di Atropa Belladonna
Tre teste taurine scolpite nella pietra a
grandezza quasi naturale(fig. 1), tre importanti siti nuragici dal nord al
centro- sud della Sardegna (fig. 2) (1,2,3).
Due delle teste hanno una sorta di fascia
o di benda, la terza ha le orecchie scolpite in modo estremamente naturalistico
e preciso (fig. 3) (4). Gli occhi, per quanto si possa vedere,
sono cerchiati.
Per Serra Niedda in realtà si parla di più
di una protome: "una testa di ariete e due teste di toro di
calcare dovevano adornare gli edifici" (2).
Fig. 1. a. Testa di toro in
trachite dal sacello nuragico di Cuccuru Mudeju-Nughedu San Nicolò (SS) (1); b. Complesso sacrale
nuragico di Serra Niedda (SS): testa di toro in calcare, proveniente dall'area
del santuario (2); c. Santuario nuragico di
Santa Vittoria di Serri (CA), protome taurina in calcare (foto di RsRoberto,
vd. 3)
Fig.2 |
In tutti e tre i siti
ovviamente è la pietra a farla da padrone (assieme al bronzo), con una varietà
di raffigurazioni ed elementi scolpiti. Eclatante il caso di Santa Vittoria di
Serri, dove gli elementi scolpiti in pietra vanno da un intrigante "doppio betilo" antropomofizzato-che fece perfino
ipotizzare a Vincenzo Santoni che fosse il resto di una statua (5)- a modelli di nuraghe ed elementi architettonici scolpiti.
Fig. 3. Santa Vittoria di Serri (CA),
protome taurina in calcare-vd figura 1c. (4)
|
Le protomi taurine scolpite precedono,
seguono o sono contemporanee alle statue di Monte Prama? e hanno comunque
qualcosa a che fare con esse, vista l'innegabile presenza di corna, sugli elmi
e chissà dove altro e la presenza di buchi sui betili, che sembrano fatti
apposta per le corna stesse (fig 4-6)?
Uno dei frammenti di corna da Monte Prama,
per nessuno dei quali si è potuto purtroppo trovare un attacco sulle sculture,
sembra avere una cordicella che vi si avvolge attorno (fig. 5 e 6). Questa
caratteristica la si trova anche in alcuni bronzetti (7), da alcuni studiosi frettolosamente catalogati come "certamente
falsi".
Fig. 4: sin, Dal rif. (6a); dx, dal rif. (6b). |
Fig. 5. dal rif. (6b). Per altri esempi di
"cordicelle" avvolte su corna nuragiche si vedano i seguenti
link: http://monteprama.blogspot.it/2014/09/un-impossibile-storia-damore.html (7a)
Fig.
6. dal rif. (6c).
Gigi Sanna è convinto che le statue di
Monte Prama rappresentino dei "sovrani bue Api", alla moda
sardo-egizia. Per quanto mi riguarda, ai tori somigliano di sicuro, o a qualche
altra "bestia" (7d). ma noi siamo, notoriamente, estremisti.
Quindi ascoltiamo quello che dice l'archeologa Emerenziana Usai nel 2014 (8): "Mauro Dadea ha suggerito che gli elementi corniformi potessero
trovare posto negli incavi obliqui dei betili. Per verificare questa ipotesi si
è fatto il calco dei corni e si è riscontrato l’alloggiamento negli incavi dei
betili conservati a Cagliari dove, effettivamente, essi troverebbero un
perfetto incastro, adatto a ricomporre quasi dei totem o trofei assimilabili
alle ben più tarde colonne rostrate romane. Potrebbe trattarsi tuttavia
solo di una coincidenza. In primo luogo si rammenta che i betili con incavi sono in arenaria e gli elementi corniformi in calcare; è anche vero, però,
che la bicromia è conosciuta
nel mondo nuragico. Inoltre negli incavi non si nota nessun residuo di
sostanza atta ad aderire agli elementi corniformi; sappiamo, però, che non
sempre si conservano a lungo le tracce di queste sostanze, specie se di natura
organica. Ad esempio nei betili non si trovano residui di pittura rossa
ipotizzata da Giovanni Lilliu. Anche l’ipotesi che nei betili con
eventuali elementi corniformi possa celarsi il dio Toro potrebbe
essere plausibile, in quanto richiamerebbe il concetto delle corna
taurine presente nella simbologia dell’esedra delle tombe dei giganti. Non può neanche
escludersi che gli elementi corniformi stessero in
origine sopra le tombe a pozzo ad inumazione, come Vincenzo Santoni
ha ipotizzato per le tombe di Is Aruttas di Cabras e di Su Niu ‘e su Crobu di
Sant’Antioco.
Queste potrebbero non essere 1e sole
ipotesi possibili di lettura iconografica. Alla scrivente nel vedere per la
prima volta il betilo in calcare B 1 (fig. 7, ndr), sembrò piuttosto che un betilo una testa di grandi dimensioni. Solo ad un più attento
esame si potè constatare che fosse un betilo recante una rappresentazione
plastica dell’elemento betilico, come gli esemplari B2 e
B3.
Il betilo B1, in effetti,
manifestava una certa somiglianza coi cippi antropomorfi in pietra calcarea di Ossi,
loc. Tresnuraghes, e Viddalba, loc. Monte San Giovanni, per i quali non esiste
alcun elemento certo di datazione (fig. 7, ndr). Nella parte superiore del
cippo di Ossi è raffigurata una testa umana coperta da un elmo. Questo
singolare cippo, scoperto casualmente nel luglio 1976, consentì di interpretare
l’analogo reperto rinvenuto a Viddalba vent’anni prima, di difficile lettura
all’atto del rinvenimento. Il cippo di Viddalba, a parere della scrivente, trovava confronto con il
betilo in calcare B1 di Mont’e Prama, portando di conseguenza a riconoscere in quest’ultimo la parte
superiore di un cippo composto da più parti, assimilabile al volto con elmo del cippo di Viddalba che, al di sopra del frontale
sporgente presenta un elemento verticale. Nell’esemplare di Viddalba sono
presenti anche due incavi emisferici che si suppose fossero stati realizzati
per l’inserimento di corna. Singolare è anche la raffigurazione del cippo di
Viddalba, limitata alla sola testa della figura umana. Al riguardo sembra
lecito domandarsi se sia stata deliberatamente raffigurata solo la parte
superiore o se essa si sovrapponesse ad un altro cippo rappresentante il corpo[..] (8).
Fig. 7. In alto, Betili frammentari da Monte Prama. Per B1 E. Usai ipotizza che possa
essere parte di un cippo, come la testa di Viddalba (fig. 8). (Dal rif. (8)) ; in basso, i tre cippi di Bulzi, Viddalba e Ossi, vd. fig. 7. (Dal rif. (9))
Per finire, quella che è rimasta, negli studi,
una curiosità: la testa di toro di fig. 1b non è l'unica scultura da Serra
Niedda. C'è anche un busto marmoreo, un assurdo (per il contesto) kouros, riportato al VI secolo a.C. per mancanza di meglio (fig. 8); leggiamone le poche righe ad esso dedicate: [..] 11. DAI NURAGHI ALL'IMPERO La frequentazione «d'età preromana Nel pozzo di Serra
Niedda i primi ex voto posteriori all'età nuragica sono di VI sec. a.
C,.con frammenti di probabili piatti fenici e una piccola porzione di
coppa etrusca imitante quelle greche di Corinto. Alcuni dubbi desta un sorprendente frammento (spezzatosi e rilavorato già in antico) di busto e attacco del collo - con
trecce fin sui pettorali - di statua marmorea di giovinetto (kouros)
in stile greco tardoarcaico. Si tratta di una presenza assolutamente eccezionale per la Sardegna, ma l'ipotesi che possa
trattarsi di un prodotto arcaizzante della prima età imperiale è ancora
meno probabile, poiché tali realizzazioni erano diffuse solo presso
gli ambienti di vertice dell'aristocrazia romana.[..](2).
Fig. 8. Il busto di Serra Niedda (Dal rif. (2)).
L'argomento viene ripreso da Antonella
Unali nella sua tesi di dottorato (10): [..]La regione
settentrionale, soprattutto nella sua parte esposta a est, pare naturalmente
propensa verso le coste tirreniche, nonostante non avesse restituito fino a
tempi recenti evidenze archeologiche che attestassero la presenza stabile di
genti fenicie o greche. Molto interessanti per il nostro discorso sono i
rinvenimenti di statuette di tipo grecizzante rinvenute in contesti indigeni
che, su base stilistica, sono state datate al VII-VI secolo a.C. Le statuette
sono sia di importazione che di produzione indigena e sono costituite per la
maggior parte in bronzo, ad eccezione di alcuni pezzi lignei. Sembra
ipotizzabile che il tipo iconografico e ideologico del kouros, che si ritrova
maggiormente nel nord-Sardegna ad eccezione di un esemplare di Nora, abbia
avuto più fortuna in una parte dell‟isola dove la presenza fenicia era minore [..] (nota
110); Nota 110: [..]I kouroi
bronzei sono stati rinvenuti a
Olmedo (Ss) (di importazione), a Santa Teresa di Gallura (OT) e nel complesso di Nurdole di Orani (Nu) (di produzione indigena). Altri tre sono in
legno e sono stati rinvenuti a Nora e nel pozzo sacro di Sa Testa a Olbia. Alla
stessa congerie culturale si potrebbe forse
ascrivere un frammento di busto marmoreo rinvenuto a Serra Niedda-Sorso (Ss), interpretato inizialmente come romano, anche se il contesto di
rinvenimento non ci assicura una datazione certa, vedi D‟ORIANO 2004a, p.
95-100[..] (R. D'ORIANO, Kouroi di Sardegna, QuadCa , 2004, 21,
pp. 95-110)
E se fosse di produzione indigena anche il
busto di Serra Niedda?
(1) P.M. Derudas Pina, Il villaggio
santuario di Punta Unossi, Delfino ed., 2006)
(2) D. Rovina, Il Santuario
nuragico di Serra Niedda a Sorso (SS), 2002 BetaGamma ed.
(3) R. Zucca, Il santuario
nuragico di S. Vittoria di Serri, collana "Sardegna archeologica. Guide e
Itinerari", Sassari, Carlo Delfino, 1988
(4) Luisanna Usai, Il complesso cultuale
di Santa Vittoria di Serri, In: Simbolo di un Simbolo. I modelli di Nuraghe,
ARA ed., 2012, pp. 314-322
(5) A. Belladonna, Una curiosa ipotesi di Vincenzo Santoni: e se quel "doppio
betilo" di Serri fosse il resto di una statua? 31 AGOSTO 2014,
monteprama.blogspot.it
(6) a. Leonelli, V., I modelli
di nuraghe e altri elementi scultorei di Mont'e Prama, In:Le
sculture di Mont'e Prama-Contesto, scavi e materiali, a cura di: M. Minoja
& A. Usai, Gangemi Editore, 2014, pp. 263-292; b. Da: Usai, L. e Leonelli, V., Le sculture
in mostra, In: Le sculture di Mont'e Prama-La Mostra, a cura di: L. Usai,
Gangemi Editore, 2014, pp. 235-254; c. Usai, L., Le statue
nuragiche, In: Le sculture di Mont'e Prama-Contesto, scavi e materiali, a cura
di:M. Minoja & A. Usai, Gangemi Editore, 2014, pp. 219-262
(7) A. Belladonna, monteprama.blogspot.it a. Un' impossibile storia d'amore, 22 SETTEMBRE 2014; b. Il primo bronzetto di E. Borowski e le statue di Monte Prama secondo J.
Thimme, 29 GIUGNO 2014; c. Corna nuragiche al Bible Lands Museum di Gerusalemme, 3
GIUGNO 2014; d. Umano sarà lei!, 04 Mag 2014
(8) Usai, E., Idoli betilici
di Mont'e Prama, In: Le sculture di Mont'e Prama-Contesto, scavi e materiali, a
cura di:M. Minoja & A. Usai, Gangemi Editore, 2014, pp. 293-314
(9) R. Saderi, Foto del giorno: i frammenti di statua di Crabonaxia, 26 MAGGIO
2014, monteprama.blogspot.it
(10) A. Unali, Le città
fenicie di Sardegna. Indagini stratigrafiche dall‟insediamento di Sulky, Tesi
di Dottorato in “Storia, Letterature e Culture del Mediterraneo”,
Università degli Studi di Sassari., aa 2009/2010
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