di Gigi Sanna
Fig. 1 Trascrizione. Da: (1) |
Fig. 3 Fig4. Fig. 5 |
Ci limiteremo a
considerare il solo segno, a detta degli autori, ‘unknow’, ovvero quello a
trattino orizzontale posto al di sotto della presunta (5) lettera ‘ayin. Il Sass
e il Garfinkel nell’esaminarlo e trattarlo, alla luce della loro conoscenza del
codice ‘protocananaico’, per altro ancora così incerto e cosi debole per quantità
documentaria (6), così si
esprimono:
‘The irregular rectangle with a horizontal
line underneath does not resemble
any known letter. Do we have here an ʿayin with a
mark underneath? Alternatively, could this mark, with
or without the rectangle above, stand for a numeral or
a measure? (7)
Con molta prudenza avanzano
l’ipotesi che si possa trattare di una ‘ayin
con un ‘mark underneath’ oppure che
questo ‘mark’ costituisca ‘a numeral or a measure’ E in ultima analisi ci si
domanda anche, sulla base della attestazione di due beth nella documentazione di Lachish, se possa trattarsi di una
lettera beth alla quale sarebbe venuto
a mancare il trattino di collegamento tra l’occhiello e la base a tratto
orizzontale:
Tab.1
Fig. 5 |
Tab. 2
Il segno
a sbarretta orizzontale (o più o meno obliqua o curva e più o meno allungata)
ha valore della lettera ‘hē’, come si è detto, e nota sempre il pro -nome, cioè la voce che sta al posto
del nome della divinità yh. Nel
pugnaletto nuragico distintivo (un
segno composito di scrittura praticamente esistente nella sola cultura
nuragica), cosiddetto ‘gammato’, come si può constatare dalla stessa nota
barchetta scritta fittile di Teti (10),
la lettera (il trattino orizzontale o curvo) si accompagna alla comunissima lettera
yod (v. tab. 1) astiforme così’ da
rendere la voce hy הי (‘vivificante’,
che suscita e dà origine alla vita’) ai quali segue il segno gammato (’ag) del ‘toro o bue api’ (11). Per chiarezza si vedano le due
figure (6 e trascr.) seguenti che riportano il segno a trattino orizzontale della
barchetta e il ‘distintivo’ nuragico reso esplicito con la sua
disarticolazione:
fig. 6 Trascrizione |
Fig.7 Fig.8 |
Si sa
che detta lettera hē si trova anche,
ma stavolta non disarticolata, nel noto (12)
documento di S’Arcu ‘e is Forros di
Villagrande Strisaili (v. fig. 7) e naturalmente si trova, ugualmente non
disarticolata, ma come evidente segno di scrittura con acrofonia di hdrh הדרה (ornamento, segno di ‘distinzione’ ) e sempre quindi, di conseguenza, con
valore acrofonico di ‘hē’, anche in
tutti i bronzetti nuragici (v. fig. 8) dove esso si trova raffigurato. Sarà
forse appena il caso di ricordare che lo schema del pugnaletto è riprodotto
(tracciato a puntinato) per ben quattro volte in uno dei bronzetti (v. fig. 9) accompagnato
da dei segni a ‘forcella’ (13). Un
dato non frequente questo, stando all’attuale documentazione, della scrittura, pittografica o meno, sui cosiddetti
‘bronzetti’.
Fig. 9 |
La lettera a tratto orizzontale, così come quella a tratto
verticale ovvero la yod (14) , si trova comunque anche se non
individuata nel suo valore fonetico, oltre che nei documenti sardi del
nuragico, anche in altri documenti siriani con scrittura cosiddetta
‘protocananaica’. Nello stesso saggio di Sass e Garfinkel si riportano due documenti (figg. 10 e 11) nei
quali la lettera a tratto orizzontale, più o meno allungato (15), ci sembra essere stata incisa con
sufficiente chiarezza.
Fig. 10 Fig. 11 |
Lo stesso ‘pendaglio’ plumbeo con scrittura di tipologia protocananaica
rinvenuto, da quanto si sa, in Abydo (fig. 12), ci sembra che rechi con il
patronimico hrn (חרן) il segno inequivocabile del
simbolo fonetico ‘hē’ a tratto orizzontale. Tutta la scritta si legge לאריההרן Per ’arih (figlio) di hrn (16)
Fig.12 Trascrizione e interpretazione
Note e indicazioni bibliografiche
1) Benjamin Sass, Yosef
Garfinkel, Michael G. Hasel, and Martin G. Klingbeil The Lachish Jar Sherd: An Early Alphabetic Inscription Discovered in
2014, 2015 American Schools of Oriental Research. BASOR 374 (2015):
233 -45.
2) Sottolineiamo il ‘tempestivamente’ perché è per noi davvero encomiabile che un
documento rinvenuto nel 2014 già dopo appena un anno sia stato trattato in modo
scientifico da più studiosi congiuntamente nella sua problematica. Cosa questa
che purtroppo non avviene in Sardegna dove gli archeologi e gli epigrafisti
pubblicano (talvolta dopo decenni), quando pubblicano, lentissimamente le varie
scoperte epigrafiche. Soprattutto se esse non riguardano strettamente il
cosiddetto ‘fenicio’. E’ il caso ad esempio della ormai nota barchetta fittile di Teti
della quale si è proclamata, in una conferenza pubblica, la genuinità
epigrafica (segni incisi ante coctionem)
e l’antichità del reperto (IX -VIII secolo a.C.) ma nulla ancora si è detto
circa la tipologia dei segni presenti sia in una delle fiancate e sia nel fondo
della medesima. Un procedere a ‘rate’, un andazzo intollerabile, davvero incomprensibile
che, aggiunto alla tendenza ad ignorare o a respingere come falsi documenti che
invece si dimostrano autenticissimi (non fosse per altro perché rinvenuti negli
stessi musei dell’Isola), rischia di rendere del tutto oscuro e fumoso il
problema dell’esistenza e della consistenza del fenomeno epigrafico nell’età
del bronzo finale e di tutta l’età del Ferro nella Sardegna ‘nuragica’. Chi
avrà la pazienza di leggere bene tutta la nostra comunicazione e calcolare,
soprattutto, quante prove ci siano della presenza del segno a tratto orizzontale, si renderà conto
della esistenza di tutta una documentazione, rinvenuta praticamente in tutte le
zone della Sardegna, della quale ostinatamente
mai o quasi mai si fa menzione.
3) Naveh J. 1982, Early
History of the Alphabeth, The Magnes Press, The Ebrew University,
Jerusalem, 1982; Amadasi M.G., Sulla formazione e diffusione dell’alfabeto;
in Scritture Mediterranee tra il IX e il
VII secolo a.C. Atti del Seminario (a cura di Giovanna Bagnasco Gianni e
Federica Cordano, 23 - 24 febbaio 1998) Milano 1999, pp. 27 - 51.
4) Tutti i nostri articoli pubblicati nei blog del
giornalista G. Pintore, di Atropa Belladonna e anche nel presente blog costituiscono
sempre, più o meno estese, informazioni
e mai, o quasi mai, saggi veri e propri. Sono cioè da considerarsi studi
epigrafici in ‘progress’ e quindi suscettibili d’essere modificati e ampliati a
seconda della documentazione che via via si sta scoprendo circa la scrittura
‘nuragica’ . E’ evidente ad es. che il nostro post sulla suddetta barchetta di
Teti che ha data 2010 (17 dicembre) va ripreso sulla base delle acquisizioni
epigrafiche riguardanti la presenza del
pugnaletto (coccio dell’anfora rinvenuta in S’Sarcu
‘e is Forros di Villagrande Strisaili).
5) B. Sass -
Y.Garfinkel - M.G. Hasel - M.G. Klingbeil, 2015, The Lachish Jar Sherd: An
Early Alphabetic Inscription, cit. p. 2015.
6) Amadasi M.G.,
1999, Sulla formazione e diffusione
dell’alfabeto, ecc. cit. p. 39.
7) Sass -
Y.Garfinkel - M.G. Hasel - M.G. Klingbeil, 2015, The Lachish Jar Sherd: An
Early Alphabetic Inscription, cit p. 2015.
8) Sanna G, 2004, Sardȏa
grammata. ’g ’ab sa‘an yhwh. Il dio unico del popolo nuragico. S’Alvure ed.
Oristano, passim. .
9) A parte i libri, le informazioni e i saggi su blog e su riviste sono piuttosto numerosi ed abbracciano un arco di tempo che va dal 2004 sino al 2015. Ne ricordiamo qui soltanto alcuni: Sanna G., 2007, Da Tzricotu (Sardegna) a Delfi (Grecia) percorrendo Glozel (Francia). I segni del Lossia cacciatore. Le lettere ambigue di Apollo e l'Alfabeto protogreco di Pito. S'Alvure ed. Oristano; idem , 2009, La stele di Nora. Il Dio il Dono il Santo. The God, the Gift, the Saint., PTM ed. Mogoro; idem, 2010, Yhwh in immagine pittografica. Prima a Gerusalemme? No, in Sardegna. E con scrittura shardan; in gianfrancopintore blospot.com (24 settembre); idem, 2010, Il sardo 'latino'? Sì, ma 'romano' no. Parola di documenti; in gianfrancopintoreblogspot.com (13 ottobre); idem, 2010, Buon Natale da Teti, NR He 'AK He 'AB He; in gianfrancopintore blogspot.com (17 dicembre); idem, Una stele nuragica da Barisardo. In protocananaico, in gianfrancopintore blogspot.com (22 aprile); idem, 2011, Scrittura nuragica: ecco il sistema. Forse unico nella storia della scrittura; in Monti Prama. Rivista semestrale di cultura di Quaderni Oristanesi, pp. 25 -38; idem, 2011, La nascita del toro 'bambinello'. Nel Santa Barbara di Villanova Truschedu il culto cananaico della potenza della luce di 'El YHWH; in gianfrancopintore blogspot.com (27 Dicembre); idem, 2012, Così era la religione nuragica; in gianfrancopintore blogspot.com (24 febbraio); idem, 2012, Scrittura nuragica: Gli Etruschi allievi dei Sardi; in Monti Prama. Rivista semestrale di Quaderni Oristanesi,63, pp. 3- 30; idem G., 2012, Scrittura nuragica: gli Etruschi allievi dei sardi; in gianfrancopintore blogspot.com (14 e 15 giugno); idem , 2012, La scrittura nuragica ed il corno asimmetrico del faraone Ramses III. Tori 'celesti divini e tori infernali (10 maggio); idem, 2012, Ed ecco finalmente la parola 'Nuraghe'. In una scritta a Terralba; in gianfrancopintore blogspot.com (4 luglio); idem, 2012, Anfora con scritta di S'Arcu 'e is Forros. Garbini: in filisteo - fenicio. No, in puro nuragico; in gianfrancopintore blog spot.com (10 settembre); idem, Un santo nuragico e uno spillo sardo-egizio per l'eternità; in Monte Prama Blog (28 Aprile); idem, 2013, Sardegna, Pito (Grecia) e Glozel (Francia). Le lettere 'cadmee'; in MontePrama Blog (22 Novembre); idem, 2015, Scrittura nuragica da Nuraxinieddu: litterae infelices, lectio infelicissima ; in maymoni blog (26 maggio 2015); idem, 2015, Complesso nuragico di Sedda 'e sos carros di Oliena: scudo bronzeo nuragico in miniatura (Lo Schiavo, Fadda). Sì, ma la scrittura? E il significato?, in Maymoni blog, (22 giugno); idem, 2016, Antiquarium arborense di Oristano. La tarda scritta nuragica tharrense della luce salvifica per il figlio (non nominato) di Yhwh. Il 'segno' complesso della λοξότης (obliquità), in Maymoni blog (26 gennaio); idem, 2016, Scrittura nuragica: il mare talvolta regala ma poi prende. La singolare scritta del serpente, oggi sotto la sabbia della scogliera di Tharros, in Mayimoni blog (11 febbraio 2016); idem, 2016, Scrittura nuragica. Tharros (Murru Mannu): a tanta architettura sacra tanta scrittura sacra. La Porta Santa (sha‘ar sa‘an) e i segni del sublime nascosto, in Maymoni blog (martedì 29 marzo).Circa la lettera a trattino orizzontale si veda anche Angei S., 2016, La scritta di nuraghe Tradòri, in Maymoni blog (13 novembre 2015).
10) Sanna G., 2009, Auguri da Teti. Firmato: NuR Hē ’AK Hē ’ABa Hē , in Gianfrancopintore blogspot. com (17 Dicembre).
11) Sanna G., 2012, La scrittura nuragica e il corno asimmetrico del Faraone
Ramses III. Tori 'celesti' divini e tori infernali, In gianfrancopintore blogspot.com (10 maggio).
12) Fadda M.A., 2012, S’Arcu ‘e is Forros. Nuragici, Filistei e fenici fra i monti della Sardegna (scheda di G. Garbini), in Archeologia viva, anno XXXI, 155, Settembre - Ottobre, pp. 46 -57.
13) Lilliu G., Sculture della Sardegna nuragica (intr. di A. Moravetti), 2008 (rist. dell’ed. del 1966), Ilisso, Nuoro pp. 460 - 462.
14) L’argomento, stante la continua attestazione del
segno - simbolo nella documentazione del nuragico ed il suo notevole
significato sul piano religioso,
meriterebbe un capitolo a parte e non una semplice e breve nota. Forse,
per ora, sarà sufficiente dire che su un
numero di 300 documenti e oltre esso compare, con il suo inequivocabile
significato fonetico, più di ottanta volte! Il suo caratteristico schema, molto
semplice quanto assai ambiguo (tende a confondersi con l’aritmogramma 1 o con
una delle aste della zayin ad
andamento verticale ), può essere variato con lo schema ad ‘y’ (rovesciato o
no) oppure con quello semilunato con curvatura a destra ( ) ). Da solo tende ad essere, in alcuni casi (scritte
in amuleti apotropaici), chiara acrofonia di YHWH.
15) O molto allungato come sembrerebbe nella prima
parte del noto documento (in protocananaico?) di Timna (pubblicato dal Wimmer)
o da un documento sardo nuragico ricopiato dal Lutzu agli inizi del secolo
scorso (v. Sanna G., 2013, Buon Natale da
Pietro Lutzu (1859 -1935). Un
solitario pioniere della scrittura nuragica; in MontePrama blog (17
Dicembre).
16) Sia HRIH יריה che
HRN הרן sono nomi semitici (ebraici) attestati nel
V.T.
Immagine allegata a cura della redazione
Professore, mi sembra alquanto inverosimile che uno scriba abbia realizzato un beth in quella maniera, “dimenticando” di unire il rettangolo irregolare (come lo definiscono B.Sass e J. Garfinkel), al sottostante trattino orizzontale. D’altronde, come si può vedere in maniera nitida nella immagine che ho postato in coda al suo articolo, risulta evidente che tra il presunto ‛ayin e il trattino orizzontale sottostante non esiste alcun segno di congiunzione tale da poterlo interpretare quale grafema beth, in quanto la superficie del frammento è perfettamente uniforme tra i due segni.
RispondiEliminaA proposito del grafema beth, che nell’articolo è preso a modello (quello centrale dell’immagine sopra la tab. 1), è un beth alquanto raro, non trovandosi in alcun repertorio fenicio-punico, ma solo in repertori di scritture più antiche (sbaglio?). Beth, dicevo, che assomiglia più alla nostra B maiuscola che non al beth canonico di tipo fenicio.
Ancora, il cosiddetto ‛ayin, visto con la lente d'ingrandimento, potrebbe essere un Teth (di tipo fenicio), benché il segno al suo interno possa essere solo il risultato di una scalfittura dopo la cottura.
In effetti è così. La beth non può essere. ma i due studiosi, doverosamente, non scartano nessuna ipotesi essendo all'oscuro del valore del segno sottostante al presunto 'ayin'. Per il resto condivido le tue osservazioni (e le perplessità). Ma ho detto in apertura di post che non intendevo parlare di tutti i segni presenti nel frammento che (esclusa quella strana 'ayin) sono tutti facilmente riscontrabili nella documentazione nuragica. Era necessario far presente ai due noti studiosi, se mi sentiranno e ascolteranno, che il segno a sbarretta orizzontale qui da noi si 'spreca' e di esso si conosce il preciso valore fonetico, nonché il suo notevole pregio per senso in quanto sostituisce spessissimo il nome stesso della divinità YH o YHWH che vogliamo chiamarla.
RispondiEliminaBellissimo documento, molto significativo anche per l'evoluzione dell'alfabeto.
RispondiEliminaE molto indicativo sulla velocità con cui vengono pubblicati i documenti epigrafici, perchè è chiara la loro importanza per capire storia e archeologia.
Se pensiamo a Pozzomaggiore,a Teti, all'incredibile storia dello spillone di Antas che è rimasto a marinare in salamoia per oltre 20 anni, ai segni alfabetici a Monte Prama- di cui hanno parlato gli archeologi Zucca e Usai già dal 2008, senza mostrarli o discuterne mai...beh è meglio non pensarci: giova al fegato.
Già, i segni alfabetici di Monte Prama. In cassaforte! Fra poco sono dieci anni e spunteranno tra altri 10 per eguagliare i 'normali' tempi dello 'spillone' di Antas dal 'marchio speciale' e non ancora conosciuto dalla scienza epigrafica. Che Iddio li perdoni nel loro sciagurato tentativo 'corporativo' di affossare la scrittura nuragica con il silenzio e la dilazione nel tempo!
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