domenica 11 dicembre 2022

Verrà il giorno... Il giorno è arrivato! La scrittura sarda di età nuragica trova riscontro nella scrittura arcaica in quel di Gerusalemme, in attesa del piombetto di Monte Ebal.


di Sandro Angei 

Vedi: Da monte Ebal La maledizione di yhw difende Tzricotu, perché, si sa, il diavolo fa le pentole ma non i coperchi.

Finalmente qualcosa si muove in ambito epigrafico e le nuove scoperte risultano edificanti per alcuni (noi) quanto sconcertati per altri; quelli che il Prof. Sanna definisce "negazionisti a doppio bullone".

Sono trent'anni ormai che qui in Sardegna si dibatte sulla scrittura sarda di età nuragica. L'Accademia non si pronuncia, i palafrenieri e porta vessilli vari, negano a spada tratta senza cognizione di causa, tanto meno di ragionevolezza, l'esistenza di questa scrittura; e intanto in quel di Gerusalemme saltano fuori delle scritte dichiaratamente proto-cananee, che di fatto smentiscono l'Accademia sarda, e i palafrenieri a vario titolo (palafrenieri che vanno dall'archeologo tutto-titolato - ma solo quello - al modesto tifoso, all'ultrà più pervicace, capace della più bieca ironia, che sfocia nella più ottusa delle ottusità (scusate il bisticcio di parole) messo di fronte all'evidenza dei fatti.

In area palestinese viene rinvenuta una piccola lamina plumbea con iscrizioni proto-cananaiche e proto-

lunedì 21 novembre 2022

2° parte - Illuminazione preordinata nel pozzo sacro di Santa Cristina. Un metodo.

Fig. 1

di Sandro Angei

si veda la prima parte

 Nella prima parte di questo studio abbiamo spiegato quale fosse la probabile funzione delle riseghe rientranti nei corsi orizzontali del pozzo di Santa Cristina. Ne è scaturita, con tutta evidenza (spero di averlo dimostrato con l'adeguata chiarezza), che quelle riseghe rientranti erano parte, e ancora oggi lo sono, di un gioco di luci ed ombre atte, da un lato a mettere in luce alcuni anelli della cupola ogivale, dall'altra a rendere stazionaria per un periodo di tempo di circa 5 minuti l'immagine luminosa all'interno del 12° anello.

Ci siamo chiesti però, se tutto ciò non fosse frutto di una fortuita coincidenza o, viceversa, fosse il risultato di un calcolo preordinato.

Per dare una risposta a questa domanda è necessario ripercorrere in qualche modo il ragionamento che indusse quegli architetti a predisporre un progetto di luce: una visione fantastica.

Alla ricerca del metodo

Un attento esame della cupola del pozzo mette in evidenza che i conci degli anelli hanno una certa inclinazione a partire dal 19° a scendere [1] fin verso il 9°. Anello, quest'ultimo, che veniva illuminato

mercoledì 16 novembre 2022

Cinque minuti di fermo immagine nel pozzo di Santa Cristina -- 1° parte.


di Sandro Angei
vedi 11° parte aggiunta

 Pensavo di essere arrivato al capolinea e invece mi ritrovo ancora a scrivere del pozzo sacro di Santa Cristina.

 Ancora ne scrivo perché un aiuto inaspettato ho ricevuto dal Prof. Arnold Lebeuf circa un particolare architettonico che, benché non mi sia sfuggito, a suo tempo non lo valutai nella sua giusta importanza [1].

Mi riferisco alla risega “rientrante” che possiamo notare tra un anello e l'altro della cupola ogivale che copre il bacile del pozzo sacro e tra un corso e l'altro della restante struttura, comprese le pareti inclinate della scala d'accesso al bacile.

Un po' di tecnica costruttiva

sabato 5 novembre 2022

Il kyathos della luce

Fig. 1

Fig. 2
Lo stesso reperto di figura 1 visto da un'altra angolazione con in vista il secondo animale.
Si noti che non si vede né la svastica grafita né gli altri ideogrammi. Questo è dovuto alla forma dell'oggetto che reca i trafori sulla parete obliqua della concavità, mentre la svastica grafita è troppo in basso per poter essere vista. 

di Sandro Angei

Riassunto

Il presente saggio è poco più di un esercizio comparativo finalizzato alla interpretazione di certi segni di oscuro significato; quelli che la maggior parte degli archeologi descrivono dal punto di vista formale, ma non azzardano per questi una interpretazione di carattere antropologico, rimanendo nel vago ambito del "motivo geometrico". Partiremo da un simbolo di sicuro significato - la svastica - e da quella, assieme ad altre caratteristiche di alcuni reperti provenienti da tombe Falische, Etrusche e Villanoviane, cercheremo di delineare un possibile significato logografico degli altri "motivi geometrici", inquadrabili, come vedremo, in ambito lucifero e quindi astronomico.

1. Indagine problematica di un reperto
Il reperto, il solo di cui abbiamo le immagini, di tre che indagheremo, ha la forma del kyathos greco, ossia una sorta di tazza di terracotta con manico elevato sopra il bordo del contenitore, con o senza piede di supporto, proveniente da una tomba Falisca; ossia quella antica regione italica confinante con

giovedì 28 luglio 2022

I documenti di Desula. 2

 

Francesco Ciusa - La madre dell'ucciso

Sa mamma ’e su mortu


Su dolore su coro t’hat siccadu

E istas sezzida gai in su foghile;

Bessire pius non des a su giannile

Nende a fizu tuo: «E ses torradu?»


Cando custumaiat dae monte

Torrare cun su caddu pandeladu,

Cun su fusile a coddu e imbusciadu,

Sa berritta calada in mesu fronte.


Non piùs! non piùs cussu cunfortu

Provare des, o mamma isventurada,

Tantas dies ses gai iscunfortada;

Senza pappare e cun su fogu mortu,


Priva de onzi isperu e donzi oza,

Piegada coment’e unu giuncu,

T’assimizas a unu ezzu truncu

De ilighe, chi pèrdidu hat sa foza.


E che a tie, o mamma, ateras chentu

Consuntas de piantu sunu mortas;

Cun sas manos in pilos, tottu tortas,

Che olìas chi tòrchidu hat su entu.

Antioco Casula Montanaru

continua...

sabato 9 luglio 2022

I documenti di Desula. 1

 

- GIANCARLO CASULA

LA STORIA, LE DONNE E I VESTITI


Bronzo di Urzulei “madre dell’ucciso” - gonna lunga a balza


Gli uomini rosso-bruni delle isole che si presentano ai funzionari di Tuthmotis III vanno riconosciuti nei Sardi vissuti al tempo dei nuraghi. Insieme a loro compaiono con quelli di Keftiu (Creta). Fin dal loro primo apparire, mentre sfilano a petto nudo sulle pareti della tomba di Senemut e di Useranom e negli affreschi di prima stesura del sepolcro di Rekhmira, gli invitati delle isole del Grande Verde sfogliano un vivace gonnellino di stoffa policroma bordata e ricamata con motivi geometrici (spirale, onde, S, zig-zag, puntini, ecc.) tenuto mediante una larga cintura di stoffa, pur essa policroma, dipinta a bande con l’appariscente sintassi geometrica.

domenica 22 maggio 2022

Alla ricerca della cava di calcare dei Giganti di Monte 'e prama.

Una cava a 15 Km di distanza? "Orusorus!"


di Sandro Angei

 Qualche giorno fa ho pubblicato un articolo sul piombetto scoperto sul monte Ebal in Palestina. L'articolo si proponeva di individuare quelle caratteristiche che lo accostano ai sigilli di Tzricotu. E proprio pensando a Trizotu e al vicino sito archeologico di Monte ‘e prama ho voluto inserire in quell'articolo una nota (nota 6) circa una considerazione di carattere toponomastico.

Tutto nasce dall’omofonia tra monte Ebal in Israele e monte palla nel Sinnis di Riola Sardo.

Detta così sembrerebbe una stupidaggine rafforzata per di più dalla poca conoscenza della lingua

domenica 15 maggio 2022

Da monte Ebal La maledizione di yhw difende Tzricotu, perché, si sa, il diavolo fa le pentole ma non i coperchi.

 

Fig. 1

di Sandro Angei col contributo ispiratore di Gigi Sanna

Sommario

   Tempo fa ebbi un colloquio col Prof. Gigi Sanna circa le caratteristiche e le potenziali implicazioni di carattere epigrafico e storico che il piombetto di monte Ebal in Palestina possono innescare circa la genuinità dei sigilli di Tzricotu. Tanto da spingermi a riflettere lungamente e scrivere di conseguenza questo articolo.

   Nell'articolo esamineremo i due reperti puntando l'attenzione su caratteristiche comuni che li vedrebbero discendere da una stessa cultura di origine.

Il piombetto di monte Ebal è stato descritto in maniera parziale durante una conferenza stampa tenutasi a Houston alla Lanier Theological library. Per tanto non conosciamo tutte le caratteristiche che contraddistinguono l'amuleto, ma alla luce delle affermazioni dei ricercatori che lo hanno descritto possiamo tentare di delineare quelle caratteristiche che, secondo noi, si possono estrapolare da quel reperto a prescindere dalle lacune di carattere epigrafico rimarcate nella conferenza.

 Lo faremo usando un metodo empirico che sembrerà del tutto fuorviante nell'ambiente scientifico ma,

mercoledì 13 aprile 2022

Quando l'immagine è scarna non dà alternative...

 

Fig. 1

di Sandro Αγγει

Questo è il verso di presentazione che viene offerto dal British Museum per la kylix di Fig. 1. Una kylix di produzione Attica proveniente da Nola in Campania, lì dove Etruria e Magna Grecia entrarono in contatto.

La didascalia recita: "Pottery: red-figured kylix. Purple used for wreath and inscription: no inner markings. Interior: Within a thin red circle, a wreathed youth lying on his back to right on a couch(?), represented by a red horizontal line, and holding with both hands a large diota, as if attempting to drink from it; his right leg raised a little; slight whiskers, in brown. Around, HOΠΑΙΣΚΑΛΟΣ, ό παίς καλός." 
La scelta del verso di lettura della figura non è casuale ma, come avverte il curatore, è dettata da un secondo reperto nel quale un satiro è rappresentato nello stesso atteggiamento.

Descriviamo la kylix
La scena è racchiusa dal solito cerchio, al quale è necessario dare un significato ideografico; e questo