da una vetrina esce fuori una donna che mi dice: buonasera professore! Già, perché Sandro non l'ha detto, ma ho bussato alla casa di una mia ex alunna. Quindi un 'sederissimo' inimmaginabile. E' partito un discorso struggnte per gli anni passati e quindi tutta la informazione da parte sella 'signora Pes' figli del prof. Pes.
    Ora, piccole o grandi informazioni a parte, il punto è quello di capire la simbologia e l'eventuale scrittura dei betili. Anche per la signora Pes quello (la lettera a forcella) potrebbe essere un segno antico ma su di esso nessuno ha mai detto 'ba' o 'bo'. Se il segno fosse una lettera (la yod insomma)come si lega essa ai quattro (non due, come erroneamente pensavo)fori del betilo e al betilo stesso? Se i fori fossero stati due avrei potuto pensare al 'toro, fallo due' di Y(h), alludente alla doppia luce . Ed essendo il betilo simbolo luminoso ‘casa di 'el' pensavo inoltre che il toponimo PIT (I)INUR -Y (BI/BET NUR Y) potesse darci una notevole mano per l'ermeneutica complessiva ). Ma così non è perché i betili sono di Oragiana e non di Santa Caterina: non preesistevano rispetto alla chiesa (se cristianizzazione c'è stata l'edificio di culto nuragico è scomparso o si trova nelle vicinanze ma non è dato dalla serie dei betili) e quindi sia 'nur' che 'y' non c'entravano, come ritenevo, con il betilo scritto. E allora? Bisogna 'leggere', per quanto si può, diversamente e riprendere il tutto alla luce dei dati acquisiti grazie alle informazioni della signora Pes.

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  5. Praticamente bisogna usare il contesto 'epigrafico' di Oragiana e solo quello per capire e non quello di santa Caterina. Bisogna vedere se si ottengono più informazioni ai fini simbologici ed epigrafici dalla tomba di giganti. Monumento che però, in quanto tale (una tomba), mi suggerisce un fine abbastanza chiaro circa la costruzione e l'elevazione dei betili (betili e non betilo, si badi bene). Se la serie dei betili fosse di sei e i fori in tutto 24 ciò potrebbe voler dire, su basi numerologiche abbastanza certe (sui multipli del nuragico), che il 12 ripetuto due volte, alluderebbe ai mesi lunari e solari. I betili disposti ai fianchi o tutto intorno alla tomba potrebbero alludere non alla 'guardia' del sepolcro come ipotizza il Lilliu parlando di vigili sentinelle, ma al sostegno fallico (il betilo) che i due dodici (sole e Luna, Padre e madre) danno al defunto 'gigante'. I fori non pervi, sui quali forse c'erano infisse delle corna (le corna come simbologia alludono sicuramente ai raggi luminosi) , vanno (andrebbero) letti tutti assieme. Questa lettura, solo ipotizzabile, la sostengo non astrattamente ma sulla base dei tre betili d Perdu Pes di Paulilatino nei quali i fori anch’essi con andamento quadrangolare sono rispettivamente due, quattro e sei e cioè 12. Dodici corna invece di ventiquattro. Ma in Perdu Pes il culto (secondo ciò che dice la pietra della capanna) è solo solare (beth shemesh korash: casa delle corna del sole) e non sembra lunare. Tuttavia va tenuto conto che i betili hanno natura numerologica riferita alle corna raggi solari. Nulla osta allora al pensare che il n° 24 possa intendersi come riferibile al 12 della simbologia luminosa doppia dei due astri. Ci sarebbero in Oragiana tutti e due gli astri assieme e non uno come in Perdu Pes. Ma il tutto, come si può vedere, è aleatorio perché non sappiamo (questo non lo abbiamo potuto sapere neanche dalla signora Pes) quanti in tutto fossero i betili. Penso però a una cosa: la informatrice di dice che furono portati a Santa Caterina per il timore che fossero danneggiati (per farne pietre per muretti a secco?) oppure asportati. Questo vorrebbe dire che in effetti i betili di Oragiana destavano seria preoccupazione perché forse qualcuno era già scomparso o era stato seriamente danneggiato. I betili quindi certamente non erano quattro: erano quelli (i sei?) che restavano dell'inizio del barbarico banchetto.
    E la 'lettera a forcella' , l'unica lettera dei quattro betili e presumibilmente dei sei, come si spiega? A questo punto devo dire francamente che non lo so. Un nostro abbaglio, anche se per tutti il segno può sembrare reale? Nessuna ‘lettera’ e nessuna ‘forcella’? Un ‘gramma’ senza significato del tempo?

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  6. Forse per deformazione professionale, non ho ritenuto casuale l’allineamento su di una semicirconferenza molto schiacciata dei 4 betili trasferiti, nel 1957, da Origiana al giardino della chiesa di Santa Caterina di Pittinuri (bellissima la foto documentaria con i due ragazzini e lo sfondo) . Soprattutto, tenendo conto che chi sopraintendeva alle operazioni non era un archeologo della domenica. Avendo poi avuto notizia del quinto che si trova ancora in sito, mi sono guardato intorno per trovare eventuali analogie con altri siti. Non lontano, in località Cubas di Dualchi, si trovano ancora in piedi 5 betili (anche qui 5 e non 6), disposti secondo la semicirconferenza o meglio il semiellisse delle fronti delle T.d.G., che infatti si trovano a pochi metri di distanza, appena ad est del nuraghe omonimo. Simbologia delle corna del toro. Segnalo una particolarità che certo piacerà a Sandro, pur con l’incertezza dovuta al mio occhio: il primo betilo posto ad ovest e il quinto posto ad est stanno grossomodo su un diametro o asse maggiore dell’ellisse, individuando la direzione degli equinozi.

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    1. Caro Ergian45 stavi per azzeccarci, ma hai sbagliato copia di betili, prova e verificare i betili 2°e 4°. Con questo non voglio dire che questo sia un orientamento intenzionale, ma sarà motivo di verifica.

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    2. L'allineamento dei betili 2° e 4°è davvero perfetto, almeno a giudicare dai miei potenti(??) mezzi.

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    3. Sei sicuro che non ci sia altro?!

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    4. C’è altro si! Tanto da poterci fare un articolo su equinozi, soltizi e… la stella del gigante. Non subito però, né prima di aver fatto un sopralluogo e rilevato qualche angolo.

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  7. Altro? Chi avesse avuto la pazienza di leggersi i due post collegati sui betili, potrebbe essere indotto a credere che, nei pressi di T.d.G., questi fossero spesso in numero di 5 e quando se ne spostino 4, 1 almeno rimanga. Sul modo, poi, di come fossero collocati ci sarebbe da scrivere per giorni o da farci qualche ricerca. Tuttavia, sul numero e sulle motivazioni dei rimasti non ci giurerei per le molteplici variabili in gioco e per la ricchezza di varianti locali, tipica dell’epoca nuragica. E, tra l’altro, prima di queste ricerche che per un Sardo saranno perfino ovvie, avrei escluso che una costante fosse proprio lo spostamento (raramente documentato) di betili dai loro siti originali a sistemazioni nei pressi di chiese campestri o del concentrico.
    Vicino al nuraghe Crobos, in territorio di Silanus non lontano da Dualchi, v’erano alcune T.d.G. e intorno ad una di esse, Sa Pedra Longa, si trovavano 12 betili, un numero certo accolto meglio dai relatori. Bene, di questi, per non esser da meno, 5 sono stati trasportati presso la chiesa di San Lorenzo, appena fuori dal paese, all’interno del circolo che ricorda un temenos e 7 sono rimasti in sito. A questo punto sorge legittimo un dubbio (uno dei tanti) sulle motivazioni tipo il ventilato di timore di furti. Ci sta, ma allora perché non recuperarli tutti? Da mal di testa di prima mattina, ma … per completezza, non è finita: sembra che questi ultimi non abbiano alcun foro né quadrangolare né circolare. Da panico, allora!

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  8. Un quinto betilo si trova ancora ad Oraggiana accatastato insieme ad altri massi in seguito a lavori di spietramento. Questo betilo differisce dagli altri in quanto non presenta incavi .

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  9. E allora il discorso numerico va rifatto! Niente 24!

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