lunedì 28 settembre 2015

Il genoma di CB13 (una migrante del 5400 a.C.) e i Sardi moderni

di Atropa Belladonna

Circa 8000 anni fa una massiccia ondata migratoria dal Vicino Oriente portò in Europa la cosiddetta rivoluzione agricola. A partire da una prima area di aggregazione balcanica (cultura di Starčevo–Kőrös–Criş) i nuovi agricoltori si estesero alle nostri longitudini principalmente su due direttive: a. la via della cultura della ceramica impressa che iniziò circa nel 5900 a.C. nel bacino del Mediterraneo centro-occidentale, da cui poi derivò la cultura della ceramica cardiale che raggiunse la penisola Iberica attorno al 5500 a.C.; b.  la via della  cultura della ceramica lineare (LBK) che, in parallelo con la cultura cardiale, si espresse nell'Europa Centrale, lungo il letto del Danubio (fig. 1).
Ciò che impressiona storici e archeologi è la rapidità con cui si espanse la cultura cardiale lungo le coste iberiche, tanto da far pensare che il mare fosse all'epoca un ostacolo meno impegnativo rispetto a quelli che si incontravano sulla terraferma.



Fig. 1: Principali orizzonti culturali associati con le più antiche culture neolitiche dell'Europa centrale e occidentale (ca. 6000-5500 a.C. (da 1). LBK = cultura della ceramica lineare (Linearbandkeramik). I sei campioni da siti di ceramica cardiale, datati con sicurezza, provengono da:  1: Cova Bonica (CB13 e CB14); 2: Cova de la Sarsa (CS7675); 3: Cova de l'Or (H3C6); 4: Galeria da Cisterna-Almonda (G21 e F19). Per CB13 è stato possibile sequenziare l'intero genoma (1).

Oggi i dati di paleogenetica sono in grado di affinare il quadro archeologico della cultura materiale a livelli finora impensabili, anche grazie alla possibilità di sequenziare parzialmente o totalmente genomi di persone morte da millenni e compararli con popolazioni attuali, attraverso analisi matematiche e modellizzazioni sofisticate.  Attualmente vi sono a disposizione poco meno di 40 interi genomi di Euroasiatici preistorici e molti più genomi parziali: questi dati sono sempre più importanti nella ricostruzione di quelli che furono i movimenti umani del passato, seppure i dati siano ancora molto limitati e certamente non rappresentativi della totalità dei fenomeni migratori e/o culturali.

Uno dei problemi delle analisi paleogenetiche per la  cultura cardiale è proprio la geografia: il clima mediterraneo e l'invasione costiera delle acque marine negli ultimi millenni, non sono davvero favorevoli alla preservazione del DNA e pochi individui sono stati finora tipizzati geneticamente. Questo lavoro del 2015 (1) inizia a colmare la lacuna con l'analisi dei resti di sei individui provenienti da 4 dei più antichi siti cardiali iberici, datati con sicurezza tra il 5470 e il 5220 a.C. (fig. 1). In particolare per uno di essi, denominato CB13, è stato possibile sequenziare il genoma completo, ottenuto dal dente di una donna vissuta a Cova Bonica (Vallirana, Barcellona) 7400 anni fa, mentre per gli altri cinque individui il genoma nucleare è stato solo parzialmente recuperabile ed analizzabile.

La ricerca ha fornito alcune conferme ed alcune sorprese:
1. CB13 forma un cluster (vale a dire è geneticamente affine) con gli altri agricoltori preistorici  (fig. 2) finora analizzati;
2. tra le popolazioni moderne le più affini a CB13 sono Baschi e Sardi;
3. sia la cultura della ceramica cardiale che lineare (LBK) sembrano derivare da un'unica popolazione stanziata nell'area balcanica;
4. CB13 e gli altri agricoltori europei hanno geni derivanti dal Vicino Oriente, ma anche una "firma" genetica dei cacciatori-raccoglitori precedentemente stanziati in Europa; CB13 era di pelle chiara, e con occhi e capelli scuri;
5. CB13 era una migrante: la "firma" genetica caratteristica dei cacciatori-raccoglitori precedenti alla rivoluzione agricola, è più vicina a paleogenomi del Lussemburgo che a paleogenomi iberici;
6. la deriva genetica condivisa (un marcatore delle affinità genetiche) dei genomi cardiali analizzati è massima tra di essi e i Sardi, un pò meno i Baschi: in pratica i dati ci dicono che i Sardi di oggi, seguiti dai Baschi, sono i più vicini geneticamente agli individui cardiali della penisola iberica (fig. 3)


Figura 2. Genetic affinities of CB13. (A) Procrustes PCA of hunter-gatherers, Early Neolithic, Middle Neolithic and Copper Age farmers. The PCA analysis was performed using only transversions (to avoid confounding effects related to post-mortem damage). (1)

Figura 3. Outgroup f3-statistic analysis of CB13 Cardial genome. (A) Shared genetic drift between CB13 and present-day Western Eurasian populations. (B) Top 40 populations/individuals (modern and ancient) showing the highest genetic drift with CB13. Black and grey error bars represent two and three standard errors, respectively.(1).

Questa e altre ricerche sui paleogenomi chiarificano e complicano allo stesso tempo il quadro, anche dal punto di vista della diffusione delle lingue  indo-europee: se si considera che i Baschi parlano una lingua pre-indo-europea, è improbabile che l'espansione delle lingue indo-europee abbia avuto  luogo nel Neolitico Antico. Questo si accorda, secondo gli autori, con altri dati che mostrano un afflusso genetico dalle steppe principlamente durante il Tardo neolitico e l'Età del Rame (1). 

La lingua Sarda è anch'essa portatrice, come se avesse una firma, di queste antichissime ondate migratorie, come quella Basca?  E/o di ondate migratorie più tardive? Un articolo recentissimo, apparso su PLoS ONE affronta una questione correlata dal punto di vista dell'etnopedologia (lo studio della locale conoscenza dei suoli e dei toponimi) (2). Pur essendo limitato alla regione dell'Ogliastra, lo studio ha raccolto, catalogato e analizzato 7700 toponimi. La cosa importante è che in poche righe dell'introduzione la ricerca fa il punto su quello che diversi studiosi pensano sul substrato pre-romano della limba: "In generale, come sostenuto da Vona [21], la lingua paleosarda ha un substrato pre-romano o mediterraneo tuttora presente nel Sardo moderno. In particolare, secondo Sanna, sembra evidente che da una parte vi siano alcuni elementi morfo-sintattici di chiara origine semitica [29] (utilizzati da un ristretto numero di persone che giunsero in Sardegna attorno al 2000 a.C., dall'altra parte vi  siano elementi di origine indo-europea"  (2). 
E Sanna è il nostro Gigi Sanna con: 29. Sardôa grammata. Il dio unico del popolo nuragico. Oristano: Editrice S’Alvure; 2004, citato sull'autorevole PloS One da studiosi dell'Università di Sassari. Che i testi scritti nuragici facciano, finalmente, testo?

1. Olalde, Iñigo, et al. A common genetic origin for early farmers from Mediterranean Cardial and Central European LBK cultures." Molecular biology and evolution (2015): msv181. (Open Access)
2. Capra GF, Ganga A, Buondonno A, Grilli E, Gaviano C, Vacca S (2015) Ethnopedology in the Study of Toponyms Connected to the Indigenous Knowledge on Soil Resource. PLoS ONE 10(3): e0120240. (Open Access)


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