domenica 23 ottobre 2022
sabato 13 agosto 2022
giovedì 28 luglio 2022
I documenti di Desula. 2
Francesco Ciusa - La madre dell'ucciso
Sa mamma ’e su mortu
Su dolore su coro t’hat siccadu
E istas sezzida gai in su foghile;
Bessire pius non des a su giannile
Nende a fizu tuo: «E ses torradu?»
Cando custumaiat dae monte
Torrare cun su caddu pandeladu,
Cun su fusile a coddu e imbusciadu,
Sa berritta calada in mesu fronte.
Non piùs! non piùs cussu cunfortu
Provare des, o mamma isventurada,
Tantas dies ses gai iscunfortada;
Senza pappare e cun su fogu mortu,
Priva de onzi isperu e donzi oza,
Piegada coment’e unu giuncu,
T’assimizas a unu ezzu truncu
De ilighe, chi pèrdidu hat sa foza.
E che a tie, o mamma, ateras chentu
Consuntas de piantu sunu mortas;
Cun sas manos in pilos, tottu tortas,
Che olìas chi tòrchidu hat su entu.
Antioco Casula Montanaru
domenica 24 luglio 2022
sabato 9 luglio 2022
I documenti di Desula. 1
- GIANCARLO CASULA
LA STORIA, LE DONNE E I VESTITI
Bronzo di Urzulei “madre dell’ucciso” - gonna lunga a balza
Gli
uomini rosso-bruni delle isole che si presentano ai funzionari di
Tuthmotis III vanno riconosciuti nei Sardi vissuti al tempo dei
nuraghi. Insieme a loro compaiono con quelli di Keftiu (Creta). Fin
dal loro primo apparire, mentre sfilano a petto nudo sulle pareti
della tomba di Senemut e di Useranom e negli affreschi di prima
stesura del sepolcro di Rekhmira, gli invitati delle isole del Grande
Verde sfogliano un vivace gonnellino di stoffa policroma bordata e
ricamata con motivi geometrici (spirale, onde, S, zig-zag, puntini,
ecc.) tenuto mediante una larga cintura di stoffa, pur essa
policroma, dipinta a bande con l’appariscente sintassi geometrica.
sabato 25 giugno 2022
giovedì 23 giugno 2022
domenica 22 maggio 2022
Alla ricerca della cava di calcare dei Giganti di Monte 'e prama.
Una cava a 15 Km di distanza? "Orusorus!"
di Sandro Angei
Qualche giorno fa ho pubblicato un articolo sul piombetto scoperto sul monte Ebal in Palestina. L'articolo si proponeva di individuare quelle caratteristiche che lo accostano ai sigilli di Tzricotu. E proprio pensando a Trizotu e al vicino sito archeologico di Monte ‘e prama ho voluto inserire in quell'articolo una nota (nota 6) circa una considerazione di carattere toponomastico.
Tutto nasce dall’omofonia tra monte Ebal in Israele e monte palla nel Sinnis di Riola Sardo.
Detta così sembrerebbe una stupidaggine rafforzata per di più dalla poca conoscenza della lingua
domenica 15 maggio 2022
Da monte Ebal La maledizione di yhw difende Tzricotu, perché, si sa, il diavolo fa le pentole ma non i coperchi.
di Sandro Angei col contributo ispiratore di Gigi Sanna
Sommario
Tempo fa ebbi un colloquio col Prof. Gigi Sanna circa le caratteristiche e le potenziali implicazioni di carattere epigrafico e storico che il piombetto di monte Ebal in Palestina possono innescare circa la genuinità dei sigilli di Tzricotu. Tanto da spingermi a riflettere lungamente e scrivere di conseguenza questo articolo.
Nell'articolo esamineremo i due reperti puntando l'attenzione su caratteristiche comuni che li vedrebbero discendere da una stessa cultura di origine.
Il piombetto di monte Ebal è stato descritto in maniera parziale durante una conferenza stampa tenutasi a Houston alla Lanier Theological library. Per tanto non conosciamo tutte le caratteristiche che contraddistinguono l'amuleto, ma alla luce delle affermazioni dei ricercatori che lo hanno descritto possiamo tentare di delineare quelle caratteristiche che, secondo noi, si possono estrapolare da quel reperto a prescindere dalle lacune di carattere epigrafico rimarcate nella conferenza.
Lo faremo usando un metodo empirico che sembrerà del tutto fuorviante nell'ambiente scientifico ma,
mercoledì 13 aprile 2022
Quando l'immagine è scarna non dà alternative...
mercoledì 9 marzo 2022
L'AUGURIUM DELLA 'COLOMBA' DI VOLTERRA. IL DOPPIO VOLATILE, UN MONSTRUM REALIZZATO PER CONTENERE DUE SCRITTURE. ENTRAMBE A REBUS?
di Gigi Sanna
Si dice che la lingua etrusca è, per svariati motivi, un enigma e un ‘rebus’. Ciò si sostiene, naturalmente, sulla base delle grosse difficoltà che insorgono nel cercare di capire di essa molti degli aspetti lessicali, morfologici e sintattici. In realtà, a mio parere, il ‘rebus’ sussiste e resiste nel tempo non ‘solo’ per motivi di carattere grammaticale e linguistico, ma anche e soprattutto perché si stenta a considerare un aspetto essenziale dell’etrusco: che la scrittura è criptica, cioè organizzata e strutturata di proposito con il rebus. E’ realizzata per non essere capita se non da pochissimi. Per tanto nella misura in cui si comprenderanno i meccanismi, spesso sofisticati, del rebus posti di norma in essere dalle scuole scribali dei santuari, si comprenderà la lingua etrusca. Essi sono simili e spesso gli stessi usati dagli scribi dei templi greci e nuragici. In particolare quelli inventati dagli scribi di questi ultimi.
Fig.1
domenica 27 febbraio 2022
Una immagine provocatoria, scurrile nei particolari, sicuramente "sui generis" lì dove anche il ridicolo nasconde il sacro.
di Sandro Αγγει
L'immagine, presa da Pinterest, è di un kyathos reperibile nel sito di una casa d'aste. La didascalia lo colloca quale reperto attico a figure nere tra il 515-505 a.C., proveniente da una collezione privata italiana; per tanto è probabile (ma è solo probabile date le scarna notizie) che sia stato rinvenuto in una tomba etrusca.
Tra due grandi occhi e lo sfondo rimarcato da un alberello in pieno vigore riproduttivo, la scena mostra un sileno intento a suonare un κάλαμος per dare il ritmo alla Menade danzate che, pure lei, tiene il ritmo con un κρόταλον in ogni mano.
Il sileno visibilmente itifallico tiene sulla testa (κεφαλή) del membro virile quello che nella didascalia a corredo del reperto è definito "otre di cuoio" (lat. cullĕus) [1]; e in effetti un ingrandimento dell'immagine mette in evidenza la legatura lì dove vi era un tempo una zampa dell'animale.
La didascalia descrive pure la parte del manico del kyathos che purtroppo non vediamo, dove sono presenti due guerrieri in armi.
Interpretazione
Dal punto di vista metagrafico, volendo tentare una descrizione di ciò che non vediamo, potremmo dire che i due guerrieri richiamano il concetto di “precauzione”, del “controllo preventivo”, della “cautela”, della “attenzione”, quell'attenzione operata tramite i due grandi occhi vigili.
Vediamo di interpretare la scena dal punto di vista A.I.N. (Acrofonia, Ideografia, Numerologia), ma solo per quel che vediamo; aggiungendo nella frase apotropaica, e tra parentesi quadre, il presunto ideogramma dettato dai due guerrieri.
Due occhi, ideogramma della doppia luce, sembrano vigilare sulla scena.
I rami dell'albero danno l'ideogramma del vigore, ma vi è un tralcio nella parte alta della scena che partendo dall'occhio sinistro in modo sinuoso arriva all'occhio destro, dando l'idea della continuità.
I due personaggi danno l'idea della danza.
Entrando nei dettagli osserviamo:
- il sostegno del flauto più l'acrofonia di mano e flauto - χείρ κάλαμος,
- i due sostegni delle nacchere, ancora l'acrofonia di mano e nacchere - χείρ κρόταλον χείρ κρόταλον,
- il sostegno dell'otre vuota, ancora l'acrofonia di testa (del fallo) e otre - κεφαλή Cullĕus.
Sostegno e CC sono reiterati per quattro volte, per tanto forza del sostegno di CC
Mettiamo assieme le varie voci per ottenere:
[Attenzione] della doppia luce vigile, vigorosa, continua e danzante [è]* forza del sostegno di CC (Tin e Uni, Sole e Luna).
In sostanza parrebbe che i due grandi occhi siano espressione tangibile della divinità nascosta CC.
*(...)
note e riferimenti bibliografici
1 Vi sono delle evidenze, che sono venute a galla nello studio di varie kylix, che mi inducono a pensare che vi siano delle acrofonie che potremmo definire "acrofonie di genere". E' ancora prematuro parlarne ma i segnali che il sistema scrittorio di carattere metagrafico rispetti una certa regola ci sono e anche molto evidenti a un esame critico. Proprio l'acrofonia dell'otre di cuoio potrebbe rientrare nella definizione di "acrofonia di genere" appena coniata. La caratteristica non modificherebbe per nulla il risultato finale ma renderebbe più semplice e snello il sistema scrittorio ma non meno difficile la sua compressione senza la giusta chiave di lettura.
sabato 19 febbraio 2022
Un paio di splendidi scarpini
Descrizione della kylix
La giovane donna completamente nuda, naturalmente è una immagine classica che tende a spostare l'attenzione sui particolari che la circondano: è un tema ricorrente.
La giovane reca un vistoso copricapo che protegge i capelli ma lascia intravvedere le ciocche ricciolute della capigliatura. L'ideogramma è quello della protezione accompagnata dall'acrofonia
giovedì 10 febbraio 2022
La terza ombra della sera
Lo studio di questa statuina nasce in modo inaspettato durante la ricerca dell'immagine di un volatile postata da un commentatore nella pagina Facebook del Prof- Sanna.
Nel cercare nel web quella immagine mi sono imbattuto in un saggio di Giulio Quirino Giglioli, illustre archeologo (1886-1957), che menziona e descrive oltre a quello strano volatile, la statuina qui rappresentata, la cui immagine non risulta reperibile nel web ma è custodita comunque nel Museo Nazionale di Villa Giulia in Roma
Il reperto ha attirato la mia attenzione perché nella pagina di Facebook su menzionata il Prof. Sanna ha condiviso un suo articolo, pubblicato in questo blog dal titolo "L’ OMBRA DELLA SERA DI VOLTERRA E QUELLA DI SAN GIMIGNANO. MISTERO? NO. OGGETTI APOTROPAICI. BASTA ‘TRADURRE’ IL METAGRAFICO CON LA CHIAVE A.I.N", che tratta, dandone
mercoledì 2 febbraio 2022
L’ OMBRA DELLA SERA DI VOLTERRA E QUELLA DI SAN GIMIGNANO. MISTERO? NO. OGGETTI APOTROPAICI. BASTA ‘TRADURRE’ IL METAGRAFICO CON LA CHIAVE A.I.N.
di Gigi Sanna
Si dice che la lingua etrusca è, per svariati motivi, un enigma e un ‘rebus’. Ciò si sostiene, naturalmente, sulla base delle grosse difficoltà che insorgono nel cercare di capire di essa molti degli aspetti lessicali, morfologici e sintattici. In realtà, a mio parere, il ‘rebus’ sussiste e resiste nel tempo non ‘solo’ per motivi di carattere grammaticale e linguistico, ma anche e soprattutto perché si stenta a considerare un aspetto essenziale dell’etrusco: che la scrittura è criptica, cioè organizzata e strutturata di proposito con il rebus. E’ realizzata per non essere capita se non da pochissimi. Per tanto nella misura in cui si comprenderanno i meccanismi, spesso sofisticati, del rebus posti di norma in essere dalle scuole scribali dei santuari, si comprenderà la lingua etrusca. Essi sono simili e spesso gli stessi usati dagli scribi dei templi greci e nuragici. In particolare quelli inventati dagli scribi di questi ultimi.
Le due statuine bronzee sono ritenute dagli etruscologi e dagli storici dell’arte dei capolavori dell’arte etrusca. Gli ermeneuti di fronte alla stranezza dei due manufatti, riproducenti entrambi le fattezze di un/una giovane allungato/a hanno pensato ad uno stile (1) particolare, a prodotti di botteghe artigianali che si caratterizzavano per un certo modo di effigiare il corpo dando ad esso uno slancio particolare,