domenica 18 luglio 2021

Il Sarcasmo fantarcheologico - storia di un palafreniere dell'Accademia che ha cercato di ridicolizzare il fallo di S'Uraki.

 

Nessuna immagine mostreremo in questo articolo, perché non ne abbiamo trovate di appropriate né che evitassero fraintendimenti di sorta

di Sandro Angei

Eccomi qua finalmente.

 Ero indaffarato nella ricerca di questa fantomatica MARIANNA AUSILIA FADDA che si propose tempo fa di redigere una relazione ausiliatrice alla natura fallica del reperto di S'Uraki a sostegno e aiuto dell'amico Andy Bostro.

TENGO A PRECISARE CHE QUESTA MARIANNA AUSILIA FADDA nulla a che fare con l'archeologa Maria Ausilia Fadda che, suo malgrado, è stata tirata in ballo per una “calcolata” omonimia.

Ciò mi ricorda tanto il metodo di un certo “Untore” che, mischiando enormi falsità con pochissime verità incastonate, lì, a bella posta, metteva tutti contro tutti.

Chi è costui un nuovo untorino?!

Il cialtrone che si firma MARIANNA AUSILIA FADDA, forse pensava di prendere due piccioni con una fava, ma il tiro non gli è riuscito.

Vediamo un po' cosa è successo.

Andy riceve la relazione firmata in calce da una certa Dottoressa Fadda Marianna Ausilia della Northwestern University Evanston (IL) United States of America.

Andy mi invia la relazione per sapere cosa ne penso. Per quanto mi riguarda, se la relatrice fosse quel che millanta d'essere, non avrei alcuna remora a pubblicare il testo. Ma io non bevo l’acqua se pur questa sembra limpida se sicuro non sono della sua provenienza; ma non sono neppure impulsivo, per tanto chiedo innanzi tutto l'autorizzazione alla pubblicazione della relazione, che ottengo in “men che non si dica” con una mail firmata sempre dalla medesima MARIANNA AUSILIA FADDA, ma questa volta della: Southwestern University Research Laboratory (avrà perso la bussola?!).

Sto al gioco. Indago sulla fantomatica ARCHEOLOGA, che addirittura vanta il conseguimento di un MASTER in epigrafia presso la Northwestern University in quel di Evanston, ma di ella nessuna traccia vi è nel web: strano! Il dubbio della buffala prende spessore, ma noi stiamo ancora al gioco e scriviamo alla nostra ARCHEOLOGA burlona questa mail:

Dottoressa Marianna Ausilia Fadda, in questi giorni il consiglio di amministrazione del blog Maymoni si è riunito. La portata della relazione da lei stilata è tale che non possiamo in alcun modo sorvolare sulla richiesta delle necessarie referenze.

Probabilmente è una nostra pecca, ma una indagine sul web non ha prodotto alcun risultato circa il suo profilo professionale legato ora alla Northwestern Univestiy con sede a Evanston nello Stato dell'Illinois, ora alla Southwestern University Research Laboratory.

In ragione di ciò, le saremmo grati se volesse provvedere.

Cordiali saluti

La nostra richiesta a tutt’oggi non è stata ancora soddisfatta ma, da generoso possibilista quale sono, ho pensato: “magari la Dottoressa è impegnata a scavare in un villaggio di nativi americani, per tanto non può di certo pensare a me.” Ma in cuor mio ho pensato sin da allora che sia più probabile che la nostra scenziata (si senza la i) non sappia neppure cosa siano i “nativi americani”.

Ma, non avendo noi, la sveglia al collo, non ci siamo mica limitati ad aspettare una eventuale risposta dalla nostra maria Anna ausilia fadda. Noo! Abbiamo inviato una mail alla Northwestern University di Evanston per chiedere se in quella università vi è o vi sia mai stata una MARIANNA AUSILIA FADDA. La risposta, piuttosto solerte è stata:

Hi Sandro,

We do not have any information about a Marianna Ausilia Fadda on file. If they are affiliated with Northwestern Medicine, myhr@nm.org might have more information, otherwise, I would be warry of said email.

Certamente avrei potuto calcare la mano informando il mio interlocutore statunitense che il cialtrone/a che si nasconde dietro il nome di MARIANNA AUSILIA FADDA, millanta un master conseguito presso la loro università (ho l’immagine dell’attestato); la qual cosa penso non faccia molto piacere a chi amministra una università che chiede ai propri studenti una retta di 56.000 $. Una università che arriva ad accumulare finanziamenti per 887,3 milioni di dollari per l'anno fiscale 2020, non penso abbia problemi a dare mandato ad uno stuolo di avvocati se poco poco trovano un indizio sulla identità del “cialtrone”.

E a dire il vero il nostro “cialtrone” indizi ne ha lasciati parecchi:

·         Una amicizia con Andy Bostro di tal Marianna Addaf , che altro non è che il nostro cialtrone col nome scritto in modo bustrofedico, dalla quale è partita la proposta di relazionare in favore di Andrea.

·         un indirizzo mail **************@mail.com (abbiamo sostituito i caratteri con *, ma la mail con relativo indirizzo è ben custodita e pronta all'uso); che sicuramente fa capo ad una persona fisica.

·         Non pago, il nostro cialtrone, ha pubblicato la sua relazione farlocca nel sito di Academia.Edu caricandola a nome di Marianna Addaf e firmandola sempre come “Dottoressa Fadda Marianna Ausilia - Northwestern University - Evanston (IL) United States of America.

Di certo non piacerà molto agli amministratori di Academia.Edu che un “cialtrone” utilizzi il loro sito per giullarate di bassa lega.

Ma il cialtrone come tutti i cialtroni, del resto, non sa che il diavolo fa le pentole ma non i coperchi; e non voglia la malasorte da lui destata si accanisse su lui medesimo, dato che anche la Dottoressa Maria Ausilia Fadda, quella vera, potrebbe risentirsi del fatto di esser stata tirata in ballo con questa squallida bufala. E non vi troverei nulla di strano in una sua presa di posizione nei confronti di cotal cialtrone che ha lasciato cotali indizi.

In conclusione possiamo pensare che il tiro mancino sia stato architettato per “bastonare” Andy Bostro innanzi tutto, ma anche per tentare di ridicolizzare il blog Maymoni che si è schierato apertamente con Andy. Ma noi del blog Maymoni abbiamo un ottimo antivirus che riconosce “a naso” i cialtroni, tant'è che la cavalla di Troia nessun figlio ha potuto partorire dentro il nostro blog.

Considerazioni finali

In questa vicenda Andy Bostro, benché sia stato oggetto di ridicolizzazione, ne esce vincente e immacolato, perché la nostra azione in suo favore ha svelato l'ignobile inganno.

Piuttosto ne esce perdente il “cialtrone” che ha dovuto usare uno squallido sotterfugio per minare la solidità dell'azione di Andy Bostro; e questo perché non aveva altri mezzi per contrastarlo se non la grottesca giullarata di un perditempo che non sa neanche dir bugie. Ma ne esce macchiata anche l'Accademia, nel momento in cui questi individui "cialtroni" usano il sotterfugio per sostenerla.

A cosa si è arrivati! Invece di rispondere per le rime in modo serio, compassato e scientifico, si ricorre al sarcasmo menzognero pensando di aver a che fare con dei creduloni, e tutto questo per affermare (in privato naturalmente) ai propri sostenitori ed amici un: “guardate come prendo per i fondelli questi fantarcheologi”. Ma, ahilui/lei, come dice il detto “su boi narat corrudu a su molenti”, la fantarcheologia è propria di coloro che, non avendo altri mezzi, ricorrono ad altro, compreso il sarcasmo (ossia quella che possiamo definire “fantarcheologia sarcastica”, tesa a sviare ed evitare il confronto). Ma la fantarcheologia non si limita a questo (il sarcasmo fantarcheologico adottato da chi accusa altri di fantarcheologia è di fatto arma da provincialotti periferici);ma attecchisce (la fantarcheologia), lì dove la propria competenza professionale nulla può e nulla vuol che la sostenga dato che, ad esempio, la postierla di Murru mannu è definita “opera difensiva” , benché palesemente non lo sia; Monte Baranta è definita “opera difensiva”; il nuraghe è definito “opera difensiva” da alcuni e “opera di avvistamento” da altri; il pozzo di Santa Cristina è definito “opera lunare” e i pozzi sacri in genere “opere copiate” da un unico archetipo bulgaro (sic!); e ll pozzo sacro di Is pirosi dicono sia sormontato da un nuraghe; per non parlare poi della scrittura che sarebbe “opera da inquadrare solo ed esclusivamente in ambito laico” per tanto tutto il resto è “opera decorativa”; e i Fenicisti diventano fantastici feniciomani nel momento in cui non si arrendono all'evidenza dei fatti e continuano a cercare “in quell'angolo negletto del golfo di Oristano”, un improbabile reperto fenicio, sapendo ed ammettendo (in privato naturalmente) che nulla è stato ancora trovato a sostegno di questa “fantasia”.


 

13 commenti:

  1. Quando la signorilità è nei fatti e viene svergognata tutta l'arroganza (stupidità al cubo, ah no, al semplice quadrato, altrimenti i poverini restano invano a fare calcoli -appunto- per l'eternità, pur professandosi docenti o quant'altro, vi è solo da compatire. Ma, infine, non meritano neanche la pietas. Tarzanelli o no, untore per sempre ed indagati si resta e soli pure.
    A nulla servono pubblicazioni su Academa.edu, con profili sempre differenti o con lo stesso ma di piccola e misera tesi sempre uguale, con aggiunta di una o due parole.
    Chapeau ai veri signori, a te Sandro ed ad Andy
    Orni

    RispondiElimina
  2. Forse il nostro goliardico cialtrone non pensava alle conseguenze (eventuali) della sua bufala. Ma i goliardi sono fatti così: pensano solo al loro gesto, alle immediate ripercussioni sull'oggetto della loro goliardia, ma non al colpo di coda di chi vien preso di mira.

    RispondiElimina
  3. Buongiorno Sandro, sono Alfonso Canfora, ho accompagnato con estrema passione e coinvolgimento Andrea in questa ennesima segnalazione, ti ringraziamo per essere riuscito a smascherare questo/a individuo. Vorremmo capire effettivamente chi si cela dietro questi inganni che hanno coinvolto diverse figure professionali, università nonché la stampa, tutto ciò né và a discapito del sapere e della reale verità sul/sui falli rinvenuti a S'urachi.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Alfonso quando si ha a che fare con certi temi è necessario camminare coi piedi di piombo. In questi casi la regola impone la diffidenza. Hanno cercato di minare la figura di Andy dopo aver accusato il colpo della sua denuncia su linkoristano, con timida replica ad opera di un accademico, subito obiettata dal mio articolo qui comparso. Il palafreniere di turno che regge il vessillo dell'accademico non si rende minimamente conto di ciò che ha fatto con quel tentativo giullaresco. Non è per far manfrina, ma il "soggetto" si è imbattuto in uno come me che sviscera gli argomenti e cerca prove. Figurati che la richiesta di chiarimenti alla Northwestern University è arrivata a tamburo battente.

      Elimina
  4. Incredibile! I nipoti e i nipotini dell'untore hanno cercato di imitarlo. Non sanno bene cosa rischiano dal momento che il 'maestro' oggi cerca di difendersi nel tribunale di Ivrea dall'accusa di azione criminosa reiterata e aggravata ed associazione a delinquere insieme alla sua egregia compagna. Dire che sono dei 'cretini' è poco. Il cretinismo è malattia difficilmente curabile. Ma cosa vuoi farci? Tutte le volte che le cose in archeologia si fanno serie scientificamente e si mette in qualche modo in crisi la stupidata di turno dei soli addetti al dire e sentenziare, la risposta è sempre la stessa. La goliardata in piazza e i peti in chiesa. Quello che rattrista è il fatto che nell'accademia c'è (anche) gente seria che da tempo ha la nausea dei 'vecchi' goliardi ma che purtroppo non interviene, lasciando così campo libero al cretinismo che da tempo, anche con il programmato giullarismo nelle conferenze, rischia di infangare il lavoro di chi ha di sola mira la scienza e non altro. La forte connotazione fallico -religiosa della civiltà nuragica, attestata per fonti dirette documentarie (scritte), meriterebbe ben altra attenzione dall'archeologia che si rivela così, nella sostanza, assurdamente bigotta.

    RispondiElimina
  5. Il metodo è quello untorale di gettar scompiglio nascondendosi dietro l’anonimato; e poco importa se ci va di mezzo un’archeologa della quale il cialtrone ha preso in prestito il nome.
    L’arma pestilenziale dell’untore non guarda in faccia nessuno, l’untore non guarda in faccia nessuno, neppure se stesso. La sua mente malata ha quale obiettivo quello di metter discordia: tutti contro tutti. Ma quello che ha preso il testimone untorale è un povero sciocco incapace di governare le proprie azioni, emulando l'untore come i pappagalli imitatori: senza curarsi di ciò che fa e come lo fa. Pasticciando coi nomi dell'università millantata e rispondendo via mail alla mia richiesta di autorizzazione alla pubblicazione della relazione: ma si può essere più imbecilli?! Pensava il cialtrone, ma non escluderei sia una femmina di cialtrone, che mi faceva fesso?! Personaggio del tutto mediocre.

    RispondiElimina
  6. Stai calmo, Sandro, perché il mondo è bello perché vario.
    Ai No-vax si aggiungono i No-fax, i No-sex, i No-raz, e ora anche i No-caz.
    E invece, questi ultimi, se osservassero meglio i falli di S'Uraki e i tanti altri sparsi nel territorio come i finocchietti selvatici, si accorgerebbero che sono i loro ritratti, i ritratti sputati dei giullari della Scienza e degli untori di seconda generazione. In parole povere, i ritratti dei cazzoni, lintus e pintus.
    Tu li stai invitando ad andare in analisi perché scoprano chi sono nel profondo e di quale trauma infantile siano stati vittime?
    Io ricordo che una confessò che sacrificava i suoi svaghi domenicali per stanare Gigi Sanna dalle sue affermazioni anticonformiste circa la scrittura dei Sardi dell'Età del Bronzo Finale e del Primo Ferro.
    Bisogna capirli, qualche volta.

    RispondiElimina
  7. Caro Francu, questi “membri”, che non meritano d'essere chiamati come i “santissimi attribuiti”, né col santissimo nome della manifestazione divina che dispensa la vita (e questo per evidente rispetto del dio e del marchingegno vitale che Egli ci ha fornito in modo gratuito: uno dei due componenti della macchina di replicazione all'infinito); dicevo: non meritano tale nomenclatura perché il loro operato è contro natura. La loro azione è tesa al disprezzo del componente di questa macchina di replicazione. Il fatto che essi cerchino in tutti i modi di ridicolizzare l'organo sessuale, li rende peggiori di coloro che aborrono il nome, la descrizione e, oserei dire a questo punto: l'uso di tale componente vitale. In ragione di ciò per la relazione transitiva, sarebbero da inquadrare, gli uni e gli altri, tra quegli elementi che aborrono la vita e di conseguenza sarebbero destinati all'estinzione; ma a quanto pare la relazione transitiva non ha alcun effetto su di loro, perché questi individui continuano a replicarsi non per via gamica ma per via cerebrale; ossia per una via che esula dall'esperienza dei sensi e del sensibilissimo equilibrio cellulare. Essi nascono nel luogo chiamato “cerebro” o cervello che dir si voglia, e in ragione di ciò vengono chiamati anche cerebrolesi.
    Come dici: si potrebbero chiamare “cerebronesi”? Sarà, ma suona meglio “cerebrolesi”.

    RispondiElimina
  8. Le news: su Facebook non è più presente MARIANNA ADDAF... strano! Se ben ricordate tale MARIANNA ADDAF è colei che ha pubblicato su Academia.Edu la relazione a nome di MARIANNA AUSILIA FADDA della Northwestern Universtity di Evanston (Illinois).

    RispondiElimina
  9. Chi è Marianna Addaf?
    Chi è Marianna Ausilia Fadda che con tale nome si è presentata fisicamente nella mail a me pervenuta?
    La prima sparisce da Facebook, ma ancora è presente su Academia.Edu; la seconda, che mi inviò la mail di autorizzazione alla pubblicazione della relazione farlocca, non ha risposto alla mia richiesta di credenziali.

    RispondiElimina
  10. Una seconda notizia fresca fresca: Su Academia Edu non è più visibile la famigerata relazione della fantomatica Marianna Ausilia Fadda della Northwestern University.

    RispondiElimina
  11. "La cavalla di Troia nessun figlio ha potuto partorire dentro il nostro blog". Così scrissi in conclusione dell'articolo qui pubblicato. Nessuno ha potuto farsi beffe del Maymoni blog. Lo stesso impegno profuso nella stesura dei saggi qui pubblicati è stato mostrato nel contenere l'attacco di questo cialtrone, nello smascherare la sua falsa identità e le sue false credenziali. La cavalla di Troia ha dovuto far marcia indietro e scodellare (per poco tempo) il suo pargolo da un'altra parte. Probabilmente non conosceremo mai l'identità di questo cialtrone... ma poco importa; l'importante è aver tolto da mezzo ai santissimi una zecca. Non interessa se questa sia una zecca accademica o palafreniera dell'accademia. La cosa importante è che "Nessuno" si è rivolto ad una università per verificare le referenze millantate da un individuo che si è rivelato un cialtrone, ed immediatamente l'università interpellata ha risposto. "Nessuno" ha indicato ad Academia.Edu un articolo sospetto e quella organizzazione subito si è attivata per far chiarezza.
    In definitiva "Nessuno" nella sua "nessunità" è soddisfatto.
    Per tanto cambiamo pagina e andiamo avanti.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Tengo a precisare che quando tiro in ballo "l'accademia", intendo una frangia oltranzista e negazionista di questa, non certamente l'istituzione in quanto tale. Frangia negazionista ad oltranza su un tema sensibilmente basilare: la scrittura e tutto ciò che essa comprende, ossia anche l'identificazione e descrizione di una divinità attraverso una scrittura criptica e per tanto: nascosta. Una scrittura la cui evidenza grafica è basata su quelli che l'archeologia riconosce solo come "decoro"; quello stesso "decoro" che però nel neolitico non poteva essere tale ma aveva significato logografico perché legato alla sfera del sacro (domus de janas). Lo stesso significato logografico ereditato dalle genti nuragiche fatto di "chevron", zig zag, spirali, onde e poi di pugnaletti gammati e bamboline (Tanit) assieme a grafemi della regione sinaitica e altre ancora. Tanit e pugnaletti gammati che inseriti in una stringa scrittoria hanno senso logografico a prescindere dalla interpretazione del loro preciso significato.
      Scrive Alessandra Perotti in riferimento alla generalità degli ideogrammi: "Non tutti erano in grado di capire gli ideogrammi perché per “leggerli” occorreva interpretarli e conoscerne il significato. Solo gli scribi, quelli cioè che dedicavano la loro vita allo studio e all’interpretazione della scrittura, potevano praticarla e decodificarla”. Ancora oggi si fa fatica a decifrarla.

      Elimina