sabato 20 maggio 2023

Nel piombetto di Monte Ebal un formidabile guazzabuglio per celare una maledizione.

Dopo tanto aspettare, G. Galil, S. Stripling et alii, hanno mantenuto la promessa. Il loro studio sul piombetto di Monte Ebal è stato pubblicato.
Finalmente possiamo leggere coi nostri occhi quello che solo yhw, e oggi una sofisticata strumentazione, può vedere: l'occhio umano non può; tant'è che la maledizione celata all'interno di quella placchetta di piombo conserva ancora intatta tutta la sua efficacia.
Abbiamo letto con attenzione lo studio, e siamo persuasi che sia condivisibile in molti suoi aspetti.

Non tutti però.

Leggiamo infatti, nella descrizione del grafema "he": "Its proper place within the divine name confirms the identity of the letter he. Perhaps the writer increased its appearance (with raised arms as in adoration, cf. Egyptian ḳ3(ỉ) “to extol”) to pay special tribute to his deity."
facendo intendere che lo "he" rappresenterebbe un uomo che invoca il suo dio. Ma subito dopo si avverte il lettore: "Although this suggestion must remain conjectural".

L'atteggiamento prudente dei ricercatori denota onestà intellettuale e forse una loro inespressa lungimiranza se consideriamo lo "he" alla luce della lettura che dà di quel grafema il Prof. Gigi Sanna. Egli interpreta l'immagine antropomorfa non come un orante che alza le mani verso il cielo in segno di deferenza nei confronti della divinità, ma la interpreta quale segno della divinità stessa, ossia colui che è invocato [1]; e questo aspetto è supportato dalla stessa placchetta di piombo di Monte Ebal dato che lo stesso Prof. Galil scrive nello studio, descrivendo la lettera "he": "The letter he appears four times on “Inner B,” twice in the divine name YHW (on the divine name, see "Tamut, mot tamut" below) and twice in the personal pronoun ’atah. Both times the letter occupies a prominent place within the divine name."
Ci dice chiaramente che entrambe le volte la lettera he occupa un posto preminente all'interno del nome divino.

Ma vi sono altre caratteristiche incognite che devono avere una risposta. E  questo è scritto chiaramente in nota 12 dello studio, dato che ci si domanda del "perché lo scriba abbia inciso le lettere così vicine l'una all'altra."

Forse un aiuto per rispondere a questa domanda può venire dalla elaborazione da me effettuata sulla immagine della scritta pubblicata nello studio, nonché da un breve filmato che ho predisposto; che possono in qualche modo facilitare la comprensione del motivo che indusse lo scriba a concentrare certe parole e non altre in determinate regioni della piccola pagina di piombo.

L'immagine di Fig. 1 mostra, legate da linee di diverso colore tutte le singole parole. Notiamo che solo la parole afferenti la divinità sono intersecate da due parole: morirai e maledetto; come a voler ribadire che la maledizione avverrà per opera di yhw: "morirai [per mano] del dio yhwלאל יהו תמת e "sarai da yhw maledettoליהו ארור. Tutte le altre parole sono ben isolate le une dalle altre.


Fig. 1
Le linee colorate che uniscono le singole lettere sono state aggiunte da S. Angei sulla immagine realizzata dal Prof. Gershon Galil


Perché vi è l'esigenza di un filmato che aiuti la comprensione delle intenzioni dello scriba?
Perché, almeno a parer mio, l'elaborazione fatta dal Prof. Galil, benché importantissima e sostanziale nei contenuti (senza di essa non avrei potuto creare il filmato), rimane piatta all'osservatore, che deve impegnarsi nel seguire la numerazione dei singoli grafemi. Il filmato, invece, scandendo una sequenza temporale delle lettere, così come furono incise dallo scriba, ci dà l'idea immediata delle sue intenzioni; è come se avesse voluto ribadire, scrivendo sopra il nome della divinità, quelle parole di maledizione per renderle più efficaci.

Ora vi lascio assistere al filmato, cliccando sopra l'icona.

Buona visione.

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Note e riferimenti bibliografici

1. Il pensiero del Porf. G. Sanna è stato espresso nella sua pagina Facebook, in un articolo dal titolo: "'ORANTE'? SECONDO ME NO. E' LA DIVINITA' CHE E' INVOCATA." pubblicato il 19 maggio 2023.

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