Il ciclo virtuale di
vita, morte e rigenerazione
di Sandro Angei
e Stefano Sanna
segue da: Pietra su pietra - sesta parte
Nuraghe Crabia di
Bauladu
Nuraghe Crabia è accessibile da un viottolo
che si dirama dalla ex S.S. 131 all’altezza di Bauladu.
Arrivati alla torre, proseguendo in
direzione Nord Ovest, già a poca distanza dal nuraghe si incontrano i primi
cumuli di pietra di forma circolare; le dimensioni variano dai 2.00 m ai 3.00 m
di diametro e la loro altezza dai 70 cm a 1.50 m; proseguendo ancora e
percorrendo in lungo e in largo l’intera area ci si imbatte infine in un limite
geografico che fisicamente divide il sito in due parti ben distinte: il rio Funtana
e si
capisce infine che:
capisce infine che:
-
la
maggior parte dei cumuli (probabilmente un centinaio e forse più) è dislocato a
Est del rio Funtana
-
un’area
di grande estensione ben recintata, sempre a Est del rio, in cui è presente una
capanna nuragica con recinto antistante, è priva di qualsivoglia cumulo.
-
i
cumuli arrivano fino al ciglio del pendio che conduce al rio Funtana: non vanno
oltre benché ci sia spazio.
-
La
maggior parte dei cumuli sono di piccole dimensioni: non superano i due metri
di diametro.
-
Nessun
cumulo è presente a Sud di nuraghe Crabia.
-
A
Ovest, superato il rio Funtana, ci sono solo 10 cumuli, tutti imponenti: 6 di
grandi dimensioni (6,00-13.00 m di diametro), 4 di dimensioni modeste (3 e 4 m
di diametro). Tutti e dieci i cumuli hanno un’altezza che varia da i 2.00 m ai
2.50 m; l’altezza denota immediatamente la differenza da quelli posti a Est,
tanto che i primi assomigliano più ad altari che a tumuli.
-
Dalla
sommità dei cumuli E, F, G, M, N si può vedere la sommità del nuraghe Crabia.
La sensazione che si ha percorrendo il luogo a Est
del rio Funtana è quella di essere in una necropoli e che quei mucchi di pietre siano dei tumuli a protezione del defunto. Anche in questo sito registriamo la
medesima caratteristica notata a Zerrei, Zroccu, e Santa Marra; ossia, la
depressione nella parte superiore di alcuni cumuli, che a questo punto ci fanno
supporre che tale caratteristica sia dovuta alla riduzione di volume in conseguenza
della consunzione e disgregamento di un corpo umano ivi sepolto.
Ragione di
questo si ha in alcuni passi della Bibbia[1];
e nell’attuale usanza ebraica di posare dei piccoli ciottoli sulle tombe dei
propri cari; però a prescindere da queste, si hanno altre notizie riportate da
Diodoro Siculo nel libro V, dove al cap. 9° scrive riferito alle isole Ginnesie
(Baleari) “… E’ pure singolare, ed affatto strana l’usanza loro nei
mortorj. Mettono entro un’urna le membra del cadavere prima rotte e batture con
legni; e vi pongono sopra un gran mucchio di pietre.”
Ma altri indizi, se non prove, adduciamo in
tal senso, dal momento che negli Annali dello “Instituto di corrispondenza
archeologica” Vol. 3° anno 1832 leggiamo che era consuetudine in Sardegna di
usare questo sistema di tumulazione.[2]
A ragione di ciò esiste nella lingua Sarda logudorese un termine: “molimentu”,
con la variante nuorese di “mulumento” che indica un mucchio di pietre sotto
cui è sepolto qualcuno.
Quanto
riferito potrebbe dare spiegazione alla domanda senza risposta che Paolo Melis
nel suo “Civiltà nuragica” lascia in sospeso: “Chi veniva sepolto nelle
tombe di giganti? La domanda è ancora tema di dibattito fra gli studiosi.
L’ipotesi tradizionale vede, nelle tombe di giganti, le sepolture collettive di
tutto un villaggio, senza distinzione di rango e senza che nei corredi funerari
ci fosse un qualsivoglia intento di ostentazione sociale. Questo, tuttavia, può
anche essere vero per le tombe più antiche, non a caso le più grandi e capaci
di ospitare numerose sepolture; è tuttavia ragionevole pensare che, nel corso
della sua evoluzione, la società nuragica abbia finito con il vedere l’emergere
di alcuni gruppi familiari sul resto della tribù (delle aristocrazie ante
litteram), per i quali non è certo ipotizzabile l’uso di un rituale funerario
collettivo indistinto: in questa fase, probabilmente, le tombe di giganti
divengono vere e proprie sepolture familiari, o di “clan”, anche se in tal caso
diventa difficile spiegare quali fossero le sepolture della gente comune”.[3]
Ecco che allora si fa strada
l’idea che questi cumuli di pietre (non tutti), siano in realtà delle tombe,
forse per gente comune, da seppellire non certo nelle tombe dei giganti ma, con
decoro, in tumuli come questi.
Superato
il rio Funtana, il territorio posto a Ovest di esso non è più costellato da
innumerevoli mucchi di pietre ma di soli 10 imponenti cumuli ben sistemati nel
paramento esterno e di dimensioni molto maggiori di quelli ubicati a Est.
L’aspetto archeoastronomico
Dopo
l'escursione, tornato a casa, visito sulla terra di Google le campagne di
Bauladu poco prima lasciate; individuo 26 cumuli; tutti quelli a Ovest del rio
Funtana e quelli ben visibili e liberi da vegetazione posti a Est del rio (in
questa plaga tanti altri sono nascosti dalla vegetazione). Con mia grande
sorpresa mi accorgo che molti di questi (18 cumuli), formano degli allineamenti
rettilinei:
-
3
allinamenti composti da 4 cumuli
-
5
allinemaneti composti da 3 cumuli
Immagine elaborata tratta da Google
Earth
la linea gialla individua il
rio Funtana
Vediamoli in dettaglio
questi allineamenti, fornendo lunghezza, azimut e altezza all’orizzonte locale:
-
1°
A-B-C-D Az. 161° 24’ Alt 0° 48’ lunghezza 516 m, a est del rio Funtana
-
2°
E-F-G-H Az. 198° 20’ Alt. 0° 32’
lunghezza 391 m, a ovest del rio
-
3°
I-J-K-D Az. 110° 09’ Alt. 1° 40’ lunghezza 645 m, a cavallo del rio
-
4°
M-N-C Az. 63° 31’ Alt. 5° 49’ lunghezza 441 m, a cavallo del rio
-
5°
O-P-H Az. 157° 37’ Alt. 1° 48’ lunghezza 319 m, a ovest del rio
-
6°
I-Q-R Az. 90° 06’ Alt. 4° 23’ lunghezza 458 m, a
cavallo del rio
-
7° P-F-B Az. 84° 50’ Alt. 4° 38’ lunghezza 493 m,
a cavallo del rio
-
8°
I-S-E Az. 55° 20’ Alt. 4° 37’ lunghezza 290 m, a ovest del rio
-
9°
M-nuraghe Crabia Az. 120° 38’ lunghezza 432 m, a cavallo del rio
Come possiamo intuire dalla Fig.1 e dedurre dagli azimut rilevati, il 1° e il
2° allineamento sono contraddistinti da una peculiarità; la bisettrice
dell’angolo compreso tra l’allineamneto A-B-C-D (161° 24’) e l’allineamento
E-F-G-H (198° 20’) è di 179° 52’ 30”, che differisce di soli 0° 07’ 30” dalla
direzione del mezzogiorno; ciò potrebbe significare che i due orientamenti
siano legati alla levata e al tramonto di un medesimo astro; e se ciò si
dimostrerà vero, il dato denoterebbe intenzionalità di orientamento astronomico
dei due allineamenti.
Fig.1
Altra
peculiarità la riscontriamo nei due allineamenti E-F-G-H e P-F-B (Fig.2) che si intersecano nel cumulo F; ulteriore
peculiarità dell’allineamento P-F-B è che i tre cumuli giacciono su altrettanti
allineamenti: cumulo “P” fa parte dell’allineamento O-P-H; il cumulo “B” fa
parte dell’allineamento A-B-C-D.
Fig.2
Ulteriore peculiarità che denota intenzionalità, la riscontriamo nell’allineamento I-Q-R (Fig.3), orientato esattamente al sorgere
del sole agli equinozi con un azimut d i 90° 06’. L’intenzionalità sta nel
fatto che questo è un orientamento ottenuto per via geometrica; ossia non ha un
riscontro all’orizzonte locale, in quanto in quella direzione l’altezza è di 4°23’. Gli orientamenti geometrici (rituali?) sono noti all’archeoastornomia ed
uno di essi lo abbiamo incontrato e verificato nel sito di "Is circuìtus". Perché
l’orientamento è così perfetto, benché non abbia un riscontro nella realtà dei
luoghi? La risposta è quanto mai semplice dal punto di vista astronomico:
perché quello degli equinozi è l’unico orientamento che si possa ottenere pervia geometrica in qualsiasi periodo dell’anno con l’aiuto del sole e di conseguenza è l’unico orientamento che possiamo definire veramente sacro.
Fig.3
Infine diamo un dato di carattere statistico
dell’intero sistema (Fig.4):
- 3 allineamenti con 4
cumuli
- 7 allineamenti con 3
cumuli
- 1 cumulo “I” fulcro di
3 allineamenti
- 7 cumuli sono punti di vista
degli allineamenti
-
9
sono in totale gli allineamenti
Fig.4
Tutti gli allineamenti sono stati individuati
prendendo quale riferimento il baricentro dei cumuli di varia forma, che va da
quella circolare[4] e/o
ovoidale, alla forma di ¼ di cerchio; qui sotto elencati:
-
A:
Quarto di cerchio raggio 3.25 m
-
B:
circolare diametro 3.00 m
-
C:
circolare diametro5.00 m
-
D:
circolare diametro 3.00 m
-
E:
circolare diametro 7.50 m
-
F:
ovoidale asse maggiore 10.00 m asse minore 8.00 m
-
G:
circolare diametro 8.00 m
-
H:
circolare diametro 4.00 m
-
I:circolare
diametro 6.00 m
-
J:
circolare diametro 6.00 m
-
K:
circolare diametro 4.00 m
-
M:
ovoidale asse maggiore 13.50 m asse minore 11.00 m
-
N:
ovoidale asse maggiore 12.00 m asse minore 8.00 m
-
O:
circolare diametro 4.00 m
-
P:
circolare diametro 4.00 m
-
Q:
circolare diametro 3.50 m
-
R:
a forma di “D” asse maggiore 5.00 m asse minore 4.00 m
-
S:
circolare diametro 3.00 m.
-
T:
circolare diametro 4.50 ,
-
U:
ovoidale asse maggiore 3.00 m, asse minore 2.50 m
-
V:
circolare diametro 2.00 m
-
W:
circolare diametro 3.00 m
La verifica
astronomica
Una verifica
col programma Stellarium ha dato i seguenti risultati per le coordiante, qui
sotto riportate, dei singoli allineamenti:
- 1° A-B-C-D Az. 161° 24’ Alt 0° 48’ orientato nel 1150 a.C. alla
levata di Acrux[5] magnitudine
1.25 stella α della costellazione della Croce del sud.
La
levata eliaca avveniva i primi giorni di novembre (il primo novembre Acrux sorgeva alle ore 6:08)
-
2°
E-F-G-H Az. 198° 20’ Alt. 0° 32’
orientato nel 1150 a.C. alla calata di Acrux[6]. La calata eliaca della stella avveniva pochi giorni prima del
solstizio d'inverno.
-
3°
I-J-K-D Az. 110° 09’ Alt. 1° 40’ orientato nel 1150 a.C. alla levata di Antares[7]
magnitudine 1.05. Stella α della costellazione dello scorpione.
La
levata eliaca avveniva i primi giorni di novembre (il primo novembre
Antares sorgeva alle ore 6:20)
- 4°
M-N-C Az. 63° 31’ Alt. 5° 49’ orientato all’alba del solstizio d’estate[8]
-
5°
O-P-H Az. 157° 37’ Alt. 1° 48’ orientato nel 1150 a.C. alla levata di Hadar[9]
Magnitudine 0.55. Stella β della costellazione del Centauro.
La levata eliaca avveniva circa 10 giorni dopo la levata eliaca
di Acrux e Antares.
- 6°
I-Q-R Az. 90° 06’ Alt. 4° 23’ orientamento rituale agli equinozi.
-
7°
P-F-B Az. 84° 50’ Alt. 4° 38’ orientato nel 1150 a.C. alla levata di Procione[10], magnitudine 0.40. Stella α della costellazione del
Cane minore.
La
levata acronica della stella avveniva pochi giorni prima del solstizio d'inverno.
Magnitudine 1.15.
Classificata stella β della costellazione dei Gemelli benché essa sia più
brillante di Castore.
La levata acronica della
stella avveniva all'inizio della terza decade di novembre.
- 9
M-nuraghe Crabia Az. 120° 38’ Alt. 0°58' orientamento rituale all’alba del
solstizio d’inverno. Nel 1150 a.C. l'alba locale
avveniva ad un azimut di
122°25'.
Il dato ammette due ipotesi:
1a: l'orientamento è fortuito;
2a: l'orientamento fu delineato in modo geometrico. Sin noti
inoltre una ulteriore
coincidenza: il cumulo M è anche punto di vista all'alba del
sosltizio d'estate (allineamento M-N-C).
Una
ulteriore verifica, oltre a quelle registrate nelle note da 2 a 8, consistente
nella ricerca di eventuali corrispondenze per altre date, ha restituito
sporadiche corrispondenze su altri oggetti stellari; ma di certo non con
sequenza costante come quella individuata per il 1150 a.C.. In particolare nel
1450 a.C. si registrano le seguenti corrispondenze:
-
1°
allineamento con Rigil Ken
-
2°
allineamento con Rigil Kent
-
3° nessuna corrispondenza
-
5°
allineamento con Fomalhaut
-
7°
allineamento compatibile con Spica
-
8°
nessuna corrispondenza
Come si vede nel 1450 a.C. troviamo di fatto 3
corrispondenze effettive, essendo il 1° e il 2° allineamento in mutuo rapporto.
C'è da
considerare però, al di là della corrispondenza per la data del 1450 a.C., che
non si registra altrettanta corrispondenza con le date di visibilità delle
stelle, dato che la levata eliaca di Rigil Kent era visibile circa 30 giorni
prima del solstizio d'inverno, ma Fomalhaut si rendeva visibile solo a metà
aprile e Spica a metà ottobre. Mentre abbiamo una corrispondenza sequenziale
pressoché univoca di levata eliaca e/o acronica delle stelle individuate nel
1150 a.C..
In ragione
di ciò si rafforza l’ipotesi che in effetti il periodo da prendere in
considerazione sia proprio il 1150 a.C.; non fosse altro perché gli eventi
astronomici avvenivano secondo una logica successione temporale:
-
inzio
di novembre (inizio prima decade) avveniva la levata eliaca di Acrux e Antares
-
dieci
giorni dopo (inizio seconda decade) avveniva la levata eliaca di Hadar
-
all'inizio
della terza decade avveniva la levata acronica di Polluce
- Pochi
giorni prima del solstizio d'inverno avveniva la levata acronica[12]
di Procione
secondo una sequenza temporale dedicata all'avvento
del solstizio d'inverno, giorno di rigenerazione del toro solare.
In ragione
di ciò possiamo dire con sufficiente sicurezza che:
-
gli
allineamenti 1° e 2° sono in effetti orientati a levata e calata di Acrux nel
1150 a.C.,
-
si
può ipotizzare la data di costruzione di questi allineamenti (1150 a.C.) e
probabilmente quella del nuraghe Crabia ad essi strettamente connesso.
-
L'allineamento
“M- nuraghe Crabia” sembrerebbe un allineamento rituale al solstizio d'estate;
in quanto il suo azimut: 120° 38’, si avvicina in modo abbastanza preciso al
dato ottenuto per via sperimentale basato sulla costruzione del triangolo
equilatero mediante le ombre. Non si scordi che nel nuraghe Crabia ancor oggi
si può assistere alla manifestazione ierofanica taurina al solstizio d’inverno;
e non penso che ciò sia frutto di mera coincidenza. L’ipotesi che il nuraghe
sia stato costruito nel 1150 a.C., prende forza dal fatto che esso è parte del
mirabile congegno astronomico; l’ipotesi è supportata dallo studio del sito di
Narbolia dove evidentemente si svolgeva un rito simile (riti che, guarda caso,
coinvolgevano due nuraghe con lo stesso nome “Crabia”, che presentano
caratteristiche costruttive differenti ma che recano al loro interno una
celletta estremamente “nascosta” nel Crabia di Bauladu, insospettabile in
quello di Narbolia[13]).
-
Tornando
al sito di Bauladu: gli allinamenti individuano la direzione reale all'alba del
solstizio d'estate e due direzioni calcolate geometricamente: alba del
solstizio d’inverno e alba degli equinozi. I restanti allineamenti sono
orientati verso il sorgere di stelle fisse, tutte di prima grandezza di
magnitudine compresa tra 0.40 e 1.25; solo nel caso di Acrux è individuata
anche la direzione di calata. La caratteristica degli allineamenti, per tanto,
è quella di rimarcare il sorgere degli astri con evidente allusione alla
rinascita.
-
Si
rafforza inoltre l'ipotesi che le stelle oggetto di osservazione fossero intese
quali messaggeri divini. Abbiamo visto che a Goronna le stelle Adhara, Acrux
e Gcrux annunciavano nel momento della
loro calata, l'avvento del solstizio d'inverno; mentre a Santa Marra lo stesso
evento era preannunciato dalla calata e successiva levata di altre due stelle:
Arturo e Vega. Qui nel sito di Crabia di Bauladu sempre l'avvento del solstizio
d'inverno era preannunciato simultaneamente da Acrux e Antares (1° decade di
novembre), seguivano Hadar (2° decade) e Polluce (3° decade); infine Procione
annunciava l'imminente arrivo dell'evento.
Ricapitolando
possiamo schematizzare il sistema astronomico di nuraghe Crabia di Bauladu,
secondo una sequenza temporale così concepito:
-
Inizio
1° decade di novembre: allineamento A-B-C-D levata eliaca di Acrux
-
Inizio
1° decade di novembre: allineamento I-J-K-D levata eliaca di Antares
-
Inizio
2° decade di novembre: allineamento O-P-H levata eliaca di Hadar
-
Inizio
3° decade di novembre: allineamento I-S-E levata acronica di Polluce
- Inizio
2° decade di dicembre: si assisteva nella stessa nottata alla levata di Acrux e successivamente, poco prima
dell'alba alla sua calata (allineamento E-F-G-H.)
-
preludio
al 21 dicembre: allineamento P-F-B levata acronica di Procione.
-
21
dicembre: allineamento M-nuraghe Crabia - solstizio d'inverno
-
21
marzo: allineamento I-Q-R - equinozio di primavera
-
21
giugno: allineamento M-N-C - solstizio d'estate
-
23
settembre: allineamento I-Q-R - equinozio d'autunno
Il cerchio si chiude e ricomincia il ciclo; lo
stesso ciclo che abbiamo individuato a nuraghe Marra, con la differenza che lì (il ciclo), è materializzato da due cerchi, benché virtuali; qui a Crabia di
Bauladu nessun cerchio è materializzato[14],
non di meno esso esiste in modo concettuale. In ragione di ciò possiamo
azzardare l'ipotesi che il cerchio non sia solo simbolo della luce, inteso quale forza vitale, ma sia anche simbolo della rigenerazione ciclica.[15]
Alla luce di quanto esposto dal punto di vista astronomico, possiamo avanzare l’ipotesi che i 7 cumuli: A, E, I, M, O, P e H, siano una sorta di altari osservatorio (essendo ognuno di essi punto di vista del rispettivo allineamento), dai quali celebrare riti legati in particolar modo al solstizio d'inverno, preannunciato dalla levata di stelle significative, secondo una ipotizzabile progressione temporale anulare ciclica: solstizio d'inverno, equinozio di primavera, solstizio d'estate, equinozio d'autunno.
Ci piace far riferimento ancora all’altare di Tel Megiddo in Israele , datato al 3000 a.C., che, per modalità costruttive e dimensioni, è accostabile ai nostri; ma come abbiamo avuto già modo di scrivere, è solo un accostamento a livello formale alle strutture che andiamo comparando, avendo dimostrato che quelli sardi parrebbero esprimere una sofisticata valenza astronomica.
Altare di Tell Megiddo in
Israele ca 3000 a.C.
Bauladu - muridina M
Bauladu - muridina M - la freccia indica nuraghe Crabia
Bauladu - muridina M - particolare
In
ragione di ciò siamo portati a credere
che questi 10 cumuli siano altari, sacrificali forse, come si ipotiza per
quello di Tell Megiddo, adibiti a cerimoniali legati a rinascita e
rigenerazione nell’ambito di riti funebri che si consumavano nei tumuli al di
là del rio Funtana. Per tanto nel sito sembrerebbe ci siano due tipi di cumuli
ben distinti, i primi destinati ad altare cerimoniale, gli altri a sepolcro di
tumulazione dei defunti… altri ancora, quelli recenti, se ce ne sono, opera di
spietramento.
***
Toponomastica
Gran problema pone il toponimo “Crabia” che è presente in almeno
tre siti in Sardegna: nuraghe Crabia di Bauladu, nuraghe Crabia di Narbolia e
nuraghe Crabia in agro di Aidomaggiore. A primo acchito si è portati ad
accostare il toponimo al sardo “craba” inteso come “capra". Il termine
“craba”, “crabia” etc., è condiviso da 47 nuraghe in tutta la Sardegna;
potrebbe esserci, però, una soluzione diversa, da prendere con moltissima
prudenza e da considerare “solo” come una delle possibili interpretazioni, che
qui proponiamo, e non certo per sfoggiare la nostra ignoranza in ambito
semitico, quanto per sollecitare semitisti e/o conoscitori e parlanti lingue
semitiche (nella fattispecie l'ebraico) ad intervenire ed eventualmente
correggere o confutare la nostra proposta.
Cerco nel vocabolario di Ebraico e trovo la radice קַרַא (kara՚) che significa "chiamare, nominare, recitare, leggere ad alta voce"; ha pure il significato di "incontrare, proclamare".
Ancora nel vocabolario trovo
la parola בִּאָה (biah), che ha il
significato di “ingresso”[16], viene dalla radice בּוֺא (bi՚a) che significa “venire, entrare”.
Per tanto si
potrebbe auspicare che Crabia sia un nome composto dalla radice קַרַא e da בִּאָה oppure בּוֺא ossia קַרַא
בִּאָה (kara՚ biah) o קַרַא בּוֺא (kara՚ bi՚a).[17]
Il nome si
adatta perfettamente alla funzione del nostro nuraghe, che presenta una
particolarissima celletta sopra il corridoio di ingresso, accessibile da una
scala posta nella nicchia di destra della camera. Questa celletta potrebbe aver
avuto funzione oracolare, alla quale il fedele era “chiamato ad
avvicinarsi”; e
potrebbe giustificare il nome di questo nuraghe, così come potrebbe
giustificare quello di nuraghe Crabia di Narbolia, vista la strana posizione di
quella nicchia così elevata dal suolo che abbiamo documentato nella terza parte
dell'articolo; che fosse pure quella una celletta con funzione oracolare? Le
similitudini che riscontriamo in questi due nuraghe ci inducono a pensare che
ciò possa avvicinarsi alla verità dei fatti, a meno di voler classificare il
tutto quale mera coincidenza: stesso nome, entrambi punto di mira
dell'orientamento all'alba del solstizio d'inverno da un altare formato da un
cumulo di pietra e infine, appunto, una celletta nascosta.
Segue…
Note e riferimenti bibliografici:
[1] ad esempio Giosuè 7, 26
[2] In Annali dell’ Instituto di corrispondenza archeologica Vol. 3° anno
1832 primo e secondo fascicolo pag. 20 nuova scoperta di Alcuni toli sepolcrali
a pag. 21 si legge: “… Piacquemi la riflessione a tal proposito emessa
dall’erudito Peiron, di un ravvicinamento per analogia di costume fra gli
edifizi anzidetti (nuraghe ndr) della Sardegna, e quei mucchi di pietre
che furon gettate su i corpi di alcuni personaggi distinti nei fasti della
Bibbia, tra i quali si nomina Ascalonne e Acan (vedi Giosuè 7, 26); uso non
del tutto abbandonato neppure ai dì nostri in Sardegna (mio il
sottolineato). Ivi per testinonianza del prelodato Petit-Radel
probabilmente notata dall’archeologo
insigne Cav. Della Marmora, si raccolgono ugualmente dei mucchi di
pietre, ove l’azzardo fa incontrare qualche abbandonato cadavere. Ma il Ch.
Petit-Ravel protesta, che i citati esempi della Bibbia non hanno, a suo sentimento, verun rapporto colle
solenni e pacifiche sepolture, come quelle che hanno fatto eregere gli edifizi
delle Nuraghe.”
Se ciò non bastasse ci viene in soccorso pure
Raffaele Pettazzoni che in “La religione primitiva in Sardegna” scrive “… Del
resto, fino ai giorni nostri pare siasi continuato in Sardegna l’uso di
accumulare pietre sopra un cadavere sul posto stesso ove per caso lo si
rinveniva.”
[3] P. Melis Civiltà nuragica Delfino
editore 2003 a pag. 38.
[4] Abbiamo già dato ampia
spiegazione in nota (1) di “Pietra su Pietra – sesta parte”.
[5] Nessun
riscontro stellare per il suo reciproco di 341° 24’ Alt. 3° 30’
[6] Nessun riscontro
stellare per il suo reciproco di 18° 20’ Alt. 1° 21’
[7] Si registra
l’allineamento per il suo reciproco di 290° 09’ Alt. 1° 54’ con la calata di
Matar della costellazione di Pegaso di
magnitudine 2.90, per tanto una stella non certo di prima grandezza. Inoltre il
tramonto eliaco avveniva agli inizi di febbraio e il tramonto acronico agli
inizi della terza decade di agosto.
[8] Nessun riscontro
per il suo reciproco di 243° 30’ perché per un’altezza dell’orizzonte pari a 0°
il sole tramonta al solstizio d’inverno a 239° circa: ben 4° 30’ di differenza;
per tanto difficilmente è possibile associare questo evento all’orientamento.
[9] Nessun riscontro per il suo reciproco di 337° 37’
Alt. 3° 48’
[10] Nessun riscontro per l’angolo reciproco 264° 50’
Alt. 0° 01’
[11] Si registra l’allineamento per il suo reciproco di
235° 20’ Alt. 0° con la calata di Wezen
della costellazione del Cane maggiore di magnitudine 1.80. Però la
calata eliaca di questa stella avveniva agli inizi della terza decade di
aprile, mentre il tramonto acronico avveniva i primi giorni di novembre.
[12] Per levata acronica si intende il
sorgere di una stella in concomitanza del tramoto del sole.
[13] Pietra su pietra – 3° parte http://maimoniblog.blogspot.it/2017/06/pietra-su-pietra-terza-parte.html
[14] Viste le distanze in gioco,
allineamenti mediamente lunghi 440 m, sarebbe stato inverosimile tracciare
circonferenze di tale grandezza.
[15] Di certo è solo una ipotesi che però da una risposta al fatto che nel
sito di nuraghe Crabia di Bauladu il cerchio è materialmente mancante.
[16] V.T. Ez. 8,5
[17] La costruzione del nome e il
relativo significato è equiparabile a quello di ben noti vocaboli ebraici, ad
esempio “beth-el” in ebraicio: בּית אל,
che significa “casa del dio”. Da: http://www.tyndalearchive.com//TABS/Gesenius/index.htm
Caro Sandro, ho visto molte volte John Wayne seppellire sotto la sabbia i morti dei suoi film, sopra i quali componeva una struttura di pietre per preservare il cadavere dalle volpi e dai corvi. Non per questo la metodologia era una evoluzioni delle tombe dei giganti.
RispondiEliminaIn verità Melis propone una impalpabile soluzione che dà addito ad altre domande che non trovano risposte in quello che si dà per accertato sino ad ora, cioè le tombe dei giganti come luogo di sepoltura comunitario.
Ma se ipotizzi che la gente comune venisse posta sotto una muridina, pensi che ci fosse una muridina per ciascuno o si metteva alla luce ogni volta il cadavere vecchio per giustapporgli uno nuovo?
Che poi la muridina si sia incassata al centro a causa della diminuzione di volume del cadavere ivi sepolto, suppongo che con i calcoli eatti la depressione potesse essere al massimo di un millimetro, visto quanto era stato costipato con uno o due metri di pietra sopra.
Quanto agli allineamenti, non so che dire: se li hai trovati, ci sono. Mi riservo però di pensare che le stelle sono tante, milioni di milioni, come dice la pubblicità, ma a noi interessa solamente quella.
La data del 1150 per la costruzione del nuraghe va contro quanto si afferma (vedi quanto detto da Aba nel recente articolo) e che cioè parrebbe che già da quel periodo non si tirava su nessun nuraghe.
So che è facile lasciarsi prendere dall'entusiasmo, specialmente quando i conti sembrano tornare, ma io ricordo sempre un detto di mia nonna: Eh, totus is chi assimbillant a babbu m'indiddus bitteis a domu?
Non so quanti scheletri possano esserci sotto una muridina, fatto sta che in altre parti fuori dalla Sardegna si trovano scheletri sotto le loro muridinas. La soluzione al quesito è nelle mani degli archeologi, solo loro possono scavare.
EliminaLe stelle sono miliardi di miliardi, ma quelle che noi vediamo sono molto meno e quelle di prima grandezza ancor meno: poco più di venti; e quelle visibili poco prima dell'alba o poco dopo il tramonto in concomitanza di particolari periodi dell'anno ancor di meno.
Per quanto riguarda il periodo di costruzione del nuraghe è solo una ipotesi; e pur ammettendo la preesistenza della torre alla creazione dell'orientamento, ciò non inficia comunque il mio studio.
Mi sono ricordata di questo post quando ho portato a mia madre un paio di fichi d'India pensando che le avrebbe fatto piacere mangiarle. Ma no, lei FiuCrabia ne ha mangiato abbastanza in vita sua, Adesso basta. Ecco, mi ha sorpreso questo modo di chiamare i fichi d'India, e a pensarci bene, le ha sempre chiamate così.
RispondiEliminaGrazie per lo studio davvero interessante! Il termine Crabu ricorda CRAB --> ACRAB riferito alle CHELE e leggendo che FIUCRABIA è il fico d'india, frutto spinoso è logico supporre che CRABU sia anche ACULEO. L'animale provvisto di aculeo è appunto lo SCORPIONE che vede in Antares la sua stella principe, inoltre sono numerose le raffigurazioni sumero-babilonesi del Centauro con coda di Scorpione...nel XXVIII millennio a.C. la Costellazione dello Scorpione segnava ad Est l'Equinozio di Primavera Galattico, inoltre l'allineamento con il Centro della Galassia era Cultualmente sentito dalle popolazioni arcaiche in riferimento alla Madre Primigenia...
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