di Atropa Belladonna
Fig. 2. "Cabras, Mont'e Prama: foggia fittile da saggi di C. Tronchetti 1979" (3). |
In questi giorni stiamo ammirando nuovi reperti da Monte Prama, in mostra temporanea al Museo di Cabras. Dei famosi modelli a 8 torri, già sappiamo, ma sono comparsi anche vasi in ceramica frammentari (fig.3): trovati nelle tombe e in un "cassone"- quest'ultimo un nuovo elemento emerso dal sito. L'archeologo Alessandro Usai li attribuisce all'Età del Bronzo, per la precisione "all'anno 1000 a.C." (vd. articolo da L'Unione Sarda in appendice, fig. A1).
Fig. 3. Fotogrammi da questo video che illustra la mostra temporanea al Museo di Cabras. In alto a sinistra, fogge vascolari rinvenute negli scavi recenti. In alto a destra, la freccia indica "il cassone" individuato nel 2016, contenente ceramiche; si intravede anche un pugnale in bronzo. Sotto a sinistra, reperti scultorei provenienti dall'edificio B: il bel modello di nuraghe era inglobato nel pavimento. A destra i due "modelloni" trovati nel 2016, a sud della necropoli.
I vasi sono davvero belli, importantissimi -anche perchè costituiscono un nuovo elemento databile con metodi chimico-fisici, che si aggiungerà speriamo alle datazioni degli inumati (vd. appendice, fig. A2). Ce ne sono tuttavia altri di frammenti fittili che stiamo ancora aspettando di vedere in mostra: sono quelli di cui abbiamo parlato tempo fa ne "L'inedito di Monte Prama". Si parlava in particolare di segni a forcella, o a Y, e a pugnaletto (2a), due tra i segni "preferiti" del repertorio nuragico. Possibile che nelle vetrine per questi cocci, che risalgono agli scavi Tronchetti del 1979, non ci sia mai un posticino? Da tutta la letteratura su Monte Prama sono usciti solo i disegni di due Y (fig.2-4), la foto di figura 1, nessun pugnaletto, nè tanto meno i segni alfabetici sui modelli di nuraghe di cui si parlò nel 2008 e di cui Raimondo Zucca scrisse di recente (4).
Eppure soprattutto quella benedetta forcella si rivela un segno distintivo-sebbene quasi invariabilmente classificato come "decorazione plastica" (eccezione Ugas 2013, (5) e, ovviamente, Gigi Sanna (6), con valore di Yod=Y appunto: così ovvio che anche un analfabeta saprebbe leggerlo)-un tormentone del nuragico (fig.4). Anche solo con i reperti "ufficialmente" riconosciuti, ci sarebbe da allestire una piccola mostra. La "Y" viene perfino tenuta in mano tipo scettro dall'idolo "mostro" di Sardara, per me una delle rare rappresentazioni antropomorfe del Dio del Nuragici, intriso di simboli luminosi (perfino al posto del sesso ha un simbolo solare, sesso che rimane indefinito a sottolineare l'androginia del personaggio). Il segno a Y nuragico forse in nessun luogo come a Sardara raggiunge un tal numero di attestazioni: a me piace chiamarlo "avatar" del Dio Nuragico o degli Sherden, quello che in Egitto si meritò perfino un tempio suo proprio (sulla collina di P-Nebi, courtesy of Ramesses V) (2b, 7). E la cosa strana è che nel papiro Wilbour dove si parla del Dio degli Sherden viene inserito un segno diacritico a forcella (2b), forse una variante grafica dello scettro ABA: da non crederci, quasi.
Eppure soprattutto quella benedetta forcella si rivela un segno distintivo-sebbene quasi invariabilmente classificato come "decorazione plastica" (eccezione Ugas 2013, (5) e, ovviamente, Gigi Sanna (6), con valore di Yod=Y appunto: così ovvio che anche un analfabeta saprebbe leggerlo)-un tormentone del nuragico (fig.4). Anche solo con i reperti "ufficialmente" riconosciuti, ci sarebbe da allestire una piccola mostra. La "Y" viene perfino tenuta in mano tipo scettro dall'idolo "mostro" di Sardara, per me una delle rare rappresentazioni antropomorfe del Dio del Nuragici, intriso di simboli luminosi (perfino al posto del sesso ha un simbolo solare, sesso che rimane indefinito a sottolineare l'androginia del personaggio). Il segno a Y nuragico forse in nessun luogo come a Sardara raggiunge un tal numero di attestazioni: a me piace chiamarlo "avatar" del Dio Nuragico o degli Sherden, quello che in Egitto si meritò perfino un tempio suo proprio (sulla collina di P-Nebi, courtesy of Ramesses V) (2b, 7). E la cosa strana è che nel papiro Wilbour dove si parla del Dio degli Sherden viene inserito un segno diacritico a forcella (2b), forse una variante grafica dello scettro ABA: da non crederci, quasi.
Fig. 4. Una piccola mostra dei segni a Y nuragici "ufficiali". a. Da: L. J. GALLIN, S. SEBIS, Bauladu (Oristano). Villaggio nuragico di S. Barbara, Nuovo Bullettino Archeologico Sardo, 2, 1985, pp. 271-275; b.c.g.: S' Anastasia di Sardara, tempio nuragico: N. Ialongo, 2011, Il santuario nuragico di Monte S. Antonio di Siligo (SS). Studio analitico dei complessi cultuali della Sardegna proto-storica. Tesi di dottorato in Scienze dell'antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche, Università La Sapienza, Roma e A. Taramelli, "Il tempio nuragico di S. Anastasia", in Scavi e scoperte:1918-1921, Collana Sardegna archeologica. Reprints, a cura di A. Moravetti, Carlo Delfino Ed., 1984; d.Monte Prama, Cabras: ceramiche dagli scavi Tronchetti del 1979,(dal rif. (3)); e. In alto: Rappresentazione di forcone o forcella scolpita. Da: F. Farci & C. Morittu, L'insediamento di Is Obias sul versante orientale di Monte Zara - Monastir, Cagliari. Prima campagna 2011-2012, QUADERNI, 2013, 24: 103-138; in basso: Serri, Santuario nuragico di Santa Vittoria: frammento di ciotola con decorazione plastica a forcella. Paola Mancini, Il santuario nuragico di Santa Vittoria di Serri. Campagna di scavo 2011, http://www.fastionline.org/docs/FOLDER-it-2013-277.pdf; f. S' Anastasia di Sardara, tempio nuragico, frammento di vaso con "idolo" che tiene un bastone a forcella (dal rif. (3)); h., i: Nuraghe Santu Antine di Torralba. Ceramica con motivo corniforme o a forcella in rilievo. Moravetti A. 1986 (1990), Nota preliminare agli scavi del nuraghe S. Barbara di Macomer, NBAS 3, pp. 49-113; l. Museo del territorio di Sedilo, vaso piriforme capanna 7, villaggio nuragico Iloi (inf. Umberto Soddu); m. n. Nuraghe Santa Barbara di Macomer. Frammenti di vaso con motivi corniformi e a "T" in rilievo. Moravetti A. 1986 (1990), Nota preliminare agli scavi del nuraghe S. Barbara di Macomer, NBAS 3, pp. 49-113; o. Santa Maria di Tergu, grafica del "doppiere" bronzeo (dal rif. (3)), con segni a forcella (squadrata) e pugnaletti a elsa gammata.
Perchè i segni di Monte Prama non vengono messi in mostra, se non sporadicamente sulla letteratura specialistica e nominandoli qua e là, manco fossero misteri da setta segreta? Non so rispondere, se fossi archeologa i "segni grafici" o le "decorazioni plastiche" come vengono a volte chiamati, sarebbero la mia prima preoccupazione: quindi questo atteggiamento proprio non lo capisco.
Appendice
Fig. A1. Il recente articolo comparso sull'Unione Sarda |
Fig.A2. In alto, le datazioni degli inumati di Monte Prama finora disponibili (1). E' messo in evdienza il valore centrale della cruva di probabilità = la data più probabile. In basso, datazioni assolute per le varie fase dell'età del Bronzo e Primo ferro in Sardegna. Da: Depalmas, Anna (2009) Il Bronzo medio della Sardegna. In: La preistoria e la protostoria della Sardegna: atti della 44. Riunione scientifica: vol. 1: relazioni generali, 23-28 novembre 2009, Cagliari - Barumini - Sassari, Italia. Firenze, Istituto italiano di preistoria e protostoria. p. 123-130.
(1) a. Usai, Alessandro, and Silvia Vidili. "Gli edifici AB di Mont’e Prama (Scavo 2015)." Quaderni 27 (2016): 253-292; b. Usai A. 2015, Mont’e Prama 2015. Nota preliminare, in Quaderni della Soprintendenza Archeologia della Sardegna, 26, pp. 75-111
(2) A. Belladonna, a. A Monte Prama gli edifici confermano il C14 sugli inumati: il sito iniziò prima dell’Età del Ferro. E forse anche le sculture, Monte Prama Novas, 30.10.2016; b. Il Dio degli Sherden in Egitto, monteprama.blogspot.it, 23.09.2013; c. L'inedito di Monte Prama, monteprama.blogspot.it, 19.11.2014
(3) V. Santoni, Contesti del quadro culturale delle statue di Mont'e Prama, In: Le sculture di Mont’e Prama - La mostra" 2014, Gangemi editore, pp. 111-156;
(4) "[...] L'acquisizione di grafemi di un alfabeto semitico (più facilmente fenicio) da parte dei Sardi di Mont'e Prama nel quadro delle interazioni culturali dell'VIII secolo a.C. andrà, in future ricerche, chiarita. Allo stato delle indagini dovrà segnalarsi la problematica presenza di singoli segni, forse alfabetici, in alcuni frammenti di modelli di nuraghe constatata da chi scrive e da Antonietta Boninu, direttrice della Soprintendenza per i Beni Archeologici si Sassari e di Nuoro, in occasione di un sopralluogo del giugno 2008 nel Centro di restauro di Li Punti[..]. Nota 69 da: Raimondo Zucca, I Phoinikes nel Sinis, In: Le sculture di Mont'e Prama - Contesto, scavi e materiali, a cura di: M. Minoja & A. Usai, Gangemi Editore, 2014, pp. 73-102 (pag. 82)
(5) G. Ugas, I segni numerali e di scrittura in Sardegna tra l’Età del Bronzo e il I Ferro, In: Tharros Felix 5, a cura di Attilio Mastino, Pier Giorgio Spanu, Raimondo Zucca. Roma : Carocci, 2013, pp. 295-377
(6) Gigi Sanna, I geroglifici dei Giganti. Introduzione allo studio della scrittura nuragica., PTM ed. 2016.
(7) Alan H. Gardiner and Raymond O. Faulkner, The Wilbour papyrus, Brooklyn Institute of Arts and Sciences (NEW YORK), a. vol. 4 (1952); b. vol. 3, 1948; c. vol. 2, 1948
Perchè i segni di Monte Prama non vengono messi in mostra, se non sporadicamente sulla letteratura specialistica e nominandoli qua e là, manco fossero misteri da setta segreta?
RispondiEliminaBella domanda, senza convincente risposta.
Per me bisogna tornare all'algebra: se il segno a Y di Monti Prama è assimilabile a una X, vale a dire un'incognita, l'equazione si fa dura, almeno di 2° grado.
Metti in conto che a Monti Prama è spuntata pure l'incognita Z e calcola il lavorio di un cervello normale che rischia di fumare, come l'olio in padella.
Ragion per cui si possono avvicinare e confrontare le equazioni con le ustioni: se si arriva a una cosa di terzo grado, è difficile scamparla!
E allora sarà meglio che ti regoli con le domande, lascia perdere quelle difficili, specialmente durante i fine-settimana.
Madonna avvisata, ...
Quanto è 'bello' l'idolo di Sardara...una delle rare attestazioni antropomorfe del divino, come dici?! Può essere davvero così...certamente ha (davvero) tutti gli attributi...e al punto giusto! Difficile scioglier la riserva per me, convinto che non vi siano idoli antropomorfi del divino. Ma mai avere pregiudizi o vie precostituite...casomai chiedersi conto di cosa significhi una eventuale rarità. Se così fosse viene da chiedersi però, perché il dio si porti appresso il suo 'avatar'
RispondiEliminaPer me la più straordinaria di quelle 'yod' a forcella si trova nella pietra di Aidomaggiore agglutinata a due 'he' e ad una 'waw', tanto da formare un unico crittogramma e cioè 'YHWH'. Ma quella pietra la lasciano nei locali del comune. Non si studia perché si è pregiudizialmente ostili, pigri, 'tupidi' e non si vogliono tirare le volate. Ma è inutile lamentarsi. L'epigrafia è tutta così! Ipocrita e strumentale. Prendo questo, ma scarto quello. Questo lo esalto e quello l'ignoro. A questo due pagine di attenzioni a quest'altro una riga. O alle ortiche! Questo è il metodo corrente, purtroppo. La pietra di Aidomaggiore ha fatto la stessa fine della pietra di Perdu Pes!
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