Non mi azzardo a scrivere il suo nome in sardo, ma a fargli gli auguri sì. Avrebbe compiuto oggi 78 anni. La sua biografia essenziale è su Wikipedia. La sua biografia estesa è il suo blog: http://gianfrancopintore.blogspot.it/, uno dei più belli tra quelli dedicati alla Sardegna.
Per motivi che non so Gianfranco ha scelto su facebook questa copertina, una foto che dà il senso della pace. Buon compleanno da tutti noi.
giovedì 31 agosto 2017
venerdì 25 agosto 2017
Pietra su pietra - settima parte
Il ciclo virtuale di
vita, morte e rigenerazione
di Sandro Angei
e Stefano Sanna
segue da: Pietra su pietra - sesta parte
Nuraghe Crabia di
Bauladu
Nuraghe Crabia è accessibile da un viottolo
che si dirama dalla ex S.S. 131 all’altezza di Bauladu.
Arrivati alla torre, proseguendo in
direzione Nord Ovest, già a poca distanza dal nuraghe si incontrano i primi
cumuli di pietra di forma circolare; le dimensioni variano dai 2.00 m ai 3.00 m
di diametro e la loro altezza dai 70 cm a 1.50 m; proseguendo ancora e
percorrendo in lungo e in largo l’intera area ci si imbatte infine in un limite
geografico che fisicamente divide il sito in due parti ben distinte: il rio Funtana
e si
domenica 13 agosto 2017
Kommos (Creta) e le sue 53 "cose" nuragiche del XIII sec. a.C.
di Atropa Belladonna
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venerdì 11 agosto 2017
Pietra su pietra - sesta parte
Gli altari di
primavera
di Sandro Angei
Fig.1
domenica 6 agosto 2017
CARA MAMMA, TI SCRIVO… La lettera mai recapitata di Antonio Gramsci alla mamma.
dI
Francu Pilloni
Andò proprio così, come me l’hanno
raccontata.
Il maresciallo Nieddu entrò nella cella
del prigioniero:
- Signore, raccolga le sue cose. Domani
mattina alle cinque vengo a prenderla per portarla a Roma, perché
possa presenziare al processo.

- Avrei bisogno di scrivere a casa –
disse Gramsci – per avvertire la
famiglia di non scrivermi più a Milano.
- Le faccio portare un foglio - assicurò
il maresciallo.
venerdì 4 agosto 2017
THARROS-LAGUNA DI MISTRAS: IL PORTO DE " IS FASSONIS"
di Stefano Sanna
e Sandro Angei
prima parte
vedi anche L'ORO BIANCO DI THARROS
e Sandro Angei
prima parte
vedi anche L'ORO BIANCO DI THARROS
La continuità dei sistemi di pesca in uso nel mondo antico e arrivati fino ai nostri tempi, è particolarmente evidente nelle località costiere in prossimità di lagune e stagni; in questi ambienti la presenza di acque salse e le particolari condizioni biologiche, ottimali alla riproduzione del pesce, diedero modo di ideare e perfezionare sistemi assai ingegnosi per la cattura delle varie specie ittiche. Stagni e lagune salse, d’altra parte, favorendo anche l’impianto di saline, creavano un rapporto simbiotico pesce/sale importantissimo in funzione della lavorazione e commercio del pesce; essendo la salagione uno dei sistemi di conservazione ab antiquo più collaudati per sfruttare una importante risorsa alimentare: il pesce, che come è noto, è velocemente deperibile.
lunedì 24 luglio 2017
Pietra su pietra - quinta parte
di Sandro Angei e Stefano Sanna
Segue da : Pietra su pietra - quarta parte
Segue da : Pietra su pietra - quarta parte
Sito n° 5 – nuraghe Santa Marra di Busachi
Nuraghe
Santa Marra, completamente nascosto dalla vegetazione, sembra voglia lasciar la scena a quei cumuli di pietre che lo attorniano. Girando attorno al nuraghe si contano poco meno di 20 muridinas, alcune di esse presentano una piccola
rampa (fig.2a e 2b) , che consente l'accesso in sommità; alcune di esse presentano la depressione riscontrata in altre muridinas (Fig.3).
giovedì 13 luglio 2017
mercoledì 12 luglio 2017
Pugilatori o Gladiatori?
Nuove scoperte sulle Statue di
Mont'e Prama
di Alessandro Atzeni
Vedi anche:
La necropoli di Mont'e Prama, a
Cabras (OR), nel Sinis della Sardegna, è ormai conosciuta per le incredibili
statue di origine nuragica, scoperte negli anni ’70 del secolo scorso. A lungo
si è dibattuto sull’identità dei personaggi di queste statue. Gli ultimi studi
antropologici fatti, uniti alla pratica dell’archeologia sperimentale, forse
possono aiutare in questo processo di identificazione. Per
giovedì 6 luglio 2017
DODDORI EST MORTU; BIVAT DODDORI!

de Francu Pilloni
Se
per Philip Sheridan “un indiano buono è un indiano morto”, chi
dirà per primo che “un indipendentista buono è un indipendentista
morto”?
Avendone
parlato anche la BBC, mi sento in dovere di mettere in italiano
quanto ho scritto in sardo.
In italiano, si capisce, con caratteri
minimi.
Chini fut Doddori Meloni?
No ddu sciu. No isco.
Sciu chi immui est unu, s’unicu puru, chi s’est lassau morri po is ideas suas.
No hia a sciri comenti ddu paragonai a Gramsci, candu chi no m’hiat a toccai a poni impari Mussolini cun Gentiloni e Mattarella. No inci renesciu.
Dd’hia connotu in s’ierru 1980/81, assumancu aici mi parrit de regordai
In Selargius ddoi fuant duas sezionis sardistas: una de anzianus militantis, accapiaus a manus e a peis cun is meris de sa DC, insaras potentis comenti mai; s’atera de giovunus sardistas, cun ideas autonomistas e indipendentistas.
mercoledì 5 luglio 2017
I signori di Monte Prama mangiavano i meloni e i muggini di Sa Osa ed erano parte dei famosi Shardana? Per me sì
#Sherden
#Monte Prama-Maimoni
#Giants of Monte Prama-MontePramaBlog
di Atropa Belladonna
Le loro cronologie si stanno parzialmente sovrapponendo (fig.1): sono quelle che riguardano due tra i più importanti siti archeologici nuragici, entrambi nel Sinis di Cabras, a 13 km di distanza l’uno dall’altro (fig.2). La radiometria sugli inumati di Monte Prama restituisce un quadro che prendendo i valori medi degli intervalli di incertezza (cioè i valori più probabili) va da dal 1225 al 804 a.C. circa (1-9); valori cui, occorre precisare, devono aggiungersi alcuni dati che per ora appaiono anomali: in particolare la datazione dell'inumato nella tomba J "Bedini" (402-352 a.C. (3)), che Usai considera inquinata; e una certa probabilità (22.4%) di una datazione tra 642 e 554 a.C. per la T.7/2014 (1).
Il quadro cronologico delle poche ceramiche di corredo è consistente, pur con qualche discrepanza tra gli archeologi, essendo inquadrate tra il Bronzo Recente e il I Ferro (fig.1): per il frammeno di olla rinvenuto nella T. B/2014 Usai parla esplicitamente di ceramica tipo Sa Osa del Bronzo Recente, pozzo N (1, nota 25).
Figura 1. Datazioni associate a Monte Prama e Sa Osa (radiometriche su reperti organici; lo scarabeo è stato datato in base a analisi formali e di metodologia di fattura; l'ittiofauna di Sa Osa è datata in base alle associazioni ceramiche e stratigrafia); lo schema di suddivisione tra epoche (in alto) è preso da: Depalmas, Anna (2009) Il Bronzo finale della Sardegna. In: La preistoria e la protostoria della Sardegna: atti della 44. Riunione scientifica: vol. 1: relazioni generali, 23-28 novembre 2009, Cagliari - Barumini - Sassari, Italia. Firenze, Istituto italiano di preistoria e protostoria. p. 141-154
#Monte Prama-Maimoni
#Giants of Monte Prama-MontePramaBlog
di Atropa Belladonna
Le loro cronologie si stanno parzialmente sovrapponendo (fig.1): sono quelle che riguardano due tra i più importanti siti archeologici nuragici, entrambi nel Sinis di Cabras, a 13 km di distanza l’uno dall’altro (fig.2). La radiometria sugli inumati di Monte Prama restituisce un quadro che prendendo i valori medi degli intervalli di incertezza (cioè i valori più probabili) va da dal 1225 al 804 a.C. circa (1-9); valori cui, occorre precisare, devono aggiungersi alcuni dati che per ora appaiono anomali: in particolare la datazione dell'inumato nella tomba J "Bedini" (402-352 a.C. (3)), che Usai considera inquinata; e una certa probabilità (22.4%) di una datazione tra 642 e 554 a.C. per la T.7/2014 (1).
Il quadro cronologico delle poche ceramiche di corredo è consistente, pur con qualche discrepanza tra gli archeologi, essendo inquadrate tra il Bronzo Recente e il I Ferro (fig.1): per il frammeno di olla rinvenuto nella T. B/2014 Usai parla esplicitamente di ceramica tipo Sa Osa del Bronzo Recente, pozzo N (1, nota 25).
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domenica 2 luglio 2017
Pietra su pietra - quarta parte
di Sandro Angei e Stefano Sanna
vedi: Pietra su pietra- terza parte
Sito n° 3 - nuraghe Zroccu
di Paulilatino
vedi: Pietra su pietra- terza parte
Muridina nei dintorni di nuraghe Zroccu
Sito n° 3 - nuraghe Zroccu
di Paulilatino
Nuraghe Zroccu è nascosto alla vista; non si vede dalla strada
provinciale che da Bonarcado porta a Paulilatino, né dall'alto, essendo
nascosto da fitta ed alta vegetazione.
venerdì 30 giugno 2017
Caro Museo Nazionale di Cagliari perché non ti attivi (nonostante le reiterate richieste) perché si veda e si legga? C’è un bronzetto nuragico quasi al buio e una scrittura nuragica nascosta che aspettano di esistere per noi e per il mondo.
di Gigi Sanna
E’
da tempo ormai che abbiamo pubblicato (1)
il breve saggio sul bronzetto ‘musico e ballerino’ (2), ovvero (per noi) sul sacerdote discendente di Aaronne con il diadema della santità (3). Amici, appassionati di archeologia
e di epigrafia, anche archeologi ci comunicano che il diadema scritto con la
voce ‘santo [al signore yhwh]’ non si riesce a leggerlo data la non buona collocazione
del reperto nella bacheca museale (posto al centro tra altri bronzetti e in zona poco illuminata).
Non parliamo poi dei segni di scrittura del mantello che, piccoli come sono, risultano
ancora più difficili da individuare.
Sul detto bronzetto, di chiaro
influsso cananaico – israelitico, si tenne, come non pochi ricorderanno, un vero e
proprio seminario nella facoltà teologica di Oristano (Istituto di Scienze
Religiose) alla presenza del noto semitista prof. Antonio Pinna che non ebbe nulla
da obiettare sulle perfette concordanze tra ‘diadema’ del V.T. e diadema del
bronzetto sardo. Sulla stessa presenza della scrittura con i tre segni della sade della ‘ayin e della nun ci fu un sostanziale accordo, così
come per la voce ‘santo’.
E gli ‘altri’ cosa dicono? Dopo giorni, mesi
ed anni e anni come la pensano? Perché ancora non si interessano a qualcosa di
stupefacente e di straordinario stante anche il fatto che la composizione dell’oggetto
‘diadema’ del bronzetto nuragico tende ad illuminare il passo, in qualche punto
oscuro, del V.T? Perché il singolare sacerdote levita di YHWH (dello yhwh sardo)
non lo si fa vedere, analizzare e studiare dal punto di vista non solo
archeologico ma anche letterario, epigrafico e religioso?
Non si fa altro che dire, da parte di alcuni cocciuti
che vogliono opporsi in ogni modo all’idea che i nuragici scrivessero, che i
documenti non ci sono, oppure che sono dei falsi o che siano inservibili perché
fuori contesto ecc. ecc. Un indecoroso bla bla bla
di decenni, ormai!
Ebbene il nostro documento c’è, eccome! Per la
non falsità e per l’irrilevanza del contesto garantisce per tutti il sommo Lilliu. Cosa si vuole di più? Non c’è
invece quella scrittura? Lo si dica (si abbia il coraggio di negarla). Aaronne
e il diadema non c’entrano un tubo? Lo si dica? E’ solo un musico
e un ballerino sardo del tempo nuragico del VIII secolo come dice Lilliu?
Lo si confermi scientificamente.
Caro Museo Nazionale di Cagliari, alla mostra non lontana
‘Parole di segni’ hai messo addirittura
una lente per far vedere certi segni (nuragici non compresi tra l’altro!) di
documenti poco individuabili a occhio nudo. Perché non collochi il bronzetto
come Dio comanda: perché non ci fai vedere e piastra e mantello del bronzetto
agevolando gli occhi di tutti con una bella lente di ingrandimento?
Chiediamo troppo o chiediamo invece, data
la struttura pubblica finanziata con i soldi dei contribuenti, qualcosa che ci
spetta di diritto?
1.
Sanna G., 2011, Yhwh e la scrittura nuragica: un successore di
Aaronne con il 'diadema della Santità' nel Museo Archeologico Nazionale di
Cagliari ; in Gianfrancopintore blog spot.com (18 dicembre).
2.
Lilliu G., 2008, Sculture della Sardegna nuragica (ried. con saggio introduttivo di Alberto
Moravetti), Illisso, Nuoro.
3.
V.T. , Genesi, 30 -31: Fecero la lamina, il diadema sacro d’oro puro, e vi scrissero sopra a
caratteri incisi, come un sigillo, ‘santo al Signore’./ Vi fissarono un cordone
di porpora, per porre il diadema sopra il turbante come il Signore aveva
ordinato a Mosè’.
martedì 27 giugno 2017
Storia breve della più grande impresa crittologica dell’umanità che permise di svelare tutti i segreti di migliaia di anni di storia dell’antico Egitto.
tratto da un bell’articolo di Emmanuele Somma
Di quando François andò controcorrente per decrittare i geroglifici, 2 maggio 2017
La storia che stiamo per ascoltare è un ammonimento perfetto per i giovani moderni. È la storia di un ragazzo svogliato e scontroso che per puro caso scopre il proprio talento. È la storia di una famiglia che lo sostiene. Di un impegno senza limiti. È una storia di passione, in cui l’aria rarefatta della scoperta scientifica si intreccia con le forti tinte dell’impegno politico e civile. È storia di onori, e di pericoli, di controversie e tradimenti.
È la storia, tra le più affascinanti che io abbia mai sentito, della decrittazione dei geroglifici egiziani.
E se alla fine Indiana Jones non aveva convinto vostro figlio a diventare archeologo e invece questa storia sì, sappiate che quanto si dice sulla luna e sul dito si applica anche alla vostra immediata discendenza.
Perché di crittologia stiamo parlando non di archeologia.
Ma si sa, Hollywood può far diventare anche un noioso archeologo un divo del grande schermo, ma non potrà mai rappresentare adeguatamente le centinaia di ore passate a ripetere senza successo i tentativi di una crittologa solitaria e appassionata, prima che riesca a rompere un codice impenetrabile. Ci vuole fortuna pure ad essere un personaggio.
Tutto inizia nel 1797, dopo la pace di Campoformio. Stendhal, che era uno che ne capiva, disse allora: «I giorni di Napoleone sono passati». L’anno dopo Bonaparte, alla testa di una flotta di 328 navi con 38.000 uomini, si lancia sull’Egitto.
I giorni di Napoleone sono iniziati.
Di quando François andò controcorrente per decrittare i geroglifici, 2 maggio 2017
La storia che stiamo per ascoltare è un ammonimento perfetto per i giovani moderni. È la storia di un ragazzo svogliato e scontroso che per puro caso scopre il proprio talento. È la storia di una famiglia che lo sostiene. Di un impegno senza limiti. È una storia di passione, in cui l’aria rarefatta della scoperta scientifica si intreccia con le forti tinte dell’impegno politico e civile. È storia di onori, e di pericoli, di controversie e tradimenti.
È la storia, tra le più affascinanti che io abbia mai sentito, della decrittazione dei geroglifici egiziani.
E se alla fine Indiana Jones non aveva convinto vostro figlio a diventare archeologo e invece questa storia sì, sappiate che quanto si dice sulla luna e sul dito si applica anche alla vostra immediata discendenza.
Perché di crittologia stiamo parlando non di archeologia.
Ma si sa, Hollywood può far diventare anche un noioso archeologo un divo del grande schermo, ma non potrà mai rappresentare adeguatamente le centinaia di ore passate a ripetere senza successo i tentativi di una crittologa solitaria e appassionata, prima che riesca a rompere un codice impenetrabile. Ci vuole fortuna pure ad essere un personaggio.
Tutto inizia nel 1797, dopo la pace di Campoformio. Stendhal, che era uno che ne capiva, disse allora: «I giorni di Napoleone sono passati». L’anno dopo Bonaparte, alla testa di una flotta di 328 navi con 38.000 uomini, si lancia sull’Egitto.
I giorni di Napoleone sono iniziati.
sabato 24 giugno 2017
CHI MI TOGLIE UN DUBBIO?
Francu Pilloni
Oggi
ho letto su L’unione sarda notizie su una donna di cui non avevo
sentito mai parlare: Marianna Bussalai da Orani:
http://www.unionesarda.it/articolo/cultura/2017/06/23/sardegna_al_femminile_marianna_bussalai_la_prima_sardista-8-615545.html.
La
signora è morta giovane nel 1947; io non andavo ancora
a scuola.
Della
sua bella e sofferta vita, dice il quotidiano, ha reso testimonianza
la compaesana Marta Brundu, nella sua tesi di laurea, ma – dice
sempre il giornale - “Raccontare
Marianna Bussalai è stata anche la missione di Francesco Casula,
professore di storia e filosofia esperto di lingua sarda e storia
dell'Isola”.
Dio
lo benedica per questo, così ho potuto, almeno parzialmente,
riempire una delle mie tante lacune di storia sarda!
“Marianna
è stata una donna valente, di valore - racconta Casula - , una
ragazzina che con la quarta elementare, malaticcia, in un paese
chiuso com’era Orani agli inizi del Novecento, da autodidatta si è
fatta una cultura, non solo letteraria ma anche filosofica e
politica, diventando scrittrice e poetessa e insieme leader politica.
I suoi amici – con cui ha una fitta corrispondenza epistolare –
sono Montanaru e i grandi dirigenti sardisti: da Luigi Oggianu a
Pietro Mastinu, dai fratelli Melis (compreso il futuro presidente
della Regione sarda, Mario Melis) a Emilio Lussu e Dino Giacobbe. E
Sebastiano Satta, il principe del foro nuorese, il cantore della
sardità, che andava spesso a trovarla ad Orani"
(il
grassetto è mio).
Tutto
vero, c’è da giurarlo, anche in virtù della missione che
il professore
si
è assunta.
Mi
suona male, però e invece, il fatto che Sebastiano Satta andasse
spesso a trovarla a Orani: Marianna Bussalai era nata nel 1904,
mentre Satta morì nel 1914, quando Marianna aveva solamente dieci
anni. Se si mette in conto che gli ultimi sei anni Satta li visse “in
una dolorosa immobilità”, si presume che, se si fosse recato
“spesso” a Orani a trovare la Bussalai, questa era ancora in
fasce o, al massimo, poteva avere tre o quattro anni.
Di
che avranno discusso?
Si
tenga conto che Satta, già
dal 1908 a
causa della malattia che l’aveva colpito, era impedito di parlare e
comunicava per iscritto.
Che
la Bussalai scrivesse e leggesse già prima di imparare a parlare?
Allora,
chi mi viene in aiuto e mi toglie il dubbio che mi assilla?
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