mercoledì 12 ottobre 2016

I Nasamoni di Erodoto, i "dormienti" di Monte Prama e i (pochi) altri: l'enigma millenario dei defunti seduti rannicchiati in "verticale"

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di Atropa Belladonna

[..]Narrava la leggenda, secondo Aristotele, che in Sardegna vigeva il costume di dormire presso gli eroi, vale a dire presso le dimore degli eroi, che sono le tombe[..] Quegli antenati presso le cui tombe i Sardi dormivano lunghissimi sonni, furono pensati essi stessi come dormienti, o simili a dormienti, oltre la morte. Dalla pratica indigena dell'incubazione - e insieme, forse, dal tipico rito sepolcrale dei cadaveri rannicchiati in atteggiamento di dormienti-nacque uno dei pochissimi miti di cui possiamo rintracciare l'esistenza presso gli antichi Sardi: il mito degli eroi addormentati in un sonno secolare. E nacque spontaneamente. Invano il Rohde tentò di farne una favola di importazione fenicia, del tipo dei Sette Dormienti.[..] (1) 


Fig.1: posizione simile a quella dei defunti di Monte Prama (dal rif. 2)
Raffaele Pettazzoni scrisse nel 1912 un libro pionieristico dal titolo "La religione primitiva in Sardegna" (1). Non poteva conoscere Monte Prama e neppure gli altri esempi di defunti seduti accovacciati (come in fig. 1, da: (2)) testimoniati nella Sardegna nuragica: Taramelli riportò il primo caso nel 1915 per Luogosanto (SS), dove i defunti erano collocati in 2 tombe megalitiche collettive e seduti in quel modo (3a); decenni più tardi arrivano gli esempi di inumati in pozzetti singoli da Su Bardoni-Muras di Cabras, Antas di Fluminimaggiore e Monte Prama di Cabras  (3b); molto probabilmente anche da Torre del Porto, presso lo stagno di Cabras (3c).
Eppure Pettazzoni, con il fiuto inconfondibile del vero ricercatore, accostò i Sardi nuragici ai Nasamoni della Libia menzionati da Erodoto, anche se lo fece per altri motivi; dopo aver scritto quelle righe, quasi "profetiche" riportate in apertura di post ed aver descritto riti basati sulla eroizzazione degli antenati presso alcune etnie del Golfo di Guinea, così prosegue:  [..]L'anello intermedio, sia cronologico che topografico, tra i Sardi primitivi e i Negri odierni della Guinea, è offerto dal popolo libico dei Nasamoni. Essi, a testimonianza di Erodoto, come avevano usanza di giurare pei propri avi, così usavano addormirsi sui loro sepolcri [..].  (1) 
Questo sarebbe già interessante, ma è al capitolo IV che arriva il pezzo forte:  [..]Il costume di seppellire i morti in posizione rannicchiata si trova diffuso su tutta la superficie della Terra dalle età preistoriche ai tempi presenti.[..] Ora l'inumazione rannicchiata ci si presenta osservata in tutti i gruppi umani, in due forme principali: a cadavere giacente o a cadavere seduto. Questa seconda usanza fu anche l'usanza dei Nasamoni. [..] Sappiamo infatti da Erodoto che i Nasamoni, quando alcuno dei loro era agli estremi, lo alzavano su a sedere, per impedirgli di spirare supino, e poi nella medesima posizione lo seppellivano.[..] (per leggere il testo di Erodoto si veda questo link). Come un moderno antropologo, l'autore sottolinea che il porre il defunto in quella posizione prima ancora che spirasse, ovviava al problema del rigor mortis- e porta a sostegno di questo altri esempi in cui si rendeva necessario spezzare la colonna vertebrale, per mantenere la posizione. Se Pettazzoni avesse saputo di Monte Prama o anche solo di Luogosanto, avrebbe fatto un salto: ma anche così fu in grado di dire parecchio su quella particolare posizione.

La "moda" del defunto seduto in "verticale" in realtà non prese mai molto piede; iniziò già 55000 anni fa, come si ricorderà col "bambino di Taramsa" che a me diede subito l'impressione di essere messo in quel modo come se fosse ancora vivo (3d). La si ritrova, in modo del tutto inusuale per l'area, a Tell Halula e alcuni siti nella stessa area (Siria del nord): a Tell Halula i defunti venivano sepolti sotto il pavimento, in particolari aree della casa, impacchettati in bende (fig.2): i vivi vivevano assieme ai morti, siamo nel 7500 a.C.(4). Sporadicamente si segnalano altri casi qua e là in area europea (3d, 3e), ma questo tipo di sepoltura ricompare in Olanda attorno al 5000 a.C. (5).

Fig.2: Tell Halula, Siria settentrionale: i defunto seduti e accovacciati, venivano sepolti in una particolare area delle case (si noti la somiglianza con i templi cd. a megaron), indicata con la freccia rossa. Da (4a). 
Vale la pena ricordare però che anche per i casi olandesi si pensa ad una "non morte"; riguardo ad uno dei defunti di De Bruin, soprannominato "the Survivor", viene scritto: "The manner of his burial is remarkable, which is in a sitting position. This is unusual for this period, in which the most frequent burial position is supine and extended. It seems there could be a relationship with the social position of this individuai here. It concerns the special sitting posture, as opposed to a position in which the deceased was laid down on the back or side as if resting. Was this man not supposed to rest, was he meant to be awake, watchful, perhaps serving as a guardian of the group? Could he have been a warrior or defender? These questions cannot be answered, but apparent traces of violence related with a male individual in the prime of his life and the deviant burial position cannot be ignored [..] (5).
Questa del "fare la guardia" è un'ipotesi che avevamo introdotto anche su queste pagine per i defunti "in fila" di Monte Prama, ma la guardia a che o a chi? (6a).

La posizione dei defunti come a Monte Prama ritorna inaspettatamente in epoca medievale: è di pochi mesi fa la notizia di 24 sepolture di "Vichinghi" sepolti seduti (650-1000 d.C.) (seppure rinvenute negli anni '60 del secolo scorso); e questo tipo di sepoltura si ritrova anche presso alcuni gruppi di nativi americani

Io sto qui a chiedermi cosa avrebbe pensato Pettazzoni, oggi, se fosse ancora vivo; cosa penserebbe dei miei ingenui tentativi (6c), e che connessione farebbe tra i libici Nasamoni di Erodoto e il fatto gli Sherden scompaiono dai documenti epigrafici egiziani nel corso del IX secolo a.C., con l'avvento dei faraoni libici: "L’ultimo documento a noi noto sugli Shardana è la Stele di donazione di Helwan, databile al sedicesimo anno di regno di Osorkon I (922–887 a.C., ndr), nel quale si menziona una donazione di terre da parte del sacerdote Ged-ptah-iuf-ankh in favore di Ptah; le tenute sono consegnate al principe Nimlot, comandante generale della fortezza di Sḫm-ḫpr, principale piazzaforte del Medio Egitto; la proprietà comprende “i campi Shardana” atto, questo, che probabilmente testimonia l’avvenuto cambio istituzionale tra i mercenari d’età ramesside e i combattenti di stirpe libica" (7)

Forse lui dei miei tentativi sorriderebbe: a me invece ha fatto sorridere quel suo "Invano il Rohde tentò di farne una favola di importazione fenicia, del tipo dei Sette Dormienti.". Perchè questo tentativo è stato fatto anche per il sito di Monte Prama, per lunghi anni: però i Fenici a Monte Prama continuano a rimanere fantasmi, come lo sono ad Antas e a Is Aruttas. Oggi nessuno ne parla più, anche se si continuano a cercare, con fede incrollabile, altri artifex.

Dalla Siria all'America del Sud: 8000 anni dopo
Nel riferimento 4b. si legge: "[..] Although seated burials are uncommon, they have recently been gaining attention from a number of researchers such as Liv Nilson, working on the late Mesolithic upright skeletons from Skateholm I and II (Nilsson, 2003), and Stéphane Rottier, who works on bodies in seated and squatting positions in Bronze Age France (Rottier, 2004, 2009). Seated burials appear to be a very uncommon mode of deposition in Near Eastern prehistory. Very few skeletons have been recorded in this position from the Natufian or Neolithic periods, with a few noticeable exceptions, such as in the groups of primary burials at sites such as ‘Ayn Qasiyya, Kfar HaHoresh, Tell Qaramel, and Abu Hureyra4 (Richter et al., 2010; Goring-Morris, 2005; Kanjou, 2009; Moore et al., 2000). Looking more broadly, some seated burials have been recorded in Mesolithic contexts from northern Europe. There are important differences, however, such as the position of the lower limbs, which are frequently outstretched (Nilsson, 2003). [..]Looking beyond the Near Eastern Neolithic, the treatment of the dead at PPNB Tell Halula and the preparation of the bodies have some parallels with the Peruvian communities that emerged eight millennia later (Nystrom et al.,, 2010; Cockburn and Cockburn, 1980). A quick look at these different and unconnected communities shows that they share many similarities in regards to modes of deposition of the dead. Our interest in these analogous funerary practices is that they too involved the creation of “funerary bundles”  in which bodies were placed in a tightly flexed position and individuals were tightly wrapped with several different layers of woven textile. These funerary bundles created bottle-shaped mummy bundles that are very similar to those we have recorded in the site of Tell Halula." (4b)

I defunti di Tell Halula sono giunti fino fino alla nostra epoca conservati in modo eccezionale, perchè avvolti in strati di lino sopra i quali venne steso bitume. Questo ha permesso un'analisi tafonomica senza precedenti (4b, 8). Speriamo di vederla presto anche per Monte Prama. 

(1) R. Pettazzoni, La religione primitiva in Sardegna, 1912, Piacenza ed.
(2) Christopher J. Knüsel, Crouching in fear: Terms of engagement for funerary remains, Journal of Social Archaeology 2014, 14: 26–58. 
(3) A. Belladonna, monteprama.blogspot.it,  a. Sa Sedda 'e sa Caudela. E altre sepolture nuragiche, 18 AGOSTO 2013; b. Tombe nuragiche, storie parallele ed un piccolo puzzle, 18 MARZO 2014; c. Le tombe a pozzetto di Torre del Porto, stagno di Cabras, 21 MARZO 2015; d. Il bambino di Taramsa e gli altri antichissimi "seduti per l' eternità", 27 MARZO 2014; e. L' eterno e tormentato viaggio dello "scheletro di Barum"; f. I defunti di Monte Prama: e perchè non datare le ossa?, 15 APRILE 2014;
(4) a. Guerrero, Emma, et al. "Seated memory: new insights into Near Eastern Neolithic mortuary variability from Tell Halula, Syria." Current Anthropology 50.3 (2009): 379-391; b. Ortiz, Anabel, Philippe Chambon, and Miquel Molist. "“Funerary bundles” in the PPNB at the archaeological site of Tell Halula (middle Euphrates valley, Syria): analysis of the taphonomic dynamics of seated bodies." Journal of Archaeological Science 40.12 (2013): 4150-4161.
(5) Schulting, Rick J., and Linda Fibiger. Sticks, stones, and broken bones: Neolithic violence in a European perspective. Oxford University Press, 2012.
(6) A. Belladonna, http://maimoniblog.blogspot.it, a. No potho reposare: devo fare la guardia, 6 nov 2015; b. Monte Prama: si arricchisce il quadro cronologico e culturale, 27 feb 2016; c. Seduti in fila, ma perchè?, 4 ott 2016
(7) G. Cavillier,  Gli Shardana nell’Egitto Ramesside, Oxford, 2005;
(8) Ortiz López, Anabel, Miquel Molist, and Philippe Chambon. "Estudio arqueo-antropológico de las sepulturas del PPNB Medio y Reciente del yacimiento de Tell Halula (Valle Medio del Eufrates, Syria)." (2014),  (Universitat Autònoma de Barcelona. Departament de Prehistòria)

9 commenti:

  1. Bravo il nostro Raffaele, ricercatore dal fiuto straordinario (ha braccato, ma senza prenderlo però, lo yhwh sardo 'nazionale'!) e bravo l'Erodoto storico del dettaglio, informatore quasi giornalista, antropologo in qualche modo anche lui. Nella carrellata che hai fatto sui dormienti e sui seduti ho pensato anche agli Etruschi 'sdraiati' e 'sereni' sul simbolico doppio 'sostegno (il pulvinar) del padre e della madre e al 'sostegno' del defunto da parte dei 'parenti' onde evitare il 'rigor mortis'. Saranno stati proprio i 'parenti' o lo facevano per altri parenti ancora? Che non c'entrasse il 'rigor' effettivo ma quello metaforico? Che non fossero 'defunti' sostenuti fisicamente e spiritualmente? Pensi che la simbologia non possa essere anche questa?

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  2. Una cosa però mi sembra certa. Gli Etruschi 'scrivevano' metagraficamente con il corpo e i corpi assieme dei defunti'. Quel topico 'sostegno' (appoggio) del padre e della madre', perdipiù garantito, da parte dell'androgino TIN/UNI è molto significativo. Anche i Giganti godono della 'forza immortale' di un androgino (yh). Naturalmente c'è da porre in rilievo che quella era solo l'idea relativa al morto, una posizione 'ideale' raffigurata, in quanto in Etruria vigeva il rito dell'incinerazione. Sui riti canananei, necromanzia compresa, passati ai nuragici certamente bisogna tener conto per i motivi che da tempo sappiamo.E può darsi che questi toccassero i 'giganti' dal momento che essi erano luce e 'verità' immortale.

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    1. in Etruria c'era il rito di < inumazione > solo gli Umbri e Villanoviani , praticavano l'incenerazione , e questo è il tratto distintivo per la non discendenza

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  3. Mi piace erano"luce e verità immortale".......

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  4. Leggo che i Nasamoni possedevano abitazioni fatte di steli di asfodelo intrecciato con giunchi e costruite in modo che potessero essere trasportate. Si direbbero abitazioni di popolazioni nomadi dedite alla pastorizia, simili, dunque, alle tipiche yurta degli antenati dei Kazakhi. L’asfodelo, poi, è pianta ben nota nell’isola e veniva chiamata nell’antichità, in ambiti culturali greci, erba degli eroi. Difficile da comprendere per quale motivo ma, comunque, suona strano questo intreccio tra usanza funeraria del popolo libico e pianta. Un’altra stranezza dei Nasamoni , quella a proposito dei favori delle mogli, la prima notte, a viaggiatori stranieri, era riconducibile al popolo scita dei Messageti, che abitavano pressappoco le stesse steppe dei Kazakhi. Nella concezione religiosa dei loro antenati, alcuni sostengono fosse insita una concezione monoteistica, in cui un dio del Cielo, con la capacità di far crescere le piante e scatenare i fulmini, presentava carattere androgino con la coppia Tengri/ Umai. Quindi un collegamento tra tre continenti, l’africano, l’asiatico e l’europeo? A metà strada tra i Nasamoni ed i Messageti, stava l’antico mondo greco, che aveva in alta considerazione le virtù nutrizionali e terapeutiche dell’asfodelo, tanto da considerarlo una pianta sacra che, in ogni primavera, si rigenera. Rimedio per i vivi e anche per la vita ultraterrena di chi si è addormentato nel sonno eterno. Nei territorio dell’Est europeo dalla Polonia all’Ucraina alla Russia fino alle steppe asiatiche l’asfodelo, nelle traduzioni del termine, è una parola composta associata all’oro e quindi all’eternità. L’equivalente del nostro Purgatorio (per quelli né buoni né cattivi) nel mondo greco antico erano i Prati di Asfodelo. Si ha notizia di altari preparati dalle Baccanti con asfodeli misti a foglie di quercia e edera. Non ci sono prove ma viene il sospetto di una miscela di sostanze ricavate dalle tre piante. Ora, la droga è contenuta nei tubercoli radicali dell’asfodelo, nelle foglie di edera e di quercia (la cui corteccia è ricca di tannini, componenti essenziali di droghe vegetali). Quali avrebbero potuto essere gli effetti, magari mista a vino? Un lungo sonno, παρα τοις ηρωις?

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    1. I tubercoli radicali,penso siano commestibili.Piccole patate che in tempi meno consumistici venivano consumati, pur non avendo qualità organolettiche eccezionali.Sicuramente si avvicinavano al divino con altre droghe,che madre natura non ha mai negato ai suoi figli.

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  5. Un'altra particolarità! 21 dei 36 inumati di Monte Prama, trovati con ancora i denti superiori, presentavano incisivi 'a pala'( 58,3%)(Monte Prama blog-Archeometria a Monte Prama. 2. Gli inumati: sesso, età e altre notizie); mentre, tra i Kazakhi, osserviamo alta frequenza degli incisivi superiori a paletta (49,7%) (Tratto da "Popoli della yurta. Kazakhistah- Tra le origini e la modernità" a cura di Fiorenzo Facchini).

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  6. La posizione dell'inumato è la stessa presa da figure di antichi Sardi nei momenti di riposo, magari fumando il sigaro dentro

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  7. La posizione degli inumati ricorda quella che erano soliti prendere tanti sardi con il vestito della tradizione quando al rientro dal lavoro si sedevano fuori della porta sui gradini a fumare il sigaro dentro

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