venerdì 15 dicembre 2017

Il capanno sul mare


Anonimo


Il vento, col soffio caldo, spoglia del mare il colore.
Come un vestito o un ricordo sfiora la rena,
tra falci di quarzo lasciate senza clamore.


La canoa sfila muta, punta alla terra rossa.
A poco a poco, la scarpata finisce nell'onda.
La pagaia, a tonfi lievi, trafigge l'acqua mossa.

Clin, Clin, Clinnnn

Il capanno isolato, dalle imposte azzurre,
tremulo miraggio tra le canne sonore,
ammicca al sentiero orbo di suole.

Se non chiuse, le imposte sbattono forte,
di notte s'accendono luci
come in attesa di un aprirsi di porte.

Clin, Clin, Clinnnn

Tendevi, dalla torre, il braccio alla vela bianca,
come a cercare tra vapori di nubi
profili additati con mano stanca.

Poi, dal nuraghe per l'orizzonte scrutare,
Se oltre le onde ci potesse ancora essere mare.
Così, magari per andarlo a cercare..., a cercare.

Clin, Clin, Clinnnn

All'acqua di fonti scavate nel basalto,
correre e immergersi per
purificare i corpi che avevano osato.

Nella conca d'ossidiana dai vetri neri
scoprire il volto perso in mille riflessi
E trovarvi celati impuri pensieri.

Clin, Clin, Clinnnn

Ti eri messa a danzare con il flicorno,
su altopiani spazzati dal vento,
ignorando un trasvolar d'ali attorno.

Oggi, ho poca voglia di parlare: lasciatemi solo.
E se qualcuno busserà alla porta,
ditegli di tornare col prossimo volo.

Clin, Clin, Clinnnn

Correvi la sera tra cieli tersi in tondo,
voltandoti all'arrivo del tramonto,
tra aeroplani rossi sfilacciati al fondo.

Non sali più spensierata sul pino d'Aleppo
a cavalcioni dei lunghi rami distesi
Divenuti, nel tempo, contorti dragoni di ceppo.

Clin, Clin, Clinnnn

Sprofonda infin a precipizio nel calcare
la scarpata, trascinando con sé la torre ferita,
mordendo il mare... mordendo il mare.

Accovacciata nel sale, avresti atteso il vento
caldo che ti sollevasse con sé,
come un minuto cristallo d'argento.

Clin, Clin, Clin,
Clin, Clin, Clinnnn

Clin, Clin, Clinnnn, Clin, Clin

Suoni di campanelli sulla porta del capanno
dalle imposte azzurre, chiusa.

Anche le speranze, come evoluzioni di sogni, sen vanno.

13 commenti:

  1. Il componimento mi è stato inviato da un nostro lettore, con la preghiera di rimanere anonimo. Rispettando il suo volere, lo pubblichiamo.

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  2. Complimenti all'anonimo poeta,una poesia veramente bella ed emozionante.Che ammirazione per chi è capace di pensare e scrivere poesie così avvolgenti!

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  3. Un lettore anonimo che ha para di diventare famoso?
    Certo che, di questi tempi in cui ti sollecita un "mi piace" anche chi non ti saresti mai aspettato, il nostro anonimo va controcorrente.
    Signora Grazia,sono d'accordo con lei per i complimenti al poeta per quest'opera, anche se lei parla al plurale di "poesie così avvolgenti".
    E meno male che non ha detto avvolgibili!
    Mi spiego: per essere avvolgenti, bisogna che le poesie siano di grande formato, insomma una lenzuolata, mentre sono avvolgibili tutte, anche quelle di un unico foglio A4, perché si possono avvolgere o ripiegare su se stesse.
    Adesso la pianto di brullare e vedo di faeddare in serietà, per quanto mi riesce.
    Dico allora che la poesia è piena di sentimento, appare come un lutto non ancora elaborato, col poeta che ha paura di ammettere a se stesso che la perdita sia effettivamente irreversibile e cela, nell'evasività della narrazione dei ricordi, un senso di colpa che l'opprime, sebbene oggettivamente e probabilmente non vi sia una ragionevole causa.
    Di più non dico, se non di essere meno ermetico, altrimenti scrive solo per se stesso e non c'è bisogno di metterla in giro. Nel senso che ci farebbe forse piacere comprendere di più ciò che le preme dire, anche usando le parole di ogni giorno.
    Ha mai pensato a Leopardi e alle parole che ha usato? Neppure un po' più di ritmo nei versi danneggerebbero la composizione.

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    1. "poesie avvolgenti" me l'ha segnato in rosso o blu?(scherzo ovviamente) e,mi raccomando "brulli"sempre.

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  4. Signor Francu,con quella penna(Virna Lisi non c'è più) lei può scrivere ciò che vuole ,anche avvogibile,va bene.Le contesto la critica per il termine "ermetico",forse l'anonimo,in quanto tale non voleva fare capire troppo,o,meglio,far capire e sentire secondo la propria sensibilità,non le sembra?

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    1. Era matita viola, quella per allungare lo sguardo.
      Fa bene a contestarmi per il termine "ermetico", perché il difetto maggiore sta in me che non riesco, non dico a sopportare, ma a comprendere, a valutare serenamente l'ermetismo, anche quello di chi hanno meritato il Nobel.
      Mi viene il dubbio che l'ermetismo nasconda l'incapacità a esprimersi per intero, per cui lo si fa a morsichi e a pezzetti, oppure si tratta di ricorrere a un gergo da affiliati.
      Pensi all' Ungaretti delle poesie NATALE (Non ho voglia di tuffarmi in un gomitolo di strade...) o di S. MARTINO DEL CARSO: vuol fare il confronto con MATTINO (M'illumino d'immenso)?
      Lui si sarà acceso, ma io non ci sono riuscito, senza un'adeguata spiegazione in aggiunta, mentre nelle altre due, c'è veramente poco da chiosare.

      Per quanto riguarda il nostro anonimo che preferisce restare inconosciuto, il discorso va molto oltre ciò che ho detto io e ciò che presume lei.
      Per esempio, se possiamo desumere che l'oggetto del lutto sia una donna, presumibilmente giovane o bambina, forse la figlia, altrimenti non si capirebbe il di lei arrampicarsi sugli alberi, lo facciamo mettendo insieme parti di un discorso che assomigliano a un rebus.
      Quello stato d'animo irrisolto pare una pozzanghera larga quanto il mare, dove il poeta si crogiola nel dolore, godendo cinicamente del suo patire e mettendo sullo sfondo, come visto ma non osservato, tutto il mondo e la vita circostante: quel rumore dell'acqua, clin clin clin, ritmato e ripetuto ossessivamente, non è il suono della pagaia che s'immerge non a procedere per arrivare, ma è una routine cerebrale atta a rimescolare di continuo il suo tormento che si è fatto incubo.
      A questo si aggiunga la tentazione di idealizzare la propria condizione, di santificare quanto egli prova, allo scopo di cercare di prescindere dalla realtà per sfuggire al peso di un sospetto di colpa, vero o presunto, partendo per la tangente del lirismo, dello scioccantemente ardito e mai praticato, come mostrano anche le immagini dei primi versi, dei quali non nasconde il proprio compiacimento, espressi in termini surreali, il vento protagonista che "spoglia del mare il colore", "come ... un ricordo sfiora la rena, tra falci di quarzo lasciate senza clamore".

      Infine, riconosco che tutte queste mie impressioni sono senza fondamento a causa del fatto che ci ho capito ben poco.
      Ma di ciò mi sono accusato ben prima, in quanto l'ermetismo per me è di difficile digestione.

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    2. Signor Francu,sarà anche allergico all'ermetismo ma ,proprio grazie a ciò ,lei ha dato una spiegazione sublime.Vede,nell'ermetismo,ognuno di noi vede ciò che sente e vuole vedere e,credo,presuntuosamente,che nella sua spiegazione c'è qualcosa di autobiografico,o mi sbaglio? Se mi sono sbagliata me ne scuso.me vorrei avere la sua capacità di interpretare l'ermetismo!.

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    3. No, ninte di autobiografico.
      Solo una provocazione per non lasciare desolatamente incommentata la poesia e, se vuole, un tentativo per stanare l'autore.
      Pazienza.

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    4. Dubito che lo stanerà,uno che scrive una poesia" ermetica",così bella dovrebbe mettere il nome,se non lo fa deve avere le sue buone ragioni.Ad ogni modo lei,come sempre è stato molto bravo nel suo commento non autobiografico.

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    5. Guardi, signora Grazia, dietro l'anonimato si nasconde una psicologia davvero complessa.
      Escludendo l'anonimato per vigliaccheria (la tecnica dell'aguato da dietro il muretto a secco, di cui abbiamo avuto la massima esemplificazione nei blog a questo antecedenti), fattispecie assolutamente non abbinabile al nostro caso, restano altri aspetti che ne possono determinare l'esistenza: dall'infingardagine all'estrema timidezza, dalla riservatezza al timore di andare incontro a una brutta figura - a cui sta dietro un senso d'insicurezza, di inadeguatezza -, o ancora e infine a un disegno furbesco di sollecitare l'attenzione altrui, allo scopo di essere disvelato all'improvviso e diventare tra il clamore ben il contrario che anonimo.
      Naturalmente non so e non posso sapere - mi verrebbe la voglia di dire anche che non m'interessa sapere - quale realtà si celi dietro l'anonimato della poesia proposta.
      Una cosa però sono pronto a confessarle: tra gli amici, tra i conoscenti specialmente, a nessuno prudeva l'idea, la speranza, l'attesa di diventare famoso più di quanti si sono inizialmente presentati come anonimi.
      Succede che, qualche volta, gli anonimi alimentano nel loro cuore un grande desiderio di stupirci, attendono con trepidazione una circostanza che possa permettere loro di apostrofarci con un "E cosa credevate? Avete visto quello di cui è capace uno che sinora era rimasto zitto ad ascoltare?"!
      Capita spesso che le domande vengono continuamente rinviate a migliore occasione, mentre cresce ancora e a dismisura la voglia nei loro cuori.
      Così va il mondo che io ho avuto modo di leggere, sebbene sia propenso a credere che ciascuno il suo mondo se lo legge come più gli garba.

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    6. Signor Francu,per l'ennesima volta ha ragione,mentre io uso solo l'istinto ed il cuore ,lei usa la ragione e la profondità.Arriverà una volta che riuscirò a prenderlo in castagna? Sicuramente,mai.

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