di Stefano Sanna
Così
recita un’antica favola che narra di un re che chiese alle sue tre
figliuole quanto l’amassero: “ Ditemi, come e quanto mi amate”. La prima figlia gli disse che l’amava come e più di tutti gli agi in cui viveva. La seconda disse di amarlo più di tutte le vesti e i gioielli suoi più
preziosi. La terza gli disse che l’amava più del sale. Al che
tutti si misero a ridere, pensando che fosse una sciocca ad esternare con così scarso valore il suo affetto per il padre; ma il re capì il
significato profondo di tale affermazione, perché si può vivere senza agiatezza e sfarzo, ma non si può sopravvivere senza il
sale!
Oggi
che il sale lo compriamo con pochi spiccioli e alcun problema, non riusciamo a capire quale importanza rivestisse nell’antichità; quale potere deteneva chi lo produceva e chi ne controllava il commercio, in quanto pochi erano gli stagni naturali
nei quali si raccoglieva e molte le genti che ne facevano uso.