mercoledì 15 luglio 2015

Toro! Toro! Toro!

di Atropa Belladonna

Tre teste taurine scolpite nella pietra a grandezza quasi naturale(fig. 1), tre importanti siti nuragici dal nord al centro- sud della Sardegna (fig. 2) (1,2,3)
Due delle teste hanno una sorta di fascia o di benda, la terza ha le orecchie scolpite in modo estremamente naturalistico e preciso (fig. 3) (4). Gli occhi, per quanto si possa vedere, sono cerchiati. 

Per Serra Niedda in realtà si parla di più di una protome: "una testa di ariete e due teste  di toro di calcare dovevano adornare gli edifici(2)

Fig. 1. a. Testa di toro in trachite dal sacello nuragico di Cuccuru Mudeju-Nughedu San Nicolò (SS) (1)b. Complesso sacrale nuragico di Serra Niedda (SS): testa di toro in calcare, proveniente dall'area del santuario (2)c. Santuario nuragico di Santa Vittoria di Serri (CA), protome taurina in calcare (foto di RsRoberto, vd. 3)

Fig.2

In tutti e tre i siti ovviamente è la pietra a farla da padrone (assieme al bronzo), con una varietà di raffigurazioni ed elementi scolpiti. Eclatante il caso di Santa Vittoria di Serri, dove gli elementi scolpiti in pietra vanno da un intrigante "doppio betilo" antropomofizzato-che fece perfino ipotizzare a Vincenzo Santoni che fosse il resto di una statua (5)- a modelli di nuraghe ed elementi architettonici scolpiti.

Fig. 3. Santa Vittoria di Serri (CA), protome taurina in calcare-vd figura 1c. (4) 

Le protomi taurine scolpite precedono, seguono o sono contemporanee alle statue di Monte Prama? e hanno comunque qualcosa a che fare con esse, vista l'innegabile presenza di corna, sugli elmi e chissà dove altro e la presenza di buchi sui betili, che sembrano fatti apposta per le corna stesse (fig 4-6)? 

Uno dei frammenti di corna da Monte Prama, per nessuno dei quali si è potuto purtroppo trovare un attacco sulle sculture, sembra avere una cordicella che vi si avvolge attorno (fig. 5 e 6). Questa caratteristica la si trova anche in alcuni bronzetti (7), da alcuni studiosi frettolosamente catalogati come "certamente falsi". 
Fig. 4: sin, Dal rif. (6a); dx, dal rif. (6b)
Fig. 5. dal rif. (6b).  Per altri esempi di "cordicelle" avvolte su corna nuragiche si vedano i seguenti link: http://monteprama.blogspot.it/2014/09/un-impossibile-storia-damore.html (7a)
Fig. 6. dal rif. (6c).

Gigi Sanna è convinto che le statue di Monte Prama rappresentino dei "sovrani bue Api", alla moda sardo-egizia. Per quanto mi riguarda, ai tori somigliano di sicuro, o a qualche altra "bestia" (7d). ma noi siamo, notoriamente, estremisti. Quindi ascoltiamo quello che dice l'archeologa Emerenziana Usai nel 2014 (8): "Mauro Dadea ha suggerito che gli elementi corniformi potessero trovare posto negli incavi obliqui dei betili. Per verificare questa ipotesi si è fatto il calco dei corni e si è riscontrato l’alloggiamento negli incavi dei betili conservati a Cagliari dove, effettivamente, essi troverebbero un perfetto incastro, adatto a ricomporre quasi dei totem o trofei assimilabili alle ben più tarde colonne rostrate romane. Potrebbe trattarsi tuttavia solo di una coincidenza. In primo luogo si rammenta che i betili con incavi sono in arenaria e gli elementi corniformi in calcare; è anche vero, però, che la bicromia è conosciuta nel mondo nuragico. Inoltre negli incavi non si nota nessun residuo di sostanza atta ad aderire agli elementi corniformi; sappiamo, però, che non sempre si conservano a lungo le tracce di queste sostanze, specie se di natura organica. Ad esempio nei betili non si trovano residui di pittura rossa ipotizzata da Giovanni Lilliu. Anche l’ipotesi che nei betili con eventuali elementi corniformi possa celarsi il dio Toro potrebbe essere plausibile, in quanto richiamerebbe il concetto delle corna taurine presente nella simbologia dell’esedra delle tombe dei giganti. Non può neanche escludersi che gli elementi corniformi stessero in origine sopra le tombe a pozzo ad inumazione, come Vincenzo Santoni ha ipotizzato per le tombe di Is Aruttas di Cabras e di Su Niu ‘e su Crobu di Sant’Antioco.
Queste potrebbero non essere 1e sole ipotesi possibili di lettura iconografica. Alla scrivente nel vedere per la prima volta il betilo in calcare B 1 (fig. 7, ndr), sembrò piuttosto che un betilo una testa di grandi dimensioni. Solo ad un più attento esame si potè constatare che fosse un betilo recante una rappresentazione plastica dell’elemento betilico, come gli esemplari B2 e B3.
Il betilo B1, in effetti, manifestava una certa somiglianza coi cippi antropomorfi in pietra calcarea di Ossi, loc. Tresnuraghes, e Viddalba, loc. Monte San Giovanni, per i quali non esiste alcun elemento certo di datazione (fig. 7, ndr). Nella parte superiore del cippo di Ossi è raffigurata una testa umana coperta da un elmo. Questo singolare cippo, scoperto casualmente nel luglio 1976, consentì di interpretare l’analogo reperto rinvenuto a Viddalba vent’anni prima, di difficile lettura all’atto del rinvenimento. Il cippo di Viddalba, a parere della scrivente, trovava confronto con il betilo in calcare B1 di Mont’e Prama, portando di conseguenza a riconoscere in quest’ultimo la parte superiore di un cippo composto da più parti, assimilabile al volto con elmo del cippo di Viddalba che, al di sopra del frontale sporgente presenta un elemento verticale. Nell’esemplare di Viddalba sono presenti anche due incavi emisferici che si suppose fossero stati realizzati per l’inserimento di corna. Singolare è anche la raffigurazione del cippo di Viddalba, limitata alla sola testa della figura umana. Al riguardo sembra lecito domandarsi se sia stata deliberatamente raffigurata solo la parte superiore o se essa si sovrapponesse ad un altro cippo rappresentante il corpo[..] (8). 

Fig. 7. In alto, Betili frammentari da Monte Prama. Per B1 E. Usai ipotizza che possa essere parte di un cippo, come la testa di Viddalba (fig. 8). (Dal rif. (8)) ; in basso, i tre cippi di Bulzi, Viddalba e Ossi,  vd. fig. 7 (Dal rif. (9)

Per finire, quella che è rimasta, negli studi, una curiosità: la testa di toro di fig. 1b non è l'unica scultura da Serra Niedda. C'è anche un busto marmoreo, un assurdo (per il contesto) kouros, riportato al VI secolo a.C. per mancanza di meglio (fig. 8); leggiamone le poche righe ad esso dedicate: [..] 11. DAI NURAGHI ALL'IMPERO La frequentazione «d'età preromana Nel pozzo di Serra Niedda i primi ex voto posteriori all'età nuragica sono di VI sec. a. C,.con frammenti di probabili piatti fenici e una piccola porzione di coppa etrusca imitante quelle greche di Corinto. Alcuni dubbi desta un sorprendente frammento (spezzatosi e rilavorato già in antico) di busto e attacco del collo - con trecce fin sui pettorali - di statua marmorea di giovinetto (kouros) in stile greco tardoarcaico. Si tratta di una presenza assolutamente eccezionale per la Sardegna, ma l'ipotesi che possa trattarsi di un prodotto arcaizzante della prima età imperiale è ancora meno probabile, poiché tali realizzazioni erano diffuse solo presso gli ambienti di vertice dell'aristocrazia romana.[..](2). 

Fig. 8. Il busto di Serra Niedda (Dal rif. (2)). 

L'argomento viene ripreso da Antonella Unali nella sua tesi di dottorato (10): [..]La regione settentrionale, soprattutto nella sua parte esposta a est, pare naturalmente propensa verso le coste tirreniche, nonostante non avesse restituito fino a tempi recenti evidenze archeologiche che attestassero la presenza stabile di genti fenicie o greche. Molto interessanti per il nostro discorso sono i rinvenimenti di statuette di tipo grecizzante rinvenute in contesti indigeni che, su base stilistica, sono state datate al VII-VI secolo a.C. Le statuette sono sia di importazione che di produzione indigena e sono costituite per la maggior parte in bronzo, ad eccezione di alcuni pezzi lignei. Sembra ipotizzabile che il tipo iconografico e ideologico del kouros, che si ritrova maggiormente nel nord-Sardegna ad eccezione di un esemplare di Nora, abbia avuto più fortuna in una parte dell‟isola dove la presenza fenicia era minore [..] (nota 110); Nota 110: [..]I kouroi bronzei sono stati rinvenuti a Olmedo (Ss) (di importazione), a Santa Teresa di Gallura (OT) e nel complesso di Nurdole di Orani (Nu) (di produzione indigena). Altri tre sono in legno e sono stati rinvenuti a Nora e nel pozzo sacro di Sa Testa a Olbia. Alla stessa congerie culturale si potrebbe forse ascrivere un frammento di busto marmoreo rinvenuto a Serra Niedda-Sorso (Ss), interpretato inizialmente come romano, anche se il contesto di rinvenimento non ci assicura una datazione certa, vedi D‟ORIANO 2004a, p. 95-100[..]  (R. D'ORIANO, Kouroi di Sardegna, QuadCa , 2004, 21, pp. 95-110)

E se fosse di produzione indigena anche il busto di Serra Niedda?

(1) P.M. Derudas Pina, Il villaggio santuario di Punta Unossi, Delfino ed., 2006)
(2) D. Rovina, Il Santuario nuragico di Serra Niedda a Sorso (SS), 2002 BetaGamma ed.
(3) R. Zucca, Il santuario nuragico di S. Vittoria di Serri, collana "Sardegna archeologica. Guide e Itinerari", Sassari, Carlo Delfino, 1988
(4) Luisanna Usai, Il complesso cultuale di Santa Vittoria di Serri, In: Simbolo di un Simbolo. I modelli di Nuraghe, ARA ed., 2012, pp. 314-322
(6) a. Leonelli, V., I modelli di nuraghe e altri elementi  scultorei  di Mont'e Prama, In:Le sculture di Mont'e Prama-Contesto, scavi e materiali, a cura di: M. Minoja & A. Usai, Gangemi Editore, 2014, pp. 263-292; b. Da: Usai, L. e Leonelli, V., Le sculture in mostra, In: Le sculture di Mont'e Prama-La Mostra, a cura di: L. Usai, Gangemi Editore, 2014, pp. 235-254; c. Usai, L., Le statue nuragiche, In: Le sculture di Mont'e Prama-Contesto, scavi e materiali, a cura di:M. Minoja & A. Usai, Gangemi Editore, 2014, pp. 219-262
(7) A. Belladonna, monteprama.blogspot.it a. Un' impossibile storia d'amore, 22 SETTEMBRE 2014b. Il primo bronzetto di E. Borowski e le statue di Monte Prama secondo J. Thimme, 29 GIUGNO 2014; c. Corna nuragiche al Bible Lands Museum di Gerusalemme, 3 GIUGNO 2014; d. Umano sarà lei!, 04 Mag 2014   
(8) Usai, E., Idoli betilici di Mont'e Prama, In: Le sculture di Mont'e Prama-Contesto, scavi e materiali, a cura di:M. Minoja & A. Usai, Gangemi Editore, 2014, pp. 293-314
(9) R. Saderi, Foto del giorno: i frammenti di statua di Crabonaxia, 26 MAGGIO 2014, monteprama.blogspot.it   
(10) A. Unali, Le città fenicie di Sardegna. Indagini stratigrafiche dall‟insediamento di Sulky, Tesi  di Dottorato in “Storia, Letterature e Culture del Mediterraneo”, Università degli Studi di Sassari., aa 2009/2010

Nessun commento:

Posta un commento