lunedì 11 aprile 2016

Penisola del Sinis - Testimonianze del passato sotto i grani di quarzo

di Stefano Sanna

   Conosciamo bene le spiagge del Sinis per la loro bellezza, data dai granelli di bianco quarzo, con sfumature tra il verde e il rosa che fanno a gara col color smerando del mare. I tesori che non ti aspetti sono  nascosti proprio lì, sotto i  chicchi di quarzo, testimonianze del passato che riaffiorano ogni tanto quando meno te lo aspetti.

LA SPIAGGIA DI "IS ARUTAS"

   L’inverno scorso mi trovavo per caso nella spiaggia di Is Arutas. Dopo una potente mareggiata alcuni tratti di arenile erano completamente spariti. La roccia affiorate sembrava una ferita aperta in quel che rimaneva della distesa di candida sabbia; quella che siamo abituati a vedere e che in quel momento, lì non c’era più.


UN TRATTO DELLA SPIAGGIA, PRIVA DEI CHICCHI DI QUARZO 
   Mentre camminavo incuriosito da quell’incredibile spettacolo, ad un certo punto ho intravisto un'allineamento di pietre di arenaria che affioravano per un tratto lungo circa 12 m, mentre tutto intorno, sparsi, emergevano frammenti di vasellame. Probabilmente questo dimostra che in un lontano passato la linea di costa si trovava lontana da quella odierna e questo lembo di terra era utilizzato dalle genti di un lontano passato per scopi ben diversi dall'attuale.




ALLINEAMENTO DI UNA ANTICA STRUTTURA MURARIA
   Da notare che proprio a ridosso della spiaggia di Is Arutas si trova  una Domus de Janas che  fu scavata negli anni 60 dall' archeologo E. Atzeni. Il sito appartenente alla cultura di Ozieri, risale al neolitico recente e ha restituito ben 25 individui con i relativi corredi funerari.

LA DOMUS DE JANAS DI "IS ARUTAS"
   Spostandoci poco più a Nord di Is Arutas, a pochi metri dal mare è presente una tomba nuragica a cassone, mentre tutto intorno, anche dentro il mare, troviamo manufatti circolari scavati nella roccia, che ricordano le cosiddette tombe a pozzetto; e guarda caso a circa 300 m verso Nord-Est l'archeologo V. Santoni nel 1977, eseguì un saggio di scavo individuando numerose tombe a pozzetto.


tomba Nuragica a cassone



















   A sud di Is Arutas, sempre sulla spiaggia, sono visibili i resti di una  probabile capanna circolare, formata in prevalenza da blocchi di arenaria, e qualche masso di basalto. All'interno della capanna sono sparsi resti di vasellame.

UNA PROBABILE CAPANNA







   Queste qui proposte, sono solo alcune di tante testimonianze del passato presenti  lungo la costa che da Capo San Marco arriva a Sa rocca tunda e anche oltre; siti che andrebbero indagati e valorizzati per meglio conoscere il meraviglioso Sinis.































7 commenti:

  1. E' almeno singolare vedere la spiaggia di Is arutas così come è nella prima fotografia. Non è singolare invece l'individuazione di strutture costruite dall'uomo in prossimità della battigia, quella che un tempo, come dice Stefano, probabilmente non era spiaggia ma territorio distante dal mare; d'altronde molti rinvenimenti lungo tutto il litorale del Sinis lo trestimoniano, come la tomba a cassone di "Su bardoni" (Monte Prama articolo del 19.12.2014.

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  2. oltre le strutture presenti in prossimità della battigia, sono numerose anche quelle presenti a ridosso delle spiagge ,lungo tutta la costa occidentale della penisola , allineamenti di strutture murarie, e strutture circolari , segno di una civiltà ben strutturata e organizzata.

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  3. Signor Sanna,non è possibile non ringraziarla per queste meravigliose foto.La spiaggia "Is arutas"mi è rimasta nel cuore per la sua bellezza ma anche le altre foto,che ci fanno scoprire il passato sono piene di fascino.Grazie ancora.

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  4. Ah,se I soldi pubblici venissero investiti in conoscenza..........

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  5. Questa , lo ammetto, per mancanza di tempo, m'era sfuggita. Sono immagini bellissime e testimonianze preziose. Ti ringrazio infinitamente Stefano Sanna, per avercele mostrate.
    Orni Corda

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