di Atropa Belladonna
"..i Fenici di
Tharros erano ancora di là da venire..", Piero Bartoloni, Sardegna: non c’ è nessun peccato originale da riscattare, 10.02.2015, http://www.sardegnasoprattutto.com/
Figura 1: il quadro cronologico della necropoli di Monte Prama
(Cabras, OR), definito dalle recenti datazioni delle ossa degli inumati (1,3),
del sigillo a scarabeo della tomba 25 (4), e di frammenti ceramici rinvenuti
nelle sepolture scavate nel corso della campagna 2014 (1). Sia le ossa che i pochi reperti
rinvenuti nelle tombe, si inquadrano nell'epoca BF/IF che va circa dal 1170
all'800 a.C. (2). *: modello di defunto seduto (5) in modo simile ai sepolti di
Monte Prama; tuttavia il volto dei defunti a MP è rivolto, per la maggior parte
dei casi, a occidente (1). Questo tipo di sepoltura, di cui
si sottolinea la rarità, viene definita "seated burial": "The ‘seated’ position in burial,
with the vertebral column in a vertical or erect position and flexed
anteriorly. The neck is in a fully flexed position. Model by
Sea´n Goddard, Department of Archaeology, University of Exeter" (5).
Se le statue di Monte Prama si sono
rivelate, e ancora si rivelano, degli ossi duri da leggersi, molto meno lo sono
le ossa vere e proprie: quelle contenute nelle tombe. Con le 16 della campagna
2014 e quelle scoperte negli anni '70, le tombe sono arrivate al
considerevole numero di 87, distribuite su ca. 60 m in direttiva nord/est-sud/ovest
per una larghezza di ca. 5 m (1). La reale estensione della
necropoli rimane ignota, così come la globale topologia del sito.
Le recenti indagini archeometriche e
archeologiche hanno tuttavia finalmente consentito di formulare un quadro
cronologico sorprendentemente consistente e riferito alla finestra temporale
che comprende l'età del Bronzo Finale (ca. 1170-950 a.C.) e il Primo
Ferro (950-800 a.C.) (2) (figura 1).
Come si è giunti a definire la
cronologia della necropoli, inizialmente datata a non prima dell'ultimo
scorcio del VII sec. a.C. (6) e quindi con un balzo
all'indietro di un paio di secoli rispetto alle prime stime? Con i metodi
scientifici, incluso un ingrediente fondamentale di essi: la barra
d'errore.
1. Le datazioni al radiocarbonio (C-14) degli inumati di Monte Prama
Le datazioni al radiocarbonio (C-14) di alcuni inumati di Monte Prama (collagene osseo) sono state pubblicate per la prima volta nel 2014 (3), dopo essere state rese disponibili alla Soprintendenza dal 5 marzo 2013 (7).
E' ben noto agli specialisti del settore che il metodo di datazione al radiocarbonio introdotto da Libby alla fine degli anni '40 del secolo scorso, e applicato per la prima volta nel 1950, necessita di calibrazione per fornire date attendibili (8a): questo perchè le iniziali assunzioni di Libby si sono rivelate vere solo in prima approssimazione. In particolare:
a. il livello atmosferico di C-14 non è stato costante nel corso dei millenni;
b. il tempo di dimezzamento ipotizzato da Libby per il C-14 era di 5568 anni, mentre il tempo di dimezzamento reale è di 5730 anni;
c. il metodo di Libby, denominato "datazione radiocarbonica convenzionale", fornisce datazioni BP (Before Present), dove il riferimento "presente" viene preso come 1950, data che ovviamente si discosta sempre di più dal reale "tempo presente".
Nonostante gli evidenti problemi associati alla datazione radiocarbonica convenzionale, la comunità scientifica ha deciso di mantenere tale metodologia come primo passaggio della procedura di datazione: questo perchè la datazione calibrata necessita di avvalersi di una o più curve di calibrazione per elaborare statisticamente i dati, mentre il metodo di Libby consente di conservare i dati in forma "grezza" e quindi ulteriormente elaborabili, ad esempio con il miglioramento delle curve di calibrazione o con l'acquisizione di nuove informazioni sul sito in esame.
Mentre i problemi di cui al punto b. e c. sono facilmente correggibili, è ben più difficile -in assenza di informazioni aggiuntive specifiche - correggere il problema di cui al punto a., cioè ricavare le variazioni atmosferiche del livello di C-14 nel corso dei millenni: "Il metodo largamente più usato per ottenere la curva di calibrazione fino a circa 13000 anni BP è l’analisi dendrocronologica di sequenze di accrescimento anulare degli alberi (8b)". Questa prima curva di calibrazione venne costruita nel 1991 da Becker per campioni in equilibrio con l'atmosfera terrestre: successive curve di calibrazione vennero in seguito costruite per altri ambienti ("riserve") e per estendere all'indietro il metodo di datazione (oggi si arriva con relativa precisione fino a circa 50000-60000 anni fa). Occorre quindi tenere presente che sia la misura intrinseca con il radiocarbonio che la determinazione dendrocronologica dell’età sono affette da un certo errore sperimentale (fig. 2), e che ènecessario aggiungere un parametro statistico ed un segno +/-, indicando cioè sia la media dell'intervallo sia la dispersione dei dati attorno alla media. In genere si utilizza come parametro di dispersione la deviazione standard indicata con la lettera greca sigma (s) per delimitare il cosiddetto "livello di confidenza".
1. Le datazioni al radiocarbonio (C-14) degli inumati di Monte Prama
Le datazioni al radiocarbonio (C-14) di alcuni inumati di Monte Prama (collagene osseo) sono state pubblicate per la prima volta nel 2014 (3), dopo essere state rese disponibili alla Soprintendenza dal 5 marzo 2013 (7).
E' ben noto agli specialisti del settore che il metodo di datazione al radiocarbonio introdotto da Libby alla fine degli anni '40 del secolo scorso, e applicato per la prima volta nel 1950, necessita di calibrazione per fornire date attendibili (8a): questo perchè le iniziali assunzioni di Libby si sono rivelate vere solo in prima approssimazione. In particolare:
a. il livello atmosferico di C-14 non è stato costante nel corso dei millenni;
b. il tempo di dimezzamento ipotizzato da Libby per il C-14 era di 5568 anni, mentre il tempo di dimezzamento reale è di 5730 anni;
c. il metodo di Libby, denominato "datazione radiocarbonica convenzionale", fornisce datazioni BP (Before Present), dove il riferimento "presente" viene preso come 1950, data che ovviamente si discosta sempre di più dal reale "tempo presente".
Nonostante gli evidenti problemi associati alla datazione radiocarbonica convenzionale, la comunità scientifica ha deciso di mantenere tale metodologia come primo passaggio della procedura di datazione: questo perchè la datazione calibrata necessita di avvalersi di una o più curve di calibrazione per elaborare statisticamente i dati, mentre il metodo di Libby consente di conservare i dati in forma "grezza" e quindi ulteriormente elaborabili, ad esempio con il miglioramento delle curve di calibrazione o con l'acquisizione di nuove informazioni sul sito in esame.
Mentre i problemi di cui al punto b. e c. sono facilmente correggibili, è ben più difficile -in assenza di informazioni aggiuntive specifiche - correggere il problema di cui al punto a., cioè ricavare le variazioni atmosferiche del livello di C-14 nel corso dei millenni: "Il metodo largamente più usato per ottenere la curva di calibrazione fino a circa 13000 anni BP è l’analisi dendrocronologica di sequenze di accrescimento anulare degli alberi (8b)". Questa prima curva di calibrazione venne costruita nel 1991 da Becker per campioni in equilibrio con l'atmosfera terrestre: successive curve di calibrazione vennero in seguito costruite per altri ambienti ("riserve") e per estendere all'indietro il metodo di datazione (oggi si arriva con relativa precisione fino a circa 50000-60000 anni fa). Occorre quindi tenere presente che sia la misura intrinseca con il radiocarbonio che la determinazione dendrocronologica dell’età sono affette da un certo errore sperimentale (fig. 2), e che ènecessario aggiungere un parametro statistico ed un segno +/-, indicando cioè sia la media dell'intervallo sia la dispersione dei dati attorno alla media. In genere si utilizza come parametro di dispersione la deviazione standard indicata con la lettera greca sigma (s) per delimitare il cosiddetto "livello di confidenza".
Fig. 2: le datazioni al radiocarbonio sono affette da errore,
sia intrinseco alla misura del C-14 sia derivante dall'elaborazione statistica
basata sulle curve di calibrazione. Una corretta rappresentazione dei dati è
quella a destra, dove gli errori (intesi in senso statistico) forniscono
intervalli possibili, con un certo livello di confidenza.
Le datazioni calibrate "1s" danno un livello di confidenza del 68.2 % , quelle "2s" un livello di confidenza
del 95.4 % (gli intervalli derivano dalla definizione matematica di s): in senso statistico questo
significa che ripetendo 100 volte la misura, 95.4 volte determineremmo una data
per il nostro campione che casca in quell'intervallo temporale. In genere
quindi si prediligono le datazioni calibrate "2s" (fig. 3), ma è prassi
scientifica presentarle entrambe oltre a riportare le datazioni non calibrate
convenzionali: è in ogni caso ben chiaro alla comunità scientifica che "la
data calibrata, soprattutto per certi periodi, si discosta
notevolmente (anche di parecchi secoli) da quella convenzionale e va
considerata come la miglior stima della data “vera”" (8a) e
che una calibrazione è assolutamente necessaria; le curve di calibrazione
vengono costantemente aggiornate per rendere le datazioni sempre più precise e
affidabili (8b).
Fig. 3: in alto le datazioni calibrate
pubblicate nel 2014 per le ossa di tre tombe degli scavi Bedini (1975) e
Tronchetti (1979): le datazioni calibrate "2s" sono quelle che forniscono la
migliore confidenza sui risultati. In nero, intervalli di datazione ottenuti
con la curva di calibrazione standard Intcal09, che prevede un'alimentazione al
100% di origine terrestre; in grigio intervalli ottenuti miscelando due curve
di calibrazione (Intcal09 e Marine09), che prevedono un'alimentazione mista con
il massimo possibile contenuto di cibi di origine marina: T. 8 Bedini = 15%; T1
Tronchetti = 3.75%; T.20 Tronchetti = 12.50% (3). In basso le datazioni
calibrate "2s" per le ossa di due delle 16 tombe scavate nel 2014; non è ancora
stata resa nota la curva di calibrazione utilizzata in questo caso.
Le curve di calibrazioni successive alla prima del 1991 tengono conto anche del cosiddetto effetto serbatoio: una delle fonti di errore, per datare le ossa, è la dieta diversificata e in genere non determinabile; la “riserva” acquatica marina fa infatti “invecchiare” i reperti derivati da esseri viventi che siano vissuti in essa; per questo, occorre porre attenzione, ad es., alle popolazioni che si nutrono prevalentemente o parzialmente di pesce(8b). Questo hanno fatto Luca Lai e collaboratori: a fianco delle datazioni ottenute utilizzando la curva di calibrazione Intcal09 costruita per campioni terrestri, hanno utilizzato anche una curva di calibrazione che tenga conto di una possibile dieta mista che includa una certa percentuale di cibi marini (3). Questo perchè da misurazioni indipendenti di parametri relativi degli isotopi non radioattivi di carbonio (δC-13) e azoto (δN-15) nei campioni utilizzati, vi sono indicazioni che la dieta fosse diversificata: tali variazioni dai livelli "standard" di δC-13 e δN-15 possono essere interpretate come un maggiore o minore consumo di pesce da parte dei diversi individui, seppure l'interpretazione non sia univoca (vide infra).
Gli intervalli temporali apparentemente molto larghi che si vedono nella figura 3, per le ossa recuperate negli anni '70, non derivano quindi da "poca precisione" ma sono necessariamente e onestamente (dal punto di vista scientifico) larghi perchè tengono conto di tutte le possibili fonti di incertezza sperimentale e interpretativa. In altre parole, scientificamente non è possibile essere più precisi considerando i dati a disposizione e l'incrocio di informazioni derivanti da misurazioni indipendenti di tipo sia biochimico che chimico-fisico. In figura 4 sono riportarti come tabella gli stessi risultati della figura 3, assieme alle "datazioni convenzionali" e ai valori di δC-13 del collagene, valori che indiziano un'alimentazione di tipo misto tanto più si discostano dal valore di riferimento di -19.5‰.
Le curve di calibrazioni successive alla prima del 1991 tengono conto anche del cosiddetto effetto serbatoio: una delle fonti di errore, per datare le ossa, è la dieta diversificata e in genere non determinabile; la “riserva” acquatica marina fa infatti “invecchiare” i reperti derivati da esseri viventi che siano vissuti in essa; per questo, occorre porre attenzione, ad es., alle popolazioni che si nutrono prevalentemente o parzialmente di pesce(8b). Questo hanno fatto Luca Lai e collaboratori: a fianco delle datazioni ottenute utilizzando la curva di calibrazione Intcal09 costruita per campioni terrestri, hanno utilizzato anche una curva di calibrazione che tenga conto di una possibile dieta mista che includa una certa percentuale di cibi marini (3). Questo perchè da misurazioni indipendenti di parametri relativi degli isotopi non radioattivi di carbonio (δC-13) e azoto (δN-15) nei campioni utilizzati, vi sono indicazioni che la dieta fosse diversificata: tali variazioni dai livelli "standard" di δC-13 e δN-15 possono essere interpretate come un maggiore o minore consumo di pesce da parte dei diversi individui, seppure l'interpretazione non sia univoca (vide infra).
Gli intervalli temporali apparentemente molto larghi che si vedono nella figura 3, per le ossa recuperate negli anni '70, non derivano quindi da "poca precisione" ma sono necessariamente e onestamente (dal punto di vista scientifico) larghi perchè tengono conto di tutte le possibili fonti di incertezza sperimentale e interpretativa. In altre parole, scientificamente non è possibile essere più precisi considerando i dati a disposizione e l'incrocio di informazioni derivanti da misurazioni indipendenti di tipo sia biochimico che chimico-fisico. In figura 4 sono riportarti come tabella gli stessi risultati della figura 3, assieme alle "datazioni convenzionali" e ai valori di δC-13 del collagene, valori che indiziano un'alimentazione di tipo misto tanto più si discostano dal valore di riferimento di -19.5‰.
Fig. 4: tabella riassuntiva delle analisi al radiocarbonio effettuate da Lai et al. (3); abbiamo messo in evidenza le datazioni calibrate "2s" (le più attendibili) e le date"before present" ricavabili dal metodo non calibrato (o convenzionale, di Libby) (8a);si ricordi che il metodo convenzionale assume come "tempo presente" il 1950 (8b).
Fig 5. : la datazione degli scheletri tramite
radiocarbonio pubblicata nel 2014, è stata effettuata su 3 inumati (in nero).
Le indagini sulla dieta degli inumati sono state effettuate tramite studio e
quantificazione relativa di isotopi stabili di carbonio e azoto (rapporti
isotopici C-13/C-12 e N-15/N-14); sufficiente collagene per le analisi è stato
estratto dalle ossa di 31 individui su un totale di 41. L'inumato della tomba
25 è quello che più si discosta dagli altri quanto a composizione isotopica del
suo collagene (3).
Nonostante le larghe barre d'errore una cosa è chiara: "Le tre tombe sono da datarsi comunque tra XI e IX sec. a.C.; tra queste quella con la datazione più certa, per la scarsa potenziale presenza di cibo marino nella dieta, è la Tomba 1 Tronchetti, che si colloca con virtuale certezza (2s) tra il 1000 e l'850 a.C. circa. Questo, in base alla sequenza cronologica relativa utilizzata, implica che le inumazioni nell' allineamento Tronchetti sono comunque iniziate prima della metà del IX sec. a.C." (3, pg 215). Impossibile determinare, per il momento, quando le inumazioni siano precisamente iniziate e terminate.
2. Il sigillo a scarabeo della tomba 25 e le (poche) ceramiche di corredo
Le vicende dello scarabeo (o scaraboide o cauroide) rinvenuto assieme a vaghi di collana e ad un frammento di spada votiva nella tomba 25 dell'allineamento Tronchetti, sono note e non le ripercorreremo integralmente qui (9a). In breve, il sigillo venne ritrovato nel 1979, classificato come oggetto in "osso o avorio" e assegnato all'ultimo quarto del VII sec. a.C. (6). Questa erronea datazione del sigillo diede purtroppo origine ad una datazione della necropoli a non prima di tale data, datazione che si trascinò a lungo e diede origine ad un modello storico-archeologico per il sito basato sull'interazione con i Fenici di Tharros (10). Le successive analisi archeometriche, stabilirono che il sigillo-di tipo spiccatamente egizio- è in steatite invetriata con cottura avvenuta oltre 1000°C utilizzando una tecnica tipica del Nuovo Regno(1550-1069 a.C., dinastie XVIII-XX)(4c). Oltre a questi dati archeometrici, analisi formali e comparative inducono oggi gli archeologi a datare il sigillo all'epoca ramesside tarda o al periodo immediatamente successivo, cioè tra il 1130 e il 945 a.C. circa(4a,b). Nonostante le note e comprensibili difficoltà associate alla datazioni di tali oggetti, è chiaro che le ultime stime per il sigillo a scarabeo della tomba 25 rientrano nel quadro cronologico stabilito per le ossa degli inumati a nord e sud della tomba 25 (il cui defunto, occorre notare, non è stato ancora datato al C-14) (fig. 3 e 5). La tomba 25 è un caso unico a Monte Prama e conteneva altri elementi di corredo (9b, 11); il defunto stesso inumato nella tomba è un caso particolare: morto giovane (a ca. 22 anni) il suo collagene osseo indica che ha seguito un'alimentazione più ricca in proteine da cibi marini oppure che ha vissuto per un tempo non trascurabile in un clima più arido rispetto alla Sardegna (3, 9c). Nello specifico il corredo certo era costituito da: 15 vaghi sferoidi di bronzo; un vago in bronzo ricavato da spada votiva; un vago triangolare in bronzo; un vago cilindrico in bronzo; un vago tubolare in bronzo; un vago discoidale in bronzo; un vago sferoide in cristallo di rocca (11). Vaghi in bronzo simili si trovano in una collana proveniente dal Nuraghe Attentu o Mela Ruja di Sassari, e sono inquadrati attorno al 1000-900 a.C..
Per finire, tra le tombe scavate nel 2014, due hanno fornito altri elementi di cultura materiale, questa volta frammenti ceramici: "Nella tomba B, parte di un'olla, già rotta in antico, con orlo distinto ingrossato abbastanza massiccio, databile tra il Bronzo Finale e la prima età del Ferro, corrispondente alla forma 833. Ol. 68, p. 488, Tav. 303 del CAMPUS-LEONELLI 2000. La tomba E ha invece restituito una ciotola carenata, caratterizzata da una carena molto dolce, fondo piatto, orlo appuntito su pareti rettilinee e piccola bugna di presa laterale allungata in corrispondenza della carena, simile alle varianti di CAMPUS-LEONELLI 2000, p. 256, Tav. 152, 375 cio. 24 oppure pp. 277-278, Tav. 182, 483 cio. 132, entrambe databili tra Bronzo finale e prima età del Ferro, i cui resti organici rinvenuti all'interno sono ancora in corso di analisi" (1, nota nr. 7).
Conclusioni
Nonostante le larghe barre d'errore una cosa è chiara: "Le tre tombe sono da datarsi comunque tra XI e IX sec. a.C.; tra queste quella con la datazione più certa, per la scarsa potenziale presenza di cibo marino nella dieta, è la Tomba 1 Tronchetti, che si colloca con virtuale certezza (2s) tra il 1000 e l'850 a.C. circa. Questo, in base alla sequenza cronologica relativa utilizzata, implica che le inumazioni nell' allineamento Tronchetti sono comunque iniziate prima della metà del IX sec. a.C." (3, pg 215). Impossibile determinare, per il momento, quando le inumazioni siano precisamente iniziate e terminate.
2. Il sigillo a scarabeo della tomba 25 e le (poche) ceramiche di corredo
Le vicende dello scarabeo (o scaraboide o cauroide) rinvenuto assieme a vaghi di collana e ad un frammento di spada votiva nella tomba 25 dell'allineamento Tronchetti, sono note e non le ripercorreremo integralmente qui (9a). In breve, il sigillo venne ritrovato nel 1979, classificato come oggetto in "osso o avorio" e assegnato all'ultimo quarto del VII sec. a.C. (6). Questa erronea datazione del sigillo diede purtroppo origine ad una datazione della necropoli a non prima di tale data, datazione che si trascinò a lungo e diede origine ad un modello storico-archeologico per il sito basato sull'interazione con i Fenici di Tharros (10). Le successive analisi archeometriche, stabilirono che il sigillo-di tipo spiccatamente egizio- è in steatite invetriata con cottura avvenuta oltre 1000°C utilizzando una tecnica tipica del Nuovo Regno(1550-1069 a.C., dinastie XVIII-XX)(4c). Oltre a questi dati archeometrici, analisi formali e comparative inducono oggi gli archeologi a datare il sigillo all'epoca ramesside tarda o al periodo immediatamente successivo, cioè tra il 1130 e il 945 a.C. circa(4a,b). Nonostante le note e comprensibili difficoltà associate alla datazioni di tali oggetti, è chiaro che le ultime stime per il sigillo a scarabeo della tomba 25 rientrano nel quadro cronologico stabilito per le ossa degli inumati a nord e sud della tomba 25 (il cui defunto, occorre notare, non è stato ancora datato al C-14) (fig. 3 e 5). La tomba 25 è un caso unico a Monte Prama e conteneva altri elementi di corredo (9b, 11); il defunto stesso inumato nella tomba è un caso particolare: morto giovane (a ca. 22 anni) il suo collagene osseo indica che ha seguito un'alimentazione più ricca in proteine da cibi marini oppure che ha vissuto per un tempo non trascurabile in un clima più arido rispetto alla Sardegna (3, 9c). Nello specifico il corredo certo era costituito da: 15 vaghi sferoidi di bronzo; un vago in bronzo ricavato da spada votiva; un vago triangolare in bronzo; un vago cilindrico in bronzo; un vago tubolare in bronzo; un vago discoidale in bronzo; un vago sferoide in cristallo di rocca (11). Vaghi in bronzo simili si trovano in una collana proveniente dal Nuraghe Attentu o Mela Ruja di Sassari, e sono inquadrati attorno al 1000-900 a.C..
Per finire, tra le tombe scavate nel 2014, due hanno fornito altri elementi di cultura materiale, questa volta frammenti ceramici: "Nella tomba B, parte di un'olla, già rotta in antico, con orlo distinto ingrossato abbastanza massiccio, databile tra il Bronzo Finale e la prima età del Ferro, corrispondente alla forma 833. Ol. 68, p. 488, Tav. 303 del CAMPUS-LEONELLI 2000. La tomba E ha invece restituito una ciotola carenata, caratterizzata da una carena molto dolce, fondo piatto, orlo appuntito su pareti rettilinee e piccola bugna di presa laterale allungata in corrispondenza della carena, simile alle varianti di CAMPUS-LEONELLI 2000, p. 256, Tav. 152, 375 cio. 24 oppure pp. 277-278, Tav. 182, 483 cio. 132, entrambe databili tra Bronzo finale e prima età del Ferro, i cui resti organici rinvenuti all'interno sono ancora in corso di analisi" (1, nota nr. 7).
Conclusioni
La necropoli di Monte Prama, ad oggi
comprendente 87 tombe, restituisce attraverso le datazioni delle ossa e gli
elementi di cultura materiale un quadro cronologico consistente che si estende
entro l'Età del Bronzo Finale/Primo Ferro (fig. 1 e 6). Non è ancora dato
sapere quanto esteso fu l'arco di tempo totale su cui si estesero le sepolture.
Diversi dati provenienti dalle analisi ossee e dentali (9d)-come
l'alta frequenza dell'incisivo a pala- suggeriscono che i sepolti fossero
imparentati tra loro (12), fossero individui robusti, atletici,ben
nutriti con cibi "morbidi", e con una alimentazione che tende nel
tempo e/o in base al rango, ad arricchirsi in proteine "nobili" (3).
L'unica donna certa (Tomba 20) è anch'essa robusta e ben nutrita.
L'arco temporale della necropoli è di poco posteriore alla recente datazione dei semi di uva (1350-1150a.C.) e melone (1310-1120) dal sito nuragico di Sa Osa, pochi km a sud-est di Monte Prama (9d,e e riferimenti ivi citati). In Egitto (l'unico termine di paragone che personalmente riesco a trovare parzialmente convincente per l'ideologia espressa dalle statue) siamo in epoca ramesside-inizio III periodo intermedio. Rimane ovviamente da stabilire se le statue siano coeve alla necropoli, una questione che finora non trova d'accordo gli archeologi(9f).
A proposito delle influenze "esterne" vale anche la pena ricordare le parole di Riccardo Cicilloni (Dipartimento di Storia, Beni Culturali e Territorio sezione di Archeologia e Storia dell'arte dell'Università di Cagliari), durante un'intervista a ComuneCagliariNews del 22 maggio 2015 (http://www.comunecagliarinews.it/news.php?pagina=14284):
[..]D) Possiedi una tua idea personale sulle possibili influenze tecniche avute dai fautori di quelle statue primigenie per l'Occidente?
R.C: “La questione è legata alle considerazioni cronologiche sulle statue. Difatti, le ultime datazioni pubblicate, fanno risalire la cronologia dei pozzetti funerari (a cui le statue sembrano collegate), tra il X ed il IX secolo a.C., periodo in cui gli influssi culturali orientali (e fenici) dovevano essere ancora piuttosto limitati.Alcuni colleghi tendono a dare gran peso ai confronti con l’esterno, ad esempio con il mondo levantino o dell’area tirrenica, ma vorrei sottolineare come le popolazioni indigene avevano sicuramente un enorme bagaglio di conoscenze tecniche, riguardanti la lavorazione “artistica” della pietra, conoscenze acquisite a partire dal Neolitico (si veda l’escavazione e la decorazione delle domus de janas e i manufatti litici come le Dee madri od i menhir e le statue-menhir), per cui, forse, non è necessario pensare per forza ad un forte influsso esterno o, addirittura, ad artigiani venuti da lontano,anche considerata l’affinità tecnico-stilistica con i coevi 'bronzetti' sardi.[..]
L'arco temporale della necropoli è di poco posteriore alla recente datazione dei semi di uva (1350-1150a.C.) e melone (1310-1120) dal sito nuragico di Sa Osa, pochi km a sud-est di Monte Prama (9d,e e riferimenti ivi citati). In Egitto (l'unico termine di paragone che personalmente riesco a trovare parzialmente convincente per l'ideologia espressa dalle statue) siamo in epoca ramesside-inizio III periodo intermedio. Rimane ovviamente da stabilire se le statue siano coeve alla necropoli, una questione che finora non trova d'accordo gli archeologi(9f).
A proposito delle influenze "esterne" vale anche la pena ricordare le parole di Riccardo Cicilloni (Dipartimento di Storia, Beni Culturali e Territorio sezione di Archeologia e Storia dell'arte dell'Università di Cagliari), durante un'intervista a ComuneCagliariNews del 22 maggio 2015 (http://www.comunecagliarinews.it/news.php?pagina=14284):
[..]D) Possiedi una tua idea personale sulle possibili influenze tecniche avute dai fautori di quelle statue primigenie per l'Occidente?
R.C: “La questione è legata alle considerazioni cronologiche sulle statue. Difatti, le ultime datazioni pubblicate, fanno risalire la cronologia dei pozzetti funerari (a cui le statue sembrano collegate), tra il X ed il IX secolo a.C., periodo in cui gli influssi culturali orientali (e fenici) dovevano essere ancora piuttosto limitati.Alcuni colleghi tendono a dare gran peso ai confronti con l’esterno, ad esempio con il mondo levantino o dell’area tirrenica, ma vorrei sottolineare come le popolazioni indigene avevano sicuramente un enorme bagaglio di conoscenze tecniche, riguardanti la lavorazione “artistica” della pietra, conoscenze acquisite a partire dal Neolitico (si veda l’escavazione e la decorazione delle domus de janas e i manufatti litici come le Dee madri od i menhir e le statue-menhir), per cui, forse, non è necessario pensare per forza ad un forte influsso esterno o, addirittura, ad artigiani venuti da lontano,anche considerata l’affinità tecnico-stilistica con i coevi 'bronzetti' sardi.[..]
Fig. 6: il quadro temporale di oggetti ed ossa della necropoli
di Monte Prama sembra racchiuso nel periodo Età del Bronzo Finale/Primo Ferro.
Viene qui rapportato alle datazioni dei semi di frutta dal sito nuragico di Sa
Osa e alle corrispondenti età dinastiche dell'Egitto, dove i documenti
concernenti gli Shardana si estendono tra l'epoca ramesside e la primissima
parte del III periodo intermedio (13). Figura modificata dal rif. (2). Di epoca ramesside o subito
posteriore è anche lo scarabeo della tomba XXV (4). Si inquadra poco prima della necropoli anche un
vasetto nuragicod'uso comune, di recente rinvenuto nel sito cipriota di Pyla-Kokkinokremos, in un insediamento di breve durata
(ca. 50 anni) considerato dei "Popoli del mare" ( 9i)
Forse è un caso, forse una coincidenza ma: "L’ultimo documento (egizio, ndr) a noi noto sugli Shardana è la Stele di donazione di Helwan, databile al sedicesimo anno di regno di Osorkon I (922–887 a.C., alcuni autori la riferiscono a Osorkon II 872-837 a.C., ndr), nel quale si menziona una donazione di terre da parte del sacerdote Ged-ptah-iuf-ankh in favore di Ptah; le tenute sono consegnate al principe Nimlot, comandante generale della fortezza di Sḫm-ḫpr, principale piazzaforte del Medio Egitto; la proprietà comprende “i campi Shardana” atto, questo, che probabilmente testimonia l’avvenuto cambio istituzionale tra i mercenari d’età ramesside e i combattenti di stirpe libica" (13a). (Vd. anche 9g,h e 13b) (fig. 7)
Fig. 7: sommario dei documenti egizi che menzionano i Popoli
del Mare (9h); le lettere di Amarna sono scritte in cuneiforme
accadico. I testi egizi in realtà definiscono "del mare" solamente Sherden,
Shekelesh, e Eqwesh (rielaborato da: Ann E. Killebrew and Gunnar Lehmann, The
World of the Philistines and Other “Sea Peoples”, Introduction to: The
Philistines and Other “Sea Peoples” in Text and Archaeology, 2013, edited by
Ann E. Killebrew and Gunnar Lehmann, Society of Biblical Literature, Atlanta,
Georgia).Le date più incerte riguardano i documenti più recenti.
(1) Zucca R., Rubino S., Carenti G., Sias E., Panico B., Identità biologica e identità culturale dei morti di Mont'e Prama (Cabras OR), ABSTRACT ESPANSO, in Nizzo V. (ed.), Archeologia e Antropologia della Morte, forthcoming (2015)
(2) Depalmas, Anna (2009) Il Bronzo finale della Sardegna. In: La preistoria e la protostoria della
Sardegna: atti della
44. Riunione scientifica: vol. 1: relazioni generali, 23-28 novembre 2009,
Cagliari - Barumini - Sassari, Italia. Firenze, Istituto italiano di preistoria
e protostoria. p. 141-154
(3) Luca Lai, Ornella Fonzo, Elsa
Pacciani, Tamsin O’ Connell, Isotopi stabili e radioattivi: primi dati
su dieta e cronologia assoluta delle sepolture di Mont’e Prama, In:
Le sculture di Mont'e Prama - Contesto, scavi e materiali, a cura di: M.
Minoja & A. Usai, Gangemi Ed., 2014, pp. 207-218
(4) a. C. Olianas, Lo scaraboide dalla Tomba 25 di Monti Prama: confronti e considerazioni, Kubaba, 2012, 3: 39-52; b. A. Stiglitz, Lo scaraboide della tomba 25, In: Le sculture di Mont'e Prama - Contesto, scavi e materiali, a cura di: M. Minoja & A. Usai, Gangemi Editore, 2014, pp. 315-322; c. G. Artioli, I. Angelini, F. Nestola, New milarite/osumilite-type phase formed during ancient glazing of an Egyptian scarab, 2013, Applied Physics A, 110: 371-377.
(4) a. C. Olianas, Lo scaraboide dalla Tomba 25 di Monti Prama: confronti e considerazioni, Kubaba, 2012, 3: 39-52; b. A. Stiglitz, Lo scaraboide della tomba 25, In: Le sculture di Mont'e Prama - Contesto, scavi e materiali, a cura di: M. Minoja & A. Usai, Gangemi Editore, 2014, pp. 315-322; c. G. Artioli, I. Angelini, F. Nestola, New milarite/osumilite-type phase formed during ancient glazing of an Egyptian scarab, 2013, Applied Physics A, 110: 371-377.
(5) Christopher J. Knüsel, Crouching in fear: Terms of engagement for funerary remains, Journal of Social Archaeology 2014, 14: 26–58. In questo lavoro si
sottolinea la rarità di questo tipo di sepoltura, come del resto in altri articoli: "Although seated burials are uncommon, they have recently been gaining attention from a number of researchers
such as Liv Nilson, working on the late Mesolithic upright skeletons from
Skateholm I and II (Nilsson, 2003), and Stéphane Rottier, who works on
bodies in seated and squatting positions in Bronze Age France (Rottier, 2004,
2009). Seated burials appear to be a very uncommon mode of
deposition in Near Eastern prehistory. Very few skeletons have been recorded in this
position from the Natufian or Neolithic periods, with a few noticeable
exceptions, such as in the groups of primary burials at sites such as ‘Ayn
Qasiyya, Kfar HaHoresh, Tell Qaramel, and Abu Hureyra4 (Richter et al.,
2010; Goring-Morris, 2005; Kanjou, 2009; Moore et al., 2000). Looking more
broadly, some seated burials have been recorded in Mesolithic contexts from
northern Europe. There are important differences, however, such as the
position of the lower limbs, which are frequently
outstretched (Nilsson, 2003). Da: “Funerary bundles” in the PPNB at the
archaeological site of Tell Halula (middle Euphrates valley, Syria):
analysis of the taphonomic dynamics of seated bodies Anabel Ortiz a,*, Philippe
Chambon b, Miquel MolistJournal of Archaeological Science 40 (2013) 4150e4161".
(6) Carlo Tronchetti, LE TOMBE E GLI EROI. CONSIDERAZIONI SULLA STATUARIA NURAGICA DI MONTE PRAMA Paolo Bernardini-Raimondo Zucca (a cura di), Il Mediterraneo di Herakles, Roma 2005, pp. 145-167;
(7) Carlo Tronchetti, Gli scavi del 1977 e 1979, In: Le sculture di Mont'e Prama - Contesto, scavi e materiali, a cura di: M. Minoja & A. Usai, Edizione Gangemi Editore, 2014, pp. 155-173
(8) a. Marco Lazzati, Il carbonio-14 e le datazioni archeologiche, versione 7. 2014, materiale didattico per Università La Sapienza di Roma; b. Gianluca Quarta, Datazione con il radiocarbonio: fondamenti e applicazioni, CEDAD (Center for Dating and Diagnostics), Università del Salento
(9) A. Belladonna, monteprama.blogspot.it, a. Lo scarabeo di Monte Prama, 1979-2013, 14 MAGGIO 2013; b. Archeometria a Monte Prama. 3. I vaghi di collana e lo scarabeo della tomba XXV, 20 FEBBRAIO 2015; c. Archeometria a Monte Prama. 2. Gli inumati: sesso, età e altre notizie, 14 FEBBRAIO 2015; d. Il sito nuragico di Sa Osa, Cabras: le meraviglie dei pozzi N, U,V: semi di Vitis vinifera del 1350-1150 a.C., 29 GENNAIO 2015; e. I meloni da record di Sa Osa (Cabras), 18 FEBBRAIO 2015; f. Le sculture di Monte Prama: Età del Bronzo, parola di archeologi, 22 FEBBRAIO 2015; g. Ma quali servi d'Egitto!, 24 Aprile 2014; h. La cronologia: le navi raccontano, 21 APRILE 2014; i. Vaso nuragico a Pyla-Kokkinokremos, fine XIII sec. a.C., 08 Giugno 2013
(10) Pier Giorgio Spanu, Raimondo Zucca, Da Tarrai polis al portus sancti Marci: storia e archeologia di una città portuale dall’antichità al Medioevo, In: Mastino, Attilio; Spanu, Pier Giorgio; Usai, Alessandro; Zucca, Raimondo (a cura di).Tharros Felix 4. Roma, Carocci editore. p. 15-103: ill. (Collana del Dipartimento di storia dell'Università degli studi di Sassari, 39; Tharros Felix, 4, 2011, pp. 15-103.
(11) R. Saderi, monteprama.blogspot.it, Foto del giorno: Collane nuragiche con vaghi di bronzo, 25 APRILE 2014
(12) a. Ornella Fonzo, Elsa Pacciani, Gli inumati nella necropoli di Mont'e Prama, In: Le sculture di Mont'e Prama - Contesto, scavi e materiali, a cura di: M. Minoja & A. Usai, Gangemi Editore, 2014, pp. 175-200; b. Roberto Cameriere, Stefano de Luca, Domenico Basile, Donatella Croci, Ornella Fonzo, Elsa Pacciani, L'età dei defunti di Mont'e Prama: un aspetto interessante e cruciale, In: Le sculture di Mont'e Prama - Contesto, scavi e materiali, a cura di: M. Minoja & A. Usai, Gangemi Editore, 2014, pp. 201-206
(13) G. Cavillier, a. Gli Shardana nell’Egitto Ramesside, Oxford, 2005; b. Giacomo Cavillier, "Shardana Project": Perspectives and Researches on the Sherden in Egypt and Mediterranean", Syria 87 (2010), p. 339-345
(6) Carlo Tronchetti, LE TOMBE E GLI EROI. CONSIDERAZIONI SULLA STATUARIA NURAGICA DI MONTE PRAMA Paolo Bernardini-Raimondo Zucca (a cura di), Il Mediterraneo di Herakles, Roma 2005, pp. 145-167;
(7) Carlo Tronchetti, Gli scavi del 1977 e 1979, In: Le sculture di Mont'e Prama - Contesto, scavi e materiali, a cura di: M. Minoja & A. Usai, Edizione Gangemi Editore, 2014, pp. 155-173
(8) a. Marco Lazzati, Il carbonio-14 e le datazioni archeologiche, versione 7. 2014, materiale didattico per Università La Sapienza di Roma; b. Gianluca Quarta, Datazione con il radiocarbonio: fondamenti e applicazioni, CEDAD (Center for Dating and Diagnostics), Università del Salento
(9) A. Belladonna, monteprama.blogspot.it, a. Lo scarabeo di Monte Prama, 1979-2013, 14 MAGGIO 2013; b. Archeometria a Monte Prama. 3. I vaghi di collana e lo scarabeo della tomba XXV, 20 FEBBRAIO 2015; c. Archeometria a Monte Prama. 2. Gli inumati: sesso, età e altre notizie, 14 FEBBRAIO 2015; d. Il sito nuragico di Sa Osa, Cabras: le meraviglie dei pozzi N, U,V: semi di Vitis vinifera del 1350-1150 a.C., 29 GENNAIO 2015; e. I meloni da record di Sa Osa (Cabras), 18 FEBBRAIO 2015; f. Le sculture di Monte Prama: Età del Bronzo, parola di archeologi, 22 FEBBRAIO 2015; g. Ma quali servi d'Egitto!, 24 Aprile 2014; h. La cronologia: le navi raccontano, 21 APRILE 2014; i. Vaso nuragico a Pyla-Kokkinokremos, fine XIII sec. a.C., 08 Giugno 2013
(10) Pier Giorgio Spanu, Raimondo Zucca, Da Tarrai polis al portus sancti Marci: storia e archeologia di una città portuale dall’antichità al Medioevo, In: Mastino, Attilio; Spanu, Pier Giorgio; Usai, Alessandro; Zucca, Raimondo (a cura di).Tharros Felix 4. Roma, Carocci editore. p. 15-103: ill. (Collana del Dipartimento di storia dell'Università degli studi di Sassari, 39; Tharros Felix, 4, 2011, pp. 15-103.
(11) R. Saderi, monteprama.blogspot.it, Foto del giorno: Collane nuragiche con vaghi di bronzo, 25 APRILE 2014
(12) a. Ornella Fonzo, Elsa Pacciani, Gli inumati nella necropoli di Mont'e Prama, In: Le sculture di Mont'e Prama - Contesto, scavi e materiali, a cura di: M. Minoja & A. Usai, Gangemi Editore, 2014, pp. 175-200; b. Roberto Cameriere, Stefano de Luca, Domenico Basile, Donatella Croci, Ornella Fonzo, Elsa Pacciani, L'età dei defunti di Mont'e Prama: un aspetto interessante e cruciale, In: Le sculture di Mont'e Prama - Contesto, scavi e materiali, a cura di: M. Minoja & A. Usai, Gangemi Editore, 2014, pp. 201-206
(13) G. Cavillier, a. Gli Shardana nell’Egitto Ramesside, Oxford, 2005; b. Giacomo Cavillier, "Shardana Project": Perspectives and Researches on the Sherden in Egypt and Mediterranean", Syria 87 (2010), p. 339-345
Appendice
Al
Convegno ARCHEOLOGIA E ANTROPOLOGIA DELLA MORTE. III INCONTRO
DI STUDI DI ANTROPOLOGIA E ARCHEOLOGIA A CONFRONTO, 20-24 maggio 2015 Romarchè
2015, sono stati presentati i risultati degli scavi 2014; alcuni fotogrammi
sono disponibili: da questo sito. Le 16
tombe scavate nel 2014 si trovano in direttiva sud/sud-ovest rispetto
all'allineamento Tronchetti.
Le tombe
scavate nel 2014
Le tombe scavate nel 2014, una
continuazione verso sud/sud-ovest delle tombe "Tronchetti" (vd. fig.
5 più sopra)
Frammenti
ceramici rinvenuti in due tombe durante gli scavi 2014
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