di Sandro Angei
E' giunto il momento, finalmente, di
approfondire lo studio del sito di Santa Marra[1]
di Busachi.
Nell'articolo Pietra su pietra parte 5°,
glissai sulla descrizione del recinto megalitico che circoscrive il sito
cultuale costituito dal possente nuraghe polilobato, le muridinas e vari altri
segnali cultuali. In quell'occasione l'oggetto di studio erano le muridinas, per tanto il mio obiettivo era rimarcare aspetti archeoastronomici ad esse legati ed ero ben lungi dal voler essere esaustivo. Ancor oggi sono lontanissimo dall'esserlo, esaustivo; però con questo saggio presenterò delle nuove acquisizioni, spero interessanti, per le quali fino a poco tempo fa non avevo termini
di paragone da esporre.
In seguito alla pubblicazione del saggio sul sito di Giorrè di Florinas[2], posso ora proporre la continuazione dello studio del sito di Santa Marra. Studio che cerca, come già detto, di completare ed arricchire di nuovi particolari quello già pubblicato (nota 1), ma cosa più importante: fa emergere con grande evidenza il dato geometrico che darà modo in futuro di studiare altri siti archeologici con nuovi occhi e nuovi dati.
In seguito alla pubblicazione del saggio sul sito di Giorrè di Florinas[2], posso ora proporre la continuazione dello studio del sito di Santa Marra. Studio che cerca, come già detto, di completare ed arricchire di nuovi particolari quello già pubblicato (nota 1), ma cosa più importante: fa emergere con grande evidenza il dato geometrico che darà modo in futuro di studiare altri siti archeologici con nuovi occhi e nuovi dati.
La particolare conformazione “ovale” del
recinto di Giorrè di Florinas mi ha dato modo di valutare la possibilità che
pure a Santa Marra il recinto che racchiude il possente nuraghe e le muridinas
fosse concepito in maniera simile.
Fig.1 - Il recinto ovale di Giorrè
La forma del recinto di Santa Marra ricorda un uovo (benché in un prossimo studio vedremo che probabilmente la forma sia da assimilare ad “altro oggetto”; ma in questa sede, per quanto si intende dimostrare, è sufficiente l'idea dell'uovo; e comunque sarebbe prematuro pensare ad “altro oggetto”); e proprio questo voglio indagare cercando peculiarità geometriche intrinseche nella costruzione di quel recinto, che dalle immagini di Google Earth risulta troppo perfetto per essere il risultato di una costruzione estemporanea.
Il recinto
Ho fatto
un ennesimo sopralluogo nel sito di Santa Marra perlustrando l’intero perimetro
della muraglia, ed ho scoperto il presunto "ingresso principale" al
complesso, affiancato poco distante, da un torrione antemurale inglobato nella
possente muraglia. Un secondo ingresso, quasi defilato, è stato individuato a sud-ovest (Fig. 2).
Fig.2
Fig. 3 – Presunto
ingresso principale
Fig. 4 – Antemurale
turrito
Il muro di
recinzione è costituito da una prima muraglia interna che si eleva dal piano di
campagna interno al recinto mediamente di 1,50 m per arrivare in alcuni punti oltre i 3,00 m di altezza. In gran parte del perimetro di questo muro è addossata una
seconda muraglia esterna, più bassa mediamente di 1,00 m e larga altrettanto
(Fig. 5A). Questo manufatto non è continuo, ma si interrompe in alcuni
punti (linea rossa di Fig. 5B).
Fig. 5A
Fig. 5B
Di primo
acchito si è portati a credere che la muraglia ciclopica fosse concepita per la
difesa dell'insediamento, ma la descrizione fatta e le misure rilevate
dimostrano che molto difficilmente questa fosse un'opera di difesa, perché non
si concede al nemico l'opportunità di scalare il muro costruendogli un gradino
esterno.
Dati i
presupposti studiati nell'articolo “Pietra su pietra 5° parte” (vedi nota 1),
che vuole quello di Santa Marra un sito cultuale, si ritiene sulla base della conformazione del muro, che l'area sacra all'interno del recinto fosse ad uso esclusivo della classe sacerdotale e quel gradino esterno alla muraglia fosse uno spalto ad uso dei fedeli, che da lì potevano assistere alle cerimonie.
Il pozzo
Dopo essere entrato nel recinto dal presunto ingresso cerimoniale, a poca distanza, vicino
ai resti di una costruzione di massi poliedrici, ho individuato un pozzo
strombato verso il fondo, ben lavorato e rivestito con piccoli massi poliedrici
di basalto. Il diametro della bocca è di circa 85 cm è profondo circa 3,00 m e
l'acqua è ad una profondità dal piano di campagna di 1,70 m.
Sono
portato a credere che il pozzo sia alimentato da una falda acquifera
freatica formata dall'accumulo di acque piovane in una conca impermeabile.
Per tanto finché non viene effettuato alcun emungimento, l'acqua può rimanere
depositata per un periodo indeterminato.
Fig. 6
Il pozzo è
stato realizzato in posizione protetta in una sorta di nicchia di una bassa
muridina ed è situato lungo la linea che congiunge l'ingresso cerimoniale al
centro dei due cerchi concentrici virtuali (Fig.7).
Il pozzo
Fig. 7
La sua
posizione farebbe pensare ad un rito di abluzione in prossimità dell'ingresso
alla parte più sacra del santuario; ma potrebbe avere diversa valenza; ma alcun'altra ipotesi al momento sarebbe proponibile.
La vasca
Sul prolungamento della semiretta A-B (vedi Fig. 7), ad una distanza di 90 metri dall'ingresso al recinto, in direzione nord-ovest, è ubicata una vasca di contenimento d'acqua, che in tempi recenti abbeverava gli armenti, ma che in passato forse serviva a ben altro.
L'invaso ha forma perfettamente circolare, le sue pareti sono realizzate con grande maestria con muro a secco; la sua profondità e le caratteristiche del fondo non sono rilevabili perché un fitto strato di flora acquatica ricopre la superficie.
Anche in questo caso nessuna ipotesi al momento è proponibile; però si è voluto rimarcare questi particolari (pozzo e vasca) per poterli in futuro paragonare ad altri siti che man mano avremmo l'opportunità di studiare.
La vasca
Sul prolungamento della semiretta A-B (vedi Fig. 7), ad una distanza di 90 metri dall'ingresso al recinto, in direzione nord-ovest, è ubicata una vasca di contenimento d'acqua, che in tempi recenti abbeverava gli armenti, ma che in passato forse serviva a ben altro.
L'invaso ha forma perfettamente circolare, le sue pareti sono realizzate con grande maestria con muro a secco; la sua profondità e le caratteristiche del fondo non sono rilevabili perché un fitto strato di flora acquatica ricopre la superficie.
Anche in questo caso nessuna ipotesi al momento è proponibile; però si è voluto rimarcare questi particolari (pozzo e vasca) per poterli in futuro paragonare ad altri siti che man mano avremmo l'opportunità di studiare.
Immagine elaborata tratta da Google Earth
La vasca vista da Est
La vasca vista da Ovest
La costruzione del recinto
Visti gli
studi di archeoastronomia denotanti l'uso del cerchio per particolari
orientamenti astronomici (Is cirucìttus[3], sistema di muridinas di Goronna[4] e lo
stesso sito di Santa Marra), ritengo che l'uso del cerchio in tali contesti sia
sfociato nella pratica di una sorta di rito di fondazione[5],
assimilabile al "rito di fondazione" etrusco.
Il compasso
è lo strumento di questo rito, capace di creare cerchi, virtuali o reali, ma
anche forme complesse quali l'ovale del santuario di Giorrè o l'ovoide che
andiamo qui a descrivere.
Dalla
immagine di Fig. 8 si coglie netta la simmetria del recinto lungo l'asse
maggiore che dal centro dei due cerchi virtuali (rossi) si dirige da una parte
verso l'asse dell'ingresso cerimoniale a nord ovest e dall'altra incontra la
muraglia a sud est. (semiretta A-B di Fig.8).
Fig. 8
Possibile metodo costruttivo
Vediamo ora come sia stato possibile realizzare l'ovoide, tenendo conto che il raggio del cerchio massimo (recinto), è di circa 60 m.
L'esame dell'intera struttura presuppone un progetto di base che prevedeva il posizionamento delle "muridinas" su cerchi virtuali e il tracciamento del cerchio concreto per la realizzazione del recinto a partire da un unico punto di origine di detti cerchi.
Vediamo ora come sia stato possibile realizzare l'ovoide, tenendo conto che il raggio del cerchio massimo (recinto), è di circa 60 m.
L'esame dell'intera struttura presuppone un progetto di base che prevedeva il posizionamento delle "muridinas" su cerchi virtuali e il tracciamento del cerchio concreto per la realizzazione del recinto a partire da un unico punto di origine di detti cerchi.
Evidentemente
sul prolungamento dell'asse O-A fu individuato un punto “B”, dal quale fu
generato il cerchio di raggio O-B, che incontra la semiretta O-A in C (Fig.9).
Fig.9
I due cerchi interni di colore rosso sono quelli virtuali di posizionamento delle muridinas
I due cerchi interni di colore rosso sono quelli virtuali di posizionamento delle muridinas
Furono
tracciati due archi di cerchio d-e, il primo con centro in “B”,
l'altro con centro in “C”. Il segmento d-e incontra la
circonferenza di raggio O-B in “D” ed “E” (Fig.10). Il
segmento D-E è ortogonale alla semiretta A-B, ed incontra il
cerchio virtuale interno delle muridinas in “F” e “G” (Fig.11).
Fig.10
Fig.11
Dal
vertice “F” fu tracciato l'arco di circonferenza di raggio F-E e
dal vertice “G” l'arco con raggio G-D. I due archi si incontrano
lungo la semiretta A-B in “H”. (Fig.12).
Fig.12
Fig.13
Il
prolungamento del segmento F-C incontra l'arco E-H in “I”,
mentre il prolungamento del segmento G-C incontra l'arco D-H in “L”
(Fig.14).
Fig. 14
Dal
vertice “C” si traccia l'arco I-L che passa in corrispondenza del
torrione dell'antemurale (Fig. 15).
Fig.15
L'ovoide è
completamente tracciato (Figg. 16 e 17) e sovrapposto all'immagine di Google
Earth ricalca in modo pressoché fedele il contorno della muraglia (Fig.18); se
ne discosta in due punti del perimetro in modo rimarchevole (linee verdi di
Fig. 18).
Fig.16
Fig.17
Fig. 18
Fig. 19
Ancora una
volta quei geometri (è proprio il caso di chiamarli così) mostrano, anche in
questo sito, di possedere concetti avanzati di geometria utili per la
realizzazione di una figura complessa come l'ovoide.
E non
possiamo attribuire al caso la costruzione descritta, perché è
statisticamente improbabile, se non impossibile che tante coincidenze di
vertici e allineamenti si verifichino in un unico complesso apparato.
A questo
punto della nostra indagine possiamo intravvedere per quella civiltà, un ricerca spasmodica ed assillante della
perfezione attraverso l'uso del cerchio e dello strumento per realizzarlo: il
compasso. Un popolo che ha fatto della costruzione del cerchio la base dei
propri riti legati al sole (cerchio) costruendo templi (nuraghe e pozzi sacri)
di forma circolare, doveva realizzare pure l'intima essenza divina o qualcosa ad essa associata. Ma quale è la natura di questa figura; è davvero la rappresentazione dell'uovo cosmico (come si potrebbe facilmente dire per Giorrè di Florinas); oppure, qui a Santa Marra, è il "toro" esplicato attraverso lo stesso archetipo: il cerchio [6], che si inserisce in un rito che potremmo
assimilare, come già detto, al rito di fondazione che più tardi fu praticato
dal popolo Etrusco, Greco, Romano[7]?
Rito di
fondazione che in Sardegna fu usato per la “fondazione” di tutti i
nuraghi, “fondati” appunto su due cerchi, uno interno, l'altro esterno;
e per quanto stiamo scoprendo, in questi santuari.
👉segue
👉segue
note e riferimenti bibliografici
[1] S. Angei 2017 Pietra su pietra 5° parte su https://maimoniblog.blogspot.com/2017/07/pietra-su-pietra-quinta-parte.html?showComment=1501400433691#c8970316226233984933
[2] S. Angei 2017 Giorrè tra geometria e
astronomia http://maimoniblog.blogspot.com/2017/11/giorre-tra-geometria-e-astronomia.html
[4] S. Angei 2017 PIetra su pietra parta 4° http://maimoniblog.blogspot.com/2017/07/pietra-su-pietra-quarta-parte.html
[5] Il rito di fondazione fu usato da Greci,
Etruschi e Romani.
[6] Mi rendo conto di essere sibillino in questa affermazione, ma null'altro al momento posso spiegare senza entrare nel merito di altre situazioni.
[6] Mi rendo conto di essere sibillino in questa affermazione, ma null'altro al momento posso spiegare senza entrare nel merito di altre situazioni.
[7] Per approfondimenti si consulti: Il
diagramma rituale. Ritualità e rito nella fondazione degli impianti urbanistici
in Asia e nelle strutture indoarie di Vincenzo Crosio in http://www.scienze-ricerche.it/?p=7572.
Grazie Sandro!
RispondiEliminaMa possiamo aspettarci qualcos’altro sui due discostamenti dall’ovoide? Continua?
Certo che continua!
RispondiEliminaIL fatto che sia passato dall'ovale di Giorrè all'ovoide di Santa Marra non è frutto della ricerca di una singolarità ma, al contrario, la ricerca della norma. E' la norma che mette in luce ed attesta l'intenzionalità antropica di una data manifestazione, che sia essa materiale o immateriale. Per tanto nei prossimi studi, annunciati, vedremo il ripetersi di questa forma: l'ovoide (che poi ovoide non è, essendo una mia definizione di comodo), per celebrare la divinità taurina esibendone la testa.