di Sandro Angei
Vedi ➽ Il pozzo sacro di Is Pirois - prima parte
4. Il metodo “Santa Cristina”
Appurato il dato oggettivo della presenza del foro apicale nella cupola del pozzo e attribuita una precisa funzione all'edificio soprastante; possiamo proseguire il nostro studio per dire innanzitutto che quell'azimut di 141°41', secondo noi è il risultato di un calcolo geometrico basato sempre sul noto metodo scoperto nel pozzo di Santa Cristina e testato in quello di Funtana coberta di Ballao.
Naturalmente è uguale il metodo ma non la costruzione geometrica che varia continuamente; nessun pozzo è uguale ad un altro, e questo lo abbiamo già sperimentato nel pozzo di Ballao, dove la costruzione geometrica dell'orientamento avviene in senso antiorario.
Analizziamo innanzitutto quale fosse il principio che dettava l’orientamento della scalinata del pozzo sacro, perché da questo si capirà quale sia il vero orientamento.
A Santa Cristina notiamo che i raggi solari entrano all’interno del pozzo seguendo lo stesso percorso che segue l’uomo che scende al bacile lustrale secondo un azimut di 153°8’. Lo stesso succede a Funtana coberta con la scalinata orientata ad un azimut di 240°43’. Pertanto possiamo dire che la direzione della scalinata nei due pozzi coincide con quella che assume il sole quando è in asse a quelle, perché il sole entra dalla scalinata.
Nel pozzo di Is pirois invece i raggi solari non entrano dalla scalinata ma, entrando dall’oculo sommitale della cupola ogivale, tentano di uscire da essa riflessi dall’acqua contenuta nel pozzo.
Pertanto possiamo dire che la scalinata è orientata in direzione esattamente contraria a quella che assume il sole quando è in asse a quella. In ragione di questa caratteristica possiamo auspicare che l’orientamento del pozzo sacro di Is pirois sia in effetti di 321°41’ e che la funzione del sole sia subordinata a quella del pozzo che custodisce l’acqua. Si vuol asserire in definitiva, anche se prematuramente, che la scala è in funzione della "manifestazione idrica" che per tanto assume valore principale, alla quale la “manifestazione luminosa” è subordinata. In ragione di ciò la natura del pozzo sacro di Is pirois non sarebbe solare ma acquifera.
A prescindere da questa “supposta” connotazione, il metodo di costruzione geometrica dell’orientamento qui a Is Pirois parte sempre dal nord geografico come negli altri pozzi sacri e, come a Funtana coberta, avviene in senso antiorario, per via (si suppone) che anche qui a Is pirois la scalinata è rivolta verso un quadrante ovest (nord ovest per questo pozzo, sud ovest per Funtana coberta). Quella che mi accingo a presentare, essendo la terza di una serie di orientamenti simili, mi rende piuttosto fiducioso del fatto che il metodo sia uno standard nella costruzione dei pozzi sacri; ma vediamo nel dettaglio il metodo di orientamento adottato a Is pirois.
Il metodo benché sembri macchinoso segue un principio numerologico, che sta alla base di questi orientamenti. E' difficile da spiegare il complesso pensiero filosofico seguito da quelle genti, dal quale traspare evidente la numerologia sacra legata all’essenza della divinità lì adorata. In sostanza il raggio che definisce il cerchio si divide in tre parti uguali e si tracciano, a seconda dei casi, uno o più archi di cerchio di tale ampiezza seguiti da più archi di cerchio pari ad 1/9 del raggio. L’esame dell’orientamento di 19 pozzi sacri mostra uno standard costruttivo che possiamo catalogare in due categorie.
La prima categoria è contraddistinta da orientamenti verso il 2° e il 3° quadrante (direzione sud-est e sud-ovest), dove, in tutti i casi, l’orientamento è individuato con 3 archi di cerchio pari ad 1/3 del raggio e un numero variabile da 4 a 19 archi di cerchio di 1/9 del raggio.
La seconda categoria è contraddistinta da orientamenti verso il 1° e il 4° quadrante (direzione nord-est e nord-ovest). Questi orientamenti sono contraddistinti da uno arco di cerchio pari ad 1/3 del raggio e da zero a sei archi di cerchio di 1/9 del raggio (devo qui correggere quanto asserito nella 5° parte dello studio del pozzo di Funtana coberta dove scrissi che Il pozzo di Serra niedda di Sorso è orientato sulla base di 2 archi di cerchio di 1/3 di raggio e 2 archi di cerchio di 1/9 di raggio in senso antiorario; mentre il pozzo di Santu Millanu è orientato sulla base di 2 archi di cerchio di 1/3 di raggio in senso antiorario; perché dal punto di vista dello standard utilizzato è più verosimile che tali orientamenti, coerentemente a quelli dei pozzi di “Is pirois” e di “Sa mitza de Nieddinu”, siano orientati secondo un solo arco di cerchio pari ad 1/3 del raggio è 5 archi di cerchio di 1/9 del raggio per il pozzo di Serra niedda e di un solo arco di cerchio pari ad 1/3 del raggio è 3 archi di cerchio di 1/9 del raggio per il pozzo di “Santu Millanu”. Questa correzione non modifica significativamente la direzione azimutale che differisce in entrambi i casi di poco meno di 0°05’ d’arco, ma dal punto di vista filologico è estremamente importante la definizione univoca di questi orientamenti).
Nello specchietto che segue vediamo i dati di orientamento dei 19 pozzi.
Vediamo il metodo seguito a Is pirois.
Tracciamo il solito cerchio di raggio qualsiasi e disegniamo il raggio orientato al nord geografico (secondo il noto metodo delle ombre). Partendo da questo orientamento tracciamo un primo arco di cerchio pari ad 1/3 del raggio e successivamente una sequenza di 3 archi pari ad 1/9 del raggio (Fig.4); uniamo ora il centro della circonferenza con l'ultimo arco che la interseca; la direzione individuata è pari ad un azimut di 321°42'12”. Il reciproco di questo azimut è 141°42’12” (azimut che assume il sole quando è in asse alla scalinata), che differisce dalla direzione da noi rilevata strumentalmente (141°41') di soli 0°01'.
Fig..4
5. Il periodo di costruzione del pozzo sacro
A dar retta al cartello didascalico incontrato all'ingresso del sito archeologico dovremmo pensare che il pozzo sacro fu realizzato nel bronzo medio, ossia entro un arco di tempo che va dal 1600 a.C. al 1400 a.C.; ma per quanto abbia cercato non ho trovato alcuna attestazione a sostegno di questa datazione; e d’altronde la Dr. Salvi non si sbilancia ad inquadrare cronologicamente il monumento. Per tanto non si capisce quale sia la fonte della datazione (spero che qualcuno possa illuminarci).
Sarebbe stato strabiliante e, confesso, mi sarebbe piaciuto poter affermare che quelle genti usavano già nel bronzo medio un metodo di orientamento della scalinata che sarebbe perdurato per almeno mezzo millennio, passando per il pozzo di Funtana coberta (1300 a.C.), fin verso la costruzione del pozzo di Santa Cristina (1000 a.C.); ma non lo si può dimostrare a meno di future acquisizioni. Per il momento dobbiamo fermarci al 1300 a.C, quello di presunta edificazione del pozzo di Funtana coberta.
5. Il sistema idrico di troppopieno
La individuazione di particolari che potrebbero essere insignificanti ad un occhio poco attento, fanno la differenza nel trovare la soluzione ai quesiti che il monumento pone. In verità certi particolari, se non inquadrati in modo opportuno, potrebbero rendere ancor più complicato il rebus e porre ulteriori domande.
In fase di sopralluogo ho constatato che il primo gradino a scendere della scala di accesso al bacile è più alto degli altri e reca, poco sotto la lastra dello spessore di 25 cm, un incavo vuoto alto 7 cm, largo quanto la scalinata e profondo almeno 30 cm (Fig.5).
Fig.5
Perché mai fu realizzato in tal modo questo primo gradino?
Pensando che quelle genti facevano nulla per caso, ma tutto aveva una funzione, posso ipotizzare che quell'incavo altro non sia che l'imbocco di un canale di troppopieno, dal quale l'acqua in esubero tracimava e veniva convogliata a valle.
Questa ipotesi, in modo del tutto inaspettato, e per tanto senza alcuna forzatura da parte mia, è avvalorata da quanto scrive la Dr. Salvi: “Di maggiore portata, anche se al momento assolutamente preliminare, è il dato nuovo offerto dai lavori condotti nel settore antistante il pozzo. Sul declivio, infatti, la roccia forma un salto di quota di circa un metro e mezzo che, negli interventi degli anni Ottanta, era stato utilizzato per accumulare pietrame e terra di risulta. La decisione di allontanare anche questo materiale ha permesso di constatare nella sezione così messa in luce, la presenza di due murature, evidentemente testimonianza di altra struttura interrata, realizzata sull'asse dell'ingresso al pozzo. Al suo interno potrebbe corrispondere una sorta di foro, o cedimento, emerso durante ii lavori di ripulitura del piano di calpestio antico. Sarà comunque lo scavo, che si spera di avviare a breve con fondi comunali, a dare risposte a questa ipotesi di lavoro.” (mio il sottolineato ndr)
Il dato è di estrema importanza e potrebbe dar ragione del fatto che in effetti sotto il piano di campagna, in corrispondenza dell'atrio di ingresso al pozzo e per tutta la lunghezza fino ad arrivare al salto di 1,50 m nel declivio, vi sia una condotta interrata.
Ad avvalorare questa ipotesi ci viene in aiuto il pozzo del predio Canopoli di Perfugas che, proprio per questa sua caratteristica, pensiamo fosse adibito al medesimo uso di quello di Is pirois. Infatti anche in quel pozzo riscontriamo la presenza di un foro di troppopieno, ricavato questa volta nel bordo superiore del 7° anello a partire dal pavimento della vasca; foro che corrisponde, come nel caso di Is pirois, al primo gradino a scendere della scala d'accesso al pozzo. Entrambi i pozzi, per tanto, erano programmati per contenere l'acqua fino al limite del primo gradino a scendere.*
* Questa caratteristica pone però delle domande alle quali sarà necessario in futuro dare una risposta. Infatti il pozzo sacro del predio Canopoli ha lo stesso orientamento di Funtana coberta, ma il fatto che il sistema di troppopieno sia simile a quello di Is pirois, formalmente lo escluderebbe sia da una che dall'altra categoria di pozzi sacri. Sarà lo studio di quel magnifico pozzo a spiegare questa che sembra una incongruenza.
Oltre a questa caratteristica che accomuna questi due pozzi, in linea generale sembrerebbe che tutti i pozzi sacri siano dotati di sistema di troppopieno. Quello più eclatante è, senza dubbio alcuno, quello sofisticatissimo realizzato nel pozzo di Santa Cristina. Ma di certo un sistema di troppopieno è presente anche a Funtana coberta, per via che esso ha le medesime caratteristiche costruttive e ierofaniche del pozzo di Santa Cristina. Ugualmente, e sempre per lo stesso motivo, un sistema di troppopieno deve esistere nel pozzo sacro di Sant'Anastasia di Sardara: è lo strumento ierofanico che lo impone. Troppo pieno che, è appurato, esiste anche nel pozzo sacro de “La purissima” di Alghero (il link scarica un file PDF del rapporto di scavo- vedi Fig. 5 pag. 230).
Di primo acchito, nel nostro pozzo, la posizione altimetrica del punto di deflusso del sistema di troppopieno potrebbe farci pensare che la ierofania luminosa, alla stregua di quella del pozzo di Santa Cristina, avvenga nel momento in cui il livello dell'acqua arriva ad inondare pressoché tutta la scalinata. A parer mio però, questo ipotesi è da scartare per due motivi oggettivi.
1° motivo. Il livello dell'acqua durante l'anno non può essere stabile a meno di non voler ipotizzare una sorgente con una portata talmente elevata da garantire tutto l'anno l'esondazione dal sistema di troppopieno. Ma non è il nostro caso, almeno di non voler ipotizzare che nel periodo di costruzione del pozzo sacro la falda avesse una portata molto maggiore di quella attuale. Ma in tal caso perché predisporre una scalinata che porta all'interno del pozzo? Solo per ingraziarsi la divinità? Potrebbe anche essere, ma dato il carattere piuttosto pragmatico dell'uomo Sardo di quel periodo10, doveva esserci un risvolto pratico ben più funzionale alle esigenze della vita di tutti i giorni.
2° motivo. Se ammettiamo che il livello dell'acqua non poteva essere costante durante tutto l'arco dell'anno, perché predisporre il punto di travaso del sistema di troppopieno in quella posizione alta, visto che il pozzo sembra predisposto per accogliere una ierofania luminosa? Se, come nel pozzo di Santa Cristina, si doveva registrare un evento che doveva illuminare un particolare architettonico ben preciso (il concio alfa nel pozzo di Santa Cristina), non si vede qui un particolare architettonico associabile ad un evento simile.
Pertanto nel momento in cui il raggio di luce illumina diversi architravi a seconda del livello raggiunto dall'acqua in quel preciso momento (21 di giugno ad un azimut di 141°41'), non si riesce a valutare a Is pirois la data in modo preciso, perché l'illuminazione avviene a seconda del livello dell'acqua sugli architravi dal 3° al 6° a salire, a partire dal 28 di maggio fin verso il 15 di giugno. Per tanto la ierofania non doveva e non poteva essere simile a quella del pozzo di Santa Cristina, perché in quest'ultimo si ripete, anno dopo anno sempre uguale in funzione del livello stabile dell'acqua nel bacile in modo da rendere edotto il sacerdote/sacerdotessa, del giorno da celebrare (21 di aprile e solo quello).
Nel pozzo di Is Pirois non è l'acqua a determinare il giorno fatidico (il solstizio d'estate in questo caso) ma, al contrario, è la data del 21 di giugno il termine ultimo per registrare il livello dell'acqua nella scalinata. Le parti si invertono, ma sono ancora in funzione una dell'altra, quasi due facce della stessa medaglia.
In ragione di questa considerazione possiamo affermare che nel pozzo sacro di Santa Cristina l'acqua è in quiete (livello stabile) ed il sole in movimento, manifesta la sua forza lucifera percorrendo la parete della cella fino ad arrestarsi all'interno del concio alfa del 12° anello. Nel pozzo sacro di Is Pirois invece è l'acqua ad essere in movimento ed il sole è costretto a manifestarsi in un pertugio tanto stretto (la scala rovescia) ed entro un lasso di tempo relativamente esiguo, quasi un flash, giorno dopo giorno per circa un mese in modo pressoché statico, come se si fermasse nel medesimo architrave, e questo perché difficilmente la linea piezometrica della falda artesiana, ma anche di quella freatica muta in modo repentino.
Volendo anche ammettere che il bordo superiore del pozzo di luce (il cosiddetto nuraghe monotorre) fosse 25 cm sopra l'attuale11 sulla prosecuzione del profilo inclinato della parete interna, e volendo assegnare al raggio di luce che entra nella camera ogivale uno “spessore” di soli 5 cm, avremmo un angolo di inclinazione di circa 69°30'; ciò significa che la ierofania luminosa, anche in questa situazione limite si manifesterebbe a partire dal 5 giugno, fin verso il 6 di luglio.
A prescindere dalla durata dell'evento, se immaginiamo il rito dal punto di vista antropologico ci rendiamo conto che a Is Pirois se in effetti è l'acqua ad essere in movimento, ciò potrebbe significare che sia questa a guidare la sorte di quel gruppo umano. Ma ancora una volta, era il sole deputato ad agire a sostegno della sua creatura, svelando preventivamente il futuro con una manifestazione luminosa pressoché statica. E se l'uomo, seguendo il consiglio del suo dio, non si dimostrava di “dura cervice”, da ciò avrebbe tratto giovamento. Un dio, quello sardo, che ammetteva aiuto e compassione ma solo se l'uomo si dimostrava astuto e intelligente ma anche sincero e sottomesso al volere divino.
Abbiamo delineato per grandi linee e senza la pretese di essere nel giusto in senso assoluto, l'aspetto filosofico del pensiero dell'uomo nuragico in funzione di ciò che l'architettura, la geometria e l'astronomia rivelano in questo magnifico pozzo sacro. Per tanto ci accingiamo ora a individuare la sua funzione precipua.
Note e riferimenti bibliografici
10 Lo abbiamo detto più volte che la civiltà nuragica appare pervasa dalla inflessibilità pragmatica.
11 Abbiamo calcolato che la sommità del muro circolare che protegge la sommità del pozzo non poteva essere più elevati di 25 cm sopra l'attuale livello. Una quota superiore a quella avrebbe pregiudicato la manifestazione luminosa e di conseguenza questa tesi sarebbe del tutto inconsistente. Ma ciò imporrebbe di trovare altra spiegazione verosimile, e in termini scientifici, a quanto qui proposto.
Purtroppo non ho avuto mai la possibilità di vedere nessun pozzo nuragico ,questa sua descrizione dettagliata ,mi affascina e mi convince una volta di più che grande popolo erano i nuragici.
RispondiEliminaUn'argomentazione abbastanza lucida che però non lascia intravvedere a quale tipo di conclusione ci porterai.
RispondiEliminaSbrigati ché il virus incalza!
Un po' di pazienza caro mio! Poi, se avessi svelato tutto e subito sin dall'inizio sarebbe stato come leggere un giallo conoscendo il nome dell'assassino.
Eliminaoh, l'assassino sei tu!
EliminaLa suspense sta nel nome dell'assassinato, si fa per dire. Perché qualcuno muore sempre sotto l'incalzare delle tue misurazioni e dei tuoi ragionamenti.
Chiedi a un certo Zedda, per esempio.
Oddddio, non avevo pensato alle conseguenze del mio scrivere!
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