di Francu Pilloni
da Ilsole24ore.com |
Nomen
omen, si diceva a Roma tanti anni fa, vale a dire che il destino
sta nel nome che porti, che il nome è presagio del tuo destino o
anche un augurio per la vita. Così anche il cognome e, se ce l’hai,
pure il soprannome.
Dio
lo voglia o Dio ce ne scampi?
Per
parlare di me – prima che sparli di altri - direi “Dio lo
voglia” visto che Francu, Francesco, storicamente significa “libero
da padroni” (vedi Villanovafranca, villaggio affrancatosi nella
prima metà del XIX secolo dal barone di turno, gli Zapata se non
ricordo male), mentre Pilloni in sardo genericamente indica un
volatile e, se mi si concede, confesso che mi permetto spesso di
volare, specialmente con la fantasia. Ho un secondo nome, Giuseppe dall'altro mio nonno, in ebraico “uno che crescerà” in cosa
non so, a parte l’età, o forse “agli occhi del Signore” (Dio
lo voglia!), ma lasciamo perdere, non mi illudo proprio. Nomen
omen, dunque.
Che
dire, ad esempio, a proposito di Luigi Di Maio?
Sia
chiaro che non intendo parlare degli affari della sua famiglia, ne ho le
tasche piene come chiunque altro.
Non parlo neppure delle sue
estemporanee e contraddittorie uscite, dapprima inaspettate, poi
subite da tutti, tali che mi hanno riportato alla mente le famose
“misasate” dei primi anni ‘70, le uscite settimanali del
ministro calabrese alla P. I. che riempivano le prime pagine dei
giornali del lunedì. Ricordo che gli insegnanti anziani, che
snobbavano l’edizione del lunedì dell’Unione Sarda perché
praticamente parlava quasi esclusivamente di sport - si chiamava
l’Informatore del lunedì -, cominciarono a comprarlo per leggere
appunto la “misasata” della settimana che il ministro pensava di
sabato, passava l’informazione alle redazioni la domenica e usciva
stampata al lunedì.
In
effetti Misasi, democristiano di sinistra, intendeva riformare la
scuola, aggiornarla ai tempi, metterla al centro del dibattito
politico. Era avanti di trent’anni: nel nuovo secolo, molti governi
avrebbero messo mano alla riforma della scuola e, ahimè!, col solo
risultato di impoverirla della sua centralità, di progettualità e
di contenuti, se è vero che oggi in molte aule si vedono veri e
propri tafferugli come in un saloon da film western, fra studenti ignoranti come cowboys,
fra studenti e insegnanti, fra insegnanti e genitori, né mancano i
coltelli e le pistole.
Vado
invece per il significato del nome e del cognome.
Luigi
è l’approdo di una lunga navigazione fra contrade e parlate
diverse di un nome composto in cui la prima parte significa “gloria”,
la seconda “battaglia” o anche “scontro”, “lotta”,
“zuffa”, “rissa”.
Per tutto ciò in cui oggi egli è
impegnato, che sia in battaglia su più fronti non v’è dubbio
alcuno e che ne tragga notorietà e fama, se non proprio gloria, è
indiscutibile.
Quanto
al cognome, Di Maio - se fosse sardo sarebbe De Maiu, cioè del mese
di Maggio -, non passa inosservato che la sua fama e la sua battaglia
più grande sia avvenuta nel maggio scorso, nel tentativo riuscito di
fare un governo nazionale. E dunque, anche per lui nomen
omen?
Certamente
sì, ma omen significa presagio, destino, qualcosa che
riguarda anche il futuro.
Allora,
prima di guardare avanti, siccome siamo nel campo del probabile,
della superstizione e della chiaroveggenza, mi viene in mente un
altro “di maggio” e non quel Joe, famoso campione di baseball e
primo marito di Marylin Monroe, ma Umberto II di Savoia, detto
appunto “Re di Maggio”, perché subentrò al padre V. Emanuele
III il 9 maggio 1946, durando in carica solamente 32 giorni, sino al
10 giugno seguente, a motivo del referendum istituzionale del 2 di
giugno.
Ora,
da maggio a maggio, dal 2018 al 2019, è previsto un appuntamento
decisivo per il vice-premier, vale a dire le Elezioni per il
Consiglio dell’UE.
Che
sarà “lotta” appare certo sin da ora. Sarà anche “gloria”?
Nel
2014 il M5S arrivò al 21%, con 17 consiglieri su 73; nel 2018, alle
politiche, conseguì oltre il 32% dei voti.
Basterà
al vicepremier uguagliare almeno il risultato del 2014? o sarà
deluso se scenderà sotto il risultato delle politiche?
In
Italia, con ragionamenti da sofista, è facile dichiararsi vincitori
quasi in ogni caso. Il problema sta in cosa pensano gli
iscritti.
Comunque,
ci basta un etto di pazienza e si vedrà.
Signor Francu,finalmente si è deciso di allietarci con la sua immensa ironia! Insieme ad essa ha aggiunto la sua grande cultura sul significato dei nomi e parte di storia.Essere liberi è una gran cosa,la ringrazio di avere tralasciato le disavventure sul babbo di Di Maio e,come dice Crozza,"I politici dovrebbero nascere orfani".
RispondiEliminasì, orfani e trarenti
RispondiEliminaOrfani e trasparenti
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