domenica 13 agosto 2017

Kommos (Creta) e le sue 53 "cose" nuragiche del XIII sec. a.C.

di Atropa Belladonna


Uno dei 53 contenitori nuragici rinvenuti nella città portuale di Kommos (Creta) in strati del XIII sec. a.C. (1). In origine classificato come "italian import", fu poi riconosciuto come manufatto sardo. Proviene dalla Hilltop, Court 2 (cima della collina, Corte 2), deposito 82 (2,3), reperto nr. C 847. 
Sono reduce da due settimane di vacanza a Creta, dove tra le altre cose ho provato a visitare il sito archeologico di Kommos, nella costa meridionale dell'isola (fig.1). Mi interessava perchè lì sono state trovati i resti di 53 contenitori nuragici in ceramica, risalenti al XIII sec. a.C.. Ceramiche grigie, di impasto e fatte e mano (1); molto diverse da quelle cretesi, la loro provenienza è stata stabilita dall'analisi chimico-fisica: con ogni probabilità Sardegna, e da due fabbriche diverse (2).

Fig. 1, da questo sito 

Il sito è adiacente e parzialmente domina dall'alto di una collina una lunghissima spiaggia di sabbia chiara, esposta ai venti da ovest (manco a dirlo quando ci sono andata io c'era un vento fortissimo), una spiaggia che ricorda da vicino quelle della Costa Verde sarda.  Il sito purtroppo era chiuso, protetto da una recinzione e senza alcuna spiegazione, orientarsi dal di fuori è stato impossibile. Esiste comunque un progetto di conservazione e speriamo che il sito apra al più presto: è complesso, ma importantissimo per capire sia il mondo minoico palaziale che il periodo post-palaziale di Creta.

Il sito portuale di Kommos rimase abbandonato per 200 anni, a partire dal 1200 a.C. circa, poi venne gradualmente rioccupato da Greci durante il I millennio e, apparentemente, da Fenici.  I 200 anni di "vuoto" ci rassicurano comunque sul fatto che le ceramiche nuragiche tipiche del Bronzo Recente, trovate per la maggior parte in stratigrafia del cd. Late Minoan IIIB (LMIIIB, quindi epoca post-palaziale), non vennero trasportate dai soliti Fenici. Ma ci sono (fig2A) e sono in numero paragonabile agli import di altra provenienza (fig.2B) (3).

Fig2A
Fig.2B


Sul perchè e il percome ci fossero a Kommos tante ceramiche nuragiche, distribuite sia nella parte alta che in quella bassa dell'insediamento, gli studiosi non hanno un accordo. Secondo alcuni furono usati per trasportare scaglie di lavorazione del bronzo, frammenti di lingotti oxhide in rame, secondo altri vino o olio; altri ancora ritengono che fino al loro arrivo a Kommos non servissero come contenitori da stoccaggio (solo da trasporto) ma poi sì. Nessuno osa dire l'ovvio, se non in sordina: con ogni probabilità a Kommos c'erano nel XIII secolo a.C. dei Sardi. Allo stesso modo in cui cinque secoli dopo c'erano degli ospiti levantini a san'Imbenia.
Il fatto certo è che le ceramiche nuragiche di Kommos sono cose "normali", di uso comune. Per quel che ho visto nei musei di Creta non mi pare che ci fosse bisogno di esempi di ceramiche straniere sull'isola: sapevano farle da millenni, e anche belle. Quanto al fatto che servissero per traportare vino o olio sarebbe uno scoop ancora maggiore: nei palazzi minoici si consumavano vino e olio di oliva ben prima del XIII sec. a.C.. Tanto più che a Kommos ci sono le presse per olio e/o vino.  Sulla possibilità che abbiano trasportato scaglie di metallo non vi sono prove o smentite, è un'ipotesi.

In un recente libro (4)  Knapp e Demesticha commentando le ceramiche nuragiche di Kommos-rinvenute tra il 1976 e il 1995- e l'olla nuragica di Cipro (Pyla Kokkinokremos, fine XIII sec. a.C.), scrivono: "Le olle possono essere servite parzialmente come contenitori,a Kommos, ma quella di Pyla è finora un esemplare unico. Quindi non è giustificato guardare a questo recipiente come rappresentativo del gruppo degli Shardana dei Sea Peoples. Tuttavia, poichè venne fabbricato in Sardegna e riparato alla moda sarda, possiamo accettare l'idea che sia arrivato a Cipro con qualcuno che proveniva dalla Sardegna o era fortemente legato a essa" (4). Ecco.

Una cosa davvero molto curiosa la si ricava osservando la figura 2B: in pratica le ceramiche nuragiche compaiono quando calano drasticamente gli import da Siria e Palestina. Secondo alcuni questo volgersi a Ovest dipese dall'instabilità politica crescente nel Vicino Oriente (2).


L'altra cosa curiosa è che Kommos rimane, nel 2017, una curiosità dal punto di vista dell'archeologia nuragica, anche dopo le parole del 2012 di Fulvia Lo Schiavo: "La comparsa della ceramica nuragica a Pyla-Kokkinokremos, Cipro in un contesto fine XIII-inizi XII sec. a.C., e non ceramica decorata e di prestigio ma contenitore d’uso, dunque non frutto di«esportazione» ma sicuro indizio della presenza fisica degli utenti indigeni nuragici è un rinvenimento che completa la rotta che dalla Sardegna nuragica tocca l’Agrigentino ed il sito portuale di Kommos nella Creta meridionale; questo documento esige che vada dato un maggiore spazio alla marineria nuragica ed all’impegno primario nelle imprese isolane di scambi sulle lunghe distanze, anche come vettori dei lingotti oxhide nel Mediterrano centro-occidentale." (5)

A rafforzare le parole dell'archeologa, arrivano alcune recenti considerazioni sugli scavi a Kommos: "In Building N, 2 large rooms and their associated walled courtyard were examined.  In sum, this group of rooms seem to have prepared and served food in significant quantities, larger than one would expect for purely domestic purposes. In the innermost room there were also fragments of three imported vessels: a Sardinian jar and dolio, and an Egyptian amphora. The outer room also contained a Sardinian bowl, and the courtyard contained a Sardinian jar, as well as a Cypriot milk bowl and two Canaanite jars. Sardinian vessels are relatively rare at Kommos, most are in the elite settlement area up the hill and present commodity storage vessels (Watrous 1992: 163-7). The vessels in Building N, particularly the cooking pot, suggests food preparation to Sardinian taste: either Sardinian sailors or locals catering for visitors from the central Mediterranean." Cioè nell'edificio N (vd. fig.4) ci sono recipienti per cucinare che suggeriscono "preparazione del cibo per un gusto sardo": quindi, viene concluso, o  c' erano cuochi Sardi oppure cuochi locali che cucinavano per i viaggiatori dalla Sardegna.   (Da: Up from the Sea: mariner networks in ports across the Late Bronze Age east Mediterranean – Linda Hulin and S. German – 2016, archeologi della school of Archaeology di Oxford).

Per finire con le curiosità: attorno al 600 a.C. si inizia nella parte bassa del sito la costruzione di un complesso santuariale di tipo classico/arcaico: una cosa semplice che include un altare open air e un edificio di uso incerto. In epoca ellenistica (a partire dal IV sec. a.C.), il santuario viene ampliato e l'edificio più misterioso è il "D", costruito a est del tempio "C". E' circolare (fig. 3, fig.4)  e ricorda da vicino le rotonde nuragiche, anche se ovviamente siamo in tempi ben più recenti.

Fig.3: da wikipedia
Fig.4: planimetria dell'area sud di Kommos, con complessa sovrapposizione delle aree. Da questo sito. L'edificio "D circolare si trova in alto, e risale all'epoca ellenistica. "At Kommos the first major period, Minoan, begins with the First or Protopalatial Period (yellow). It was followed by the Second or Neopalatial Period (black), that of Building T with its large central court. Not long after, during the Postpalatial Period, came Building P with its shipsheds (red) which were abandoned, along with the town, around 1200 BC. Then the Greek period began with the founding of its first, then second, then third temples (blue), which together lasted over a thousand years. The Minoan settlement served as town and port, with large civic buildings, and people lived in the town throughout the year. The Greek Sanctuary was probably used only seasonally; there was no surrounding town" 

"Coincidenze"
Le ceramiche nuragiche di Kommos risalgono al XIII sec. a.C. Per una banale coincidenza,  nel XIII secolo gli Shardana attaccano per la prima volta l'Egitto: Ramesse II li vince e li ingloba nell'esercito: saranno al suo fianco a Kadesh, nel 1274 (6). Sono parte della guardia reale faraonica e sono anche coloro che "danno il piano di battaglia". La cronologia è chiara e riconosciuta universalmente (fig.5).
Fig. 5. Dal rif. 6
Nel corso del XIII secolo si consuma l'epopea Shardana e degli altri "Popoli del Mare", con alterne vicende e con gli Shardana schierati sia dalla parte del faraone che con la coalizione egea. La lotta tra faraoni ramessidi e Popoli del Mare si placò solo dopo la battaglia combattuta sui due fronti del Delta e di Djahy (1177 a.C., sotto Ramesse III).

Coincidenza per coincidenza, a Kommos, un sito portuale minoico considerato "anomalo" (e per questo estremamente interessante) c'erano dei veri e propri magazzini per le navi, che venivano custodite e forse anche riparate nell'edificio "P" (vd. fig.5): è uno dei più straordinari edifici minoici mai scoperti, poco conosciuto al grande pubblico.

Fu forse da Kommos che i primi attacchi allo strapotere egizio partirono? furono forse le navi custodite nei docks di questo incredibile e complesso sito che ispirarono i "pazzi" della coalizione ad un attacco che poi si rivelò senza speranza? Chi lo sa, certo che è difficile credere a coincidenze sia spaziali che temporali.

Bilaterale
Il nuraghe Antigori di Sarroch con le sue ceramiche micenee viene preso da molti appassionati come prova che i marinai di Micene fossero giunti fino alla Sardegna. Guardando da vicino i cocci dell'Antigori però, già nel 1985 un'archeologa si accorse che il 30% dei cocci erano minoici (7). E nel 2011 Anthony Russell portò precisi paragoni tra le ceramiche nuragiche dell'Antigori e le ceramiche nuragiche di Kommos (fig. 6) (8). In un rapporto bilaterale che, sottolinea Russell, non può prescindere dall'apporto della marineria nuragica: mentre tutti i modelli sono centrati sul capire quale agente esterno arrivò in una Sardegna che appare statica come una roccia (fig.7).

Fig. 6, dal rif. (8)
Fig. 7 (rif.8)
Un ruolo attivo che risulta sempre più assurdo ignorare o minimizzare: la datazione della ceramica nuragica a Kommos (ca. 1360-1200 a.C.) (fig. 6, (8)) casca nella datazione delle vicende Shardana nel Vicino Oriente e in Egitto-dalle lettere di Amarna a Karnak (vd. fig. 5). Nonostante quello che ribadisce Knapp (vide supra) diventa sempre più difficile ignorare questa "coincidenza".

C'è da notare una cosa: la ceramica nuragica del XIII sec. a.C. trovata a Kommos agli occhi di Cretesi ed altri Egei di certo non era "bella", così come non lo era in genere la ceramica grigia italiana trovata in altri siti a Creta, tra cui Chania. Come fece già notare la Hallager nel 1985: "Sembra difficile pensare alle importazioni ceramiche dall'Italia come un bene considerato di lusso o apprezzato per la sua bellezza, come invece dovenao essere le ceramiche micenee e minoiche in Italia. Sembra invece probabile che i contenitori siano stati portati a Creta da commercianti Italiani, e che alcuni di essi trasferissero la propria residenza a Chania e altri siti, producendo ceramica a Creta"(7). 
Ceramica che comunque doveva avere i suoi pregi- certo non le raffinate decorazioni egee-forse in cucina era superiore e comunque la si poteva usare senza timore di rovinarla! E forse per gli utilizzatori aveva un valore affettivo e culturale. Un pò come noi oggi non riusciamo a smettere di usare vecchi piatti o bicchieri, o ci portiamo un vecchio plaid quando andiamo all'estero.

(1) Shaw, Joseph W. Kommos: a Minoan harbor town and Greek sanctuary in Southern Crete. ASCSA, 2006.
(2) Watrous, L. Vance, Peter M. Day and Richard Jones. 1998. “The Sardinian Pottery from the Late Bronze Age Site of Kommos in Crete: Description, Chemical and Petrographic Analyses, and Historical Context,” pp. 337-340, in M. Balmuth and R. Tykot (eds.), Sardinian and Aegean Chronology. Studies in Sardinian Archaeology V., Oxford
(3) Jeremy B. Rutter and Aleydis Van de Moortel “Minoan Pottery from the Southern Area,pp. 261-715 in Kommos V., 2006,, Princeton University Press, capitolo 3
(4) Knapp, A. Bernard, and Stella Demesticha. Mediterranean Connections: Maritime Transport Containers and Seaborne Trade in the Bronze and Early Iron Ages. Taylor & Francis, 2016.
(5)  F. Lo Schiavo, Interconnessioni fra Mediterraneo e Atlantico nell'età del bronzo: il punto di vista della Sardegna, 2013, In: Interacción social y comercio en la antesala del colonialismo María Eugenia Aubet Semmler (coord.); Pau Sureda Torres (coord.), ACTAS DEL SEMINARIO INTERNACIONAL CELEBRADO EN LA UNIVERSIDAD POMPEU FABRA EL 28 Y 29 DE MARZO DE 2012,  pp. 107-134
(6) A. Belladonna, I signori di Monte Prama mangiavano i meloni e i muggini di Sa Osa ed erano parte dei famosi Shardana? Per me sì, 5 luglio 2017, e riferimenti citati. 
(7)  Birgitta Pålsson Hallager, 1985, Crete and Italy in the Late Bronze Age III Period, American Journal of Archaeology, 89: 293-305
(8) Russell, Anthony. In the middle of the corrupting sea: cultural encounters in Sicily and Sardinia between 1450-900 BC. Diss. University of Glasgow, 2011.

24 commenti:

  1. Sembrerebbe che gli scenari stiano cambiando e la figura dei Fenici levantini stia sbiadendo... e viene meno il parallelo col racconto di Erodoto circa l'usanza Cartaginese negli scambi commerciali con i popoli con qui essi avevano contatti, immaginata dal Barreca (La civiltà fenicio punica in Sardegna – Delfino Editore – pag.20), pure negli scambi commerciali in Sardegna già ad opera dei Fenici, secondo il quale (racconto erodoteo): “ Dopo esser giunti, sbarcano queste mercanzie e le espongono in ordine sulla riva, poi tornano sulle loro imbarcazioni e fanno fumo. Gli indigeni, veduto il fumo ed avvicinatisi al mare, collocano a fianco delle mercanzie l'oro che offrono in cambio e si ritirano. I Cartaginesi ridiscendono ed esaminano (quello che gli indigeni hanno lasciato). Se giudicano che la quantità dell'oro risponde al valore delle mercanzie, lo prendono e se ne vanno, altrimenti ritornano alle navi ed attendono. Quelli, tornando, aggiungono dell'oro finché essi non siano soddisfatti. Non si fanno reciprocamente alcun torto, gli uni non toccando l'oro prima che la quantità deposta sembri loro in rapporto con le mercanzie, gli altri non toccando le mercanzie prima che quelli abbiano preso l'oro”.
    Lo scenario sembra del tutto diverso, dobbiamo immaginarci quei Sardi per niente sospettosi, tanto meno paurosi, ma piuttosto intraprendenti e lungimiranti commercianti, esportare merci in lontani lidi quando i Fenici erano ancora li da venire; portando con se non solo vasellame sardo ma anche modi di cucinare.
    Non vorrei azzardare ipotesi astruse, ma è possibile che secoli dopo, quei famosi Fenici che sbarcarono sui lidi di Sardegna, parlassero anche un po' di sardo, benché sulla loro carta d'identità ci fosse scritto: nato a Kommos?!

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    1. Erodoto si riferiva a dei popoli Africani situati oltre lo stretto di Gibilterra, non ai Sardi o ad altri popoli

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  2. Guarda, ti posso dire una cosa per certa: le ceramiche nuragiche vennero fuori negli scavi di fine anni '70 e anni '80. Classificate in un primo tempo-e per diversi anni- come Italian import. Fu solo grazie a Watrous che ne fece l'analisi petrografica, che finalmente vennero riconosciute come sarde. E fu solo nel 2006 (rif. 3) che comparve un'analisi anche comparativa con le ceramiche nuragiche in sardegna, punto per punto. Ma ancora, secondo me, queste ceramiche-assolutamente non di pregio, non sono state "digerite". L'idea espressa nel riferimento 3 è interessante per le sue implicazioni: "The one great novelty of this stage in Kommos’s importation of non-Minoan ceramics is the appearance in fairly large quantities of handmade and burnished dark-surfaced Sardinian jars, along with the bowls that evidently served as their lids. As noted earlier, these vessels
    may have functioned as containers of scrap metal, much of it in the form of fragmentary Cypriot copper ingots, a commodity for the exchange of which there is no significant earlier evidence in the archaeological record from Kommos."

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  3. Cioè alcuni contenitori, con coperchi, si pensa fossero usati per trasportare pezzi di lingotti oxhide di rame cipriota, che compare a Kommos in questo periodo. Siccome a me sembra un pò convoluto pensare a Sardi o Ciprioti che trasportano i lingotti oxhide in Sardegna e i minoici che poi se li vanno a riprendere in Sardegna, mettendoli dentro contenitori sardi, mi pare che la soluzione più semplice sia pensare che a Kommos c'era una comunità sarda che commerciava -tra l'altro-una cosa che conosceva molto bene: i lingotti oxhide. Purtroppo questa idea ha una falla: non mi risulta che sia stato trovato un contenitore sardo con dentro dei frammenti di oxhide, a Kommos.

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  4. Però tutto fa pensare che le strade portino in quella direzione.

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    1. Sì, e anche frammenti di lingotti oxhide furono trovati in associazione a ceramiche nuragiche, quindi se non dentro almeno erano associati.

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  5. .. anche a riguardo dell oceano indiano ci sono storie di commercianti navigatori che piazzavano le merci sulla riva e poi si ritiravano ma per ragioni ben differenti: non volevano che gli indigeni vedessero il loro volto non-umano (di serpente?),
    forse Erodoto ha confuso varie leggende.
    Comunque non bisogna prendere Erodoto troppo sul serio:
    secondo lui gli occhi e capelli chiari si formarono in seguito a una dieta a base di carne umana durante una lunga carestia che durò centinaia di anni!

    toreganu

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  6. .. un popolo talmente creativo ed estroverto come quello nurargico non poteva essere, improvvisamente, così timido e arretrato a quel modo !
    a Erodoto gli hanno probabilmente rifilato disinformazioni dato che a quei tempi segreti di terre lontane erano custoditi gelosissimamente
    toreganu

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    1. Attenzione: Erodoto non si riferiva ai Sardi, egli si riferiva espressamente a dei popoli Africani situati ad ovest dello stretto di Gibilterra.

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  7. questo interessante articolo secondo me,rafforza sempre di più l`ipotesi di una Tartesso-Sardegna basandosi su cio che si trova nel Vecchio Testamento che si riferisce a Tartesso\Tarsis come fosse una grande isola a occidente, considerata << MADRE DI TIRO >> e a Tiro le << belle navi >> di Tarsis erano sempre presenti!
    con ogni tipo di merci, specialmente metalli, specialmente argento proveniente da miniere sarde secondo recenti analisi sull antico argento trovato a Canaan !
    anche le miniere della Huelva figurano secondo le analisi; queste miniere dovevano essere sotto il controllo dei re di Tartesso a giudicare dalla MASSICCIA presenza genetica sarda che si riscontra oggi nelle provincie di Cadice , Huelva, Cordoba, Seviglia!
    ci sono stati anche ricercatori che basandosi sul VT hanno ipotizzato una Tartesso Cretese,"grande isola" anche Creta.. beh, perche no! dopo tutto sembra sempre piu chiaro che sia la tartesso-spagna, sia la tartesso-sardegna, la tartesso-creta pare avessero la stessa amministrazione
    toreganu




    .. non che la Bibbia rappresenti la sacrosanta verita,

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    1. "Argento proveniente da miniere sarde, secondo recenti analisi sull'antico argento trovato a Canaan"...
      Ricordo la discussione sul post pubblicato qui giusto un anno fa, nel Ferragosto della scorsa Estate (Il nostro "modello standard" -e il rapporto tonni/sheqel) e il commento di Atropa (un anno esatto a oggi): "Sì va bene, ma dove sono le prove che gli sheqel d'argento in circolazione erano fatti con argento sardo? Non esistono ...".
      Ecco, queste recenti analisi sull'antico argento interesserebbero: Toreganu, se ne può sapere qualcosa di più preciso?

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  8. Io vi prego, vivamente, di non allargare troppo il discorso, e neppure l'areale; questo post non aveva minimamente l'intenzione di creare megamodelli sul nuragico, ma solo di mettere in luce una situazione molto particolare-quella di Kommos. Non esiste altrove un sito egeo o orientale così ricco di ceramiche nuragiche (forse la congiuntura è stata fortunata, perchè il sito fu abbandonato per 200 anni: e non è certo una situazione usuale), tantomeno del Bronzo recente. Quello che mi interessa ora è capire in quali siti sardi ci sono ceramiche tipo quelle sarde di Kommos e se sono associate a ceramiche cretesi (minoiche o di tipo miceneo o egeo che siano) e a lingotti oxhide. Quanto a Erodoto e a Tartessos o ai tonni e gli sheqel, sono temi che vanno ben oltre gli scopi di questo post-che sono molto più terra-terra.

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  9. Forse è stato travisato il riferimento a Erodoto, da me fatto solo per dire che ormai è da accantonare l'idea di popolo Sardo che “subiva” il commercio; e il sito di Kommos, mi sembra, ne sia la prova.

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  10. I nuragici erano quindi, con buona probabilità, uno dei popoli che costituivano la 'Creta dalle molte genti' di cui parla Omero nell'iliade (XIII). E' il noto passo dove Idomeneo si vanta contro Deifobo d'essere discendente di Giove che generò Minosse, da cui nacque Deucalione e da questi Idomeneo. Tutta quella ceramica d'uso quotidiano nuragico sembra proprio indicare la presenza di una 'gens' ben precisa che forse si era stabilita nell'isola che era importantissima per tutte le rotte commerciali (soprattutto dei metalli) in direzione Canaan (siria palestina) ed Egitto.

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  11. Interessante però c'è poca informazione sulla produzione di questi reperti

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  12. Grazie Atropa belladonna!
    I tuoi post sono sempre il massimo del metodo, i contenuti e la straordinarietà. Penso che siano inoltre una lezione per tutti, perché rispecchiano proprio l'eccellenza della sinergia tra i lavori di altri studiosi e l'opera filologica di riassemblamento per la ricostruzione storica

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  13. davvero un post obiettivo, presentato con metodo scientifico, grazie!

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  14. Grazie a tutti per i complimenti.
    No, non c'è poca informazione sulla produzione Agostino-tant'è vero che ci sono così tanti paralleli in Sardegna che le ceramiche di Kommos vengono usate in diversi casi per datare le ceramiche sarde-più che altro c'è poca informazione sull'utilizzo e su cosa eventualmente trasportassero. Se e come fossero legati alla lavorazione e stoccaggio di metalli o di altro.
    E soprattutto perchè quando compaiono loro, diminuiscono le ceramiche dal Vicino Oriente come sia legato l'abbandono di Kommos -per 200 anni- alle vicende storiche di quei decenni. Che coincidono con tante crisi a est, ma anche con la cessazione della costruzione dei nuraghi.

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  15. Comunque se ti interessano le analisi petrografiche si trovano al rif. 2, che è accessibile su academia, free

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  16. francesco, di sheqel ne so niente a meno che siano conosciuti sotto altri nomi( che vuol dire "sheqel" letteralmente?

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  17. Francesco (ma anche Sandro,Atropa,Gigi, etc)
    nomi e referenze di studi seri e dettagliati esistono, - Di proposito evito di sventolarle incautamente notando da tempo che certi articoli particolari hanno una tendenza a sparire dal web! sarei lieto di nominarli ma prima vorrei invitare Sandro, Atropa, Gigi e altri ricercatori entusiasti di fare delle copie in proprio per sicurezza, in caso qualcuno trovi il tempo di farne uno o piu articoli poichè certe topics un articolo a se lo meritano
    mi basterebbe spedirle a un solo indirizzo email fidato che a sua volta si impegna di rispedirle agli altri e così via
    - seguendo una "policy" di:
    piu copie in giro meglio è !

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    1. io invece seguo la policy che meno ce ne sono in giro di copie e meglio è, e se a qualcuno interessano, che se ne faccia una copia!
      Per quel che mi riguarda: i miei articoli non sono mai spariti, se non quando l'ho deciso io. Conservo le copie nel cloud, in condivisione con una sola persona. Iniziare una specie di amplificazione geometrica è l'ultimo dei miei desideri! Anzi, ora che mi ci fai pensare, ci sono alcune cose cui devo applicare una privacy stretta

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  18. mi sembra di essere stato chiaro che non mi riferivo ad articoli di questo blog,
    bensi di autori internazionali di altre parti del mondo

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  19. queste cose nuragiche di Creta sono come le ciliegie, una tira l altra
    vi presento dei "ciliegioni" tutti per voi (che poi sia veramente di inspirazione nuragica non lo so): a pochi chilometri da Kommos sul Monte Ida chiamato anche Psyloritis, ci sono decine , forse di piu, di " nuraghini" chiamati < mitata > molti
    di essi ancora in uso dai pastori locali, situati anche a 1500 metri di altitudine.
    molti hanno solamente alcune centinaia di anni ma inspirati a costruzioni piu antiche
    toreganu

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