venerdì 28 febbraio 2020

QUARANTENA O QUARANTORE?


di Francu Pilloni




Il dilemma non è angosciante, ma è reale.
È evidente che chi è stato messo in quarantena obbligatoriamente evita l’affollamento che si crea in chiesa in occasione delle Quarantore e, al contrario, chi fa le Quarantore non è in quarantena.

Ho parlato, due settimane fa, dell’impiccio del coronavirus e ho visto che, per fortuna, in pochi hanno preso sul serio le mie parole: proprio per questo, consapevole di non essere nocivo, ritorno sulla situazione sociosanitaria.
Se io avevo accostato l’attuale virus ai dipinti dei pittori naif, c’è chi ha mostrato ben altra fantasia quando mi ha chiesto a bruciapelo: secondo te, è peggio il coronavirus o il Governatore Solinas?
Non conosco il Governatore e del virus ne ho sentito parlare soltanto; ho glissato rispondendo che attualmente abbiamo il Governatore, ma non il virus.
Casomai si chieda ai lombardi, piuttosto.
Quanto all’infezione, non essendoci ancora un vaccino, né un antivirale specifico, si fa quel che si può, lasciando alle risorse del nostro corpo il compito di tutelarci, mentre ciascuno di noi, se possibile, si approvvigiona delle materie prime più confacenti alla situazione.
E allora, se nelle Quarantore, cuore della Quaresima cristiana per una rinascita spirituale, la ricetta è consolidata da secoli, vale a dire innanzitutto D/A (digiuno, astinenza) come basilari, seguite da: V/V/N (vergogna, voltastomaco, nausea per i propri peccati) + C-A/B-C (contrizione assoluta, buona confessione) + C-M/F (comunione misericordiosa, fede), è evidente come D/A non siano consigliabili nel caso di infezione, salvo che astenersi dai baci umidi.
Per l’altro, qui da noi in Sardegna, troverebbe facile applicazione in questo periodo dell’anno se quel V/V/N + C-A/B-C + C-M/F fosse inteso come dieta per un pasto ordinario, prevedendo un aperitivo a base di V/V/N (Vernaccia o Vermentino o Nuragus), un pasto tipico C-A/B-C (cordula arrosto, bovale e/o cannonau) e, per finire, C-M/F (casu marzu e filuferru). Il P (pane) al posto della P (preghiera).
Questa dieta è stata abbondantemente sperimentata in vari paesi dell’interno e, a quanto mi risulta, nessuno è deceduto, se non di vecchiaia.
Attenzione però perché, come per certi film, per i ragazzi sotto i dodici anni è consigliata la presenza di un adulto.
Per i poppanti, invece, basta e avanza la dieta della madre.
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Una variante prevede, al posto della cordula, una tratalìa che è una cordula rinforzata con fegato, polmone, stomaco dell’agnello e/o capretto, il tutto avvolto con sa nappa, che italiano chiamano peritoneo. Il tutto sempre allo spiedo e a fuoco lento.
Sono sicuro che, quando uscirete per strada, nessuno vi scambierà per cinese a causa del colorito del viso. E questo è bene dato che, parafrasando quanto riferito sulla moglie di Cesare, per un sardo non basta essere sano, ma bisogna anche sembrarlo!

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