mercoledì 3 giugno 2015

A quando la caduta del tabù?

Se lo chiede Maria Antonietta Mongiu in questo post, pubblicato su Sardegna Soprattutto  e pubblicato su L'Unione Sarda del 20.05.2015



Quegli antichi graffiti su pietra [di Maria Antonietta Mongiu]

By sardegnasoprattutto/ 20 maggio 2015

L’Unione Sarda 20/05/2015. La città in pilloleDa Cagliari provengono due terzi delle iscrizioni latine della Sardegna. Le iscrizioni raccontano luoghi, personaggi, istituzioni, consuetudini. L’epigrafia ne studia testi formati da parole, a volte abbreviate, simboli e numeri scritti in supporti di pietra, terracotta, pelle, metallo, tessuto.
Ma anche su affreschi o roccia come nella Grotta della Vipera dove rupes loquentes si rivolgono con versi strepitosi all’indifferenza di passanti e soprattutto di amministratori e di chi deve tutelare quel capolavoro.
Sono continuatori di tanta tradizione graffiti, cartelloni pubblicitari o di pubblica utilità, sms che hanno costruito cospicui dizionari.
Scienziati di varie discipline si interrogano sulle relazioni tra sviluppo del linguaggio, lingue e scrittura, segni fonetici e ideografici. I popoli redassero pensieri e narrazioni soprattutto con ideogrammi o astrazioni, lungi in gran parte dall’essere decodificati anche quando si sa molto della loro cultura materiale. La scrittura e la lingua sono il loro lato oscuro.
Se ne ignorano i codici fondanti: significato del significante ovvero di ogni segno, figurato o aniconico. D’altra parte la stessa grafia del latino e del greco è stata, nel tempo, diversa da come si trasmette a scuola e si riconoscono le loro iscrizioni perché sono le lingue antiche più studiate. Persino i geroglifici devono l’interpretazione, ai primi dell’Ottocento, alla visionarietà di Champollion.
Da Cagliari provengono due terzi delle iscrizioni latine di Sardegna. Nei magazzini del museo tante dai territori in diversi idiomi. Un Museo o una Sezione delle forme di scrittura in Sardegna imporrebbe una revisione a 360° di un luogo comune. A fronte di migliaia di parole del sostrato, sopravvissuto ad oggi, si attende infatti di ammettere la possibilità di una scrittura indigena
A quando la caduta del tabù?

6 commenti:

  1. 'si attende infatti di ammettere la possibilità di una scrittura indigena'. Da parte di chi? Degli epigrafisti della Domenica? E poi. Il 'tabù' è già 'caduto'. Tutti sanno che è già caduto: tanto è vero che ormai c'è quasi la corsa (come per le statue di Monte Prama) per il giro di valzer, per mettersi in vetrina con lo 'sparare' una scrittura o un codice purchessia: euboico, filisteo, cipriota, fenicio. Garbini, Ugas e Zucca, soprattutto, docent!

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  2. ' A fronte di migliaia di parole del sostrato'. Perché la linguistica che suggerisce? Ma scherziamo, solo parole del sostrato? Ma perché non dire a fronte di centinaia e centinaia di documenti, i più dei quali custoditi nei Musei? Che ci vuole per leggere di più e considerare una buona volta i dati oggettivi, ovvero i dati scientifici? Che ci vuole a fare una semplice passeggiata a Teti, a Nuoro, a Sassari, ad Oristano, ad Aidomaggiore, a Villagrande Strisaili, a Villamassargia, a San Giovanni Suergiu, ad Abbasanta, a Pozzomaggiore, a Semestene, a Orune, a Dorgali, a Cabras, a Santa Teresa di Gallura, a Tharros, a San Giovanni del Sinis, a santa Maria navarrese, ecc. ecc. Che ci vuole a rivisitare tutta la documentazione ritenuta anepigrafica e solo simbolica da archeologi con il prosciutto negli occhi da quasi un secolo? Che ci vuole a prendere in considerazione le trascrizioni dei documenti nuragici del dattiloscritto di Pietro Lutzu?

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    1. Ci vuole la visionarietà di Champollion e quella di Gigi Sanna. Una visionarietà intelligente. Cosa significa? Una delle definizioni di visionario nei vocabolari è: “Che immagina e ritiene vere cose non rispondenti alla realtà”, questo è il visionario, il visionario intelligente è un’altra cosa, perché l’intelligenza ti da la visione delle connessioni del problema da risolvere. Ma in un mondo di stupidi il visionario e il visionario intelligente sono la stessa cosa.

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  3. Che ci vuole?
    Un'auto blu con autista che non ha più.

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    1. No ci vuole un pò di passione; a Teti io ci sono andata un lunedì di Pasqua, pioveva a catinelle e non arrivavamo mai più. Ma quando ho visto quella barchetta, mamma mia che emozione, non lo dimenticherò facilmente quel momento. Non ho mai avuto alcun dubbio sulla sua autenticità-che le analisi hanno poi pienamente confermato. Come facevano a ritenerla falsa persone che sicuramente se ne intendono ben più di me, questo rimarrà inspiegabile.
      Basterebbe questo singolo oggetto a far cadere l'impalcatura, ma no niente: neppure 10000 basteranno. E' una questione politica e di convenienza; io potrei recitare a memoria la Divina Commedia, ma sempre mi farebbero passare per una semideficiente, solo perchè sostengo Gigi e gli scarabei. Non è certo una questione di contenuti, ma di politica: per quello l'impalcatura non casca.

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  4. Cascherà, cascherà! Prima o poi. Perché casca anche e soprattutto la 'politica' della scienza quando essa è superata. Cascano per natura il vecchio e il marcio pregiudizio sulle cose, ovvero il giudizio su di esse falso (ad esempio quello in chiave 'giacobina') ma mantenuto in piedi solo con la menzogna più spudorata e con la continua prepotenza. Mettici, se vuoi, anche la vigliacca diffamazione. Ma serve solo a ritardare il crollo. Quando serve. A che è servito il casino di Cabras? Ad intimidire coloro che si pensa abbiano scheletri negli armadi oppure quelli senza bottoni che sempre se la danno a gambe quando c'è un po' di maretta o i cosiddetti 'amici', ipocriti e meschini che ti vorrebbero sconfitto per invidia o per semplice malanimo. Ma il fatto è questo: non tutti hanno la coda di paglia, non tutti sono femminucce d'altri tempi, non tutti sono ipocriti e meschini. Ergo, NELL'AULA MAGNA DELLE SCUOLE MEDIE DI CABRAS c'è stato il Convegno, c'era la (molta) gente che ci doveva essere, c'erano i Conferenzieri (tutti), c'era un presentatore, c'era l'autore della canzone ed organizzatore della manifestazione identitaria (quanto rode questo!) che ha portato nella Piazza Stagno VENTIMILA PERSONE. Che vuoi di più? Vuoi che quel palco con le note e soprattutto con certe ben precise parole non abbiano fatto scricchiolare l'impalcatura della reazione?. Prima su quei 'Tori della Luce' hai detto tu, cara Aba, a cento e più persone, mostrando le incredibili sciocchezze che sono state dette da quaranta anni su quelle statue; dopo su quegli stessi 'tori della luce hanno detto con la suggestione del canto e della musica gli Istentales a migliaia e migliaia di persone. Mi è sembrato che l'enorme applauso della folla per i Nephilym bene Shamash non fosse di persone che seguivano dei deficienti suggestionati da altri deficienti. O sbaglio?

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