Sì, lo ricordavo ma vagamente. Non ti ho mai detto una cosa. Ricordi il serpentello di Is loccis santus? E' tagliato in due parti. Perché? Ma non credo ad un influsso egiziano. Credo invece che voglia alludere alla bipenne 'BIDENTE'. Attento che se calpesti il serpente quello ti morde e ti lascia ...due buchi (BI + dente). Circa il mio libro ti dirò che è stato il 'parto' più sofferto. Più volte ho pensato di non farne nulla. Scrivere per 'introdurre' è la cosa più difficile che si possa fare per una certa disciplina. Ci vuole una chiarezza di idee impressionante perché devi metterti nei panni di chi non sa e vorrebbe sapere senza sfasciarci la testa. Diversi mi hanno scritto. Vuoi sapere? 'Tosto' è la parola più comune. E dire che ho fatto di tutto per evitarlo! Un po' sono entrato in crisi. Ma lo dirò questo il giorno 11. Forse ho peccato di presunzione. Ma cercando di fare il bene ed 'aiutare',
A chi lo dici. Devi avere le cose molto più chiare se fai sintesi o "introduzione" che se scrivi lunghi trattati in cui scrittore e lettore possano perdersi in mille rivoli diversi. So bene che è stato faticosissimo, ma ormai per la scrittura era inevitabile. E' vero mi hai conosciuto sumerofila (-loga non è proprio il caso) e mi ritrovi egittofila, ma solo perchè è stata la ricerca che mi ci ha portato. E fra tutti i sistemi di scrittura quello che è più vicino a quello nuragico -come concetto- è quello egiziano con i determinativi, i crittogrammi, i "disegnini" ma soprattutto la sacralità della scrittura: arrivano in alcuni testi a definire i geroglifici addirittura DEI (l'usale definizione è segni degli dei). Anche se poi espressione, uso, sviluppo e diffusione sono ben diversi. E guarda caso anche la statuaria a grandezza d'uomo o maggiore in quella epoca è sarda ed egizia (Usai, che ha ben capito dove lo stanno portando datazioni, ceramiche e l'edificio B, dovrà pure apertamente riconoscerlo questo ormai evidentissimo fatto). E guarda caso i grandi monumenti sacri o sacrali del Mediterraneo sono piramidi e nuraghi. Ormai praticamente nessun archeologo negherebbe che i Nuragici andavano per mare, ma sembra che quando passavano davanti all'Egitto si bendassero gli occhi: nessuno nomina l'Egitto, è un tabù come la scrittura. Perchè Egitto porta a Sherden e gli Sherden alla "seduzione identitaria", l'espressione e il concetto più ridicoli che si potessero coniare (anche vista la realtà dei fatti politici in Sardegna).
Sono due mondi incomunicabili. Uno che ha tempi lentissimi e l'altro molto veloci. Non siamo tanto cretini da non capire. La scienza va così, sempre così e tu lo sperimenti più di tanti altri. Certo è che in Sardegna le cose si complicano per via del timore di incappare negli strali dell'Istituto Italiano di Storia e protostoria. Il 'colonialismo' è stupido e anche cattivo. Ma ti sei chiesta mai cos'è un alto funzionario del Ministero della P.I.? Un Prefetto aggiunto 'controllore' dello stato accentratore. Che cosa possono fare lui e i sottoposti se non quello che fanno? Ideologicamente e 'politicamente' sono condizionati. In più hanno la 'mano' d'aiuto dei 'giacobini con la fissazione della dinamica identitaria mitopoietica e con la psicosi (ma talvolta è solo strumentalizzazione) dei Falsi d'Arborea. Sugli SHERDEN dal punto di vista della documentazione epigrafica devo terminare di scrivere qualcosina. Potrebbe essere interessante. Benedetto tempo!
Salve professor Sanna, sono un ragazzo che sta leggendo i suoi libri e vorrei chiarimenti sulla navicella fittile di Teti, e sull'etimologia del nome "Seruci". Ho ipotizzato fosse "Šerrû (semitico "principe") + ke (suffisso aggettivale mediterraneo)" ma non saprei. Mi scusi per il disturbo, buona giornata!
Mi piacerebbe, ma non so.
RispondiEliminaIn bocca al lupo, comunque.
No. Niente scuse e incertezze. 'Devi sapere'. Lo dici a Maurizio e vieni con lui? E' così che la ...barca va.
RispondiEliminaMi stai ricattando?
EliminaBene, telefono a Maurizio!
Mi stai ricattando?
EliminaBene, telefono a Maurizio!
Sì, ti sto ricattando. E' l'unica arma che ho. Piccola piccola ma efficace.
EliminaPotessi ricattare così Angelo (Ledda). Ma lui è della montagna e delle barche se ne frega (suppongo almeno).
EliminaFa bene anche a un montagnino lasciarsi trasportare dalla barca ogni tanto...
EliminaCi sto lavorando Professore, spero di riuscirci davvero!
Che belli tutti i legami che trovi con il "modo" egizio di concepire la scrittura! è la parte che mi piace di più
RispondiEliminaSì, perché ormai sei una egittologa. E dire che ti avevo conosciuto più sumerologa! Sei forte Aba e io molte volte capisco leggendo te.
EliminaGigi te lo ricordi questo post? http://monteprama.blogspot.it/2014/01/la-potenza-della-scrittura-in-egitto.html
RispondiEliminaSì, lo ricordavo ma vagamente. Non ti ho mai detto una cosa. Ricordi il serpentello di Is loccis santus? E' tagliato in due parti. Perché? Ma non credo ad un influsso egiziano. Credo invece che voglia alludere alla bipenne 'BIDENTE'. Attento che se calpesti il serpente quello ti morde e ti lascia ...due buchi (BI + dente). Circa il mio libro ti dirò che è stato il 'parto' più sofferto. Più volte ho pensato di non farne nulla. Scrivere per 'introdurre' è la cosa più difficile che si possa fare per una certa disciplina. Ci vuole una chiarezza di idee impressionante perché devi metterti nei panni di chi non sa e vorrebbe sapere senza sfasciarci la testa. Diversi mi hanno scritto. Vuoi sapere? 'Tosto' è la parola più comune. E dire che ho fatto di tutto per evitarlo! Un po' sono entrato in crisi. Ma lo dirò questo il giorno 11. Forse ho peccato di presunzione. Ma cercando di fare il bene ed 'aiutare',
RispondiEliminaA chi lo dici. Devi avere le cose molto più chiare se fai sintesi o "introduzione" che se scrivi lunghi trattati in cui scrittore e lettore possano perdersi in mille rivoli diversi. So bene che è stato faticosissimo, ma ormai per la scrittura era inevitabile.
EliminaE' vero mi hai conosciuto sumerofila (-loga non è proprio il caso) e mi ritrovi egittofila, ma solo perchè è stata la ricerca che mi ci ha portato. E fra tutti i sistemi di scrittura quello che è più vicino a quello nuragico -come concetto- è quello egiziano con i determinativi, i crittogrammi, i "disegnini" ma soprattutto la sacralità della scrittura: arrivano in alcuni testi a definire i geroglifici addirittura DEI (l'usale definizione è segni degli dei). Anche se poi espressione, uso, sviluppo e diffusione sono ben diversi. E guarda caso anche la statuaria a grandezza d'uomo o maggiore in quella epoca è sarda ed egizia (Usai, che ha ben capito dove lo stanno portando datazioni, ceramiche e l'edificio B, dovrà pure apertamente riconoscerlo questo ormai evidentissimo fatto). E guarda caso i grandi monumenti sacri o sacrali del Mediterraneo sono piramidi e nuraghi. Ormai praticamente nessun archeologo negherebbe che i Nuragici andavano per mare, ma sembra che quando passavano davanti all'Egitto si bendassero gli occhi: nessuno nomina l'Egitto, è un tabù come la scrittura. Perchè Egitto porta a Sherden e gli Sherden alla "seduzione identitaria", l'espressione e il concetto più ridicoli che si potessero coniare (anche vista la realtà dei fatti politici in Sardegna).
Sono due mondi incomunicabili. Uno che ha tempi lentissimi e l'altro molto veloci. Non siamo tanto cretini da non capire. La scienza va così, sempre così e tu lo sperimenti più di tanti altri. Certo è che in Sardegna le cose si complicano per via del timore di incappare negli strali dell'Istituto Italiano di Storia e protostoria. Il 'colonialismo' è stupido e anche cattivo. Ma ti sei chiesta mai cos'è un alto funzionario del Ministero della P.I.? Un Prefetto aggiunto 'controllore' dello stato accentratore. Che cosa possono fare lui e i sottoposti se non quello che fanno? Ideologicamente e 'politicamente' sono condizionati. In più hanno la 'mano' d'aiuto dei 'giacobini con la fissazione della dinamica identitaria mitopoietica e con la psicosi (ma talvolta è solo strumentalizzazione) dei Falsi d'Arborea. Sugli SHERDEN dal punto di vista della documentazione epigrafica devo terminare di scrivere qualcosina. Potrebbe essere interessante. Benedetto tempo!
RispondiEliminaSalve professor Sanna, sono un ragazzo che sta leggendo i suoi libri e vorrei chiarimenti sulla navicella fittile di Teti, e sull'etimologia del nome "Seruci". Ho ipotizzato fosse "Šerrû (semitico "principe") + ke (suffisso aggettivale mediterraneo)" ma non saprei. Mi scusi per il disturbo, buona giornata!
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