Francu Pilloni
Nel dibattito
politico italiano c'è un punto fermo da cui non si sfugge, quello
della “verità” nell'affaire Marroni-Lotti: Marroni ha
confessato ai Pm che Lotti gli avrebbe rivelato che nei suoi uffici
erano state installate delle “cimici”, mentre Lotti giura di non
aver assolutamente parlato con Marroni della spinosa questione.
Ragionando come
piccoli cristiani – e fanno bene a farlo – i M5S urlano (ormai
non sanno fare di meglio, ma è meglio che lo facciano, così ci
svegliano) che uno dei due mente: se Marroni dice la verità, Lotti
si dimetta da ministro dello Sport; se invece è Lotti a dire il
vero, Marroni dev'essere rimosso dal suo alto incarico all'interno
della Consip.
Non ricordo come
diceva il famoso investigatore inglese al suo vice Watson, ma anch'io
avrei detto così. Elementare, dunque. Anzi, sin troppo elementare!
Infatti, a me è
balenata l'idea che ci siano due verità, non una. Almeno due dunque,
senza escludere alcuna bugia.
Cos'è la verità,
in fondo?
Lasciamo per un
giorno da parte i concetti più sublimi secondo i quali la verità si
scopre salendo gradino dopo gradino nella piramide della conoscenza
(si dovrebbe trattare di una sorta di piramide Maya?).
Lasciamo anche il
parallelo della verità che entra compatta come la luce nel prisma,
ma ne fuoriesce in brandelli colorati, per cui ognuno ne apprezza
quello che gli garba.
Prendiamo invece
quello più terra terra del dado (esaedro, solido con sei facce
quadrate) colorato con sei diversi colori dei quali, più spesso, ne
scorgiamo solamente uno – Marroni vede la faccia bianca; Lotti
quella rossa? -, qualche volta ne scorgiamo due contemporaneamente e
solo in casi fortunati e rari – i magistrati, per esempio –
riescono a scorgerne anche tre.
Ma che verità è
quella che riesce a vedere il magistrato?
La verità
quotidiana, quella italiana, a tre colori: bianco, rosso e verde. O
verde, bianco e rosso, per i fautori dell'ordine costituito.
Se io fossi un
magistrato giudicante e mi arrivasse una situazione come descritta,
prima di toccare una matita o un tasto del mio computer, cercherei di
mettere in fila i pensieri, con semplici domande:
- se Lotti (e il
Comandante generale dei Carabinieri con lui, non un fattorino) ha
avvertito Marroni che aveva le microspie nel suo ufficio, perché
Marroni, invece di ringraziare, li denuncia?
- avrà pensato
Marroni che con le microspie dislocate nel suo ufficio si volessero
spiare gli affari di Sandro Angei?
- chi sapeva delle
microspie, piazzate a cura della Magistratura inquirente nell'ufficio
di Marroni? Solamente i Pm che l'hanno ordinato e il superiore
diretto? O anche le relative segretarie e sottosegretarie? Chi, tutti
gli uomini, ha piazzato materialmente le microspie e il loro capo? O
anche la segretaria e il ragioniere che ha prodotto la fattura alla
Procura per i lavori eseguiti? Chi eseguiva le registrazioni e gli
ascolti? E ancora ...
Minchia!, mi
verrebbe da pensare, ma questo è il segreto di Pulcinella!
Secondo voi, dato
che Marroni ha poi fatto ripulire l'ufficio dalle orecchie intruse,
sarei autorizzato a chiedermi, nell'eventualità che Marroni non
avesse avuto nulla da temere, in quanto la sua coscienza era pulita,
perché ha fatto bonificare l'ufficio?
E in ultimo mi
domando: Marroni ha avuto notizia delle intercettazioni da più
persone. Ecco, siamo certi che le ha denunciate tutte?
Per mia fortuna non
sono magistrato, né inquirente, né giudicante. Questo mi dà un
certo sollievo.
Però i telegiornali
mi annoiano quantunque.
Signor Francu,lei può iniziare a studiare per la magistratura:non avevo pensato al fatto che Marroni ha levato le microspie perchè,sicuramente, aveva qualcosa da nascondere,visto che è il capo della Consip.Ad ogni modo è un fatto vergognoso che l'accusatore e l'accusato continuino a stare ai loro posti.Questa politica è disgustosa oltre ogni limite. Tutti si scandalizzano per le parole di DI Maio,questa volta,anche se in maniera un pò forte,ha ragione,e nessuno si sveglierà;ormai siamo anestetizzati da tutte le brutture della politica.
RispondiEliminaLe parole di Di Maio?
RispondiEliminaSono sicuro che lui le capisce solo dopo che ha letto cosa ne pensa Travaglio.
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RispondiEliminaCosì pessimista?
RispondiEliminaNo, sono ottimista sul passato.
RispondiEliminaTanto ormai è passato.
Di fronte a tanta saggezza, m'inchino.
RispondiEliminaNon saggezza, signora Grazia, solamente sobria e cinica presa d'atto, perché il passato non ce lo può rovinare più nessuno. Il presente e il futuro purtroppo sì.
RispondiEliminaOggi che alle doppie verità del PD, interpretate alla meglio dai M5S, si sovrappongono anche i dogmi di Giuseppe, noto Beppe, Grillo sulle vie ascose su cui sia meglio viaggiare per arrivare ai vertici della democrazia - fidatevi di me anche voi! - . l'ottimismo non ha radici e non ha seme.
Sempre che non si intenda fare un esercizio di stile.
Il guaio,signor Francu è che le sconcezze del PD fanno aumentare i voti a questo comico.Ora arriva il primo venditore di pentole(Silvio) che promette dentiere gratis agli anziani,pensioni a 1000 euro e il nostro paese va in rovina.Ad ogni modo quello che lei chiama cinismo ed io saggezza è una bella arma di soppravivenza.
RispondiEliminaOggi, finalmente, ho capito il più famoso degli slogan di Grillo: UNO CONTA UNO!
RispondiEliminaMa sì! Si è ispirato al più famoso dei Grillo, il Marchese appunto, genovese d'origine, che disse esattamente così:
"Io sò io, e voi nun siete un ca..o!".
Spiegato ai bambini dell'asilo e agli onorevoli M5S,suona così: Io (Beppe Grillo) UNO (che) CONTA UNO (intero, per intero), voi ... bah!, questo l'avevano supposto pure gli onorevoli.
Comunque, FIDATEVI!
Tutto sommato, i sacerdoti-scribi nuragici avevano più gusto e una maggiore verve nello scrivere le verità della fede. Vero è che parlavano di Dio Toro della luce, mica di del dio grillo domestico o campestre, quello canterino per intenderci, la cui festa viene celebrata dai bambini, chiudendone uno in una gabbietta di sughero.
Attenzione! La festa del grillo si svolge in occasione dell'Ascensione, in modo speciale in quel di Firenze. E i giorni corrono!